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Argomento: Punti di dettaglio PRK
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geocinel
Carlo Cinelli
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"Alberto" ha scritto: Scusate ma non sono d'accordo. Un punto, perchè possa essere utilizzato per un riconfinamento secondo me deve avere una collocazione certa ed univoca nel tempo, deve essere inoltre di chiara identificazione; Tutte queste condizioni secondo me le puoi avere a distanza di tempo solo se questo è riportato in mappa; poco importa se è un punto di impianto o deriva da un recente atto di aggiornamento, perchè noi lo rileviamo lì dove è. Quindi non inventiamoci cose nuove, ma usiamo bene ciò che già abbiamo : i PV devono essere chiaramente identificati ed identificabili nel tempo e devono essere rilevati, più ne rileviamo meglio è. Io personalmente nell'eseguire un Frazionamento rilevo sempre almeno 4 o 5 punti nelle immediate vicinanze e li descrivo e li riporto tutti nel libretto pregeo come PV. Capisco che nella testa di alcuni le cose nuove sconvolgono ma scusa non capisco il tuo problema. Se ho nelle vicinanze del mio oggetto da confinare due fabbricati riportati in aggiornamento e niente di Impianto cosa faccio? La mia proposta mi sembrava di assoluto buon senso dicendo che quando non c'è la possibilità di istituire PV si può benissimo battere i punti di aggiornamento o punti non ancora presenti in mappa ma stabili e chiamarli PRK. Cosicché chi verrà dopo potrà eseguire una riconfinazione di massima già battendo questi punti facilmente identificabili nel libretto delle misure. E' del tutto evidente che poi la riconfinazione va eseguita nell'intero comprendendo anche i PF e quant'altro. Comunque era una proposta, ma vedo con sommo dispiacere che il nuovo sconvolge, figuriamoci se si potrà mai parlare di nuovo Impianto. Saluti e amicizia
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geocinel
Carlo Cinelli
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Un'altra cosa che volevo aggiungere alla risposta precedente è che l'ADT non ha previsto un bel nulla per il nostro uso e consumo ma solo e soltanto per il loro. I PV e PD sono nati per l'inserimento in mappa e non per esigenze di riconfinazione o ritracciamento. Risaluti
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Alberto
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"geocinel" ha scritto: Un'altra cosa che volevo aggiungere alla risposta precedente è che l'ADT non ha previsto un bel nulla per il nostro uso e consumo ma solo e soltanto per il loro. I PV e PD sono nati per l'inserimento in mappa e non per esigenze di riconfinazione o ritracciamento. Risaluti Dalla circ. 2/92, già citata da amal : E' stata piu' volte segnalata la necessita' di estendere il rilievo ad alcuni particolari topocartografici, anche puntuali, prossimi alle particelle interessate dall'aggiornamento. Quanto sopra risulta di supporto all'attivita' di verifica del tecnico redattore, inoltre favorisce l'attivita' dell'Ufficio per l'inquadramento del nuovo rilievo nel contesto cartografico esistente e, da ultimo ma non per importanza, facilita un eventuale ripristino della nuova geometria di aggiornamento definita con quell'atto. Per il resto rispondo al post successivo. Cordialmente
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Alberto
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"geocinel" ha scritto:
Capisco che nella testa di alcuni le cose nuove sconvolgono ma scusa non capisco il tuo problema. Se ho nelle vicinanze del mio oggetto da confinare due fabbricati riportati in aggiornamento e niente di Impianto cosa faccio? Premesso che le cose nuove mi incuriosiscono e mi stimolano professionalmente, continuo a non essere d'accordo: non occorre inventare una cosa nuova quando c'è già qualcosa, stabilito da una norma scritta, che ha lo stesso fine. Qualsiasi cosa sia stabilmente in loco e ben definita in mappa io la posso usare come PV, e di conseguenza come punto di appoggio per verifiche e riconfinamenti ( come dal circ. 2/92). Non ricordo una norma che mi dica che il PV deve per forza essere d'impianto ( sono talmente tante che posso anche non ricordarla al momento ) e nemmeno che i PV devono essere al massimo due. "geocinel" ha scritto:
La mia proposta mi sembrava di assoluto buon senso dicendo che quando non c'è la possibilità di istituire PV si può benissimo battere i punti di aggiornamento o punti non ancora presenti in mappa ma stabili e chiamarli PRK. Se il punto non è in mappa, non potrai avere la certezza che tra 10 anni il manufatto sia ancora lo stesso o che non sia stato alterato, quindi non ha senso rilevarlo solo perchè vicino, in quanto nel caso venisse manomesso e poi utilizzato per la confinazione porterebbe ad un risultato completamente errato. Dato che di PV te ne servono almeno 2, e dato che stiamo parlando di rilievo con GPS (almeno la discussione è nata da qui e io la continuo intesa per questa tipologia di rilievo), non hai difficoltà a rilevare almeno altri due punti oltre ai PV, il più vicino possibile al tuo oggetto del rilievo ( può essere anche a 100 o 200 mt mt.); se poi per andare a riprenderli con la stazione totale qualcuno si dovrà fare una stazione in più, la certezza della inamovibilità del punto e quindi del risultato ripagherà del maggior lavoro, senza pregiudicare le precisione finale. "geocinel" ha scritto:
Comunque era una proposta, ma vedo con sommo dispiacere che il nuovo sconvolge, figuriamoci se si potrà mai parlare di nuovo Impianto. Saluti e amicizia Di novità ne abbiamo affrontate tante e ancora tante ne dovremo superare, usiamo al meglio quello che già abbiamo, se poi qualcosa manca ce la inventeremo. La cosa sicuramente positiva è proporre, discutere e risolvere, le capiacità non mancano; poi naturalmente qualcuno sarà d'accordo e qualcuno no. Ciao.
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geocinel
Carlo Cinelli
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Per Alberto: Vorrei impostare due tipi di discussione e separarli. La prima riguarda l'utilità di un modus operandi. Ho proposto questa procedura per un semplice motivo. La possibilità per chi va a riconfinare di fare una procedura speditiva. Cosa vuol dire speditiva? Vuol dire fare un controllo di massima in non più di mezz'ora. Non è una riconfinazione vera e propria. Ho minimo tre punti identificati con un dato codice che mi materializzano tre punti topometricamente stabili e visibili da una sola stazione. Li batto, faccio il calcolo di controllo, gli scarti sono OK, ricalcolo le coordinate della nuova stazione, calcolo le polari del confine, traccio il confine. Una Stazione, mezz'ora di tempo. E' del tutto evidente che se devo eseguire una riconfinazione per il Tribunale o per pinco pallino prima di dargli un risultato lo voglio verificare sui PF. Ma se devo fare tre stazioni per andare a cercare il PV che differenza ho con farne 5 ed andare a prendere i PF? Non mi si venga a dire che siccome sono più vicini al confine c'è una maggior attendibilità perché mi si mettono a ridere anche le scarpe. Tutti sappiamo ribattendo i PF battuti da altri e da noi stessi che gli errori sulle misurate sono nell'ordine di 3/5 cm. Cosa mi portano sull'oggeto del rilievo. Al massimo 2,5 cm.!!!!! Allora entro nella seconda parte della discussione e dico qual'è lo scopo dell'istituzione dei PV? Non crediamo a tutto ciò che ci passa e ci dice il convento. Sennò vuol dire che siamo dei polli. Qual'è lo scopo di creare dei punti isolati? Perché, ricordiamoci bene, tutto ciò che va in linea 7 contribuisce a creare quel layer che dovrebbe servire un domani a creare la nuova mappa. Forse quando fecero il primo impianto rilevarono dei punti isolati che oggi vedi in mappa?? Non mi risulta. Anche i termini individuavano dei triplici di confine. Allora dov'è lo scopo di tutto questo. Leggiamo fra le righe. Io ho letto e lo sai che cosa? Ho letto che l'ADT ci ha preso tutti per il culo e ci fa fare quello che ci dice lei senza avere un progetto finale. Ho letto che non hanno più intenzione di fare la ricomposizione cartografica ma di adattare una realtà esatta (i nostri rilievi) ad una mappa sbagliata. E lo sai qual'è la cosa che mi dispiace di più? Non è avere davanti l'Ing. Ferrante che mi dice che l'estratto di mappa rilasciato dall'ufficio è un prodotto di assoluta eccellenza. Non è neanche quando non ammette che hanno fallito e che chi fallisce dovrebbe andarsene a casa. Ma è avere al fianco gente che pensa che stiamo andando nella direzione giusta e che il lavoro che stiamo facendo è degno di nota. Saluti
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Alberto
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In sostanza i nostri ragionamenti sono simili, le modalità operative idem, la differenza è che io per fare una cosa uso dei punti che chiamo PV e che hanno determinate caratteristiche, tu altri punti che chiami a modo tuo e che hanno altre caratteristiche. Sono convinto che a distanza di anni utilizzare punti che hanno anche una identificazione in mappa, visto l'impossibilità di allegare a Pregeo un elaborato grafico decentemente chiaro e leggibile, sia la cosa migliore. Utilizzare punti che non sono rappresentati graficamente da nessuna parte, può dopo anni rivelarsi inutile. Questo per me. Non è detto che questa mia opinione debba essere per forza condivisa anche da altri. Per il resto, dipendesse da noi, le cose sicuramente verrebbero fatte in modo diverso e sicuramente meglio. Ciao.
