Carissimi,
in tema di formazione voi direte che la mia opinione è di parte, e avreste ragione. Tuttavia penso che proprio per essere uno che si occupa di formazione ormai da molti anni, la mia opinione possa avere una certa rilevanza (ma starà a voi giudicare).
Dai vostri post qui sopra ho la netta impressione che si commetta il classico errore di fare di tutta l’erba un fascio dando dei meri
pregiudizi anziché dei
giudizi effettivi basati su una conoscenza di
tutta la formazione disponibile oggi per i geometri italiani.
"robertopi" ha scritto:
La formazione obbligatoria non serve …
L’esempio che mi piace fare quando sento questa affermazione è quello delle cinture di sicurezza quando si va in auto. Chi è “diversamente giovane”, come me, si ricorderà di quando non era obbligatorio metterle (eppure c’erano già): non le metteva nessuno. Poi sono diventate obbligatorie per legge, pena contravvenzione, e tutti hanno dovuto allacciarle. Domanda: se oggi venisse abolito l’obbligo, cosa succederebbe? Succederebbe che tutti noi continueremo ad allacciarle perché nel frattempo abbiamo “imparato” che sono una misura di sicurezza essenziale. E lo abbiamo imparato proprio grazie all’obbligo, altrimenti avremmo continuato allegramente a fregarcene.
"robertopi" ha scritto:
La nostra professione (come altre) la impari col tempo, la formazione sta sul campo.
Anche questo è vero solo in parte. Faccio un esempio legato alla mia attività in materia di riconfinazioni: ho trovato geometri con 40 anni di attività (che dunque si ritengono molto esperti) che ricavano il confine dalla mappa wegis appoggiandosi a fabbricati di nuova costruzione. A questi colleghi il “tempo” non è servito a nulla, se non a causare danni.
"Pippocad" ha scritto:
Devi sperare di aver fatto il praticantato da un tecnico decente. Altrimenti ti porti dietro prassi, lacune e convinzioni sbagliate.
Concordo pienamente. Vale quanto detto sopra: non sempre l’esperienza professionale vissuta porta alla correttezza delle prestazioni, a volte porta a sbagliare per l’intera carriera. La formazione ha lo scopo di sanare queste situazioni.
"Pippocad" ha scritto:
Per me la formazione è importante. Ma non quella che ci profilano per adempiere agli obblighi formativi. Tipo le orride 40 ore quinquennali sulla sicurezza sempre identiche.
Qui torniamo al concetto di fare di tutta l’erba un fascio per semplificare il tutto con un
pregiudizio erga omnes. C’è formazione scadente e formazione di qualità, sta al singolo professionista discernere tra le due. I crediti li danno tutti, poi c’è chi oltre ai crediti dà anche formazione di qualità e chi invece dà formazione farlocca.
Anche le
orride 40 ore quinquennali sulla sicurezza non sono
sempre identiche, c’è chi rinnova i contenuti adeguandoli di volta in volta ai dati e agli studi emersi nel tempo. Non voglio auto-incensarmi (anche se voi non mancherete di accusarmi di farlo), ma vi invito a vedere le recensioni (certificate Trustpilot) del nostro nuovo corso 2023 sulle 40 ore sulla sicurezza (
lo trovate qui ).
"Pippocad" ha scritto:
Io ho risolto così. Adempio all’obbligo della formazione tramite qualche piattaforma online che costa poco. Tanto la qualità è bassa su tutte.
Altra generalizzazione che dimostra soltanto l’incapacità di discernimento. Non è niente vero che la qualità è bassa dappertutto.
"Pippocad" ha scritto:
Ma durante l’anno faccio uno-due-tre corsi seri a pagamento, che scelgo io, ove sono sicuro che la materia trattata mi è utile, con orecchie aperte e notes per gli appunti. In presenza ovviamente.
Questa invece è una scelta oculata.
Ma sul fatto di scegliere corsi in presenza io ho invece cambiato idea (dopo averne tenuti oltre 200 in tutta Italia). Mi sono infatti reso conto che la resa didattica è molto, ma molto, superiore con l’e-learning. È vero, vedersi in faccia e andare a bere il caffè insieme rimane un aspetto importante. Ma a scapito di cosa?
Gli ultimi corsi in aula che abbiamo tenuto io, Carlo Cinelli e Leonardo Gualandi sulle riconfinazioni duravano l’intera giornata (8 ore), questo perché ovviamente non era pensabile suddividere la sessione in più date (essendo in trasferta). Bene, al pomeriggio vedevi colleghi che non riuscivano più a seguire nulla, tanta era la stanchezza mentale accumulata con la conseguente scarsa o nulla concentrazione. Online questo problema non c’è, puoi suddividere i contenuti in sessioni da 2 ore a cadenza settimanale, dando così il tempo e la calma per assimilarle. E proprio per questa possibilità puoi anche tenere corsi da molte ore quando queste siano necessarie a sviscerare adeguatamente i contenuti. Poi c’è il grosso vantaggio della registrazione. Per dire, se in aula perdi un passaggio, quello non lo recuperi più. Con la registrazione invece puoi riascoltare la lezione quante volte vuoi. Lo stesso dicasi se devi ripassarla a distanza di tempo per rinfrescarti la memoria.
Sparare a zero contro la formazione è facile, cercare di renderla utile, sia per chi la eroga che per chi ne fruisce, è un po’ più difficile. Probabilmente è per questo che molti preferiscono la prima opzione.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
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