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Argomento: Tracciamento Strada
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EFFEGI
f.g.
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Irpinia
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"Pippocad" ha scritto:
Ad esempio, il sistema UTM rispetto alle coordinate locali rettilinee presenta un fattore di scala (contrazione) pari a 0.9996. Su una distanza di 4 km, questo comporta una differenza di circa 1,5 metri. Pertanto, oltre alla rototraslazione, è sempre presente anche un fattore di scala. Solo per chiarire meglio: l fattore di scala in fase di trasformazione tra sistemi non è un valore fisso ma variabile da 0.9996 a 1.0004 a seconda dell'ubicazione del rilievo rispetto al meridiano centrale del fuso di appartenenza. Saluti
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Pippocad
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Si certo. Era un esempio il mio: Ho preso un valore estremo per far capire di non mescolare mele e pere, come purtoppo stanno facendo alcuni utenti della discussione.
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steva715
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06 Maggio 2009
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"Pippocad" ha scritto: Si certo. Era un esempio il mio: Ho preso un valore estremo per far capire di non mescolare mele e pere, come purtoppo stanno facendo alcuni utenti della discussione. Concordo pienamente anche se la questione citata in precedenza è stata: " Dopo aver effettuato il rilievo per "battere" i caposaldi presenti nel progetto, dovrò effettuare una rototraslazione del progetto nel mio sistema, utilizzando come dicevamo prima, i caposaldi come punti omologhi tra i due sistemi. Ma in questi casi, ovvero di tracciamento di una strada, o comunque di un'opera, che tipo di rototraslazione utilizzare? come ti comporti tu ? pensavo che la cosa giusta fosse quella di utilizzare la rototraslazione rigida, in modo da non modificare la scala o distorcere le sagome." Senza modifiche di scala o distorsioni fra progetto e rilievo
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picchetto_miniato
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Per la redazione del piano particellare grafico come operereste ? Io pensavo, correggetemi se sbaglio, di procedere nel seguente modo: rilievo dell'opera già tracciata in precedenza con contestuale misurazione dei pp.ff. e dei pv/pd per un miglior inquadramento dell'oggetto dell'aggiornamento sul tessuto cartografico preesistente. Effettuato tale rilievo, come procedereste per arrivare al documento finale, ovvero la cartografia catastale dell'area con l'opera riportata sopra nella giusta posizione ? bisognerebbe effettuare un'unica elaborazione con pregeo sull'intera area di interesse, con tutti i pp.ff. interessati e tutta la sagoma stradale ? Oppure sarebbe possibile rilevare i caposaldi (a cui è vincolata in qualche modo l'opera stradale) e contestualmente i pp.ff. di zona, in modo da poter effettuare una elaborazione finalizzata ad ottenere le coordinate dei caposaldi nel sistema catastale e, a questo punto, basterà rototraslare l'intero progetto stradale (vincolato ai caposaldi) direttamente sulla cartografia catastale, utilizzando come punti omologhi (tra sistema progetto e sistema catasto) i caposaldi ? la sovrapposizione della strada sul catastale sarebbe "idonea" per un particellare ?
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Pippocad
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26 Febbraio 2011
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Südtirol
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Io lavoro in un una zona in cui vige un catasto particolare (ex austriaco), che prevede qualche procedura diversa rispetto al resto d'Italia. Un unico inserimento in mappa dell’intero tracciato comporta errori rilevanti, poiché le mappe non sono precise e sballano sulle lunghe distanze. Io ho sempre fatto inserimenti parziali, suddividendo il tracciato in zone piccole per l'inserimento mappa. Sono frazionamenti particolari. Qui da me contatto prima un tecnico Catastale e concordiamo come procedere. Non si possono infatti frazionare particelle che, magari, non sono oggetto di esproprio solo perché graficamente la dividente rossa risulterebbe lì. Ogni particella che tocchi è potenzialmente un ricorso futuro del proprietario. Magari qualcun altro con esperienza nel catasto nazionale potrà darti indicazioni più pertinenti.
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EFFEGI
f.g.
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Irpinia
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"Pippocad" ha scritto: Io lavoro in un una zona in cui vige un catasto particolare (ex austriaco), che prevede qualche procedura diversa rispetto al resto d'Italia. Un unico inserimento in mappa dell’intero tracciato comporta errori rilevanti, poiché le mappe non sono precise e sballano sulle lunghe distanze. Io ho sempre fatto inserimenti parziali, suddividendo il tracciato in zone piccole per l'inserimento mappa. Sono frazionamenti particolari. Qui da me contatto prima un tecnico Catastale e concordiamo come procedere. Non si possono infatti frazionare particelle che, magari, non sono oggetto di esproprio solo perché graficamente la dividente rossa risulterebbe lì. Ogni particella che tocchi è potenzialmente un ricorso futuro del proprietario. Magari qualcun altro con esperienza nel catasto nazionale potrà darti indicazioni più pertinenti. Sono d'accordo con te.
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rubino
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(GURU)
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Buongiorno. La discussione andrebbe distinta fra la fase di progetto e quella di realizzazione; i piani particellari sono parte integrante del progetto approvato, in base ai quali si svolge la procedura espropriativa. In fase di realizzazione vanno aggiornati, verificando sia che le particelle interessate sono ancora quelle e non abbiano subito variazioni per frazionamenti o mappali sia se vi sono stati mutamenti di intestazione. Questa fase è tanto più importante quanto più è "vecchio" il progetto, la possibilità di accesso ai dati catastali solo dieci anni la lontanissima da quella odierna. Il testo unico sulle espropriazioni prevede che l' individuazione catastale delle aree da apprendere avvenga prima di realizzare la strada e non c'è un altro sistema se non il frazionamento, da eseguirsi secondo le regole catastali il che significa, ad esempio, agire per fogli di mappa, individuare in loco gli estremi delle dividenti coincidenti con la zona di occupazione - ovviamente di progetto - ecc. ecc. ll legislatore, volendo tutelare l' espropriando dall' inizio della procedura espropriativa, probabilmente pensava che i progetti stradali sono perfetti e "precisi" come quelli edili, purtroppo non è così perché non sempre si sono utilizzati rilievi topografici diretti ma spesso cartografie a grande scala ingrandite e altri obrobbi simili, da cui nascono planimetrie, profili, sezioni trasversali inattendibili nell' andamento del terreno, da ciò può nascere il problema che la superficie da occupare sia diversa da quella effettiva, ed un problema risolvibile, ma se si entra in una particella non prevista nei piani particellari, e quindi da non espropriare, né nasce uno più grande. Questo per dire che l' approccio scientifico cartografico è senz'altro giusto ma che spesso, in questi lavori, può essere necessario affrontare ben altri problemi ed occorre stare bene saldi alla realtà dei luoghi. Scusate la revisione del testo ma era scritto malissimo. Buona domenica.
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Pippocad
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"rubino" ha scritto: Questo per dire che l' approccio scientifico cartografico è senz'altro giusto ma che spesso, in questi lavori, può essere necessario affrontare ben altri problemi ed occorre stare bene saldi alla realtà dei luoghi. Concordo.
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