Al di là di aver mai sostenuto o pensato che "riconfinare sia difficile" il messaggio è sicuramente rivolto a NOI.
Ma ciò non mi infastidisce più di tanto, anzi.
Fin da bambino, sono sempre stato portato a fare le cose difficili, mi appagava di più risolverle che non quelle facili.
Il problema però non sta tanto nel determinare se riconfinare sia difficile o facile perché la difficoltà è relativa a chi fa le cose: se sei preparato le superi, se non lo sei non le superi.
Ed è quì la sostanza della questione.
Gianni dice: Carlo, invece, ultimamente l'ho visto più deciso a reagire.
E' vero.
Mi sono chiesto più e più volte cosa fosse giusto fare per rispondere alle picconate alla casa comune che altri avevano cominciato a costruire (Tani e Costa) e alla quale anche io, Leo e Gianni (per la parte di calcolo ma non meno importante) stavamo portando il nostro umile mattoncino.
Mi sono anche chiesto cosa avrebbero fatto loro se fossero stati ancora vivi.
E allora il 19 Agosto del 2010 ho scritto all'autore di quel testo che avevo letto d'un fiato indicandogli delle gravi inesattezze riportate.
Visto e considerato che la risposta era stata abbastanza languida ho reiterato, alla luce di nuovi accadimenti che leggerete sotto, mettendo per conoscenza il Presidente del CNG, i consiglieri Bruno Razza e Giuliano Villi, oltre a Gianni e Leo.
Proprio stamani ho inviato nuova lettera dicendo che procedo nei propositi e siccome a questo forum non ho mai fatto mancar niente ecco quà la lettera del 24 Marzo 2011.
Egr. Geom. Pino Mangione
Visto e considerato che la mia precedente e personale lettera del 19 Agosto 2010 non ha sortito nessun effetto benefico se non una Sua languida risposta “Ringrazio per le precise osservazioni che rispetto ma non condivido”, reitero l’invito a rivedere il testo da Lei scritto “Nuove Tecniche di Riconfinamento” edito da Maggioli.
Questa volta metto per conoscenza il Presidente del CNG+GL Fausto Savoldi, i Consiglieri Nazionali Bruno Razza e Giuliano Villi, i colleghi Leonardo Gualandi e Gianni Rossi che hanno condiviso con me la scrittura del testo “La Teoria e la pratica nelle Riconfinazioni” sempre edito da Maggioli.
Come ebbi modo di dirLe già con la precedente, questa materia, fragile per certi versi, perché basata non su regole scritte ma sulla competenza di chi la pratica, competenza che spazia dalla Cartografia, alla Topografia, al Diritto, alla storia del Catasto non aveva bisogno di quel libro che Lei ha scritto.
E badi bene, tutti saremmo ben lieti che ci fossero colleghi che scrivendo un testo, riuscissero a portare un mattoncino alla costruzione della casa comune.
Perché torno a scriverLe oggi?
Perché proprio ieri è arrivato il bollettino SIFET con un estratto di quel testo.
Estratto che Lei stesso gli ha inviato incurante dei danni che tutto ciò può causare.
Vede, collega, Lei mi rispose con “Ringrazio per le precise osservazioni che rispetto ma non condivido” come se l’argomento in questione fosse soggetto a punti di vista.
Il titolo “Nuove tecniche di riconfinamento” è, seppur da me non condiviso, un punto di vista; l’aver scritto a pagina 9 “Diffida da chi ti dice che riconfinare è difficile:non vuole che tu impari” è, seppur da me non condiviso, un punto di vista; ma le osservazioni che io Le feci non riguardavano punti di vista.
Erano osservazioni circostanziate a sue gravi inesattezze citate nel libro.
Le riporto nuovamente a chi legge per la prima volta:
[quote]Pag. 24 – Check list documentazione probante – ultimo punto
Se non esiste documentazione probante, realizzare un lucidino copiando fedelmente uno stralcio della mappa originale compreso il reticolo delle coordinate o, in alternativa, chiedere, le coordinate necessarie in catasto.[/quote]
Come si fa a parlare di lucidini? Fare un lucidino vuol dire aggiungere errore ai dati di Impianto. Errore da ridisegno della mappa.
Quindi è veramente inaccettabile che in un testo che ha l'obbligo del rigore tecnico e pratico si parli di lucidini.
[quote]Pag. 28 – Rilievo di inquadramento
Se è indispensabile, usare dei punti lontani come trigonometrici calcolando le prima stazione con un’intersezione del caso (apertura a terra, Pothenot, Hansen, ecc.). Conviene comunque effettuare misure sovrabbondanti di verifica (questa metodologia è da usare solo in casi estremi in cui non esistono punti di appoggio vicini.[/quote]
Gli schemi di rilievo e di calcolo Apertura a Terra (singola), Pothenot e Hansen non danno risultanze attendibili nelle riconfinazioni. Ritengo che sia molto meglio, visti i problemi riguardanti la contestualità della mappa, prelevare ed usare punti nei fogli limitrofi rispetto a eseguire operazioni di quel tipo.
