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Autore Riconfinazione bosco

AntoFe

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29 Settembre 2012 alle ore 09:54

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 0 -  0 - Inviato: 25 Ottobre 2013 alle ore 12:33

Buongiorno a tutti, nella mia vita professionale ho eseguito opere di tracciamenti, rilievi catastali e rilievi planoaltimetrici ma non ho mai avuto modo di eseguire riconfinazioni, questa premessa per dirvi che le nozioni di topografia e catasto non mancano, ho avuto modo di leggere guide, informarmi e di ricercare alcuni post qui sul forum quindi il quesito che vi pongo è dovuto alle circostanze in cui si trova il mio terreno.


Devo quindi riconfinare un terreno di 1500mq, che sarà oggetto di compravendita, il quale è situato all' interno di un bosco accessibile neanche per via aerea, tanto è vero che il cliente non sa neanche in che punto del bosco si trova.

L' unico dato che abbiamo, è la mappa catastale e la mappa d' impianto

Il terreno è proprio sul confine di un altro foglio, nel raggio di 200 metri non esiste nulla, solo fogliame ed alberi, neanche un sentiero, l' unico punto di riferimento è un punto fiduciale il quale risulta essere un termine di confine di un terreno posto a circa 150 metri dal mio lotto ed un punto trigonometrico posto su un altro foglio e a 450 metri.

Se può esser utile alla discussione, possiedo una stazione totale TS con lettura senza prisma fino a 400 m


La domanda che vi chiedo è:

Non avendo alcuna documentazione probante o che identifichi in qualche modo termini del lotto da riconfinare, data l' unica circostanza a mio favore quale l' autonno/inverno che sfoltisce il bosco da fiori, foglie e rovi ed avendo quindi solo mappe catastali e d' impianto, quale procedura devo adottare per la riconfinazione?

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Autore Risposta

sese67

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 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2013 alle ore 09:57

Dipende dal grado di precisione che intendi raggiungere o che ti chiedono i committenti.

Da quello che dici, per una verifica abbastanza speditiva puoi usare l'apertura a terra singola, utilizzando il termine che deve essere di impianto ed il trigonometrico (un po' troppo vicino) ma se durante i rilievi trovi qualche altro termine puoi optare per aperura a terra multipla.

Quando sei in loco controlla lo stato dei luoghi, dalle mie parti gli appezzamenti boschivi erano divisi da elementi naturali quali centro vallette scolo acque, sommità costoni in roccia Perché, Controlla anche lo sviluppo delle piante, glia appezzamenti in passato sono stati tagliati in epoche differenti nota.

Comunque ricerca ove possibile altri punti di appoggio e trigonometrico a maggior distanza.

saluti

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sese67

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 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2013 alle ore 09:57

saluti

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AntoFe

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 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2013 alle ore 20:53

"sese67" ha scritto:
Dipende dal grado di precisione che intendi raggiungere o che ti chiedono i committenti.

Da quello che dici, per una verifica abbastanza speditiva puoi usare l'apertura a terra singola, utilizzando il termine che deve essere di impianto ed il trigonometrico (un po' troppo vicino) ma se durante i rilievi trovi qualche altro termine puoi optare per aperura a terra multipla.

Quando sei in loco controlla lo stato dei luoghi, dalle mie parti gli appezzamenti boschivi erano divisi da elementi naturali quali centro vallette scolo acque, sommità costoni in roccia Perché, Controlla anche lo sviluppo delle piante, glia appezzamenti in passato sono stati tagliati in epoche differenti nota.

Comunque ricerca ove possibile altri punti di appoggio e trigonometrico a maggior distanza.

saluti





Grazie per l' intervento, giusto per rinfrescarmi un po' la memoria ci sono delle operazioni che non mi sono ancora chiare. Ossia come usare l' apertura a terra singola.

Ricapitolando, queste saranno le operazioni da effettuare

Come prima cosa, dato che sono confini risalenti alle mappe d' impianto recupererò su quest ultime le coordinate cartografiche di: punti di appoggio, trigonometrico e confini da tracciare creando il mio "sistema mappa"

Dopodiche effettuerò il mio primo rilievo, rilevando quasi sicuramente con più stazioni il mio unico termine e quindi punto di appoggio ed il mio trigonometrico.

