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Argomento: Frazionamento errato, come risolvere?
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1760mm
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17 Gennaio 2024 alle ore 05:07
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"kemplen" ha scritto: "1760mm" ha scritto: P.S. Non vorrei urtare nessuno con le mie domande, sto solo cercando di chiarirmi le idee per evitare una causa (attualmente siamo in mediazione), e capire se casi analoghi siano già accaduti e come si siano risolti. Tranquillo, a me almeno non mi "urtano" questo tipo di quesiti. In ogni caso ha ragione Rubino quando dice che, quesiti come questo, nei forum possono trovare solo indicazioni di carattere generale. Per avere suggerimenti specifici bisognerebbe infatti conoscere a fondo tutti gli elementi della questione: vedere la situazione materiale sul posto, sapere ciò che sostengono i due proprietari interessati, avere sotto mano il frazionamento e la mappa, ecc., ecc. Tuttavia, da quello che scrivi, mi sembra di capire che tu dai per scontato che il confine sia da determinare sulla base del frazionamento che citi. Ti dico questo perché, invece, come forse saprai, a norma dell’art. 950 del codice civile, la ricostruzione della linea catastale viene presa in considerazione solo nel caso in cui non sussistano altri elementi oggettivi (sia materiali che documentali, incluse le testimonianze). Presumo quindi che tu abbia già escluso l’esistenza di tali elementi, giusto? Se così, rispondo a questo tuo passaggio: "1760mm" ha scritto: Ora la questione è che se prendo per buona la dividente in base alle coordinate riportate nel frazionamento, in base a quei 3 pf che non collimano, anche tutti i terreni intorno avrebbero i confini da spostare di 3 m. Se prendo per buona la dividente riportata nell'elaborato grafico, tutti i confini intorno corrispondono, i pf intorno corrispondono, solo i famosi 3 pf da cui è nata questa dividente non collimano e sarebbero da rettificare. Ribadendo che è sempre difficile rispondere senza aver analizzato in concreto il tutto, vorrei capire cosa intendi per “coordinate riportate nel frazionamento”. Intendi le coordinate che dà Pregeo dopo aver georiferito il frazionamento ai PF? Se così, sei fuori strada completamente perché la dividente non va ricostruita in funzione dell’inquadramento cartografico che ne fa il Catasto, va ricostruita in base alle misure indicate nel TF (immagino che il tuo tecnico si sia procurato il libretto Pregeo, giusto?), le quali misure, se il TF stesso è richiamato nell’atto di trasferimento (lo e?) manifestano la volontà delle parti nel definire la linea stessa. Quello che dovrebbefare il tuo tecnico, a mio avviso, è rifare ex novo anche lui il rilievo che ha fatto il tecnico del TF e poi sovrapporre questo suo nuovo rilievo a quello del TF, ma utilizzando per quest’ultimo solo le misure e non le coordinate a valle di qualsiasi elaborazione, tanto meno quella di Pregeo che si basa appunto sull’inquadramento ai PF. Questa sovrapposizione (da farsi mediante rototraslazione ai minimi quadrati), fornirà gli scarti sui punti di appoggio e questi permetteranno di fare le opportune considerazioni. Qui mi fermo perché non ha alcun senso procedere oltre senza avere questo riscontro. geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 kemplen81@gmail.com Il confine potrebbe essere desunto dalle ortofoto storiche dove si vede una diversa colorazione dovuta alle diverse lavorazioni tra un uliveto e l'altro. Non è materializzato con termini altrimenti non staremmo a parlarne. Per coordinate intendevo le misure riportate nel frazionamento, in contrasto con l'elaborato grafico. Il rilievo col GPS l'ha fatto ma non essendo la dividente materializzata sul posto cosa potrebbe rilevare? Lo strumento porta a mettere la dividente dove dice la grafica.