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geocinel
Carlo Cinelli
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"Alberto" ha scritto: Sono convinto che a distanza di anni utilizzare punti che hanno anche una identificazione in mappa, visto l'impossibilità di allegare a Pregeo un elaborato grafico decentemente chiaro e leggibile, sia la cosa migliore. Utilizzare punti che non sono rappresentati graficamente da nessuna parte, può dopo anni rivelarsi inutile. Alberto, ma se siamo andati a mettere i PF su pali telecom e enel, su spigoli di muri di cinta lato cancello! Che forse sono rappresentati in mappa? La cosa curiosa è che possono essere PF ma non PV perché dalla circolare i PV devono essere punti di mappa individuanti triplici, sf ed ogni altro vertice significativo di spezzata e neanche PD che sono sempre punti di mappa non costituenti vertice. Ma allora di cosa stiamo parlando? Che forse un punto di mappa è più stabilmente materializzato perché è in mappa? O ci si sente più sicuri a chiamarlo PV ed a riempire una linea 7? Saluti P.S. Sono convinto anch'io che le discussioni, anche tra opinioni diverse, comunque portino a sintesi positive.
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geobax
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Concordo pienamente con geocinel e trovo la sua idea molto utile ed interessante...oltremodo, proprio perchè finalizzata ad una riconfinazione, anche se di massima, è per sua natura affetta da minor errore nell'inquadramento della stazione libera se i punti di coordinate note (derivate dal libretto di frazionamento) sono chodi in acciaio (stazionabili con treppiede e usufruibili per un centramento forzato) piuttosto che spigoli di fabbricato, ancorchè presenti in mappa (questi ti servono bellamente per l'inquadramento "ai fini catastali" come dice circ. 2/92). ciao a tutti PS (x geocinel): raramente mi accade di essere preveggente come nel caso del messaggio privato che ti ho inviato, prima di leggere questa discussione)
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Alberto
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"geocinel" ha scritto:
Alberto, ma se siamo andati a mettere i PF su pali telecom e enel, su spigoli di muri di cinta lato cancello! Che forse sono rappresentati in mappa? Mai trovato nulla di simile; dalle mie parti e nelle altre province ove ho operato ho sempre trovato PF chiaramente identificati in mappa. Evidentemente l'Italia è lunga. Ciao.
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enrico_p
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Alberto
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Brescia
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"enrico_p" ha scritto:
Poi nella circolare 5/89 mi ci fosse scritto: Qualora i particolari topocartografici esistenti sul terreno non consentano l' individuazione di una maglia di appoggio con lati di 250-300 m é possibile operare come segue: Buona serata enrico Mi pare che la circolare non dica che è una cosa che si può fare sistematicamente, ma solo nel caso sopra citato. Inoltre dice In questo caso e'nobbligatorio collegare i punti scelti agli eventuali punti fiduciali presenti facendo ricorso a misure sovrabbondanti ed a iperdeterminazioni. Tante'è che nelle premesse riporta: In merito alla utilizzazione dei punti fiduciali si dispone quanto segue. Qualora i particolari topocartografici rappresentativi dei punti fiduciali non risultino esistenti o la loro rappresentazione in mappa non sia coerente con lo stato di fatto, il tecnico professionista puo' proporre la loro sostituzione, concordando con l'Ufficio Tecnico Erariale idonei particolari da utilizzare. Comunque ogniuno è libero di operare come meglio crede dato che è responsabile personalmente del proprio operato.
