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Successione con solo coniuge in vita |

Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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Salve a tutti, ho una domanda da porre su di una successione. Il de cuius è morto circa 20 anni fa e mai è stata fatta una denuncia di successione. Alla data odierna, risulta una casa di abitazione principale intestata come proprietà in regime di comunione dei beni (senza nessuna specificazione sulla quota) sia al de cuius che al coniuge, ancora in vita. Non ci sono figli. Esistono però due fratelli del de Cuius. Ora mi chiedevo, se posso provvedere alla dichiarazione di successione (seppure notevolmente in ritardo) attribuendo il tutto al coniuge superstite, oppure devo tener conto dei fraatelli in vita. E per quanto rigurada eventuali sanzioni come mi devo comportare??
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it9gvo
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trappeto
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Secondo la normativa di legge attuale, l'eredità spetta totalmente al coniuge superstite e niente ai fratelli. Per quanto riguarda le tasse da versare, penso che non si può procedere con l'autoliquidazione, visto il tempo trascorso. Buon lavoro
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Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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Ti ringrazio, sei stato molto gentile! Scusa se faccio una domanda ulteriore. Mi sembra di capire dalla tua risposta che in passato però sarebbe andata una parte anche ai fratelli, giusto?
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furina
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Batignano
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"it9gvo" ha scritto: Secondo la normativa di legge attuale, l'eredità spetta totalmente al coniuge superstite e niente ai fratelli. Per quanto riguarda le tasse da versare, penso che non si può procedere con l'autoliquidazione, visto il tempo trascorso. Buon lavoro Non mi sembra sia così, da quello che mi risulta l'eredità va devoluta nel seguente modo : - CONIUGE : 2/3 dell'eredità e il diritto di abitazione sulla casa coniugale - FRATELLI : 1/3 dell'eredità in parti uguali fra loro Saluti.
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geoalfa
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quoto Furina ed ho il dovere di aggiungere: quando si pongono i quesiti si devere essere esaustivi fino alla pignoleria! perchè in questo caso non è dato sapere come è composto il nucleo familiare ed a seconda dei casi può cambiare anche la risposta! hai fatto un giro fra le Guide? possibile che non hai trovato la risposta al tuo dubbio?
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Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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Per la verità credo di aver specificato bene nel quesito la situazione del nucleo familiare. Due coniugi, di cui uno defunto. Nessun figlio. Il defunto aveva 2 fratelli ancora in vita. Ho letto qualche guida e trovo conferma in quello che dice Furina. Sicuramente mi sono rivolto al forum perchè magari voi avete più esperienza sul campo e quindi, sicuramente riuscite a darmi risposte più precise e concrete. Il dubbio mi è venuto dal fatto che la visura catastale riporti la sola dicitura " Proprietà in regime di comunione dei beni" quindi si dà per inteso una quota del 50% da riportare in successione. Ecco, i miei dubbi nascono da questo presupposto. C'è da tener presente anche un altro fattore. In 20 anni, nessuno dei fratelli ha fatto valere la propria quota o i propri diritti. Quindi a questo punto potrei optare anche per un usucapione eventuale sulla parte a loro eventualmente destinata. Voi cosa ne pensate?
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geoalfa
(GURU)
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02 Dicembre 2005
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stando così le cose è d'obbligo adottare la soluzione di Furina! l'usucapione non è proponibile. perchè fra parenti non è credibile! poi, (qui lo dico e qui lo nego) se scorrettezza vuoi consigliare, consiglia di presentare la denuncia di successione della quota di 1/2 e diritto di abitazione a favore del coniuge superstite "dimenticandoti" dei fratelli, ma....
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Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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In effetti hai perfettamente ragione, ma dal punto di vista dell'impugnazione credo che "dimenticarsi" possa essere più rischioso. Dopo tutto l'uso ininterrotto per 20 anni c'è stato e per fortuna ai fini fiscali, intendo nelle denuncie dei redditi è stata dichiarata sempre alla moglie al 100% da quando è venuto a mancare il marito. Forse però è anche vero che se parliamo di impugnazione possiamo anche ipotizzare che sia in un caso, che in un altro, subentra il termine di prescrizione a far data dal deposito della denuncia di successione. Credo sia così..non so se mi sbaglio.....
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it9gvo
(GURU)
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trappeto
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"furina" ha scritto: "it9gvo" ha scritto: Secondo la normativa di legge attuale, l'eredità spetta totalmente al coniuge superstite e niente ai fratelli. Per quanto riguarda le tasse da versare, penso che non si può procedere con l'autoliquidazione, visto il tempo trascorso. Buon lavoro Non mi sembra sia così, da quello che mi risulta l'eredità va devoluta nel seguente modo : - CONIUGE : 2/3 dell'eredità e il diritto di abitazione sulla casa coniugale - FRATELLI : 1/3 dell'eredità in parti uguali fra loro Saluti. L'eredità si devolve proprio come ha ricordato "furina" ! Chiedo scusa per la mia risposta completamente errata, specialmente a RibOO. Buon lavoro a tutti
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Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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Figurati!! Ti ringrazio per la disponibilità!! Il bello dei forum è confrontarsi sugli argomenti!!
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EFFEGI
f.g.