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kemplen
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"1760mm" ha scritto: Da quello che ho capito nel frazionamento del 2000 sono presenti solo quei 3 PF e sul posto non collimano. Dovresti rispondere a questa domanda di EFFEGI: "EFFEGI" ha scritto: Nel T.F. del 2000 oltre ai 3 PF e ai punti della dividente sono stari rilevati altri punti nelle vicinanze della dividente (esempio qualche altro fabbricato vicino, qualche termine, qualche fosso, etc, etc)? Infatti, se nel TF fossero presenti altri punti stabili (altri spigoli di fabbricato non PF, spigoli di recinzioni, ecc.) diventa possibile riprodurre sul posto le misure del TF appoggiandosi a tali punti, lasciando perdere i PF. "1760mm" ha scritto: Se l'elaborato grafico riportava la volontà dell parti allora in una eventuale causa, che vorrei evitare, è l'elaborato grafico da tenere in considerazione? E se le misure dello stesso frazionamento non corrispondono all'elaborato grafico se ne può pretendere la rettifica? Mi sembra che la (animata) discussione sul TF (elaborato grafico, ecc.) ti porti ad accumulare confusione. Quel tecnico ha indicato la dividente mediante delle misure (cioè numeri, non grafica) che ha codificato nel libretto Pregeo. Tu devi riprodurre sul posto quelle misure per ricostruire la linea che lui ha generato. Ora, se le distanze ai PF sono sballate (perché, come è stato già ipotizzato, il tecnico le ha ricavate a tavolino), devi cercare dei punti di aggancio che lui ha realmente rilevato. Se tali punti esistono (domanda di EFFEGI), devi rilevarli anche tu (inteso il tuo tecnico) e sovrapporre il rilievo del TF al tuo (valutando gli scarti su detti punti comuni). Questo ti permette di ricavare le misure per ricostrire sul posto la dividente e vedere finalmente dove casca. Questo è a mio avviso quello che devi fare come prima operazione. La discussione se il TF va annullato / rettificato riguarda il Catasto non la ricostruzione del tuo confine. geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 kemplen81@gmail.com
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st-topos
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Lei non è sordo, non vuole sentire ...... Nel suo caso, visto che il confine del frazionamento non è materializzato, vale quello scritto nel libretto delle misure. A questo punto le repliche sono finite....attendere la prossima stagione teatrale
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1760mm
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"st-topos" ha scritto: Guardi sig. 1760mm cortesemente si rilegga tutti gli interventi. Mi sembra, tranne piccole incomprensioni di Cassini, che la problematica sia stata sviscerata. Mi permetto di aggiustare il suo ultimo concetto: L'elaborato grafico del frazionamento rappresenta la volonta delle parti nella stesura del rogito redatto. Se la posizione attuale della dividente non corrisponde allo stato dei luoghi, le parti, di comune accordo, rifanno frazionamento e rogito. E' chiaro adesso Nel rogito non si richiama il frazionamento, si fa riferimento solo alle 2 particelle frazionate che devono essere di pari area e vengono divise tra 2 proprietari. Mi spiego meglio: esisteva un'unica particella, col frazionamento diventano 2, nell'atto vengono spartite queste 2 particelle di cui si dice l'estensione senza richiamare il frazionamento. Le parti per ora non trovano accordo (si è in mediazione), l'una si rifà all'elaborato grafico del frazionamento e dice che il confine è là, l'altra si rifà alle misure contenute nel frazionamento stesso e dice che il confine è spostato di 3 metri. Come si trova la quadra? Da profano della materia penso che Cassini abbia inquadrato il problema, si è commesso volutamente un errore nelle misure per spostare il confine di 3 m. Solo che nell'elaborato grafico non si è potuto esplicitare questa cosa altrimenti sarebbe balzata agli occhi anche dei profani come me.
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1760mm
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"EFFEGI" ha scritto: "1760mm" ha scritto:
Il mio primo geometra prima mi disse che il confine si trovava là dove è stato messo nell'elaborato grafico ed io anche ero convinto della cosa. Poi in segreto si incontrò con la controparte e fece la proposta di mettere il confine sulla mezzeria tra le due file di alberi, ovvero secondo quello che ho scooperto ora essere l'elaborazione numerica. Ho scoperto che si era incontrato con la controparte ed ho cambiato tecnico. Il mio attuale geometra mi ha spiegato cosa è avvenuto nel frazionamento del 2000 e cioè quello che ho scritto prima e che ho spiegato a voi. La questione e se intraprendere la strada di far cadere quel frazionamento (imbroglio) del 2000 o se trovare un accordo in base alle elaborazioni sbagliate di quel frazionamento. Voi cosa ne pensate? Nel T.F. del 2000 oltre ai 3 PF e ai punti della dividente sono stari rilevati altri punti nelle vicinanze della dividente (esempio qualche altro fabbricato vicino, qualche termine, qualche fosso, etc, etc)? Si è stato battuto tutto lo stato di fatto.