Avrò il mio rilievo celerimetrico con la mia poligonale, il termine ed il trigonometrico da me rilevato, quindi avranno tutti coordinare riferito al mio sistema locale creato con la stazione 100 e quindi coordinate 0,0,0 (sistema rilievo)

A questo punto non capisco bene come usare l' apertura a terra singola o multipla in caso di ulteriore punto di appoggio, quali punti utilizzare al fine del calcolo e per calcolare cosa?

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sese67

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 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2013 alle ore 21:40

L'apertura a terra singola utilizza le coordinate del punto vicino e del punto lontano (orientamento) per il calcolo delle coordinate della stazione.

Il limite sta nel fatto che il risultato non e' controllabile in quanto non vi è alcun controllo e possibilita' di verifica sull'affidabilità della posizione del punto di appoggio (Termine)

Quindi è meglio avere almeno 3 punti (apertura a terra multipla) in modo da calcolare 3 copie di coordinate della stazione e verificare eventuali incongruenze.

A dimenticavo, nel caso che il rilievo sia una poligonale di stazioni, devi calcolare il rilievo come se fosse eseguito daun unica stazione ed il calcolo ti serve a determinare le coordinate della stazione.

Conoscendo queste e le coordinate dei punti del confine procedi con il tracciamento ed il gioco e' fatto.

saluti

w

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AntoFe

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29 Settembre 2012 alle ore 09:54

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 0 -  0 - Inviato: 27 Ottobre 2013 alle ore 21:55

"sese67" ha scritto:
L'apertura a terra singola utilizza le coordinate del punto vicino e del punto lontano (orientamento) per il calcolo delle coordinate della stazione.

Il limite sta nel fatto che il risultato non e' controllabile in quanto non vi è alcun controllo e possibilita' di verifica sull'affidabilità della posizione del punto di appoggio (Termine)

Quindi è meglio avere almeno 3 punti (apertura a terra multipla) in modo da calcolare 3 copie di coordinate della stazione e verificare eventuali incongruenze.

A dimenticavo, nel caso che il rilievo sia una poligonale di stazioni, devi calcolare il rilievo come se fosse eseguito daun unica stazione ed il calcolo ti serve a determinare le coordinate della stazione.

Conoscendo queste e le coordinate dei punti del confine procedi con il tracciamento ed il gioco e' fatto.

saluti

w





ok, fin qui quindi tutto chiaro, il calcolo mi serve per trovare le coordinate della mia stazione 100 nel sistema di riferimento delle mappe d' impianto giusto?

Ma che senso ha calcolarmi le coordinate della mia stazione se sovrapponendo il mio rilievo alla mappa posso ricavarmi i punti del confine per poi trasportarli nel mio sistema di riferimento 0,0,0 e iniziare a tracciare?

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sese67

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 0 -  0 - Inviato: 28 Ottobre 2013 alle ore 07:47

Il nocciolo e' proprio questo, le mappe sono state disegnate a mano con un imprecisione di graficismo, le coordinate delle stazioni sono state disegnate correggendo le imprecisioni del reticolo parametrico, hanno subito nel tempo delle deformazioni dovute ad invecchiamento, umidita' etc. quindi per il loro utilizzo vanno corrette.

La correzione delle mappe ed il calcolo analitico ti consente di considerare e correggere queste situazioni.

Quello che tu proponi e' una semplice sovrapposizione, che puo" andar bene per una prima valutazione dei risultati o per un controllo speditivo dei confini, che magari per il tuo caso puo' anche andare bene essendo un bosco .

