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Autore "Non era una marionetta nelle mani dei suoi clienti"

rubino
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Italia Meridionale

 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 09:15

"Non era una marionetta nelle mani dei suoi clienti": con queste parole, la Madre dell'Avvocato ucciso a Milano ha ricordato il figlio. Quanti professionisti, oggi, sono degni di quelle parole? Quanti di noi sono marionette, non tanto dei loro clienti, ma dei loro soldi?

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Autore Risposta

Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 11:12

Rocco,
la tua domanda mi pare più un'esortazione a riflettere.

Lo confesso: io mi sento in parte una marionetta. Nelle mani dei Committenti? Dei loro soldi? Dei loro interessi? Oppure di "entità" (Enti?) che per quei Committenti, per i loro soldi o per i loro interessi costituiscono un'oggettiva minaccia a cui solo la mia pesudoprestazione (o, meglio, prestazione pseudoprofessionale) può mettere un freno?

Se quelle minacce non ci fossero (condizione ideale e teorica), allora potremmo facilmente distinguere il Professionista marionetta da quello che, non essendolo, potrebbe definirsi totalmente Libero. Ma nella situazione attuale ho l'impressione che i "migliori" non possano far altro che cercare il miglior compromesso per far sì che quella parte di cui sopra si riduca.

Naturalmente, però, questa può essere solamente una mia impressione fondata sulla personale modesta moralità. Altri, e fors'anche tutti, possono essere squisitamente puri e avere perfetta contezza e totale condivisione di ogni adempimento richiesto, anche se ciò mi renderebbe oscuro il motivo di tanto diffuso scontento.

Sento comunque il dovere di precisare che nell'enorme maggior parte dei casi l'interlocutore diretto con cui ho rapporti, ossia la Persona che costituisce l'interfaccia con quell'entità, ha un atteggiamento rispettoso del Cittadino e dei suoi legittimi interessi e s'impegna per contenere quella minaccia di cui sopra. La quale deriva per lo più da una totale perdita di contatto dei più alti vertici con la realtà.
Cosa che, nei fatti, carica di responsabilità proprio quell'interfaccia in una sorta di inversione delle responsabilità tra base e vertice.

Che anche questa sia una conseguenza dell'esasperata burocratizzazione?

Ma mi sorge un altro, terribile quesito: sono andato troppo OT?

Leonardo

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rubino
.
(GURU)

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04 Febbraio 2005

Messaggi:
3876

Località
Italia Meridionale

 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 12:45

No. Voglio raccontarti questa storia: molto tempo fa, seguivo la vertenza fra due confinanti sulla posizione del limite fra le loro proprietà. Tralascio tutti gli aspetti tecnici perchè non è di questo che voglio parlare e arrivo al giorno in cui, dopo aver "picchettato" il confine, ricevo una telefonata dal mio cliente. Mi riferisce che il giorno prima il geometra del confinante aveva tracciato anche lui dei punti e mi invitava ad andarli a vedere, Tralascio tutti gli aspetti procedurali perchè non è di questo che voglio parlare. Ci vado e constato che in corrispondenza di ogni mio picchetto ne era stato messo un altro a circa trenta centimetri di distanza: premetto che questa faccenda si trascinava da più di cinque anni e che non ne potevo più, per cui mi azzardai a dire "vista la differenza, prenda per buoni i punti suoi, chiami il confinante, mettete 'sti termini e fatela finita". Al che il mio cliente risponde: questa non l'aspettavo, perchè se avete detto così vuol dire che non avete fatto bene il vostro lavoro e che i punti che avete messo non sono buoni. Tralascio tutte le considerazioni di tipo dialettico e la misura della quantità di parole spese a spiegare,da oltre cinque anni e ad entrambe i confinanti cose a noi abbondantemente note, perchè non di questo che voglio parlare. Non mi arrabbiai, presi la borsa e me ne andai, gli dissi di trovarsi un altro tecnico perchè da quel momento non lo volevo più come cliente. In poche parole, Leonardo, in quel momento ho capito la frase della Signora, perchè mi veniva chiesto di essere una marionetta: si aspettava che mi buttassi alla gola del Collega, che ne parlassi male (cosa che si meritava), che gli fossi sodale nel far arrivare una controversia di trenta centimetri in Tribunale io, che gli avvocati li vorrei far morire di fame non procurandogli clienti. Se fossi rimasto avrei guadagnato dei bei soldi.