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Irpinia
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"Rib00" ha scritto: Salve a tutti, ho una domanda da porre su di una successione. Il de cuius è morto circa 20 anni fa e mai è stata fatta una denuncia di successione. Alla data odierna, risulta una casa di abitazione principale intestata come proprietà in regime di comunione dei beni (senza nessuna specificazione sulla quota) sia al de cuius che al coniuge, ancora in vita. Non ci sono figli. Esistono però due fratelli del de Cuius. Ora mi chiedevo, se posso provvedere alla dichiarazione di successione (seppure notevolmente in ritardo) attribuendo il tutto al coniuge superstite, oppure devo tener conto dei fraatelli in vita. E per quanto rigurada eventuali sanzioni come mi devo comportare?? Credo che dovresti verificare meglio la "provenienza" ossia la "comunione legale dei beni", e mi spiego meglio: Se l'immobile è stato acquistato per l'intero dai coniugi in regime di comunione legale dei beni, allora in successione va soltanto la quota di 1/2 spettante al de cuius, e quindi al coniuge superstite vanno i 2/3 dei diritti appartenti al de cuius (1/2), mentre ai fratelli (se non ci sono ascendenti, altrimenti cambia tutto, come dice giustamente geoalfa) va la quota di 1/3 di 1/2. Riepilogo meglio: al coniuge superstite vanno: 3/6 (già suoi) + 2/3 di 1/2 (quota del de cuius) = 5/6 in totale ai fratelli in parti uguali: 1/3 di 1/2 (quota del de cuius) = 1/6 Il diritto di accettare l'eredità di prescrive entro il periodo decennale, dal momento in cui si E' APERTA LA SUCCESSIONE che coincide con la data di morte (e non con la presentazione della pratica di successione presso l'agenzia delle entrate), quindi, credo, che gli eredi collaterali potrebbere avere problemi per poter accettare l'eredità. Inoltre in merito alle sanzione c'è da dire che le stesse sono ORMAI PRESCRITTE, devi solo procedere al calcolo delle imposte ipotecarie e catastali, della tassa ipotecaria e della tassa di bollo, e autoliquidarli con modello F23. Buonanotte
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Rib00
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Risposta esauriente, ti ringrazio!! Quindi mi sembra di capire che in conclusione si può procedere tranquillamente ad attribuire l'intera quota al coniuge, senza tener conto dei fratelli, in quanto subentra la prescrizione del diritto. Rimarrebbe dunque una dichiarazione difficilmente impugnabile.
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Rib00
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Inoltre mi sembra anche di capire che stando così le cose non bisogna neanche indicare i nomi dei fratelli come eredi nella denuncia di successione. Dico bene?
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CESKO
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Agro Nocerino Sarnese
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"it9gvo" ha scritto: "furina" ha scritto: "it9gvo" ha scritto: Secondo la normativa di legge attuale, l'eredità spetta totalmente al coniuge superstite e niente ai fratelli. Per quanto riguarda le tasse da versare, penso che non si può procedere con l'autoliquidazione, visto il tempo trascorso. Buon lavoro Non mi sembra sia così, da quello che mi risulta l'eredità va devoluta nel seguente modo : - CONIUGE : 2/3 dell'eredità e il diritto di abitazione sulla casa coniugale - FRATELLI : 1/3 dell'eredità in parti uguali fra loro Saluti. L'eredità si devolve proprio come ha ricordato "furina" ! Chiedo scusa per la mia risposta completamente errata, specialmente a RibOO. Buon lavoro a tutti Salvo che non sbuchi all'improvviso un bel Testamento.... inoltre va considerato un ulteriore aspetto importante, ovverro..... Consideriamo, infine, due ipotesi particolari, la successione del coniuge putativo e quella del coniuge separato. Il primo caso si verifica quando il matrimonio è stato dichiarato nullo dopo la morte del de cuius; è chiaro che il problema non si sarebbe posto nel caso in cui la dichiarazione di nullità fosse intervenuta prima della morte. In questo caso è rilevante lo stato di buona fede del coniuge superstite che si è visto annullare il matrimonio, perché: 1. se era in buona fede, gli spetterà la normale quota che spetta al coniuge; 2. se era in mala fede non avrà diritti ereditari. La buona fede, quindi, tutela il coniuge, ma questa gli sarà inutile in caso di bigamia. Se, infatti, esisteva un altro coniuge legato da valido matrimonio al momento della morte del de cuius, a lui, e solo a lui spetteranno i diritti ereditari (art. 584 comma 2). Più articolata si presenta la situazione in caso di separazione e divorzio. Cominciamo con il coniuge separato; in questo caso è necessario verificare se vi sia stata sentenza, passata in giudicato, che abbia addebitato la separazione al coniuge superstite, sentenza pronunciata, ovviamente, prima della morte. Saluti
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Rib00
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03 Aprile 2013 alle ore 20:57
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Giuste precisazioni! In effetti si dovrebbe tener conto anche di questi fattori eventuali, anche se nel nostro caso il matrinìmonio non è mai stato annullato ne mai ci sono state separazioni o divorzi. Rimane il dubbio se nel nostro caso visti i diritti prescritti degli altri eredi, ovvero i fratelli, sia corretto indicarli comunque come eredi nella dichiarazione di successione oppure si può indicare il solo coniuge come erede, visto che rivendica il suo diritto a distanza di 20 anni dalla morte del de cuius.
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