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Argomento: Un aiuto sulle riconfinazioni

Autore Risposta

geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 05 Agosto 2008 alle ore 12:58

"uli" ha scritto:
un timore che ho sempre covato, anzi una reale preoccupazione è questa:
sappiamo bene che per ripristinare i vecchi confini risalenti all'impianto, questi, debbono essere messi in relazione con particolari topografici congruenti col locale contesto cartografico e temporale.
In altre parole non si fa altro che andare in campagna a "scovare" termini e fabbricati presenti nella mappa d'impianto.
Ora accade sempre più spesso (almeno a me) che di vecchi termini neanche a parlarne, sappiamo bene che fine fanno quando ci passano sopra trattore e aratro e i fabbricati o sono ricoperti da vegetazione infestante o sono stati oggetto di ristrutturazione con modifica della sagoma.
Considerando che le mappe d'impianto hanno circa 70 anni e i fabbricati allora riportati erano già presenti quindi ancor più vecchi, cosa succedrà quando non sarà più possibile reperire i vecchi particolari topografici ? o almeno in numero tale da garantire una buona affidabilità del risultato ?



Uli
Ci trasferiremo tutti a Jericoacoara, Brasil.
Apparte gli scherzi ed il buonumore che va sempre mantenuto con questi caldi, mi pare che la tua previsione sia un pò catastrofica.
Forse io vivo in Toscana e qui si è propensi a salvaguardare il patrimonio edilizio esistente, soprattutto il vecchio, ma comunque penso sia difficile trovare realtà desertiche come da te previste.
In quei casi dovremo agire nei modi migliori possibili anche se ci sembrano i meno peggiori e quindi anche allargare la maglia del rilievo a punti di inquadramento più distanti.
Riallacciandomi all'ultimo post di Leo penso che la regionalità di noi soggetti sia effettivamente foriera di casistiche diversificate.
Infatti io ritenevo punto lontano il Trigonometrico mentre Leo parla anche di altri punti presenti sullo stesso Foglio.
Quì in Toscana non ho mai sentito l'esigenza di prendere punti di appoggio a 500/800 metri di distanza.
Primo perché ho quasi sempre avuto ridondanza di punti già nel raggio di 100/200 metri e secondo per non trattare con i pesi che ho sempre ritenuto ingrediente personalistico.
Ritengo però che in altre realtà tipo Emilia - Pianura Padana sia quasi necessario ricorrervi.
Saluti
Carlo

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ccortazzo

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Ogliastro Cilento (SA)

 0 -  0 - Inviato: 06 Agosto 2008 alle ore 08:43

"geocinel" ha scritto:
"Leo" ha scritto:
L'ultimo post mi ha colpito: col GPS rispolvero la stazione totale per i punti lontani?!?!

Mi pare molto più che discutibile: col GPS, i punti lontani li raggiungo con facilità e precisione inauditi. E ne posso battere il maggior numero possibile, senza la scusa che richiedevano troppo lavoro.




Leo
Non sono molto d'accordo con te su questo passaggio per due motivi.
Il primo è che i punti lontani (Trigonometrici) spesso sono individuati da campanili posti al centro di fabbricati e quindi difficilmente rilevabili con il GPS.
Questa tecnologia, non presente all'impianto del Catasto, ha infatti oggi portato modifiche nell'individuazione e nella materializzazione dei nuovi punti di Inquadramento geodetici (IGM 95), tutti stazionabili.
Il secondo è che gli stessi nel calcolo dell'apertura a terra multipla servono soprattutto per blocare le rotazioni.
Ho sempre pensato e lo penso ancora che in presenza di omogeneità di punti i Trigonometrici non servano a niente perché il calcolo preferibile rimane la rototraslazione baricentrica.
In assenza di omogeneità il rilievo di essi serve solo per il motivo suindicato e può benissimo esser fatto nei modi che dicevo nella risposta a Carmine.
Saluti
Carlo



...sono daccordo con te, ....ti ho fatto quella specifica domanda per avere anche un tuo parere......ho già sperimentato questa cosa....nel caso in cui mi servano dei punti di orientamento lontani per bloccare le rotazioni faccio il rilievo con il gps, quindi centramento forzato, orientamenti;.....comunque il tutto e molto più veloce che a fare l'intero rilievo con la stazione totale.
Anche se, questa pratica la uso raramente, in quanto con il gps riesco a battere talmente tanti punti (impensabile con la stazione totale) da ottenere una omogeneità di battute tale da poter fare a meno dei punti di orientamento lontani.