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EFFEGI
f.g.
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@Kemplen Per chiarezza di lettura di chi legge puoi correggere il 2° tuo riporto a mio nome in quanto è l'autore che ha fatto qeull'affermazione non io. "1760mm" ha scritto: Si è stato battuto tutto lo stato di fatto. Scusami se ritorno su questo punto. Cosa intendi per "stato di fatto"? Io non intendo i punti della dividente.... ma ALTRI PUNTI oltre i 3 PF ed oltre i picchetti "virtuali" della dividente.
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rubino
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"1760mm" ha scritto: "st-topos" ha scritto: Guardi sig. 1760mm cortesemente si rilegga tutti gli interventi. Mi sembra, tranne piccole incomprensioni di Cassini, che la problematica sia stata sviscerata. Mi permetto di aggiustare il suo ultimo concetto: L'elaborato grafico del frazionamento rappresenta la volonta delle parti nella stesura del rogito redatto. Se la posizione attuale della dividente non corrisponde allo stato dei luoghi, le parti, di comune accordo, rifanno frazionamento e rogito. E' chiaro adesso Nel rogito non si richiama il frazionamento, si fa riferimento solo alle 2 particelle frazionate che devono essere di pari area e vengono divise tra 2 proprietari. Mi spiego meglio: esisteva un'unica particella, col frazionamento diventano 2, nell'atto vengono spartite queste 2 particelle di cui si dice l'estensione senza richiamare il frazionamento. Le parti per ora non trovano accordo (si è in mediazione), l'una si rifà all'elaborato grafico del frazionamento e dice che il confine è là, l'altra si rifà alle misure contenute nel frazionamento stesso e dice che il confine è spostato di 3 metri. Come si trova la quadra? Da profano della materia penso che Cassini abbia inquadrato il problema, si è commesso volutamente un errore nelle misure per spostare il confine di 3 m. Solo che nell'elaborato grafico non si è potuto esplicitare questa cosa altrimenti sarebbe balzata agli occhi anche dei profani come me. La quadra, probabilmente, sta qui, nella premessa della circolare 2/88 (prot. n. 4A/763 26 febbraio 1988): PREMESSA Nella precedente Circolare Ministeriale n. 2 del 15.1.1987, unitamente alle prime disposizioni riguardanti l'allestimento degli atti connessi al lavoro preparatorio degli Uffici, si è accennato alle possibilità di gestire con opportune procedure e mezzi di calcolo adeguati, appositamente predisposti, la trattazione degli atti di aggiornamento. Si è altresì posto in evidenza l'importanza di utilizzare quali elementi di elaborazione le informazioni metriche contenute nel documento tecnico di aggiornamento—direttamente osservate sul terreno—senza modificare tali elementi con alcuna operazione di compensazione che potrebbe essere suggerita dalla preesistente realtà grafica della mappa; sono fatte salve, ovviamente e come chiarito nella Istruzione per il rilievo catastale di aggiornamento, quelle correzioni suggerite dal tipo di proiezione cartografica che potrebbero rendersi eventualmente necessarie per misure di distanze ragguardevoli. Sulla base delle norme appresso descritte, il professionista dovrà considerare l'immobile oggetto di misurazione, seppure compiutamente espresso nella forma e nella superficie, indipendente dall'ambito cartografico; dovrà comunque individuare e misurare la maglia dei punti fiduciali contenente l'oggetto del rilievo, fornendo solo le misure direttamente osservate e considerare i punti medesimi quali elementi topografici di raccordo tra i diversi rilievi, ignorandone cioè anche in questo caso, la loro posizione cartografica. E facoltà del professionista fornire le coordinate dei punti rilevati, purché espresse in un sistema di riferimento preventivamente concordato con l'Ufficio attraverso la scelta del punto fiduciale origine e del punto fiduciale di orientamento. Tali coordinate non potranno intendersi sostitutive, ma solo integrative degli elaborati relativi alle osservazioni di campagna. La circolare 2/88, da cui ho stralciato la premessa, è l'alba della nuova procedura, che si basa proprio sul concetto che la mappa, la cartografia catastale, non ha il vaore di verità assoluta e che questa sta, come scrive kemplen nell'intervento delle 17,24, nelle misure indicate nel libretto di campagna: queste sono la vera dimostrazione del frazionamento. Mi meraviglio che 36 anni dopo ancora discutiamo di queste cose e non s'è capito ancora che la proposta di aggiornamento cartografico (quello che lei chiama elborato grafico) rappresenta il migliore adattamento alla mappa.
