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Autore Riconfinazioni - Glossario

geocinel
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Inviato: 11 Febbraio 2008 alle ore 16:10

Affidabilità è l’attitudine, l’idoneità di un punto ad essere utilizzato come riferimento per una riconfinazione; solo per quello scopo in modo specifico e non in senso generale. Esprime la certezza della oggettiva individuazione del punto e la precisione della sua “relazione di posizione” che lo lega al confine da determinare, intesa quindi come locale coerenza con questo e non come assoluta precisione nei confronti della rete geodetica. Tale affidabilità può essere numericamente espressa da un “peso metrico”.

Peso metrico, Nel presente testo è definito da un numero proporzionale alla affidabilità, come sopra precisata, del punto d’appoggio preso in considerazione. E’ attribuito dal perito incaricato della riconfinazione e non ha nulla a che vedere con il codice di attendibilità (da 1 a 12 o da 20 a 68 ) dei punti fiduciali.
La precisione con sui una misura determina la posizione di un confine è data, in grandissima prevalenza, dalla precisione del punto di appoggio cui si riferisce.
Pertanto, per analogia col peso metrico delle misure, il peso di un punto d’appoggio è quantitativamente determinato dell’inverso del quadrato dell’errore che si ipotizza contenuto nel punto stesso (P=1/eqm²). Ciò significa che un punto cui si attribuisce una precisione doppia, rispetto ad un altro, avrà un peso quadruplo (si ripete che la precisione deve essere intesa non in senso assoluto, ma come relativa coerenza delle coordinate del punto d’appoggio con quelle dei vertici del confine).
E’ sufficiente che il peso sia espresso da due cifre significative.

Autocontrollato. Intendiamo un rilievo eseguito con elementi esuberanti e tali da consentire un controllo intrinseco delle misure. L’autocontrollo può essere realizzato attraverso la ripetizione delle misure o mediante l’adozione di uno schema di tipo autocontrollato.
Nell’eccezione comune si una spesso, con significato analogo, il termine “iperdeterminato”, nella sottintesa ipotesi che le misure esuberanti di controllo siano utilizzate anche per migliorare i risultati del rilievo (cosa non sempre facile con procediemtni manuali di calcolo).

Iperdeterminato. Un rilievo è iperdeterminato quando le misure esuberanti non sono relegate a pura funzione di controllo, ma sono utilizzate anche per un compensazione intrinseca migliorativa dei risultati. Nel qual caso è buona norma associare ai risultati il rispettivo scarto quadratico medio, a scopo di controllo.

Schema di rilievo. Qui si intende quello “principale” ovvero “d’inquadramento”, che è costituito dalla struttura, di allineamenti o poligonali (anche di un sol vertice), che collega i punti d’inquadramento del rilievo. Uno schema è “autocontrollato” quando di esso si misura, almeno, un elemento esuberante (lato o angolo). Lo schema è detto “rigido” se, utilizzando esclusivamente gli elementi del rilievo, si riesce a determinare la posizione di tutti i punti oggetto del rilievo, prescindendo dalla circostanza che alcuni di essi siano già di posizione nota.

Grafico. Modo, normalmente impreciso, di rappresentare una grandezza su un supporto piano o di desumerla dallo stesso supporto.

Analitico. Un dato è analitico quando scaturisce dalla diretta elaborazione degli elementi del rilievo e ne conserva tutta la precisione, non essendo alterato dall’imprecisione del graficismo. E’ espresso ovviamente sotto forma numerica.

Numerizzato. E’ un dato espresso formalmente sotto forma di numero, ma effetto da tutta l’imprecisione del graficismo. Tipico il catasto geometrico informatizzato, ottenuto per digitalizzazione delle preesistenti mappe cartacee.

Cartografico. Attributo riferito ad elementi (coordinate, distanze, angoli, superfici) riguardanti la rappresentazione cartografica. Nella migliore delle ipotesi, cioè quando sono “numerici” (e non numerizzati), tali elementi sono affetti dagli errori commessi nei rilievi e da una calcolabile deformazione sistematica, spesso modesta, in funzione del particolare sistema di rappresentazione adottato (/prevalentemente Cassini-Soldner e Gauss-Boaga). Quando gli elementi cartografici sono di natura grafica o numerizzata, contengono anche il ben più consistente errore di graficismo commesso dal disegnatore che ha allestito o aggiornato la carta, cui vanno aggiunti gli errori di riproduzione della medesima e quelli di “lettura” delle grandezze desunte.
Il termine, sinonimo di “impreciso”, nella problematica delle riconfinazioni, si contrappone a “topometrico”.
L’attributo “assolute”, spesso attribuito alle coordinate cartografiche non sembra sia il più appropriato.