Saluti

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divad81

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 0 -  0 - Inviato: 08 Agosto 2008 alle ore 09:52

gentile Cinelli la ringrazio per la risposta ma ho dei dubbi su alcuni punti.
premetto che ho ordinato il suo testo alla maggioli ma non ho ancora ricevuto il plico..aspetto impaziente.

tornando a noi dico:
- qual'è la differenza tra un "rilevo con apertura a terra" e uno "con rototraslazione baricentrica"?? io ho sempre pensato - ma ripeto sono novello e autodidatta - che l'apertura a terra fosse in pratica il dover battere dei punti di coordinate note dalla prima stazione del rilevo.
e altresi' immaginavo che per rototraslazione baricentrica si intendesse una pratica a tavolino per poter meglio sovrapporre il nostro rilievo alla mappa..
mi puo' GENTILMENTE E PAZIENTEMENTE delucidare ?

- poi io solitamente - cosi come spiegato da pierluigi tani - per fare la rototraslazione baricentrica utilizzo questo metodo grafico: unisco con una linea tutti i punti di coordinate note e poi della figura che si viene a creare con questa linea trovo il baricentro che faro coincidere con il baricentro della figura venuta a crearsi sulla mappa..

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 08 Agosto 2008 alle ore 13:36

allargo l'argomento sopra esposto di divad81 e lo giro anch'io a Geocinel.

premetto che ho comprato un programma per le riconfinazioni che tu dovresti conoscere molto bene e che sto iniziando adesso ad usare... ora, vorrei capire a grandi linee quali sono le operazioni analitiche che fa il programma per calcolarsi le coordinate della stazione, ovvero la cosidetta rototraslazione baricentrica (la partita, in buona sostanza, si gioca tutta qui!!). Forse mi basterebbe prendere un libro di matematica delle superiori ma sono talmente pigro e al momento subbissato dal lavoro che se potessi bypassare la cosa... :wink:

Inoltre vorrei capire quando bisogna "scartare" le misure che non combiaciano con l'impianto. Mi spiego meglio: ho una situazione ottimale con tre fabbricati disposti "a raggiera" che, da una "sovrapposizione rigida e manuale" tra rilievo (l'area del rilievo e l'oggetto da riconfinare sono all'interno di un cerchio del diametro di 135 ml) fatto con stazione totale e coordinate della mappa d'impianto, all'interno del CAD mi danno su 6 spigoli di fabbricato differenze tra i 15 e 25 centimetri (ottimo risultato direi!).
Devo scartare le misure che mi danno, con questo banale sistema manuale, scarti di o,85-1,00 ml?

Posso pertanto farmi bastare questi dati e prendere la coordinata che mi da il CAd e ritracciare i confini?. Oppure devo elaborare i dati lo stesso all'interno del "famoso" programma? In sostanza: in questo caso ottimale va bene il sistema rigido?

ovviamente i quesiti posti, vista l'alta professionalità degli utenti del sito, sono rivolte a tutte le persone di buon animo e non solo al Guru di Lamporecchio (anche se spero in un suo gentile intervento!).

Ciao a tutti e grazie dell'attenzione.
Macius

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divad81

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 0 -  0 - Inviato: 08 Agosto 2008 alle ore 15:31

non capisco una cosa..a cosa vi serve sapere le coordinate della stazione? e poi di quale stazione? della prima della poligonale o di tutte? ....scusate ma non intendo..
per trovare le coordinate della stazione ( non so a che vi serve) non basta leggerle su autocad una volta orientato il rilievo sui punti noti???????

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 08 Agosto 2008 alle ore 19:54

"divad81" ha scritto:
gentile Cinelli la ringrazio per la risposta ma ho dei dubbi su alcuni punti.
premetto che ho ordinato il suo testo alla maggioli ma non ho ancora ricevuto il plico..aspetto impaziente.

tornando a noi dico:
- qual'è la differenza tra un "rilevo con apertura a terra" e uno "con rototraslazione baricentrica"?? io ho sempre pensato - ma ripeto sono novello e autodidatta - che l'apertura a terra fosse in pratica il dover battere dei punti di coordinate note dalla prima stazione del rilevo.
e altresi' immaginavo che per rototraslazione baricentrica si intendesse una pratica a tavolino per poter meglio sovrapporre il nostro rilievo alla mappa..
mi puo' GENTILMENTE E PAZIENTEMENTE delucidare ?

