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Sondaggi

Sondaggio del 07 Marzo 2012 alle ore 10:50 - Votanti: 3

Precisione e numero di stazioni nel rilievo celerimetrico

Quale ipotesi?

  • A - Stazione singola
     
    (66.67% - votanti: 2)
     
  • B - Stazione "avanzante"
     
    (33.33% - votanti: 1)
     

Commenti:

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07 Marzo 2012 alle ore 10:50 - alexilalas

Buongiorno,



mi rivolgo a Voi certo di avere quelle risposte professionali che temo di non poter ricevere all'interno della mia Azienda.



Mi trovo infatti nella scomoda posizione di voler contestare alcune scelte operative in termini di esecuzione di rilievi celerimetrici, ma la controparte è abbastanza solida nel difendere alcune posizioni che a me paiono indifendibili di fronte a qualsiasi serio professionista.



La mia domanda è quindi questa.

Dovendo procedere ad un rilievo celerimetrico plano-altimetrico, consistente di una dozzina di punti, di cui sei a terra e sei in quota, posizionati grosso modo su uno sviluppo lineare di 250-400 metri sono proposte due ipotesi.



Ipotesi A.

Stazione unica (o in casi di oggettiva non visibilità dei punti di 2-3 stazioni), con misurazione diretta di ogni punto.

La stazione, se possibile, è collocata al vertice di un triangolo equilatero (o isoscele), nei quali gli altri due vertici sono il punto iniziale e finale del rilievo "lineare" in oggetto (Equidistante dai punti più lontani quindi).

Si procede con classico rilievo celerimetrico.



Ipotesi B.

Ci si posiziona con la stazione sul primo punto di interesse, e si procede a battere il secondo punto.

Ci si sposta poi nel secondo punto, facendovi stazione, e si procede al rilievo del punto successivo.

Rimanendo sul secondo punto, si punta a 100c definendo così un punto preciso, perpendicolare all'asse di rilievo, su cui si andrà a posizionare successivamente per rilevare il punto in quota su cui era posizionata la seconda stazione.

Ogni punto in quota viene battuto da almeno altre 2 stazioni (3 misure per punto quindi) per fare poi una media della quota ottenuta.

Si procede come sopra per i successivi punti di interesse.





Quale metodo adottereste e cosa fareste notare a chi vorrebbe utilizzare il metodo che ritenete meno opportuno?



Grazie

alexilalas
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07 Marzo 2012 alle ore 13:31 - alexilalas

Piccola precisazione.

A conti fatti, nella seconda ipotesi, si tratta di circa 8-9 stazioni, poichè i dodici punti "coincidono" in sei (ovvero sei a terra e sei in "quota", trattasi di fili sospesi ai due estremi del rilievo!)
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07 Marzo 2012 alle ore 13:38 - uli

Tutto dipende dal grado di precisione che si vuole ottenere.

Considera che meno stazioni fai meno sono sono le probabilità di errore.

Dai metodi che hai esposto ti conviene fare una livellazione.

Magari se ci fai capire le finalità del rilievo otterrai risposte più esaustive....
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07 Marzo 2012 alle ore 13:48 - alexilalas

"uli" ha scritto:
Tutto dipende dal grado di precisione che si vuole ottenere.

Considera che meno stazioni fai meno sono sono le probabilità di errore.

Dai metodi che hai esposto ti conviene fare una livellazione.

Magari se ci fai capire le finalità del rilievo otterrai risposte più esaustive....





Perdono :oops:



Si parla di linee elettriche, di cui rilevare sostegni, andamento della catenaria secondo i termini di legge e profilo altimetrico del terreno sottostante.



Forse così sono più di aiuto! :roll:
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08 Marzo 2012 alle ore 15:56 - grafos

"alexilalas" ha scritto:
"uli" ha scritto:
Tutto dipende dal grado di precisione che si vuole ottenere.

Considera che meno stazioni fai meno sono sono le probabilità di errore.

Dai metodi che hai esposto ti conviene fare una livellazione.

Magari se ci fai capire le finalità del rilievo otterrai risposte più esaustive....





Perdono :oops:



Si parla di linee elettriche, di cui rilevare sostegni, andamento della catenaria secondo i termini di legge e profilo altimetrico del terreno sottostante.



Forse così sono più di aiuto! :roll:



Ha ragione uli, meno stazioni meno errori, dipende dalla visibiltà dell'area del rilievo la posizione delle stazione è ininfluente nel rilievo basta che siano collegate a punti fissi di partenza e arrivo, poi la quntità di punti sulla catenaria dipende anche dalla visibilità a terra del punto rispetto alla catenaria che dipende dalla altezza variabile dei tralicci lungo la linea, interessante e bello da eseguire, la precisione la ottieni solo con la tua esperienza nel fare rilievi, non serve la quantià ma qualità!Ciao buon lavoro
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08 Marzo 2012 alle ore 16:56 - salviotto

non è che sia molto chiaro il tutto, comunque il punto è che in entrambi i casi si parla di procedimento più giusto a prescindere, quando in realtà, secondo me, entrambi possono essere corretti oppure sbagliati, mi spiego meglio.

In primo luogo bisognerebbe scindere la parte planimetrica da quella altimetrica; per la planimetrica in entrambi i casi ti esce fuori una sorta di poligonale, che devi in qualche modo compensare e conoscerne l'errore commesso, quindi o ti chiudi la poligonale o ti agganci a estremi noti ( vincolata) e anche qui potrai apprezzare degli scarti. Per l'altimetria è necessaria una livellazione e in questo caso la seconda opzione potrebbe andare anche se non è il massimo, perchè ti porti dietro l'errore di misura di altezza della stazione ( a meno che non vai in centramento assoluto), in quanto di fatto stai facendo una livellazione da un estremo, mentre l'ottimale sarebbe farla dal mezzo, viste le distanze anche se non disponi di un livello, se ti fai andata e ritorno con una stazione totale stando attento, ci sta che ottieni scarti accettabili.



