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Autore Linea di impianto riconfinata con la rollina metrica da spigolo di fabbricato del 2008

prisma81

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 0 -  0 - Inviato: 20 Aprile 2017 alle ore 22:59

Come da titolo, imbarazzante, mi ritrovo a dover verificare per un cliente, un già eseguito riconfinamento di un confine composto in parte da "linea di impianto" ed in parte da linea nata da "frazionamento post circolare 88", che è stato eseguito con rollina metrica e misure prese con il righello da mappa catastale nuova (..e fotocopiata...), e con l'unica misura riferita ad uno spigolo di fabbricato edificato, e messo in mappa (tra le altre cose con un posizionamento della sagoma totalmente errato) circa dieci anni fa.

vale la pena spiegare, in disparte, l'errore di partenza al tecnico o,magari, è tempo perso?

Dico questo per evitare di dover, dopo aver eseguito tutte le operazioni (recupero mappa impianto, recupero frazionamento, rilievi topografici, georeferenzazioni, elaborazioni e risultanze) dovermi, a posteriori, trovarmi in un imbarazzante confronto con l'altro tecnico di cui, a prescindere da questo evento, vista la sua anzianità professionale e vorrei che si evitasse, dinanzi al cliente, una magra figura del suo operato.

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Autore Risposta

EALFIN

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 0 -  0 - Inviato: 21 Aprile 2017 alle ore 18:42

Se è già "un eseguito riconfinamento" non puoi pretendere di poter variare i confini esistenti solo perchè i tecnici precedenti e/o i possessori hanno riconfinato in maniera difforme rispetto alla mappa catastale (la quale per legge è carta straccia in mancanza di qualsiasi mezzo di prova e in mancanza di confini ben definiti e delimitati, ovviamente).

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SIMBA4

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28 Agosto 2015 alle ore 16:02

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 0 -  0 - Inviato: 21 Aprile 2017 alle ore 18:58

"prisma81" ha scritto:
Come da titolo, imbarazzante, mi ritrovo a dover verificare per un cliente, un già eseguito riconfinamento di un confine composto in parte da "linea di impianto" ed in parte da linea nata da "frazionamento post circolare 88", che è stato eseguito con rollina metrica e misure prese con il righello da mappa catastale nuova (..e fotocopiata...), e con l'unica misura riferita ad uno spigolo di fabbricato edificato, e messo in mappa (tra le altre cose con un posizionamento della sagoma totalmente errato) circa dieci anni fa.

vale la pena spiegare, in disparte, l'errore di partenza al tecnico o,magari, è tempo perso?

Dico questo per evitare di dover, dopo aver eseguito tutte le operazioni (recupero mappa impianto, recupero frazionamento, rilievi topografici, georeferenzazioni, elaborazioni e risultanze) dovermi, a posteriori, trovarmi in un imbarazzante confronto con l'altro tecnico di cui, a prescindere da questo evento, vista la sua anzianità professionale e vorrei che si evitasse, dinanzi al cliente, una magra figura del suo operato.





Salve

Al tuo quesito è difficile rispondere perchè noi non sappiamo come reagirà l'altro tecnico quando e se gli parlerai privatamente.

Ma il punto non è questo, tu devi svolgere il tuo incarico così come ti è stato affidato, le tue rimostranze le devi giustificare con una esauriente relazione che descriva ciò che hai fatto, oltre ad elaborati tecnici che allegherai a supporto della relazione.

Saluti cordiali

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prisma81

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06 Maggio 2016 alle ore 13:49

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 0 -  0 - Inviato: 21 Aprile 2017 alle ore 19:23

Salve a tutti, il mio voleva essere da un lato una sorta di sfogo professionale e dall'altro una richiesta

per quanto riguarda il giusto atteggiamento da tenere, anche per deontologia, nei confronti di un collega che, magari in buona fede, ha operato in un settore cosi delicato in maniera del tutto errata.

Purtroppo, poi, questi tecnici, vuoi perchè di georeferenzazione, coordinate, rototraslazione e bla bla bla, i committenti non ne capiscono nulla e sono portarti a guardarci con diffidenza, vuoi perchè piu' anziani e magari offrono metodi caserecci che, ad una persona non pratica possono sembrare perfini piu' logici (misuro dal fabbricato al confine...è cosi' semplice!!) ci ritroviamo a non essere neanche apprezzati.

tutto qui )

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EALFIN

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03 Dicembre 2006

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 0 -  0 - Inviato: 21 Aprile 2017 alle ore 21:00