- poi io solitamente - cosi come spiegato da pierluigi tani - per fare la rototraslazione baricentrica utilizzo questo metodo grafico: unisco con una linea tutti i punti di coordinate note e poi della figura che si viene a creare con questa linea trovo il baricentro che faro coincidere con il baricentro della figura venuta a crearsi sulla mappa..



Come disse Gesù a Giuseppe di Arimatea "Giuseppe tu non sei lontano dal regno dei cieli".
Ora c'è un bel distinguo.
Tu non sei Giuseppe di Arimatea ed io non sono Gesù tanto per sgombrare dubbi e quant'altro.
Poi hai fatto una gaffe molto brutta: hai chiamato il Tani Pierluigi invece di Pierdomenico.
Comunque apparte gli scherzi sei davvero sulla strada giusta e vedrai che con un pò di pratica capirai anche alcuni meccanismi.
L'apertura a Terra da eseguire sempre multipla te la ricordi in funzione della poligonale aperta e orientata ma può essere eseguita anche come metodo di rilievo e di calcolo autonomo e con i moderni sistemi informatici dove si possono trasferire dati da più stazioni ad una soltanto si può battere più punti anche da più stazioni.
La rototraslazione è un po il calcololo che tu esegui al cad.
Tra due sistemi aventi coordinate diverse si fanno coincidere i baricentri e si ruota il tutto della media aritmetica dei disorientamenti sui vari punti di inquadramento.
Esiste anche una variante non baricentrica che io chiamo rigorosa nel quale si ricorre al calcolo ai minimi quadrati per uniformare al massimo gli scarti sui vari punti.
A grandi linee è sempre preferibile usare la Rototraslazione quando i punti sono disposti omogeneaemente intorno al confine da ritracciare sennò apertura a terra multipla.
Saluti

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 08 Agosto 2008 alle ore 21:25

"macius" ha scritto:
allargo l'argomento sopra esposto di divad81 e lo giro anch'io a Geocinel.

premetto che ho comprato un programma per le riconfinazioni che tu dovresti conoscere molto bene e che sto iniziando adesso ad usare... ora, vorrei capire a grandi linee quali sono le operazioni analitiche che fa il programma per calcolarsi le coordinate della stazione, ovvero la cosidetta rototraslazione baricentrica (la partita, in buona sostanza, si gioca tutta qui!!). Forse mi basterebbe prendere un libro di matematica delle superiori ma sono talmente pigro e al momento subbissato dal lavoro che se potessi bypassare la cosa... :wink:

Inoltre vorrei capire quando bisogna "scartare" le misure che non combiaciano con l'impianto. Mi spiego meglio: ho una situazione ottimale con tre fabbricati disposti "a raggiera" che, da una "sovrapposizione rigida e manuale" tra rilievo (l'area del rilievo e l'oggetto da riconfinare sono all'interno di un cerchio del diametro di 135 ml) fatto con stazione totale e coordinate della mappa d'impianto, all'interno del CAD mi danno su 6 spigoli di fabbricato differenze tra i 15 e 25 centimetri (ottimo risultato direi!).
Devo scartare le misure che mi danno, con questo banale sistema manuale, scarti di o,85-1,00 ml?

Posso pertanto farmi bastare questi dati e prendere la coordinata che mi da il CAd e ritracciare i confini?. Oppure devo elaborare i dati lo stesso all'interno del "famoso" programma? In sostanza: in questo caso ottimale va bene il sistema rigido?

ovviamente i quesiti posti, vista l'alta professionalità degli utenti del sito, sono rivolte a tutte le persone di buon animo e non solo al Guru di Lamporecchio (anche se spero in un suo gentile intervento!).

