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Autore rilievo topografio a scuola - 2017

chris75

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 0 -  0 - Inviato: 16 Maggio 2017 alle ore 10:13

Buongiorno a tutti.

Quest'anno il nostro annuale rilievo si è svolto presso il sito archeologico di Villa Adriana a Tivoli dal 6 al 14 di maggio.

Noi siamo un liceo scientifico e ogni anno organizziamo questa uscita con lo scopo di far vivere ai ragazzi di seconda (22 di 15-16 anni) una esperienza reale di ricerca di precisione e di mappatura.
Per avere maggiori dettagli consiglio di leggere i post errore stazione totale di qualche anno fa.

L'attività è stata organizzata come segue: un gruppo (4 persone ), dopo aver stabilito quale fosse la zona che quest'anno volevamo mappare, si è occupato di materializzare la poligonale di inquadramento, mente gli altri 5 gruppi (da 3 4 persone) si sono scelti le zone da mappare e hanno scelto i reltivi punti di stazione. Questo nei primi 2 giorni.

Nei giorni successivi, il gruppo "poligonale si è occupato della misura della stessa con utilizzando il centramento forzato, menter gli altri gruppi hanno iniziato il rilievo di dettaglio. Dopo 3 giorni, il gruppo poligonale ha terminato le misure e ha ottenuto una poligonale di 13 punti di lunghezza di circa 950m con ellissi di errore di 10 cm.


Quest'anno l'esperienza è stata configurata come "alternanza scuola lavoro" grazie ad una convenzione che abbiamo stipulato con la soprintendenza che ci ha autorizzato. La convenzione durerà per 3 anni, perchè lo scopo sarebbe quello di mappare TUTTA la villa.
Questa per me è una esperienza nuova, perchè consiste nel tornare l'anno successivo nello stesso luogo con la necessità di agganciarsi al rilievo dell'anno passato. Per questo ho materializzato i punti di poligonale di inquadramento "sperando" che durino: ho utilizzato picchetti in ferro nel terreno (lunghi 30 cm) e chiodi tpografici nel terreno più roccioso. Chiaramente NON ho potuto cementare nulla, e, abbastanza incredibilmente per me non ho trovato all'interno del sito punti fiduciali utilizzabili e affidabili.

nel corso della misura mi si è presentato una esperienza nuova: ho constatato che nella misura di poligonale, realizzata con centramento forzato sia dei prismi che della stazione totale ho notato che fare misura con mirino diritto e rovesciato a volte venivano con grande scarto (0.01 a volte) e questo coincideva (mi sembra) con momenti della giornata molto caldi) in effetti nel mirino era difficile centrare bene il centro del prisma (ho provato ahce io per rendermi conto). I cavaletti utilizzati erano tutti di alluminio, le stazioni totali modeli Topcon o Cignus. Ho sbagliato qualcosa?


Come al solito suggerimenti domande (se come penso non son stato chiaro) o critiche sono ben gradite.


Christian

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Autore Risposta

rubino
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 0 -  0 - Inviato: 17 Maggio 2017 alle ore 12:46

Buongiorno Professore, come sa non è possibile ottenere misure della stessa grandezza perfettamente uguali, per questo si dice che un rilievo topografico debba autocontrollarsi sia utilizzando metodi e strumenti uguali sia registrando l'esuberanza dei dati angolari e lineari come ha fatto eseguendo le letture angolari nelle posizioni CD e CS sia "controbattendo" i vertici della poligona. Ovviamente non scopro nulla se riferisco la possibilità e la quantità dell'errore sia alla distanza fra i vertici e sia alla condizione operativa degli strumenti, che qui si suppongono perfettamente calibrati ed efficienti. Per esempio la non perfetta verticalità dell'asse zenitale, condizione ottenibile mediante la perfetta messa in bolla delle livelle, può causare l'anomala misura dell'angolo verticale con le ovvie conseguenze sul calcolo della distanza orizzontale: quante volte capita, in giornate calde, che "si perda la bolla" stazionando sull'asfalto con l'inevitabile conseguenza che l'indice 0,00 del CV esca dal campo del compensatore? Consideri, inoltre, che i treppiedi metallici non sono in invar, per cui sono sensibili alla variazione di temperatura. Secondo me non ha sbagliato nulla tuttavia sarebbe il caso, visto le condizioni operative, di proteggere gli strumenti dal caldo (non molto tempo fa i capitolati di alcune Aziende di Stato imponevano l'uso di appositi ombrelli) ed impostare correttamente i dati della temperatura e della pressione nella fase di "inizializzazione" della stazione totale. Discutiamone.