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geocinel
Carlo Cinelli
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"Alberto" ha scritto: "geocinel" ha scritto:
Alberto, ma se siamo andati a mettere i PF su pali telecom e enel, su spigoli di muri di cinta lato cancello! Che forse sono rappresentati in mappa? Mai trovato nulla di simile; dalle mie parti e nelle altre province ove ho operato ho sempre trovato PF chiaramente identificati in mappa. Evidentemente l'Italia è lunga. Ciao. Possibile che nel bresciano avete costruito i fabbricati o altri manufatti rappresentati in mappa a circa 300 metri l'uno dall'altro su tutto il territorio provinciale? Possibile che non ci siano come in Toscana interi fogli di mappa dove non c'è nessun fabbricato e nessun particolare topografico materializzato? E se ci sono questi fogli dove l'avete materializzati i PF? Avete per caso murato dei colonnini su triplici di confine? Anche in alta montagna? Saluti
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enrico_p
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geocape
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Io ritengo che la proposta di geocinel sia non solo sia ottima ma necessaria. Spesso veniamo chiamati a effettuare "riconfinazioni" (nel senso che non sono vere riconfinazioni ma più volte accertamenti unilaterali del confine esistente) che portano via tempo prezioso e che però, a fini legislativi, non sono di fatto idonee. Poi magari tra l'altro si scopre che il confine va bene. Questi punti pertanto, che si chiamino prk o pv o pd, poichè hanno tutti la particolarità di essere determinati stabilmente sul suolo possono servirci per effettuare un rilievo celerimetrico "speditivo" per avere eventuale cognizione di una difformità esistente. E vi posso assicurare che sarebbe estremamente utile. Ritengo però che con l'attuale grafica predisposta da Pregeo 9, e mi scuseranno geocinel e alberto se penso questo, non basti scrivere una sigla sul punto per capire cosa è e dove effettivamente è collocato. Al massimo potremmo ovviare a questo inconveniente aggiungendo una riga 6 di descrizione successivamente alla riga 3 identificativa del punto in questione. Vi dico di più..nel prossimo frazionamento che redigerò effettuerò una prova con la procedurà indicata e se me lo accettano ve lo farò sapere ed eventualmente ve ne manderò una copia per sapere la vostra opinione. Saluti a tutti e buona domenica..
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geocinel
Carlo Cinelli
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"geocape" ha scritto: Io ritengo che la proposta di geocinel sia non solo sia ottima ma necessaria. Spesso veniamo chiamati a effettuare "riconfinazioni" (nel senso che non sono vere riconfinazioni ma più volte accertamenti unilaterali del confine esistente) che portano via tempo prezioso e che però, a fini legislativi, non sono di fatto idonee. Poi magari tra l'altro si scopre che il confine va bene. Questi punti pertanto, che si chiamino prk o pv o pd, poichè hanno tutti la particolarità di essere determinati stabilmente sul suolo possono servirci per effettuare un rilievo celerimetrico "speditivo" per avere eventuale cognizione di una difformità esistente. E vi posso assicurare che sarebbe estremamente utile. Ritengo però che con l'attuale grafica predisposta da Pregeo 9, e mi scuseranno geocinel e alberto se penso questo, non basti scrivere una sigla sul punto per capire cosa è e dove effettivamente è collocato. Al massimo potremmo ovviare a questo inconveniente aggiungendo una riga 6 di descrizione successivamente alla riga 3 identificativa del punto in questione. Vi dico di più..nel prossimo frazionamento che redigerò effettuerò una prova con la procedurà indicata e se me lo accettano ve lo farò sapere ed eventualmente ve ne manderò una copia per sapere la vostra opinione. Saluti a tutti e buona domenica.. Non vedo perché te lo dovrebbero sospendere. Saluti P.S. Quando parli della riga 6 successivamente alla riga 2 e non 3 (lapsus) come hai detto. Probabilmente sei ancora fresco della discussione sulla riga 3 che ti ha molto colpito.
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