E' questo il piano sul cui volevo mettere la discussione: abbiamo il coraggio di dire NO? Il cliente che non vorremmo abbiamo il coraggio di prenderlo per un braccio e di cacciarlo fuori, come avrebbero fatto quei Professionisti (e tu hai avuto la fortuna di averne uno per padre) da cui abbiamo imparato a "stare in mezzo ai cristiani" e non solo come si esercita una Professione Liberale?

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anonimo_leccese

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 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 14:06

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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
(GURU)

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30 Agosto 2003

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Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 12 Aprile 2015 alle ore 08:35

Eh, Anonimo... capisco le lacrime. Ma dobbiamo continuare a stringere i denti: vuoi far guerra alla Romania e con essa all'Europa?

Rocco,
siccome la tua impostazione rimane più strettamente sul piano dei rapporti diretti e personali Committente-Professionista-Committente, mi trovi pienamende d'accordo nell'evidenziare che la disponibilità di alcuni ad assecondare "eccessivamente" le speranze dei propri Committenti è un problema di notevole importanza.

Ma in parte la cosa dipende dalla necessità di quantificare quell'"eccessivamente": tutti loro hanno interessi da tutelare o far crescere, e non sempre hanno piena coscienza dei limiti del lecito. D'altra parte, anche avendola, non sempre ce ne darebbero esauriente informazione, e indagare nei fatti loro non è né facile né sempre lecito.

Hai ragione: io sono stato fortunato e in qualche caso vidi già mio padre accompagnare alla porta gente "stravagante". Rifiutò anche il consiglio di iscriversi a un Partito, perdendo indubbiamente parecchie occasioni. Per cui mi fu facile chiudere l'incartamento e restituirlo a quel tale che candidamente mi disse, a fronte della mia illustrazione dei numerosi nostri punti deboli: "ma io per far dispetto a quello là son pronto a spendere anche venti milioni!"
Erano lire, ovviamente, ma avevano un certo peso di cui non mi interessava comunque godere. Ciononostante in senso più generale mi capita di sentirmi a volte marionetta, come argomentavo sopra.

E d'altra parte non credo di poter legare il degrado "ai tempi" come mi fa pensare il tuo accenno a quei Profesionsiti che ci hanno insegnato. Infatti uno di questi, di eta intermedia fra mio padre e me, me lo trovai fra i piedi in una vertenza che avevo ereditato dal babbo, nella quale lui era il sesto consulente messo in campo dalla controparte: i primi cinque erano sempre giunti a conclusioni molto prossime alle nostre e quindi scacciati. Lui esordì spiegando che i suoi committenti erano molto facoltosi e perciò ci avrebbero presi per stanchezza; e coronò l'argomentazione tecnica sostenendo che, siccome le linee grafiche hanno una tolleranza di un paio di metri, si sarebbe accontentato di un metro per giustificare la propria parcella e saremmo potuti andare tutti a casa felici e contenti.
La natura del soggetto mi fu confermata in una seconda occasione di confronto, in cui l'unica variante era l'essere lui il primo consulente per la propria parte. Ma il preambolo fu del tutto simile.

Una ventata di ottimismo, però, mi deriva dal fatto che suo figlio, che svogle la stessa Professione, non ha mai tenuto (fino a oggi...) comportamenti simili.

Quindi, Rocco, non disperiamo: probabilmente i balordi non li elimineremo mai, ma non dovrebbero neppure riuscire a estinguere completamente chi non vuole esserlo. Proviamo almeno a non esserlo in prima persona!

Leonardo

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