A presto.

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chris75

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 0 -  0 - Inviato: 18 Maggio 2017 alle ore 15:36

grazie della risposta.

MI rimane un dubbio "procedurale"

situazione uno: misura di poligonale, centramenti forzati, faccio misura CD e CS ottengo due misure identiche (a parte i 200gon). sono contento e procedo.

situazione due: come prima ma ottengo due misure che differiscono di tanto (mettiamo che voglai dire 0.01gon). Cosa si fa? si fanno mille misure ripetute? fino a che non ottengo misure simili?

o invece devo dire che SEMPE bisogna fare più di una misura diritta e capovolta per essere tranquilli?

spero di essere stato chiaro



Christian Bonfanti

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rubino
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 0 -  0 - Inviato: 18 Maggio 2017 alle ore 18:05

E' stato chiaro, ma sappiamo che il rilievo preciso non esiste, c'è quello meno sbagliato perchè ogni misura angolare e lineare che assumiamo è una delle infinite grandezze ottenibili, per cui la situazione uno è un'utopia: avere due misure identiche è impossibile, basti dire che nessuno può essere certo di aver collimato il segnale esattamente nello stesso punto: se succede è puro c(bip)o o qualcosa non va. E' più "umana" la seconda situazione, per questo si eseguono più misure - per gli angoli orizzontali delle poligonali di precisione almeno quattro "strati" - in modo da ottenere la sovrabbondanza dei dati necessari all'autocontrollo del rilievo. I dati dovranno essere mediati fra loro per ottere la dimensione più attendibile della grandezza ed andrebbero vagliati non considerando i numeri marcatamente oltre i limiti che ci siamo imposti, in funzione dell'attendibilità del rilievo che vogliamo ottenere. Così si sta (più) tranquilli.

Geom. Rocco Diamante

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chris75

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 0 -  0 - Inviato: 18 Maggio 2017 alle ore 22:21

Grazie per questa risposta molto chiara.

Domanda da Non addetto ai lavori. Per "strato"si intende misura con mirino diritto e capovolto?

Domanda 2 il mirino è composto a volte da un doppio filetto. Come faccio a puntare in modo preciso? Non è più preciso un mirino con film singolo? Per mirare il prisma quale è la tecnica migliore?



Grazie.



Christian Bonfanti

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rubino
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 0 -  0 - Inviato: 19 Maggio 2017 alle ore 10:02

"chris75" ha scritto:
Grazie per questa risposta molto chiara.

Domanda da Non addetto ai lavori. Per "strato"si intende misura con mirino diritto e capovolto?

Domanda 2 il mirino è composto a volte da un doppio filetto. Come faccio a puntare in modo preciso? Non è più preciso un mirino con film singolo? Per mirare il prisma quale è la tecnica migliore?



Grazie.



Christian Bonfanti



Per "strato" si intende la serie di dati composta da due letture al cerchio orizzontale (CO) eseguite la prima nella posizione "cerchio a sinistra" (CS), ossia nella condizione normale di lavoro degli strumenti topografici individuata dalla posizione del cerchio verticale (CV) a sinistra dell'asse di collimazione (CC) del cannocchiale (linea ideale che unisce il centro del reticolo con il centro dell'obiettivo) e la seconda ruotando il cannocchiale di 400g. Il CV viene a trovarsi a destra dell'operatore (CD) ossia nella posizione coniugata rispetto alla precedente permettendo, all'indice di lettura del CO, un'ulteriore misura dell'angolo orizzontale. In teoria le due misure dovrebbero differire di 200g tuttavia questa condizione è teorica perchè entrambe le letture saranno incerte sia per l'errore umano dovuto alle due collimazioni (seppur eseguite dallo stesso operatore ed allo stesso punto, che potremmo chiamare "ideale") sia per minime anomalie strumentali (ad esempio, il CO può avere (ha?) un'imperfetta graduazione) tuttavia non possiamo sostenere che una delle due è è "errata" semplicemente perchè sono diverse, senz'altro la più probabile è la media.