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Pippocad
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Südtirol
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"1760mm" ha scritto:
Nel rogito non si richiama il frazionamento, si fa riferimento solo alle 2 particelle frazionate che devono essere di pari area e vengono divise tra 2 proprietari. Mi spiego meglio: esisteva un'unica particella, col frazionamento diventano 2, nell'atto vengono spartite queste 2 particelle di cui si dice l'estensione senza richiamare il frazionamento. Le parti per ora non trovano accordo (si è in mediazione), l'una si rifà all'elaborato grafico del frazionamento e dice che il confine è là, l'altra si rifà alle misure contenute nel frazionamento stesso e dice che il confine è spostato di 3 metri. Come si trova la quadra? Se nel rogito non viene citato il frazionamento (ma anche se fosse stato citato, ma nel frattempo fossero cambiati i proprietari) il frazionamento è considerato alla stregua di MAPPA. Il frazionamento è inserito in un contratto tra due parti. Comunque sia... la grafica di un frazionamento non vale nulla. Al limite valgono solo le misure. Pertanto prima della MAPPA viene tutta la parte dell’art. 950 c.c. che dice "Ogni mezzo di prova è ammesso". Cosa significa "Ogni mezzo di prova è ammesso"? che puoi usare tutta la FANTASIA che vuoi per dimostrare dov'è il confine. Evidenze in loco, testimonianze, ortofoto, urbanistica, mappa, ecc. Il giudice potrà usare anch'esso un tot di FANTASIA sentenziando. Ovvero potrà dare più peso a testimoni, ad una ortofoto, alla mappa o al frazionamento. Come si trova la quadra? Per mia esperienza trovando un accordo extragiudiziale. Perché è una materia imponderabile. Sulla base di quello che scrivi dubito che qualcuno (che abbia un briciolo di esperienza) ti possa dire come andrà a finire.
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kemplen
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"1760mm" ha scritto: Nel rogito non si richiama il frazionamento, si fa riferimento solo alle 2 particelle frazionate che devono essere di pari area e vengono divise tra 2 proprietari. Mi spiego meglio: esisteva un'unica particella, col frazionamento diventano 2, nell'atto vengono spartite queste 2 particelle di cui si dice l'estensione senza richiamare il frazionamento. Beh, se il rogito cita le "particelle frazionate", il frazionamento diventa comunque il documento di riferimento (sempre che non sussistano altri mezzi di prova, ovviamente). Dico questo perché la superficie non può essere utilizzata per sancire il confine in quanto coinvolgerebbe anche tutti gli altri lati delle particelle. "1760mm" ha scritto: Le parti per ora non trovano accordo (si è in mediazione), l'una si rifà all'elaborato grafico del frazionamento e dice che il confine è là, l'altra si rifà alle misure contenute nel frazionamento stesso e dice che il confine è spostato di 3 metri. Sì, ma mi sembra di aver capito che lo spostamento di 3 metri derivi dalle misure errate ai PF (probabilmente fatte a tavolino). Come dicevo, dovresti verificare se il TF contiene altri punti di riferimento che permettono di escludere i PF sballati e ricostruire il confine con detti punti di riferimento (vedi qui sotto). "1760mm" ha scritto: Da profano della materia penso che Cassini abbia inquadrato il problema, si è commesso volutamente un errore nelle misure per spostare il confine di 3 m. Solo che nell'elaborato grafico non si è potuto esplicitare questa cosa altrimenti sarebbe balzata agli occhi anche dei profani come me. Io starei molto, ma molto attento, prima di avanzare una simile bassezza perché potresti incorrere in una denuncia penale. Se