Come ho sempre detto: al forum non faccio mancare niente.
Ecco il mio intervento di ieri dove, come al solito, l'Ingegner Ferrante ne ha fatto una cosa personale.
Mahh!!
Cordialmente
Carlo Cinelli
Ci sarebbero tante cose di cui parlare in una giornata come quella odierna.
Preferisco però sfruttare questa occasione per trattare quello che mi sta più a cuore da quando ho cominciato a fare questo meraviglioso lavoro.
E cioè il rapporto tra Utenza e Agenzia del Territorio e anche dell’emergenza educativa legata alla Topografia in generale e nello specifico alla Topografia Catastale.
Si perché, frequentando i forum, le commissioni catasto allargate, facendo convegni e confrontandosi continuamente con tantissimi colleghi ti accorgi che c’è un’emergenza educativa della quale Noi Utenza e Voi Pubblica Amministrazione siamo corresponsabili.
Questa emergenza educativa genera una spirale di bassa qualità dei prodotti e basse remunerazioni che si alimentano vicendevolmente creando un male per la nostra categoria e più in generale per tutti.
Ho sempre ritenuto la Topografia Catastale come la regina di tutte le Topografie, nessuna infatti delle altre ti porta o ti portava a confrontarti con cartografie a così grande scala eseguite con rilievi a terra e con precisioni di questo tipo, nonostante essa abbia trovato detrattori in tutti i rami della conoscenza umana.
Come si combatte, INSIEME, questa emergenza educativa?
Troppo spesso oggi i giovani che si avvicinano a questo lavoro, che ricordiamolo sono un buon 80% di chi lavora in questo settore, pensano e sono convinti che la Normativa Catastale, a mio parere troppa e a volte controversa, sia l’evoluzione della Topografia così come ce l’hanno insegnata e della buona tecnica ad essa applicata.
E troppo spesso essi non si sentono parte di un progetto alto come quello di contribuire direttamente alla formazione della Cartografia del futuro.
Voglio leggere un’intervento sul forum geolive.org di un giovane e valente collega del Salento che ritengo sintomatico e significativo del momento che tanti stanno vivendo:
“A scuola insegnano la topografia perchè è una scienza, e quindi come tutte le scienze si studia perché si tende verso una sua evoluzione.
La cartografia non è una semplice branca della topografia, è il suo fine per il quale esiste (la rappresentazione del terreno), quindi se si tende ad evolvere la topografia è perché si vuole migliorare la cartografia.
Il grado di evoluzione della topografia nella storia lo si percepisce guardando la cartografia correlata a quel determinato periodo storico.
Il dato di fatto, inconfutabile, è che ci troviamo con l’attuale cartografia catastale che è peggiore di quella di 80 anni fa, nonostante una incredibile e notevole evoluzione dei mezzi a disposizione.
La mia avversione, ormai patologica lo ammetto, per il pregeo, non è tanto per i bug e per i troppi click che mi fa fare, ma quanto perché mi obbliga a “proporre” un aggiornamento cartografico del tutto anacronistico ed involutivo rispetto ai mezzi che ho a disposizione per il rilievo e per l’elaborazione dei dati.
Ciò nonostante tutta la buona volontà nella ricerca dei Punti Vertice più corrispondenti e attendibili ed a "giocare" con il comando "orienta" ed "adatta".”
L’errore della mia Categoria e delle Categorie Professionali tutte, sarebbe quello di pensare che ce la possiamo fare da soli battendo sul piano Culturale la questione.
Ci vorrebbero 2 secoli.
Abbiamo bisogno di Voi e della vostra collaborazione per vincere questa sfida.
Abbiamo bisogno di scrivere regole condivise per far partecipare i giovani al PROGETTO.
Tanto è stato fatto dal 1987 ad oggi.
Mi riferisco alle ottime innovazioni che sono state:
- La codifica dei libretti delle misure che ha fatto parlare una sola
lingua a tutta Italia;
- Il miglioramento nei controlli topografici di Pregeo nelle sue ultime
versioni;
- L’informatizzazione degli atti di aggiornamento;
- L’invio telematico che ha tolto file agli Uffici e ha creato
perequazione e chiarezza di rapporto tra l’utenza e l’ADT;
- La notevole velocizzazione delle procedure.