Per chiarirti le idee ti consiglio di leggere il libro di Cinelli, Gualandi, Rossi, sull'argomento edito dalla Maggioli.

saluti

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AntoFe

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 0 -  0 - Inviato: 28 Ottobre 2013 alle ore 09:12

"sese67" ha scritto:
Il nocciolo e' proprio questo, le mappe sono state disegnate a mano con un imprecisione di graficismo, le coordinate delle stazioni sono state disegnate correggendo le imprecisioni del reticolo parametrico, hanno subito nel tempo delle deformazioni dovute ad invecchiamento, umidita' etc. quindi per il loro utilizzo vanno corrette.

La correzione delle mappe ed il calcolo analitico ti consente di considerare e correggere queste situazioni.

Quello che tu proponi e' una semplice sovrapposizione, che puo" andar bene per una prima valutazione dei risultati o per un controllo speditivo dei confini, che magari per il tuo caso puo' anche andare bene essendo un bosco .

Per chiarirti le idee ti consiglio di leggere il libro di Cinelli, Gualandi, Rossi, sull'argomento edito dalla Maggioli.

saluti





Il libro l' ho mandato già a prendere questo fine settimana in quanto dopo aver letto qualche commento sembrava davvero interessante.

Per ritornare a noi ora è tutto chiaro, probabilmente l' unica difficoltà sarà partire con una stazione in prossimità del confine da tracciare, difficoltà dovuta al fatto che sul posto definire qual è la zona più vicina al confine sarà impesa ardua

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 28 Ottobre 2013 alle ore 10:13

Eccomi.

Arrivo tardi ma arrivo. Forse è l'età. Dopo i 50 anni si comincia ad avere meno fiato.

Mi sembra che sese67 abbia dato delle indicazioni valide. Solo da integrare.

Quando si ricostruiscono linee di mappa riferite a terreni di così basso valore come il bosco bisogna essere chiari con il committente.

Queste operazioni, ancorché relative alla mappa di Impianto, e quindi, spesso, le più facili da eseguire rispetto alla ricostruzione di atti di aggiornamento, sono costose e a volte per il committente non valgono in relazione al vaolre del terreno stesso.

2000 mq di bosco possono valere nella migliore delle ipotesi 4.000 €. . Una prestazione di riconfinazione del genere dai 1.000 € in sù.

Quindi a volte, tiro un'eresia, potrebbe anche essere sufficiente un'allincirca eseguito con i GPS tascabili (precisione intornoai 5 metri). Per avere cognizione di dove si trova il terreno.

Veniamo però al caso di fattispecie e nell'eventualità che il committente è un facoltoso e vuole che noi gli ricostruiamo la linea catastale indipendentemente dalla notula.

Le mie personali indicazioni sono:

1) prelevare le coordinate sulla mappa di Impianto. Se hai solo il cartaceo lo devi fare direttamente lì sopra a meno che non ti facciano una fotocopia (meglio scura per vedere i parametri). Se hai il file raster lo puoi georeferenziare sui parametri per restituire la sua originaria dimensione. Ricordiamoci come sia le deformazioni del supporto, sia quelle deriventi dal disegno vanno nella medesima direzione e possono essere corrette attraverso la georeferenziazione sui parametri.

2) Sulla stessa mappa o su altro (schema delle poligonali originarie quando presenti) verificherei l'andamento delle stesse per vedere se i due punti di inquadramento di cui parla AntoFe hanno una qualsiasi correlazione. E questo sarebbe importante.

3) Eseguirei una poligonale per collegare i due punti di inquadramento ben sapendo che questi schemi di rilievo e di calcolo sono labili e non autocontrollati; quindi portano con sé dei grandi rischi. Se gli scarti mi si presentassero buoni (

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 28 Ottobre 2013 alle ore 10:33

Non capisco cosa sta succedendo. Mi viene tagliata l'ultima parte del messaggio. Continuo qui.


(< 50 cm.) aggancerei il rilievo al punto vicino. Per la natura delle coordinate e per la coerenza di foglio. Se gli scarti fossero superiori valuterei il perché e a quel punto prenderei le dovute contromisure.


4) Eseguirei il tracciamento, o in coordinate catastali, o in coordinate locali. Non c'è differenza. Bisogna aver chiaro come se qualcosa va rettificato, questa è la mappa e non il rilievo.

