Salve.
In altra sede
www.geolive.org/forum/altro/convegni-e-c... Georox ha proposto una prova, suggerita da Sese67, per confrontare diversi prelievi di coordinate da un solo foglio di mappa fornendo sia il link per scaricare il materiale, sia quello per prendere visione dei risultati, peraltro già presente nel primo.
Il materiale l'ho acquisito, per sapere di cosa si parla, ma non ho fatto una mia “prova” perché non voglio appesantire inutilmente il malloppo finale a cui non riesco a dare un significato per le seguenti considerazioni.
Condivido l'interesse di Carlo Cinelli per gli studi pratici delle possibilità di strumenti e metodi, ma in questo caso non penso che sia stata scelta una strada proficua perché non individuo cosa possa consentire di scindere correttamente le informazioni che si ottengono.
In “ingresso” abbiamo soggetti diversi che adottano metodi diversi applicando strumenti diversi; il tutto senza alcun limite.
In “uscita” abbiamo numeri, ovviamente diversi, di ciascuno dei quali è totalmente ignota la validità, mancando un parametro che consenta di valutare quanto ognuno si discosta dal “migliore”.
Infatti neppure la media può esser considerata “migliore”, a causa della disomogeneità del campione.
Pongo una domanda: cosa vogliamo ottenere?
Sono possibili almeno tre risposte: informazioni sul metodo, sullo strumento, sulla soggettività dell'operatore. Risposte che, se non vengono tenute distinte, è oggettivamente impossibile valutare significativamente.
Un corsista ha scritto di ritenere che “
per fare qualunque tipo di confronto sia opportuno avere la verità come raffronto”. Osservazione che non vorrei fosse liquidata con sufficienza, perché mi sembra che sia tutt'altro che campata per aria: se non possiedo un risultato da considerare vero, non serve a nulla confrontare gli altri risultati fra loro.
Solo raccogliendo osservazioni omogenee per condizioni posso considerare statisticamente che la media sia questa “verità”: il risultato più attendibile; ma se parto con condizioni non omogenee non ho alcun elemento per valutare il metodo o lo strumento.
Posso forse valutare almeno gli effetti della soggettività? Non direi proprio: se non fisso metodo e mezzo, la soggettività non è valutabile.
Penso quindi che il test dovrebbe essere scisso (almeno) in tre parti:
- dati punti e parametri in coordinate fornite dal proponente (univoche), applicare quei valori a softwares (strumenti) diversi per testarne le variazioni;
- dati punti e parametri in coordinate fornite dal proponente, applicare a quei valori metodi diversi, anche oltre a quelli già spesso confrontati, per testarne le variazioni;
- dato un foglio di mappa, far acquisire a diversi soggetti i valori delle coordinate mappa di un set di punti da impiegare con vari procedimenti (parametri, riferimenti e confini) per conoscere le variazioni soggettive. Solo i valori delle coordinate mappa.
È infine ovvio che l'ultimo set di variazioni avrà influenze diverse su metodi e strumenti secondo la variabilità
altrimenti stimata. E aggiungo anche che solo l'ultima prova mi pare significativa, perché confrontare metodi e strumenti su un solo schema è altissimamente limitante.
Per concludere, una (non “la”) verità di cui sopra esiste. Infatti non si deve pensare che la verità cercata in questo test sia la più probabile posizione del confine cercato; per il confronto fra le soggettività si deve cercare la miglior riproduzione delle coordinate mappa dell'originale. Che sarebbe realmente bene leggere sul foglio cartaceo: contrariamente a quanto si sta cominciando a considerare un “principio” (o, peggio, un “dogma”) il raster non consente affatto una migliore lettura delle coordinate rispetto alla carta! Sono tutt'altri i suoi vantaggi; che portano spesso a un miglioramento della qualità delle coordinate.
Vogliamo fare le altre prove?
Leonardo
PiEsse: mi sorge spontaneo un parallelo con le discussioni del forum: meno sono specialistiche, meno risultati concreti mi pare che possano ottenere.