Topometrico. Attributo riferito ad elementi (angoli, distanze e loro derivati) direttamente o indirettamente misurati sul luogo (topos) e semplicemente ridotti all’orizzonte (e non a livello del mare). Tali elementi sono affetti dalla sola imprecisione insita nella metodologia del rilievo. Per esempio, sono o dovrebbero essere, topometriche le misure indicate in un tipo di frazionamento, quando non è presumibile siano inaffidabili.

Topocartografico. Particolare della rappresentazione di mappa riscontrabile sul luogo.

Documento probante. E’ il documento adottato come mezzo di prova per la riconfinazione. I documenti probanti possono essere di natura descrittiva, di natura topometrica (planimetria quotata, tipo di aggiornamento catastale, registri e abbozzi di rilievo della mappa, ecc.) e di natura cartografica (p. es. la rappresentazione di mappa, foss’anche numerizzata).

Direzione azimutale (o direzione orizzontale o direzione angolare). Valore angolare, letto in campagna osservando un punto. Equivale all’angolo di cui la direzione zero del cerchio orizzontale, spesso casualmente collocata, deve ruotare in senso orario per sovrapporsi alla direzione al punto osservato.

Azimut (in mancanza di specificazione si sottintende quello cartografico). E’ l’angolo orizzontale che una certa direzione forma con la direzione al Nord cartografico assunta come asse polare. E’ espresso con segno algebrico positivo o negativo a seconda che la direzione generatrice, partente dal Nord, deve ruotare in senso orario o antiorario per sovrapporsi alla direzione presa in considerazione.
Se, invece della direzione al Nord, si assume come asse polare una direzione qualsisi, anche arbitraria,l parleremo di azimut fittizio o di angolo di direzione.

Correzione azimutale o correzione d’orientamento (Co). La correzione d’orientamento di tipo cartografico, in una determinata stazione tacheometria, rappresenta il disorientamento di cui, in quella stazione, è affetta la direzione zero del cerchio azimutale rispetto alla direzione del Nord cartografico.
Essa si ottiene, rispetto ad una determinata direzione nota, dalla sottrazione:
direzione azimutale meno azimut, entrambi riferiti alla stessa direzione nota preferibilmente determinata da un punto lontano.
La correzione d’orientamento serve, fra l’altro, a calcolare gli azimut di tutte le direzioni ai punti rilevati da una stazione, sapendo che:
azimut = (direzione azimutale – correzione d’orientamento).
Ciò come premessa al calcolo delle coordinate cartografiche dei punti rilevati.
La correzione azimutale è di tipo “interno” quando è calcolata con riferimento ai punti d’appoggio (come, p. es. nella rototraslazione) ed è di tipo “esterno” quando è riferita a punti d’orientamento lontani.
Ogni direzione presa a riferimento fornisce un valore diverso della correzione azimutale. Nel giudicare la tollerabilità degli scarti si tenga conto che questi sono dei natura cartografica e sono, fra l’altro, inversamente proporzionali alla reciproca distanza dei punti che determinano la direzione.
La correzione azimutale è “fittizia” quand’è rapportata alla direzione dell’asse delle ordinate di un sistema locale arbitrario, cui si vuol riferire un rilievo. In questo caso le eventuali diverse direzioni prese a riferimento, essendo dati topometrici, forniscono scarti nulli o, nei rilievi iperdeterminati, scarti rapportati alla precisione del rilievo.

Baricentro. Letteralmente “centro del peso”, il baricentro di un certo numero di punti (normalmente punti d’appoggio di un rilievo) è dato dalla media delle loro coordinate (distintamente in X e in Y). Nulla a che vedere col baricentro della figura piana che il collegamento dei punti potrebbe rappresentare. Se vogliamo attribuire ai punti un diverso peso, la media anzidetta sarà quella ponderale.
Ai fini dei calcoli, un rigido blocco di punti d’appoggio può essere sostituito dal loro baricentro, così come, in statica, una serie di forze può essere sostituita dalla loro risultante. Si tratta poi di sostituire, alle varie osservazioni angolari e lineari rilevate ai diversi punti, la sola osservazione fittizia calcolata ( e non meno reale) relativa al baricentro. Il risultato è del tutto equivalente, ma viene a mancare un controllo di congruenza fra le coordinate dei vari punti e gli elementi del rilievo ad essi riferiti.

Compensazione. La compensazione intrinseca, sempre opportuna, consiste nell’adottare la media delle misure iperdeterminate e realizza un miglioramento della precisione del rilievo.
La compensazione cartografica (estrinseca) ha sempre l’effetto di adattare la figura rilevata alla corrispondente rappresentazione cartografica. Essa rompe il rapporto di biunivoca corrispondenza fra le misure del rilievo e le coordinate dei punti battuti.

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P.D. Tani



N.B. Questo glossario, ripreso dal libro di P.D. Tani "Aspetti tecnici dell'azione di regolamento di confini", costituirà la base di futuri ampliamenti a cura del sottoscritto e di chi vorrà partecipare.

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geocinel

Ultimo aggiornamento: 30 Aprile 2013 alle ore 18:51
 
 

 

 

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