Ciao a tutti e grazie dell'attenzione.
Macius



Come detto a divad81 precedentemente il calcolo della rototraslazione baricentrica fa coincidere i baricentri di due sistemi di coordinate diverse aventi dei punti omologhi.
Corregge il disorientamento sulla media aritmetica dei disorientamenti sui punti omologhi e calcola gli scarti.
Dopo rototrasla anche le coordinate della stazione.
E' un procedimento che personalmente preferisco fare con programma di Topografia ma che può benissimo essere eseguito anche al CAD.
Venendo al tuo caso specifico tre fabbricati anche ben disposti non sono moltissimi ma strettamente sufficienti e comunque gli scarti che ti hanno dato restituiscono un pò di ottimismo.
Se uno dei tre fosse stato inaffidabile il discorso cambiava e di molto perché a quel punto sarebbe anche diventato non facilissimo capire quale dei tre poteva essere.
Io consiglio a quel punto di eseguire l'apertura a Terra multipla perché ti fa capire con facilità chi dei tre è inattendibile.
Tollerabilità degli scarti: E' una questione da valutare caso per caso perché tu un risultato lo devi sempre dare.
Io ritengo che quando si vede negli scarti cifre sopra 1,00 è bene cominciare ad interrogarsi.
Con i tuoi risultati puoi anche non ricorrere al programma topografico e calcolarti i dati del tracciamento direttamente nel Cad.
Saluti

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divad81

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 0 -  0 - Inviato: 09 Agosto 2008 alle ore 10:22

spero di comprendere meglio leggendo il testo di cinelli con tutti gli esempi.

come metodo mio personale io utilizzavo questo:
- rilievo coordinate con scalimetro sul foglio originale di mappa impianto
- restituzione grafica su cad dei punti rilevati sul foglio
- sopraluogo terreno per ricerca psr
- rilievo per irragiamento con poligonale vincolata agli estremi ovvero apertura a terra multipla e chiusura su punto stabile o trigonometrico.

restituzione grafica del rilievo su cad
sovrapooszione manuale con rototraslazione baricentrica dei due sistemi grafici elettura delle differenze dei confini

sarà sbagliato o no...non lo so...ma io uso questo.

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geocinel
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 0 -  0 - Inviato: 09 Agosto 2008 alle ore 14:58

"divad81" ha scritto:
spero di comprendere meglio leggendo il testo di cinelli con tutti gli esempi.

come metodo mio personale io utilizzavo questo:
- rilievo coordinate con scalimetro sul foglio originale di mappa impianto
- restituzione grafica su cad dei punti rilevati sul foglio
- sopraluogo terreno per ricerca psr
- rilievo per irragiamento con poligonale vincolata agli estremi ovvero apertura a terra multipla e chiusura su punto stabile o trigonometrico.

restituzione grafica del rilievo su cad
sovrapooszione manuale con rototraslazione baricentrica dei due sistemi grafici elettura delle differenze dei confini

sarà sbagliato o no...non lo so...ma io uso questo.



Non è che un calcolo di rototraslazione si possa spiegare in un post sul forum.
Precedentemete ti ho detto solo le linee guida ma il mio consiglio è quello di riprendere qualche libro scolastico e provare con dei dati di campagna tuoi a rifarlo a mano.
Io così ho imparato molto.
Si riescono anche a comprenderne le criticità.
E comunque quello che fai tu è una procedura grafica del calcolo perché quando fai la sovrapposizione non fai altro che "rototraslare" (rotazione +traslazione) due sistemi di coordinate diversi (sennò si sarebbero sovrapposti automaticamente) aventi dei punti omologhi (punti di inquadramento).
E ti ho anche detto che non sbagli.
Ciao
Carlo Cinelli

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divad81

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 0 -  0 - Inviato: 09 Agosto 2008 alle ore 21:37

si, ma sui libri di scuola non si parla ne di apertura a terra, ne di rototraslazione baricentrica tantomeno di riconfinamenti..

io ho i testi di topografia di salvatore cannarozzo..vecchi ma ottimi.
ma niente in tsal senso.

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 10 Agosto 2008 alle ore 21:28

"divad81" ha scritto:
si, ma sui libri di scuola non si parla ne di apertura a terra, ne di rototraslazione baricentrica tantomeno di riconfinamenti..

io ho i testi di topografia di salvatore cannarozzo..vecchi ma ottimi.
ma niente in tsal senso.



