Ciao Ragazzi.
Mi fa molto piacere vedervi così attenti a questo argomento perché si tratta di un tema (i calcoli che esegue Pregeo) che qui su Geolive dibattiamo da anni, ma senza mai mettere in atto dei test rigorosi che possano dirimere la questione in maniera oggettiva. Finora ci siamo tutti limitati a dire:
Secondo me, Pregeo fa così ..., dandone opinioni anche radicalmente diverse, come sta emergendo anche da questi vostri ultimi post, che riprendo nel seguito.
Io mi sono quindi proposto di sviluppare una verifica effettiva, mettendo a confronto (a parità di dati di partenza) Pregeo con gli algoritmi consolidati in letteratura tecnica per i vari calcoli.
Alla fine organizzerò un seminario online (webinar), del tutto gratuito, in cui esporrò i risultati di questo lavoro. E penso anche che il mio Presidente di Collegio non avrà problemi ad autorizzarmi all'accreditamento presso il CNGeGL per rilasciare anche i CFP in funzione delle ore di corso.
Quindi, se mi darete una mano in questo lavoro, ad esempio inviandomi esempi e prove svolte da voi, sarà mia cura esaminare il vostro materiale ed includerlo nel seminario, citandone ovviamente la paternità.
Detto questo, passo a commentare alcuni vostri passaggi.
"totonno" ha scritto:
Un rilievo sul posto si può sempre simulare, oppure prendere un libretto con le misure già effettuate.
Totonno, non c'è bisogno di simulare, io di rilievi effettivi per lavori di riconfinazione ne ho da vendere, e penso che il test più utile sia proprio quello che evidenzia la diversa posizione in cui cascherebbe il confine tra Pregeo e gli algoritmi dettati dalla letteratura tecnica.
Però può essere che serva anche qualche simulazione. Sai perché dico questo?
Perché in altri test di questo tipo che ho svolto in passato, mi sono reso conto che spesso, utilizzando un caso reale, certe incongruenze non emergono in quanto vengono nascoste dalla bassa entità degli scarti. Per cui, a volte, per capire le reali differenze di un software o di un procedimento, è necessario simulare un caso volutamente esasperato in cui tali differenze si palesano in maniera evidente. E penso che anche nel caso di Pregeo occorrerà ricorrere a questo espediente (vedi oltre).
"totonno" ha scritto:
Un rilievo simulato può essere di tipo semplice, celerimetrico, due stazioni, con due punti di dettaglio e tre vertici di inquadramento con coordinate locali fisse. Vediamo di quanto differiscono le risultanze della posizione dei punti di dettaglio tra pregeo e il calcolo algoritmico.
Ok, da questo tuo passaggio capisco che i test da fare sono due:
1) Verificare, a parità di rilievo, le diversità di coordinate risultanti dal calcolo di Pregeo rispetto a quelle risultanti da un normale calcolo topografico. Il tutto nelle due situazioni di aggancio o meno ai PF.
2) Verificare, sempre a parità di rilievo, le diversità di coordinate di un confine ricostruito con Pregeo rispetto a quelle risultanti dall'applicazione degli algoritmi di cui in letteratura tecnica. Questo secondo test potrà essere sdoppiato nei due casi: confine da mappa e confine da rilievo precedente (TF).
Fatemi sapere se concordate su questa impostazione o se avete integrazioni da proporre.
"robeci" ha scritto:
L'entità della differenza tra le coordinate elaborate con pregeo ed altro software topografico, dipende anche dove si trovano i punti in esame rispetto ai vertici d'inquadramento.
È vero, questa casistica possiamo risolverla esaminando più lavori che abbiano configurazioni diverse.
"EFFEGI" ha scritto:
Pregeo è un OTTIMO software di calcolo topografico propedeutivo all'inserimento in mappa dei tipi di aggiornamento che noi tecnici andiamo a redigere.
Solo per questa finalità è nato pregeo, e posso anche accettare che lo si defisca l'unico ufficiale per effettuare queste operazioni di inserimento in mappa, ma non posso accettarlo per altre operazioni ben lontane dalla filosofia per cui lo stesso è stato concepito.
Fausto, naturalmente concordo in toto e penso che ormai questa valutazione sia ampiamente condivisa anche dai colleghi. Dopodiché saranno i test di cui sopra che dimostreranno (con i numeri e non con le opinioni) quanto sia vera (o meno).
"EFFEGI" ha scritto:
Totonno a seguito di quanto sopra, non è facile fare una verifica delle discordanze tra Pregeo e altri software, proprio perchè i fattori di cui ai punti 1), 2) e 3) variano da caso a caso.
Esatto, Fausto, non è per niente facile sviluppare questa verifica, c'è da lavorare parecchio, ma io sono più che disponibile a farlo (passione pura). Se poi mi date una mano anche voi inviandomi vostre prove o esempi, mi darete un po' di sollievo.
"EFFEGI" ha scritto:
Pertanto, mi permetto di consigliare a Gianni, avendo a disposizioni svariati casi di riconfinazioni, di scegliere un caso in cui questi fattori siano un pò più marcati, proprio per evidenziare ulteriormente le discordanze di Pregeo nell'ambito dei rilievi per le riconfinazioni.
Non ho nessun problema, come dicevo, di casi ne ho da vendere, e potrò selezionarne più d'uno per fare un test esaustivo nelle diverse situazioni di partenza.
"BiagioOmbrin" ha scritto:
Non sono invece d'accordo con tutti coloro che nei precedenti interventi hanno sostenuto che Pregeo applica la variazione di scala al rilievo.
E' UNA GROSSA BUFALA! e sfido chiunque a voler dimostrare l'applicazione del coefficiente di scala al rilievo.
Mario, questo lo vedremo dai test.
Io stesso non ho mai sviluppato un test esaustivo come quello che vi sto proponendo qui. Però in tutti i raffronti che ho svolto con Pregeo (con aggancio ai PF), ho sempre visto le figure storpiarsi rispetto alla loro geometria reale, come del resto dice Roberto:
"robeci" ha scritto:
Se volete vedere un chiaro esempio di come pregeo distorge le figure e quindi le coordinate con l'elaborazione, provate a disegnare una particella all'interno dei vertici di inquadramento e poi controllate come varia la superficie in base alla quota del rilievo oppore delle coordinate assegnate agli stessi vertici di inquadramento (TAF)
Un esempio lampante di questa storpiatura è il seguente (si può realizzare sul posto ma anche simulare):
Vai in campagna, in una zona ricca di PF, e tracci un rettangolo perfetto usando la terna pitagorica, cioè due triangoli rettangoli di lati 30, 40, 50 m, con l'ipotenusa (50 m) in comune. Lo rilevi, unitamente a diversi PF di inquadramento, e poi elabori il tutto con Pregeo.
A quel punto vediamo se ti torna il rettangolo perfetto che avevi in campagna, oppure se te lo trovi sghembo e di quanto. Poi provi a utilizzare certi PF al posto di altri e verifica se la nuova figura, oltre che corrispondere al rettangolo reale, corrisponde a quella ricavata dai primi PF.
"BiagioOmbrin" ha scritto:
A Gianni trasmetterò prossimamente un esempio a dimostrazione di quanto sopra sostenuto.
Non vedo l'ora.
A presto,
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
Email: kemplen81@gmail.com