[quote]Pag. 38 – Sull’apertura a Terra – Perché non farla.
………….. Non vorrei che passasse l’idea che questa metodologia è errata nella sostanza, o che il calcolo sia errato (anche per essere esatto devono verificarsi diverse condizioni, es. angolo interno tra 30 e 170 gradi, coordinate esatte, punto lontano non esageratamente lontano, ecc.), ma di sicuro quando è possibile bisogna evitarla ed usare metodi più moderni e sicuri (come il rilievo celerimetrico locale prima consigliato).[/quote]
Come si fa a dire "punto lontano non esageratamente lontano"?
Tutti abbiamo sempre detto che il punto lontano più lo è, meglio è, perché riesce a svolgere più correttamente il suo compito di bloccare le rotazioni.
E più sotto sempre allo stesso punto:
[quote]Se proprio si deve usare questa tecnica (non esistono altri punti di appoggio in zona), almeno cerchiamo di completare le operazioni battendo magari più punti vicini….. [/quote]
Quali sarebbero gli altri punti vicini da utilizzare in mancanza di quelli validi? Quelli di aggiornamento? Dovrebbe conoscere la scarsissima attendibilità di quei punti.
[quote]Pag. 43 – riguardo alla ricostruzione di atto di aggiornamento anteriore alla circolare 2/88
Nel nostro caso abbiamo ottenuto dei buoni risultati e quindi possiamo procedere. Altrimenti, ricordiamo che, provato il falso, si può chiedere al Giudice l’autorizzazione a usare la mappa, in quanto la documentazione probante non è attendibile.[/quote]
Questo passaggio ha dell'incredibile. Se si nota che l'atto di aggiornamento ha delle forti incongruenze (??!!??) si deve chiederne il collaudo e l'annullamento con apposizione di riserva 5 e tutto ciò che ne consegue.
Sennò si riconfina sulla base di quei dati che non saranno tutti errati.
Lì sta la bravura del tecnico.
La procedura indicata da Lei nel testo è risibile.
Andare a prendere delle coordinate affette dallo stesso errore dell'atto fasullo alle quali si aggiungono gli errori di redazione del mod. 51 e quelli del tecnico che l'ha riportato in mappa oltre a quelli conosciuti della mappa di visura è quantomeno diabolico.
Noi siamo tecnici e non possiamo limitarci ad eseguire una sentenza se la riteniamo non corretta da un punto di vista tecnico.
[quote]Pag. 46 – riguardo alla ricostruzione di atto di aggiornamento posteriore alla circolare 2/88 tra i punti a sfavore
Eccessivo adattamento di quanto rilevato alla situazione di mappa.[/quote]
Cosa c'entrano la mappa e i recenti adattamenti che siamo costretti a fare con le riconfinazioni di linee posteriori alla Circolare 2/88? Per riconfinare dette linee bisogna solo e soltanto riferirsi a dati analitici che si trovano all’interno del libretto delle misure.
[quote]Pag. 54 – riguardo alla ricostruzione di confine di mappa –
Le coordinate di mappa possono essere ricavate in più modi:
• Richiedendole in modo ufficiale in catasto – Questo rende univoca la cosa ……..verificare che non ci siano errori grossolani e , una volta concordata la validità con la parte avversa, utilizzarle.
• Direttamente sulla mappa originale – In questo caso io consiglio di prendere le coordinate usando un’unica origine (stesso incrocio di parametri), in modo da avere dati coerenti. Infatti, è noto che le linee che rappresentano i parametri non sono esattamente distanti 10 cm. (disegnati male, deformazione avvenuta nel tempo, ecc.) se il confine da ripristinare è compreso in più quadranti del reticolo delle coordinate e se si usano diverse origini del reticolo stesso per ricavare le misure: sicuramente le coordinate non saranno omologhe. Cerco di spiegarmi meglio: se calcolo le coordinate da origini di reticolo diverse, esse saranno affette da errori ed arrotondamenti diversi dipendenti dalla poca precisione del reticolo. Se invece sono prese tutte da un’unica origine, pur se affetta da errori, tutti i punti avranno lo stesso errore e sarà più facile in fase di innesto verificare l’evenienza e correggere la cosa.