Per quanto al "mirino", è preferibile chiamare così il cannocchialetto o le due tacche poste sul dorso del cannocchiale, utili per la collimazione grossolana, e reticolo il dispositivo posto fra l'oculare e la lente anallattica: provi a collimare l'asse di un campanile o di un'antenna e vedrà che il doppio filo è utile. Per quanto alla migliore tecnica di collimazione al prisma va detto che gli attuali cannocchiali non la agevolano, sia perchè la qualità media delle lenti è notevolemente calata sia perchè è stato ridotto l'ingrandimento a 30X dai 32X della dotazione standard degli strumenti più datati. Sicuramente migliora se adatta bene alla vista, poi verifichi se muovendo la testa davanti all'oculare la visuale cambia: questo effetto si chiama errore di parallasse e si elimina eseguendo bene l'adattamento alla distanza ("messa a fuoco"). Inoltre, cerchi di non distogliere continuamente l'occhio dal cannocchiale durante la collimazione, lasci che la natura adegui la visione al mezzo ottico.

A presto.

P.S.: nel corso di topografia che trova qui

www.geolive.org/forum/pregeo-e-docfa/pri...

ci sono cinque lezioni dedicate agli strumenti topografici. Sicuramente la Prof.ssa Spalla avrà trattato l'argomento meglio di me.

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chris75

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 0 -  0 - Inviato: 19 Maggio 2017 alle ore 17:07

"rubino" ha scritto:

provi a collimare l'asse di un campanile o di un'antenna e vedrà che il doppio filo è utile.



questo lo capisco.

ma se invece ho un prisma il doppio filo mi "ostacola" nella collimazione coniugata, perchè il doppio filo "è in alto. Pr questo io primo collimo in orizzontale con cannocchiale leggemente alzato per usare il filo singolo (che nell'oculaer adesso vedo "in basso"). poi usando il filo singolo orizzontale che nell'oculare vedo mi sembra a destra collimo il verticale. Tuttociò ovviamente facendo fede sulle frecce nere sul pannello di metallo che è attaccato al prisma.

faccio riferimento a questa immagine:

Clicca sull'immagine per vederla intera


Mi chiedo invece quando non ho questo ausilio come devo fare? devo puntare direttamente il centro del prisma stesso? però in questo caso ho visto che la cosa può essere difficile perchè la luce o le riflessioni ambientali ostacolano un po' l'immagiende l prisma stesso.

per centro del prisma io ho sempre inteso l'incrocio delle tre "linee" che si vedono all'interno.

come al solito scusate il linguaggio poco tecnico.

Christian

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rubino
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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2017 alle ore 09:34

Quando, come nel suo caso l'asse di collimazione e la sorgente del segnale per la misura della distanza sono coassialli si deve collimare al centro del prisma perchè altrimenti l'angolo verticale non corriponderebbe alla linea di mira: tutte le stazioni totali, di default, misurano i dati nel piano verticale (distanza inclinata, dislivello e angolo verticale) dal centro dello strumento (incrocio ideale degli assi zenitale, di rotazione del cannocchiale e di collimazione) al centro del prisma, a sua volta composto da altri prismi che, uniti fra loro (l'incrocio delle tre linee che vede all'interno del prisma sono, in realtà, le giunzioni fra loro) fanno compiere al segnale un cammino ottico riportandolo sempre al suo centro. La maggior parte delle case costruttrici agevolano l'esecuzione di questa condizione dotando il prisma di linee di mira stampate su un target realizzato delle dimensioni normali per essere visibile in maniera ottimale non oltre i 750 m e forniscono accessori per aumentare le dimensioni del segnale se l'osservazione deve avvenire da una distanza maggiore.

La sua tecnica è buona, le consiglio però di non avere fretta e di mantenere l'occhio al cannocchiale perchè si adegui alla visione e la migliori naturalmente.

P.S.: Non è lei che deve scusarsi ma io: purtroppo mi hanno insegnato a parlare di queste cose con la "lingua della topografia" (come la chiamava il nostro Professore Ing. Antonio Abruzzesse, R.I.P.) e non mi accorgo degli anni che sono passati, diventando saccente ed antipatico. A presto.

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chris75

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Milano

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2017 alle ore 10:49

"rubino" ha scritto:
La sua tecnica è buona, le consiglio però di non avere fretta e di mantenere l'occhio al cannocchiale perchè si adegui alla visione e la migliori naturalmente..