Quindi il concetto è avere misure sovrabbondanti ( quindi verifiche) che rendano apprezzabili le tolleranze del tuo rilievo.



Tutto ciò secondo me, quindi potrebbe anche essere sbagliato, ma spero di averti comunque dato un consiglio.
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02 Maggio 2012 alle ore 08:16 - lucagus

sto passando ora vicino ad una linea elettrica... Per i fili elettrici, suppongo che tu sia costretto a misurarli senza prisma, viceversa i punti di attacco tra fili e traliccio potrebbero essere nascosti e, per questo motivo, è opportuno rilevarli da più stazioni e procedere alla restituzione per intersezione in avanti. Il rilievo, secondo me, non necessita di grandissima precisione, quindi lascerei perdere la livellazione, farei una mini poligonale e anche un paio di stazioni libere se serve.
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02 Maggio 2012 alle ore 08:52 - geoalfa

In genere, quando mi appresto a fare rilievi nei pressi di linee elettriche, mi viene l'orticaria....!



in questo caso, non sappiamo nemmeno se la linea elettrica da rilevare è sotto tensione ...... e se lo è, non conosciamo nemmeno il voltaggio... quindi ... ocio!
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02 Maggio 2012 alle ore 20:57 - path

"alexilalas" ha scritto:
Buongiorno,



mi rivolgo a Voi certo di avere quelle risposte professionali che temo di non poter ricevere all'interno della mia Azienda.



Mi trovo infatti nella scomoda posizione di voler contestare alcune scelte operative in termini di esecuzione di rilievi celerimetrici, ma la controparte è abbastanza solida nel difendere alcune posizioni che a me paiono indifendibili di fronte a qualsiasi serio professionista.



La mia domanda è quindi questa.

Dovendo procedere ad un rilievo celerimetrico plano-altimetrico, consistente di una dozzina di punti, di cui sei a terra e sei in quota, posizionati grosso modo su uno sviluppo lineare di 250-400 metri sono proposte due ipotesi.



Ipotesi A.

Stazione unica (o in casi di oggettiva non visibilità dei punti di 2-3 stazioni), con misurazione diretta di ogni punto.

La stazione, se possibile, è collocata al vertice di un triangolo equilatero (o isoscele), nei quali gli altri due vertici sono il punto iniziale e finale del rilievo "lineare" in oggetto (Equidistante dai punti più lontani quindi).

Si procede con classico rilievo celerimetrico.



Ipotesi B.

Ci si posiziona con la stazione sul primo punto di interesse, e si procede a battere il secondo punto.

Ci si sposta poi nel secondo punto, facendovi stazione, e si procede al rilievo del punto successivo.

Rimanendo sul secondo punto, si punta a 100c definendo così un punto preciso, perpendicolare all'asse di rilievo, su cui si andrà a posizionare successivamente per rilevare il punto in quota su cui era posizionata la seconda stazione.

Ogni punto in quota viene battuto da almeno altre 2 stazioni (3 misure per punto quindi) per fare poi una media della quota ottenuta.

Si procede come sopra per i successivi punti di interesse.





Quale metodo adottereste e cosa fareste notare a chi vorrebbe utilizzare il metodo che ritenete meno opportuno?



Grazie

alexilalas





Scusi se le sembrerò bruto ma lei quale soluzione adotterebbe? ci illustra anche le "posizioni che a me paiono indifendibili di fronte a qualsiasi serio professionista" che lei dice.

A me pare che il problema di tutto, forse, sia di carattere economico.

Forse il collega topografo invece di rimetterle un conto a Km. le ha rimesso un conto "un tanto a stazione e a punti battuti" forse perchè alla prima esperienza su un rilievo di questo tipo.

Dalla descrizione che lei fa del tratto da misurare sembrerebbe la tipica distanza tra due sostegni dell'alta tensione.

I colleghi che le hanno risposto hanno giustamente fatto presente i problemi collegati all'orografia, alla presenza di vegetazione ed ogni altro fattore di impedimento al raggiungimento delle precisioni richieste dall'ente appaltante.

Purtroppo i prezzi che ci sono in giro per questi tipi di rilievi sono ridotti all'osso in quanto parte integrante di bandi di gara che comprendono altre prestazioni aggiudicati al massimo ribasso e dove, non per ultimo, al topografo viene richiesto tanto e dato poco. Ma tant'é.

Inoltre deve considerare che se lei conosce le prescrizioni tecniche deve valutare anche la produzione degli altri elaborati richiesti (attraversamenti, monografie dei fabbricati vicine, estratti catastali, elenchi dei proprietari etc) che necessitano più tempo di produzione dell'intero rilievoo... Ma forse non è questo il caso...

Scusi lo sfogo e buona serata...
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04 Agosto 2014 alle ore 09:10 - GIROLAMO.38

Re: Precisione e numero di stazioni nel rilievo celerimetrico
A=Per esprienza professionale, faccio il topografo dal 1959 , ritengo quello da una sola stazione il metodo certo e co pochissimi errori facendo apertura alameno su due punti trigonometrici di attendibilità almeno almeno dal IV ordine IGNI fino al primo orine IGMIIn zone aperte e visibili fisicamente sul terreno da preferire.

B-procedendo con questa sequenza si vanno a determinarsi una serie di errori tra andata e ritorno sulle misure e sulle osservazioni e da usare solo nei casi di attraversamento di boschi o zone inpervie e comunque la partenza da un punto trigonometrico ed un'altro alla fine della poligonale eseguita.
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