• Calcolare le coordinate in modo informatico – In questo caso è necessario acquisire con uno scanner lo stralcio di mappa (possibilmente un lucido copiato dalla mappa……….) e di seguito georeferenziando la stessa con procedure affidabili, che possano prendere in considerazione più punti di coordinate note, realizzare un’omografia dell’immagine. I punti da usare per l’omografia devono essere ben distribuiti sull’intera immagine scegliendo sicuramente dei punti marginali ed almeno uno verso il centro dell’intero disegno.
Quest’ultima possibilità sembra essere la migliore, perché lascia poche interpretazioni all’operatore, in quanto sistema gli errori dei parametri, e di conseguenza tutti i punti vengono calcolati in modo omogeneo.[/quote]
Questa è una vera e propria mitragliata di inesattezze.
Richiedere coordinate "ufficiali" al Catasto vuol dire mettersi nelle mani di chissà chi.
Una volta che scegli quella via ti può capitare di tutto, anche quello che ho sentito da un dirigente dell'ADT in un nostro Convegno; e cioè che lui le faceva prelevare sulla mappa digitalizzata perché era l'ultima e la più precisa.
La 2a procedura con unico punto di origine anche se i punti sono in più parametri è incommentabile. E’ contro ogni logica, ogni norma e ogni prassi. Sappiamo bene che le deformazioni della mappa non sono né costanti né isotrope; inoltre sappiamo anche dalle Istruzioni Ministeriali e dalle testimonianze di chi quelle mappe le ha realizzate, che delle imperfezioni dei parametri rientranti nelle tolleranze (quelle fuori furono scartate) ne fu tenuto di conto. Quindi le sue considerazioni sono non corrette e fuorvianti.
La 3a procedura sempre con il lucidino altrettanto incommentabile per i motivi riportati nella mia prima osservazione riguardo a ciò che è scritto a Pag. 24.
[quote]Pag. 55 – Rilievo di Inquadramento
Non dare per scontato che le coordinate dei Trigonometrici siano esatte; se è possibile, e se rappresentati nelle mappe, consiglio di effettuare una veloce verifica grafica per evitare errori grossolani.[/quote]
Se Lei avesse posto attenzione a quello che dice come chi fece le monografie dei Punti Trigonomentrici e sul loro contenuto sarebbe stato un gran bel testo.
[quote]Pag. 73 – Su altri punti di appoggio da prendere in seconda ipotesi
- fabbricati non d’impianto ma oggetto di aggiornamenti cartografici successivi;[/quote]
I punti di aggiornamento successivi all'Impianto sappiamo bene come sono stati riportati in mappa, soprattutto in una certa epoca, quindi non hanno attendibilità certa.
[quote]Pag. 75 – Errori nelle verifiche eseguite durante il tracciamento –
Il metro di misura per capire se si possa considerare valido quanto attualmente tracciato, può essere la tolleranza per le distanze prevista dalla nuova normativa catastale.[/quote]
E' sbagliato a priori parlare di tolleranze nelle riconfinazioni perché bisogna parlare di tollerabilità degli scarti sempre premesso che la riconfinazione va sempre eseguita.
Entrando poi nel merito delle tolleranze della nuova normativa catastale, esse furono pensate per operazioni anche con teodolite e stadia, quindi obsolete dopo 22 anni e con le strumentazioni moderne.
[quote]Pag. 77 – Conclusione – Citazioni
Dopo Tani e Costa
Mangione: Nella reale impossibilità di determinare in modo univoco il confine, è importante eseguire quanto necessario in modo che nessuna delle operazioni svolte possa essere contestata [/quote]
Se Lei esegue quelle operazioni del testo, sarà contestato molto spesso.
Sinceramente speravo che queste mie osservazioni avessero contribuito a Sue riflessioni in merito, ma purtroppo così non è stato.
Lei ha perseverato fino al punto di inoltrare estratto del libro alla Sifet.
Nell’inoltrare questa mia alla conoscenza del Presidente Savoldi e dei Consiglieri Razza e Villi, ho la speranza che queste autorità la invitino, anche Loro, ad un più rigoroso rispetto della nostra categoria.
Non si fa una bella figura, infatti, scrivendo e pubblicando codeste inesattezze.
Non ce l’ha ordinato il medico di scrivere dei libri o tenere dei Convegni se non ci sentiamo all’altezza del compito.
E pertanto, per il bene che voglio a questa materia e alla professione che svolgo, qualora niente accadesse di sensato e mi riferisco alla correzione del testo, mi sentirei autorizzato, nei Convegni che terrò, a citarne alcuni passaggi mettendo in risalto le criticità in essi contenute.
Questa è la lettera che ho inviato.
Penso che in essa sia racchiuso lo spirito di ciò che penso e la volontà a sventare quelle picconate che Lui voleva dare.
Cordialmente
Carlo Cinelli