Caro Lorenzo
Il modo con cui hai posto il tuo quesito qualifica la tua persona su un livello intellettuale importante.
Per approcciare correttamente a questa materia ci vogliono conoscenze, umiltà e prudenza.
Colgo l'occasione per scusarmi con tutti se nel passato ho lasciato intendere che le riconfinazioni "si fanno così".
Non esistono regole, esistono principi e ogni caso è diverso dall'altro.
Da alcuni passaggi della prima parte di Lorenzo riconosco certi miei pensieri che sono stati poi sviluppati anche da altri.
Ma, ripeto, snodiamoci dai lacci del "si fa così" e riempiamoci di conoscenze utili a padroneggiare le varie casistiche.
Per risponderti, Lorenzo, ti dico che le mie, oltre che dai libri, vengono fuori da prove ed esperienze di campo.
Queste esperienze e conoscenze mi hanno portato ad avere un'idea sulla qualità intrinseca dei Trigonometrici e sul ruolo che possono avere nelle riconfinazioni.
In parole povere il loro tallone di Achille è sempre l'omogeneità delle loro coordinate analitiche con quelle grafiche dei vertici delle linee da ricostruire.
Questa congruità, per quest'ultime, è più favorevole con i punti di appoggio ad esse vicine.
Testi interessanti, oltre alle istruzioni riportate da Gionata, sono sicuramente quelli di Tani, quelli di Cannarozzo, le dispense dei Convegni di Verona e Rimini, testi antichi di autori come Paroli e Pollastri.
Cordialmente
Carlo Cinelli