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trovi il riferimento normativo che, anche se si parla di Pregeo, ha valenza generale: l'Istruzione per il rilevamento particellare, al paragrafo 6 specificava di sostituire alle curve delle spezzate che potessero essere "equivalenti" per gli scopi catastali. È vero che geometrie circolari di modesto diametro potevano essere rappresentate e l'Istruzione faceva riferimento a sili e pozzi, ma anche ad aie. Perciò i limiti di queste potrebbero poi essere divenuti confini; ma mai si tratterà di linee tanto lunghe e simili a rette come si ipotizzava!
Dunque ribadisco che se un lungo confine appare incerto se sia rettilineo o meno, se non lo fosse potrebbe essere soltanto costituito da segmenti più corti e quasi allineati. Quindi vale quanto detto sopra: valutare se ci sono veri e propri vertici, e se la cosa non appare sicura significa che per quei punti il rigore della ricostruzione diminuisce: aumenta l'incertezza che non mi piace chiamare tolleranza.
Non vedo altre strade, purtroppo. D'altra parte la ricostruzione di un confine perduto non può dare certezze, ma soltanto mirare alla miglior probabilità possibile.
Che non è sempre affascinante, nonostante adoperiamo strumenti di misura e di calcolo strabilianti!
Leonardo
Si Leonardo però nel 1953 già la maggior parte delle mappe d'impianto furono eseguite.
Mi pare comunque questa una tua buona conclusione.
"einste" ha scritto: sappiamo che per sopperire alla disomogeneità di deformazione della mappa si introduce la georeferenzazione parametrica a differenza dell AGT che suppone una deformazione omogenea e procede a georefenziare con una rototraslazione a 4 parametri.
Ciao einste,
Intervengo solo per ribadire un concetto che vedo non essere del tutto chiaro anche a chi partecipa ai seminari sulle georeferenziazioni.
Il problema della rototraslazione a 4 parametri proposta dall’AdT (“problema”, beninteso, se si parla di riconfinazioni e non di altri scopi) non è quello di supporre una deformazione omogenea. Questa georeferenziazione, infatti, calcola gli scarti sui crocicchi ed evidenzia pertanto una deformazione disomogenea, nel senso che le zone attorno ai crocicchi con scarti più alti hanno subìto una deformazione maggiore rispetto a quelle attorno ai crocicchi con scarti più bassi.
Il problema di questa procedura è che applica soltanto una “georeferenziazione” e non anche una “rettifica” della mappa, come invece fanno le altre trasformazioni (Trilaterale, Omografia, Rubber-Sheeting).
In pratica, se tu applichi la rototraslazione a 4 parametri, ti ritrovi con la mappa esattamente identica a prima: il raster non è stato modificato nemmeno di un pixel, è stato per l’appunto solo roto-traslato e variato di scala.
Per questo non va bene nelle riconfinazioni, perché se prelevi le coordinate mappa di un punto di confine, queste si portano dietro tutta la deformazione di quella zona di mappa.
La Parametrica risolve questo problema proprio perché non esegue solo la georeferenziazione, ma anche la rettifica dei quadrati parametrici. Dai un’occhiata a queste animazioni, sono in Inglese perché si trovano su un sito internazionale (www.corrmap.com), ma si capisce ugualmente:
"einste" ha scritto: sappiamo che per sopperire alla disomogeneità di deformazione della mappa si introduce la georeferenzazione parametrica a differenza dell AGT che suppone una deformazione omogenea e procede a georefenziare con una rototraslazione a 4 parametri.
Ciao einste,
Intervengo solo per ribadire un concetto che vedo non essere del tutto chiaro anche a chi partecipa ai seminari sulle georeferenziazioni.
Il problema della rototraslazione a 4 parametri proposta dall’AdT (“problema”, beninteso, se si parla di riconfinazioni e non di altri scopi) non è quello di supporre una deformazione omogenea. Questa georeferenziazione, infatti, calcola gli scarti sui crocicchi ed evidenzia pertanto una deformazione disomogenea, nel senso che le zone attorno ai crocicchi con scarti più alti hanno subìto una deformazione maggiore rispetto a quelle attorno ai crocicchi con scarti più bassi.
Il problema di questa procedura è che applica soltanto una “georeferenziazione” e non anche una “rettifica” della mappa, come invece fanno le altre trasformazioni (Trilaterale, Omografia, Rubber-Sheeting).
In pratica, se tu applichi la rototraslazione a 4 parametri, ti ritrovi con la mappa esattamente identica a prima: il raster non è stato modificato nemmeno di un pixel, è stato per l’appunto solo roto-traslato e variato di scala.
Per questo non va bene nelle riconfinazioni, perché se prelevi le coordinate mappa di un punto di confine, queste si portano dietro tutta la deformazione di quella zona di mappa.
La Parametrica risolve questo problema proprio perché non esegue solo la georeferenziazione, ma anche la rettifica dei quadrati parametrici. Dai un’occhiata a questa animazione, è in Inglese perché è su un sito internazionale (www.corrmap.com), ma si capisce ugualmente:
certo vi seguo quando posso, ma la mia osservazione non chiara era basata sul modo di prelevare i punti nelle due ipotesi:
1)punti singoli
2)punti su linee continue
Nella seconda ipotesi io dicevo di parametrizzare l'intera linea e non solo gli estremi specie se tale linea la devo riprodurre anche perchè il tutto alla fine deve quadrare.
certo vi seguo quando posso, ma la mia osservazione non chiara era basata sul modo di prelevare i punti nelle due ipotesi:
1)punti singoli
2)punti su linee continue
Nella seconda ipotesi io dicevo di parametrizzare l'intera linea e non solo gli estremi specie se tale linea la devo riprodurre anche perchè il tutto alla fine deve quadrare. Saluti. Pasquale
Ciao Pasquale,
sul discorso delle linee vedo che avete dibattuto approfonditamente con Leo, io ho solo voluto chiarire la differenza tra le georeferenziazioni Catastale e Parametrica perché ho notato che non è così scontata ai più (non mi riferifo ovviamente a te quando parlavo di chi segue i seminari).
Nel post di prima ho aggiunto anche l'animazione della Catastale che fa vedere come questa tecnica non modifica (rettifica) la mappa.
"castello" ha scritto: ciao gianni (georox) ti ho inviato da qualche giorno una imail al seguente indirizzo g.rossi@tecnobit.com quando puoi vai a vedere.
Ciao Castello,
mi sa che non mi è arrivata perché il mio indirizzo è:
g.rossi@tecnobitmail.com
Se me la rimandi a questo indirizzo ti rispondo volentieri.
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