Ma tanto è ancora da fare per arrivare ad esaudire quei due punti della Circolare 2/87 che recitavano:
- instaurare un rapporto nuovo con l'utenza coinvolgendola nella
gestione dell’Istituto;
- Lo scopo raggiungibile, con una corretta applicazione delle norme
tecniche, che verranno definite in successiva circolare, è il recupero
della precisione metrica e della più puntuale rappresentazione della
realtà territoriale sulle mappe catastali.
Ad essere obiettivi il nostro ruolo oggi non è di pieno coinvolgimento nella gestione dell’Istituto ma di collaudo di ciò che dall’Istituto viene prodotto.
Come d’altronde molto c’è da fare per ridare attendibilità metrica alle mappe.
E allora, nel concreto, cosa possiamo fare, INSIEME?
Potremmo riscrivere l’intera normativa catastale e farne un testo unico nel quale siano pienamente rispettate le esigenze catastali che sono quelle cartografiche e censuarie e quelle dell’Utenza (legata alle esigenze dei committenti) di inquadrare correttamente dal punto di vista topografico gli oggetti del rilievo così da poterli facilmente ricostruire.
Non lo possiamo fare lo stesso anche oggi?
Sì certamente. Ma chi è che fa qualcosa che non sia obbligatorio come prendere altri punti di inquadramento oltre i tre miseri PF che qualche volta non sono neanche tre e che spesso hanno attendibilità topocartografica assai dubbia?
Lo sa bene, chi è abituato a leggere i Tipi altrui per riconfinare quelle linee, come sono redatti il 90% di questi.
Riscrivendo l’intera normativa contribuiremmo fortemente alla diminuzione del contenzioso che trova oggi terreno fertile nell’impreparazione di molti CTU e nella poca conoscenza di molti Giudici.
La cartografia, come sappiamo bene infatti, ha importanti risvolti civilistici.
L’art. 950 del Codice Civile recita all’ultimo comma che “In mancanza di altri elementi, il giudice si attiene al confine delineato dalle mappe catastali”.
Non è sempre così facile spiegare ai Giudici che la mappa attuale non vale niente cartograficamente e che per le riconfinazioni ci si deve attenere alle mappe di Impianto per quelle linee in esse presenti e alla parte numerica degli atti di aggiornamento per i Tipi successivi all’entrata in conservazione.
Eloquente la conversazione con una Giudice di un Tribunale del Nord Italia dove, come CTP, controbattevo ad un CTU non tanto preparato che aveva confrontato le sue misurazioni con la mappa di visura, e dopo avergli spiegato quanto sopra mi chiese: “Geometra ma un giorno la mappa tornerà ad avere attendibilità?”.
Divertito e disarmato gli risposi “Lo spero anch’io signor Giudice, o quantomeno spero venga chiarito inequivocabilmente cosa si intende per mappa”.
Potremmo elaborare un Progetto condiviso per ridare attendibilità metrica alle Mappe, oggi troppo maltrattate.
Potremmo, e vengo all’attualità, tentare di ottimizzare l’architettura del nuovo Pregeo 10, garantendogli maggior successo di quello che ha avuto fino ad ora. Anche qui si potrebbe dire che tutto ciò che non è obbligatorio non è neanche necessario per giustificare il 55% dell’utenza che non lo ha ancora installato? (Dati provenienti da sondaggio su forum geolive.org) Non credo. Perché la nostra categoria avrebbe volentieri cambiato un programma peggiore con uno migliore. La sensazione mia, che lo sto provando dalla data di inizio sperimentazione, è che non sia così. Ho più volte scambiato opinioni con colleghi che mi hanno rimostrato anche loro molte titubanze e con altri che mi hanno manifestato idee brillanti su architetture alternative che io stesso condivido.
In conclusione.
Abbiamo le risorse umane e intellettuali, sia Noi che Voi, per fare tutto ciò.
So bene che è una Rivoluzione Culturale.
Ma ci vuole coraggio per fare questo salto nel futuro.
Sennò saremo sempre condannati alla mediocrità nostra che diventerà anche vostra.
Carlo Cinelli