Bene, grazie. Ma ci sarebbero altre tecniche?
"rubino" ha scritto:
P.S.: Non è lei che deve scusarsi ma io: purtroppo mi hanno insegnato a parlare di queste cose con la "lingua della topografia" (come la chiamava il nostro Professore Ing. Antonio Abruzzesse, R.I.P.) e non mi accorgo degli anni che sono passati, diventando saccente ed antipatico. A presto.


Nè saccente nè antipatico. Anzi utilissimo perchè gli anni prossimi ci aspettano sfide sempre più grandi e quindi devo migliorare sempre di più.

Nel sito di Villa Adriana torneremo nei prossimi anni per completare il rilievo. Questa per me sarà una novità, perchè dovremi ripartire dai punti materializzati quest'anno e aggiungerne di nuovi. Quindi ogni consiglio su tecniche e quant'altro è assolutamente necesaario, per garantire un rilievo che funzioni negli anni.

SUl linguaggio "informale" mi sono solo fatto scrupolo del fatto che ho come lettori professionisti bravissimi e volevo semplicemente non far finta di nulla del fatto che non sono un vero e proprio "addetto ai lavori".

Grazie ancora

Christian Bonfanti

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cappe_46
cappe.46

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32032 FELTRE (BL)

 0 -  0 - Inviato: 21 Dicembre 2017 alle ore 15:50

...torno casualmente dopo anni (di pensione) con nostalgia.

Ho letto attentamente quanto detto fino all'ultima risposta di rubino che saluto cordialmente.

Secondo me chris75 sta dimenticando o non si é ancora domandato che cosa significano gli scarti angolari di cui parla tanto appassionatamente e, immaginando che le sue "battute" siano dell'ordine di un centinaio di metri, l'avverto che: un primo centesimale (0,01 gon) a 100 metri equivale ad uno scarto laterale o verticale di 1, 6 cm che, per un rilevamento di tipo archeologico, non mi sembrano poi cosí tanti.

Le cose cambierebbero di molto se le distanze fossero di 1000 metri in quanto, in questo caso, l'errore di un primo sarebbe di 16 cm. Inoltre, anche se lo strumento fosse perfettamente calibrato, sulla collimazione verticale, cominciando a subentrare la sfericitá terrestre, non riuscirebbe mai ad ottenere la reciprocitá degli angoli verticali, o meglio, la loro somma +/- uguale a 400.

Per ultimo resta da dire che la rifrazione atmosferica, che influenza soprattutto le collimazioni verticali, varia in continuazione e repentinamente nel tempo per cui é buona norma che le due collimazioni CD e CS siano in successione temporale dell'ordine di qualche decina di secondi.

Buon lavoro

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rubino
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04 Febbraio 2005

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Italia Meridionale

 0 -  0 - Inviato: 22 Dicembre 2017 alle ore 16:49

"cappe_46" ha scritto:
...torno casualmente dopo anni (di pensione) con nostalgia.

Ho letto attentamente quanto detto fino all'ultima risposta di rubino che saluto cordialmente.

Secondo me chris75 sta dimenticando o non si é ancora domandato che cosa significano gli scarti angolari di cui parla tanto appassionatamente e, immaginando che le sue "battute" siano dell'ordine di un centinaio di metri, l'avverto che: un primo centesimale (0,01 gon) a 100 metri equivale ad uno scarto laterale o verticale di 1, 6 cm che, per un rilevamento di tipo archeologico, non mi sembrano poi cosí tanti.

Le cose cambierebbero di molto se le distanze fossero di 1000 metri in quanto, in questo caso, l'errore di un primo sarebbe di 16 cm. Inoltre, anche se lo strumento fosse perfettamente calibrato, sulla collimazione verticale, cominciando a subentrare la sfericitá terrestre, non riuscirebbe mai ad ottenere la reciprocitá degli angoli verticali, o meglio, la loro somma +/- uguale a 400.

Per ultimo resta da dire che la rifrazione atmosferica, che influenza soprattutto le collimazioni verticali, varia in continuazione e repentinamente nel tempo per cui é buona norma che le due collimazioni CD e CS siano in successione temporale dell'ordine di qualche decina di secondi.

Buon lavoro



Buonasera cappe 46 e ben tornato. Grazie per le utili considerazioni. Ricambio i saluti con altrettanta cordialità, a presto e Auguri.

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