prima non operi le opportune verifiche, non puoi formulare simili accuse. "EFFEGI" ha scritto: @Kemplen Per chiarezza di lettura di chi legge puoi correggere il 2° tuo riporto a mio nome in quanto è l'autore che ha fatto qeull'affermazione non io. Hai ragione, scusami, errore da copia/incolla, ho corretto. "1760mm" ha scritto: Si è stato battuto tutto lo stato di fatto. "EFFEGI" ha scritto: Scusami se ritorno su questo punto. Cosa intendi per "stato di fatto"? Io non intendo i punti della dividente.... ma ALTRI PUNTI oltre i 3 PF ed oltre i picchetti "virtuali" della dividente. Concordo. Infatti, come dicevo nel post precedente, la presenza di ALTRI PUNTI effettivamente rilevati dal tecnico del PF è l'unica possibilità di ricostruire la linea secondo il suo rilievo. Solo dopo questa verifica si potranno trarre delle conclusioni. geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 Email: kemplen81@gmail.com Web
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cassini
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Lamporecchio
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"1760mm" ha scritto: Il confine conteso è nato da un frazionamento del 2000 e riguarda 2 uliveti. La dividente e stata calcolata sulla base di 3 pf, 2 fabbricati ed un termine di confine, che però sono gli unici 3 che non collimano sul posto. Nello stesso frazionamento, nell'elaborato grafico, la stessa dividente è stata posta diversamente dalle coordinate calcolate. Perciò esiste già una contraddizione all'interno dello stesso frazionamento che diede origine alla dividente. Quello che penso io è che all'epoca del frazionamento è stato fatto un imbroglio/errore che però nell'elaborato grafico è stato occultato. @Effegi Riporto quanto 1760 aveva asserito. @1760mm e tutti Stiamo deragliando. Rubino si sa che la grafica dei nuovi aggiornamenti non conta niente. Ma la successiva Circolare del 1992 fortemente voluta da PD Tani (disse: si chiude la stalla quando i buoi sono scappati) imponeva l'aggancio della nuova geometria a particolari topocartografici vicini per non degradare la mappa. Il caso di 1760mm l'ho già vissuto molte volte, purtroppo. Vi dico com'è andata (gli do un buon 90% di probabilità). Il tecnico redattore del Frazionamento è andato in campagna, ha rilevato l'oggetto del rilievo e qualche punto intorno per l'inserimento in mappa. E' ritornato in studio, ha prelevato le coordinate dei Punti Fiduciali dalla Taf e poi ha prelevato le coordinate di mappa (Impianto o Wegis non lo so) dei punti topocartografici rilevati, ha messo erroneamente in relazione capra e cavoli, ha inventato nuove stazioni e letture sui PF dal software. Risultato un minestrone come quello descritto da 1760mm. Minestrone perché così facendo non risulta omogeneo nella sua totalità tutto il rilievo. I PF sono snodati dal resto. Questo è successo. E tutto ciò per guadagnare tempo e mantenere i costi bassi. Questi non sono topografi. Perché un topografo non farebbe mai una boiaccata simile. Ma vi dico che ne ho visti tenti così e alla ricostruzione le dividenti risultavano sempre traslate di 1,2, 3 o più metri, come è logico che sia.
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cassini
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"1760mm" ha scritto: Da profano della materia penso che Cassini abbia inquadrato il problema, si è commesso volutamente un errore nelle misure per spostare il confine di 3 m. Solo che nell'elaborato grafico non si è potuto esplicitare questa cosa altrimenti sarebbe balzata agli occhi anche dei profani come me. Io non credo "volutamente". Io penso maldestramente e il tutto dovuto alla impreparazione topografica di chi ha fatto il rilievo.
