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Argomento: Confini in frana

Autore Risposta

rubino
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04 Febbraio 2005

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3875

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Italia Meridionale

 0 -  0 - Inviato: 01 Settembre 2015 alle ore 09:12

Buongiorno. In un contesto come quello descritto, secondo me, la soluzione non è il riconfinamento sia perchè potrebbe essere un'opera infinita sia per il rischio di ingenerare un contenzioso fra i proprietari, per questo nei miei interventi precedenti ragionavo sull'opportunità di non complicare la vita a nessuno superando lo schema: la mappa catastale è la verità ed a questa dobbiamo ricondurre tutto: la frana si fermerebbe o tornerebbe indietro se gli opponiamo il foglio d'impianto? No, quindi non attiverei nessuna procedura del tipo: prendo i dati da questa mappa e li riporto sul terreno, di certo potrò dire che tu X avanzi terreno da Y ma lo devi rendere a W, tu Z entri in V ma esci da M: non ci sarebbe neanche il tempo di chiudere gli strumenti che inizierebbero le botte e poi, quando ci fermiamo? Invece cercherei una soluzione che tenga conto dello stato di fatto nell'ambito delle norme sulla conservazione catastale per esempio agendo con la ricomposizione fondiaria, come descrivevo nel primo post oppure redigendo dei tipi particellari che avrebbero il compito di sostituire la mappa catastale superata dalla natura (e di cui, a questo punto, non mi dovrebbe interessare più nulla) con un rilievo aggiornato dello stato di fatto che sarebbe riscontrabile in atti catastali e ripetibile perchè in formato numerico. Se vogliamo, possiamo continuare a ragionare sulla vicenda in termini di riconfinamento ma come un "caso di studio", purtroppo poco applicabile nella realtà descritta.

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rubino
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(GURU)

Iscritto il:
04 Febbraio 2005

Messaggi:
3875

Località
Italia Meridionale

 0 -  0 - Inviato: 01 Settembre 2015 alle ore 09:12

cancellato per errore di duplicazione.

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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
(GURU)

Iscritto il:
07 Novembre 2006

Messaggi:
4081

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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 01 Settembre 2015 alle ore 11:14

La cosa simpatica di questa discussione è che ognuno avanza delle proposte sul come si potrebbe fare.

Tutte molto interessanti.

Però il problema è: cosa può accadere realmente in questi casi?

C'è una giurisprudenza in materia?

Saluti a tutti.

Carlo

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samsung

Iscritto il:
29 Ottobre 2005

Messaggi:
2623

Località

 0 -  0 - Inviato: 01 Settembre 2015 alle ore 11:51

Temo che il quesito sia di difficile soluzione, soprattutto perchè il suo studio richiede tanto tempo che è giustificabile solo in presenza di un effettivo incarico. Le probabilità che un caso analogo abbia già trovato una soluzione giuridica sono molto basse, che lo abbia affrontato un frequentatore del forum ancor di più.

Finchè la frana è in movimento non si può neppure intervenire perchè ciò avrebbe solo un valore temporaneo. I casi sono così tanti che andrebbero isolati uno per uno.

Il solo caso di compravendita di un terreno apre scenari vasti. Ho avuto fortuna a Frazionare in zona stabile. Certo, ciò che conta sono le misure ed oggi possiamo rilevare il contesto locale ed inserirlo nella RDN operando per il meglio e lasciando ai posteri la soluzione giuridica, ma rimane il problema di cosa sto frazionando, sono sicuro di quale terreno sto frazionando ?

Penso che prima dell'impianto catastale ma anche fino agli anni '70 e '80 e magari anche '90 si siano sempre affidati al locale, ma oggi con che coraggio non teniamo conto dei riferimenti assoluti ?

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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
(GURU)

Iscritto il:
30 Agosto 2003

Messaggi:
998

Località
Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 01 Settembre 2015 alle ore 14:51

A dire il vero, Carlo, più che proporre come si potrebbe fare avevo cercato di indicare riferimenti giuridici onnicomprensivi. Non giurisprudenza, però, ma eventualmente dottrina; anche perché la giurisprudenza mi pare più adatta a casi specifici, mentre qui stiamo disquisendo in generale.
E nonostante il tentativo di Samsung di circoscrivere, credo che sia opportuno attenersi proprio agli aspetti generali; infatti solo questi possono aver valore comunque. Un po' come dire che senza un caso specifico può aver senso scrivere un Codice, ma non una sentenza...

Per questo: mi è parsa importante l'indicazione di Rocco; credo plausibile assimilare il caso delle frane agli eventi provocati dall'acqua, e trovo utile schematizzare quello proposto da Samsung in modo da ampliarne l'analisi piuttosto che disperderla in mille “casi”.

Lo schema penso che si possa riassumere dapprima in due classi: eventi naturali e artificiali. I primi mi sembrano passibili di trattazione secondo avulsione, accessione, unione e commistione come avevo indicato, mentre i secondi sono più delicati, sia per l'eventuale possibilità di ottenere risarcimenti di danni, sia per la gestione delle conseguenze in caso di considerevoli estensioni: si pensi ad esempio alla frana di Ripoli, nota alle cronache, all'eventualità che il “responsabile” non ne possa fronteggiare l'onere e all'indipendenza dei proprietari interessati dagli effetti subiti. Questi eventi potrebbero ricevere comunque trattamenti analoghi a quelli naturali.

La seconda schematizzazione la farei sui singoli lotti: quelli ai bordi potranno trovarsi in condizione di estendersi o ridursi, mentre in zone intermedie potrebbero rimanere invariati per quanto spostati. Naturalmente sono possibili composizioni di quei tre effetti, per cui dall'impostazione generica di quegli articoli di codice, si passa quasi inevitabilmente alla soluzione indicata da Rocco.

Infine mi pare importante osservare la difficoltà di qualificare gli spostamenti da considerare significativi. È ben nota agli utenti di reti di stazioni permanenti (non “fisse”, infatti) la necessità di adeguare periodicamente le coordinate di ognuna a causa di variazioni di alcuni centimetri, ma non per questo si pensa di ricostruire tutti i confini! Se non vogliamo impantanarci in fantasiose ipotesi sull'entità delle differenze da “correggere” (fino a cinque centimetri è fisso, dal sesto si procede a rogito!) penso che dobbiamo tornare a porre l'accento sulla congruità locale: non ha importanza la posizione della linea rispetto al Sistema Nazionale (e oltre?) ma il confine deve rimanere conforme ai riferimenti più prossimi; al di là dei quali può succedere qualsiasi cosa senza coinvolgerlo.

Il riferimento a punti “fissi”, esterni all'area invariata, potrà quindi avere rilevanza solo per aggiustamenti a periodicità molto, molto lunga; preferibilmente a “zolle ferme”. Con interventi come illustrato da Rocco, probabilmente. In questo modo si circoscrive il problema alle sole zone di frontiera di movimenti reciproci significativi, senza implicare incertezze praticamente ubiquitarie.

Leonardo

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