In materia di riconfinazioni quasi mai fra colleghi vi è sintonia. Ognuno dice la sua. Quello che è importante è che se una riconfinazione sia già stata eseguita in precedenza (previa apposizione di termini, previa sottoscrizione di un verbale di riconfinazione, ecc.) e una delle parti dopo qualche tempo vuole rivedere il tutto, non avrà poi molte speranze di modificare quanto già eseguito in precedenza. Siccome parli di un "già eseguito riconfinamento" presumo che sia stato effettuato un riconfinamento in precedenza ma il tuo cliente vuole rivedere il tutto per via di approssimazioni effettuate in sede di individuazione in campagna della linea catastale della mappa. Ebbene, se non vi è l'accordo di tutte le parti, un confine già definito in precedenza, non corrispondente alla mappa, non può essere modificato in seguito. Non è detto che è sempre il vecchio tecnico in sopralluogo quello che può far fare brutta figura all'altro collega o meglio quello che insiste per far prevalere le proprie tesi. Io che esercito da diversi anni sai quanti giovani o coetanei mi sono capitati nelle riconfinazioni e che hanno sostenuto con insistenza le loro tesi e le loro misure, ad esempio prendendo (con scalimetri, ecc.) come riferimenti per le misure le linee, triplici, fabbricati, ecc. ricavati dalla mappa Wegis o dalle ormai estinte mappe cartacee di visura ben arrotolate a forma di cilindro di piccolo diametro (chi lo fa si becca un bel simil "vaffa" da me alla presenza di tutte le parti), prendendo come punti di appoggio i confini o gli assi di strade pubbliche, ignorando la presenza di elementi inconfondibili quali recinzioni, canaline di irrigazione soprelevate da terra, impianti di vigneti, ecc. (anche quando posti in opera da oltre un ventennio).

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geogradi

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 0 -  0 - Inviato: 26 Ottobre 2017 alle ore 20:27

Forse si voleva dire che la Mappa è carta straccia in presenza di altri elementi. in linea con lart 950 cc, che la vede un po' come ultima spiaggia.

a parte questo io ci tenevo a dire una cosa in particolare anche se il post è vecchio.

Un conto è non fare discussioni con il collega davanti al suo cliente e un conto è dirgli come stanno le cose, dopo al telefono o di persona!

Non dobbiamo lasciar passare ste cose, altrimenti tra 20 anni saremo ancora qui a discutere sul metodo quando invece dovremmo trovarci in campo a mediare le spanne!



poi altra cosa che ritengo importante.

esempio nel tuo caso.. confine già discusso 10 anni fa, facendo pure finta che si possa materialmente ed economicamente ridiscuterlo nonostante lo stato dei luoghi modificato, facendo finta che non ci siano verbali o altro firmati ecc, puoi anche andarlo a ritirare sto libretto che è gratuito, magari trovi oltre al punto di confine, un tombotto battuto, un muro un qualcosa che permette magari di fare una preverifica con la rotella metrica cosi da dare più informazioni al tuo cliente in merito alla convenienza nel procedere oltre.

Ovviamente le indagini vanno pagate, ma se scopri da quel poco che hai, che non potrai migliorare la situazione attuale, che rilievi devi fare?



Morale, non so bene se sia il tuo caso ma a volte vale la pena proporre al cliente indagini preventive che, ancorchè onerose, sono economicamente molto meno importanti di una prestazione completa e danno maggior soddisfazione al cliente soprattutto nel caso in cui scopre che pagare di più non gli avrebbe dato di più.

E dopo te ne esci con la frase, vede... se avesse chiamato un altro l'avrebbe indirizzata verso un procedimento completo per nulla. Se lo ricordi! hehe

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SERGIO_1971

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LE LANGHE

 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2017 alle ore 07:32

Come già detto l'argomento è vecchio e chi l'ha proposto ha gia' abbandonato la scena......

Ma per la precisione ........ i dieci anni (più volte citati) erano trascorsi dall'inserimento in mappa del fabbricato che è stato utilizzato dal tecnico di controparte come riferimento per determinare il confine e non dal momento in cui il confine è stato determinato con accordi (verbali, strette di mano, apposizione termini, etc.).

Io penso che la controparte avesse all'epoca apposto dei termini provvisori e che il tecnico della controparte, nel presentarli e nel proporli al cliente di PRISMA81 (magari proprio su sua richiesta) abbia spiegato il procedimento con il quale è arrivato a tale ri-determinazione del confine.

Quindi io penso che PRISMA81 avesse tutto il diritto e fosse nel momento giusto e nel posto giusto, come tecnico incaricato da una delle due parti interessate alla ri-determinazione del confine, per poter intervenire e dire la sua. Prima in privato con il tecnico di controparte, in ossequio alle norme di buon comportamento tra colleghi, e poi, in caso di inefficacia del primo tentativo, se i termini apposti dalla controparte fossero stati effettivamente errati avrebbe potuto ufficialmente intervenire, tramite ad esempio l'invio di una R.R. alla controparte, dichiarando come unilaterale e non accettato dal proprio cliente il confine materializzato in loco, intimando alla controparte di rimuovere nel più breve tempo possibile i termini provvisori apposti, dichiarando la metologia adottata dal tecnico di controparte non adeguata agli "standard di qualità delle attività professionali svolte dai Geometri" pubblicati dal C.N.G. ed, in ultimo, illustrando le metologie corrette ed i relativi risultati su adeguati elaborati grafici redatti sulla base di tutti i rilievi e documenti necessari.

Se l'avventura di PRISMA81 ha avuto una continuazione noi siamo qui in attesa dei suoi racconti....

Buona giornata

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geogradi

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31 Ottobre 2008

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Parma

 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2017 alle ore 10:31

certo SERGIO non ho nulla da eccepire. A volte si riportano in auge post vecchi non per rispondere direttamente a chi ha postato, solo per far emergere alcuni concetti.

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