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rubino
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(GURU)
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"cassini" ha scritto: "1760mm" ha scritto: Il confine conteso è nato da un frazionamento del 2000 e riguarda 2 uliveti. La dividente e stata calcolata sulla base di 3 pf, 2 fabbricati ed un termine di confine, che però sono gli unici 3 che non collimano sul posto. Nello stesso frazionamento, nell'elaborato grafico, la stessa dividente è stata posta diversamente dalle coordinate calcolate. Perciò esiste già una contraddizione all'interno dello stesso frazionamento che diede origine alla dividente. Quello che penso io è che all'epoca del frazionamento è stato fatto un imbroglio/errore che però nell'elaborato grafico è stato occultato. @Effegi Riporto quanto 1760 aveva asserito. @1760mm e tutti Stiamo deragliando. Rubino si sa che la grafica dei nuovi aggiornamenti non conta niente. Ma la successiva Circolare del 1992 fortemente voluta da PD Tani (disse: si chiude la stalla quando i buoi sono scappati) imponeva l'aggancio della nuova geometria a particolari topocartografici vicini per non degradare la mappa. Il caso di 1760mm l'ho già vissuto molte volte, purtroppo. Vi dico com'è andata (gli do un buon 90% di probabilità). Il tecnico redattore del Frazionamento è andato in campagna, ha rilevato l'oggetto del rilievo e qualche punto intorno per l'inserimento in mappa. E' ritornato in studio, ha prelevato le coordinate dei Punti Fiduciali dalla Taf e poi ha prelevato le coordinate di mappa (Impianto o Wegis non lo so) dei punti topocartografici rilevati, ha messo erroneamente in relazione capra e cavoli, ha inventato nuove stazioni e letture sui PF dal software. Risultato un minestrone come quello descritto da 1760mm. Minestrone perché così facendo non risulta omogeneo nella sua totalità tutto il rilievo. I PF sono snodati dal resto. Questo è successo. E tutto ciò per guadagnare tempo e mantenere i costi bassi. Questi non sono topografi. Perché un topografo non farebbe mai una boiaccata simile. Ma vi dico che ne ho visti tenti così e alla ricostruzione le dividenti risultavano sempre traslate di 1,2, 3 o più metri, come è logico che sia. E meno male che si sa. A me pare che la vicenda si possa disporre su due piani: la volontà di una parte di imporre per verità l'aggiornamento cartografico, e se non sbaglio concordiamo nel non dare valore alla proposta di aggiornamento, quindi una prima risposta potemmo tirarla fuori: ha valore il libretto di campagna. Il secondo layer riguarda l'attendibilità proprio delle misure in esso contenute. L'obbligo di inserire i punti di aggancio (i cosidetti punti vertice e punti direzione) rispondeva allo scopo di avere disponibili, NEL LIBRETTO, punti esistenti in loco di qualità topometrica omologa agli altri in modo da poter desumere, sempre ed esclusivamente da quella fonte, i punti di riferimento utili all'eventuale ricostruzione del confine in caso di scomparsa dei PF, il degrado della mappa era ed è irrecuperabile; se fosse stata attendibile non avremmo "orienta" e "adatta".
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cassini
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Forse mi sono espresso male e chiedo venia. Cerco di rimediare. La proposta d'aggiornamento non ha valenza metrica, ci mancherebbe altro. Ma una valenza indicativa ce la può avere di come si intendeva dividere il lotto. Come ce l'hanno le superfici in questo caso che dovevano essere uguali. La Circolare 2/92 era indirizzata si alla ricostruzione in loco della geometria ma era anche indirizzata a non degradare oltre la mappa. E questo potrebbe essere "indicativo" di come si volevano dividere le particelle.
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cassini
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Lamporecchio
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@ 1760mm Mi ripeto: Io credo che il frazionamento oggi sia inidoneo per le misure disomogenee sui PF a individuare la dividente. Se fosse stato soggetto a collaudo sarebbe stata inserita la riserva 5. Quindi, mediazione o non mediazione, causa o non causa, CTU o non CTU, i passaggi opportuni sarebbero quello di rettificare il frazionamento correggendo le misure sui PF e materializzare in loco la dividente coerente con i punti vicini. Poi se qualcuno si vuol far male che se lo faccia. E in questo strano paese ci sta che dal torto possa trovare anche chi gli da ragione.
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1760mm
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"cassini" ha scritto: @ 1760mm Mi ripeto: Io credo che il frazionamento oggi sia inidoneo per le misure disomogenee sui PF a individuare la dividente. Se fosse stato soggetto a collaudo sarebbe stata inserita la riserva 5. Quindi, mediazione o non mediazione, causa o non causa, CTU o non CTU, i passaggi opportuni sarebbero quello di rettificare il frazionamento correggendo le misure sui PF e materializzare in loco la dividente coerente con i punti vicini. Poi se qualcuno si vuol far male che se lo faccia. E in questo strano paese ci sta che dal torto possa trovare anche chi gli da ragione. Soggetto a collaudo da parte di chi del catasto? Ed è una cosa opzionale il collaudo o si fa sempre? Lo devo chiedere io?
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