Per libri di scuola io intendevo anche quelli universitari o più specialistici tipo il famoso Bezoari,Monti, Selvini "Topografia Cartografia" edito da Hoepli e più volte richiamato anche da PierDomenico Tani.
Saluti

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dioptra

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 0 -  0 - Inviato: 10 Agosto 2008 alle ore 23:39

"geocinel" ha scritto:
"divad81" ha scritto:
si, ma sui libri di scuola non si parla ne di apertura a terra, ne di rototraslazione baricentrica tantomeno di riconfinamenti..

io ho i testi di topografia di salvatore cannarozzo..vecchi ma ottimi.
ma niente in tsal senso.



Per libri di scuola io intendevo anche quelli universitari o più specialistici tipo il famoso Bezoari,Monti, Selvini "Topografia Cartografia" edito da Hoepli e più volte richiamato anche da PierDomenico Tani.
Saluti



Salve
Sui libri di scuola si parla di Rototraslazione degli assi.
Se si parlasse di baricentrica o di variazione di scala, affine od omografia, quanti pensi che ne resterebbero? intendo di studenti?
Inoltre si parla di stazione ex-centro e di segnale Fuori-centro.
Il Fuoricentro o Apertura-Fuori-centro, come lo intendiamo noi, è un caso matematico che non viene neanche preso in cosiderazione dai libri di matematica, tanto è particolare nel suo sviluppo e nella sua applicazione.
I libri di Topografia scolastici parleranno sempre meno di questo, tanto si dovrà frequentare obbligatoriamente l'università.
Bisogna cercare su libri più specialistici, come dice Geocinel.

Nel Libro di Tani c'è un bellissimo esempio numerico di rototraslazione con variazione di scala e anche di Fuoricentro.

Il fatto è che non si trova quasi più. Bisognerebbe ristamparlo.

cordialmente

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gigi3d

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 0 -  0 - Inviato: 11 Agosto 2008 alle ore 08:36

Quoto in pieno quanto detto da Dioptra: Bisogna ristamparlo!!!
Lo sto cercando disperattamente, ma niente da fare.
Colgo l'occasione per fare i complimenti a Geocinel per il bel libro sulle riconfinazioni, e sopratutto per gli ottimi spunti che da alle discussioni, che leggo sempre con molto piacere.
Ora mi metterò alla ricerca del libro edito dalla Hopli citato da geocinel di cui non ero a conoscenza.
Ciao a tutti.

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divad81

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 0 -  0 - Inviato: 11 Agosto 2008 alle ore 17:04

Il Tani in suo libro della MAggioli sull'aggiornamento del catasto terreni dice che ci sono
a. delle poligonali orientate in apertura ( e/o chiusura) facendo stazione direttamente sul punto interessato.

b. delle poligonali orientate ( credo fuori centro) facendo stazione non direttamente sul punto interessato e orientate battendo il punto interessato e l'orientamento di un altro punto, in modo tale da poter poi dopo a tavolino calcolare la stazione come se fosse stata effettuata direttamente sul punto interessato.

quello che non intendo è il motivo di mettersi con la stazione per forza su un punto di interesse. io solitamente in un rilievo per aggiornamento catastale ( fraz. o mappale) mi metto in un punto qualsiasi e mi oriento ( cioe' metto lo 0 del goniometro sul nord) e batto un pf.

che motivo vi è di mettersi proprio sul pf con lo strumento? che cambia?

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dioptra

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Piove di Sacco(PD) dioptra@dioptra.it (Autore OK_Pregeo)

 0 -  0 - Inviato: 11 Agosto 2008 alle ore 20:21

Salve

a.
Prima Stazione su Punto Noto e orientamento su altro Punto noto, 100,200,300,...,Stazione su Punto Noto e orientamento su altro Punto Noto(può essere quello di prima).
In questo modo il calcolo prosegue in modo agevole e pur non essendo una poligonale chiusa si può confrontare l'azimut di apertura con quello di chiusura.
Chiaramente la precisione della rete dei Punti Noti deve essere molto buona.
Teniamo anche conto che questo schema di rilievo risentiva del fatto che i lati della poligonale erano molto corti in relazione della strumentazione utilizzata.
Inoltre è applicabile sia la compensazione angolare che lineare.
Inoltre applicando il metodo del trasporto d'azimut si può già in campagna verificare l'errore di chiusura angolare.
Non mi dilungo oltre.

Oggi, con il GPS, tutto questo è storia e la portata delle stazioni totali a disposizione permette di applicare i metodi di celerimensura con contenimento dell'errore rispetto alla attrezzatura di vecchio tipo.

cordialmente

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