Queste indicazioni sono sulla base delle informazioni di AntoFE precisando come in primis cercherei altri punti di appoggio per la labilità degli schemi di rilievo e di calcolo dell'apertura a terra singola e della poligonale non orientata.

Cordialmente

Carlo Cinelli

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AntoFe

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 0 -  0 - Inviato: 29 Ottobre 2013 alle ore 14:31

"geocinel" ha scritto:
Non capisco cosa sta succedendo. Mi viene tagliata l'ultima parte del messaggio. Continuo qui.


(< 50 cm.) aggancerei il rilievo al punto vicino. Per la natura delle coordinate e per la coerenza di foglio. Se gli scarti fossero superiori valuterei il perché e a quel punto prenderei le dovute contromisure.


4) Eseguirei il tracciamento, o in coordinate catastali, o in coordinate locali. Non c'è differenza. Bisogna aver chiaro come se qualcosa va rettificato, questa è la mappa e non il rilievo.

Queste indicazioni sono sulla base delle informazioni di AntoFE precisando come in primis cercherei altri punti di appoggio per la labilità degli schemi di rilievo e di calcolo dell'apertura a terra singola e della poligonale non orientata.

Cordialmente

Carlo Cinelli





Buongiorno Geom. Cinelli, inanzitutto grazie anche a lei per il suo parere.

Tutto chiaro comunque, questa mattina facendo un ulteriore giro nel bosco ho riconstatato quale sarà la difficoltà nell' avvicinarsi il più possibile al mio lotto di terreno per posizionare la stazione ed iniziare a tracciare, posso individuare più o meno la zona ma una volta recuparate le coordinate dei confini e preparato il tutto con l' apertura a terra, dovrò procedere a tentativi con il tracciamento dato che traguardare i punti nel bosco sarà un'impresa.

Quindi mi posizionerò sulla mia stazione da cui dovrei iniziare il tracciamento e se sono fortunato ed ho il confine sotto i miei occhi inizio a tracciare in caso opposto mi traccio tante stazioni fino a che graficamente non deduco di essermi avvicinato il mio confine per poi proseguire con il tracciamento vero e proprio del confine.

Cosa ne pensate?

Portatile alla mano e un lavoraccio da chirurgo sicuramente

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sese67

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 0 -  0 - Inviato: 29 Ottobre 2013 alle ore 18:52

A me è capitato alcuni anni fa di utilizzare la procedura da te descritte, io oltre a lanciare la stazione più prossima al confine e registrare le coordinate per poi utilizzarle per la determinazione della stazione nota, battevo anche uno o due punti di controllo, che mi servivano a verificare la precisione dello stazionamento.

All'epoca non utilizzavo il centramento forzato, ti consiglio se possiedi un altro trepiede ed una basetta di utilizzarlo, ti velocizzerebbe sicuramente il lavoro.

saluti

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 29 Ottobre 2013 alle ore 19:28

Ragiono al buio sulle tue indicazioni.

Io mi toglierei dalla testa l'apertura a terra, non ci sono le premesse per una sua efficacia.

Seguirei le indicazioni di Geocinel. Se hai capito, come pare, dov'è circa il tuo bosco, gli passerei dentro con una poligonale che osservi più elementi topocartografici possibile. A quel punto sarai in grado di calcolare le coordinate delle tue stazioni, conoscere l'orientamento dei lati di poligonale e partire alla ricerca dei tuoi confini. Se analiticamente o graficamente, dipende dalla tua organizzazione e dal contesto.

E' un lavoraccio, ma qualcuno deve pur farlo.

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AntoFe

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29 Settembre 2012 alle ore 09:54

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 0 -  0 - Inviato: 29 Ottobre 2013 alle ore 20:31

"samsung" ha scritto:
Ragiono al buio sulle tue indicazioni.

Io mi toglierei dalla testa l'apertura a terra, non ci sono le premesse per una sua efficacia.

Seguirei le indicazioni di Geocinel. Se hai capito, come pare, dov'è circa il tuo bosco, gli passerei dentro con una poligonale che osservi più elementi topocartografici possibile. A quel punto sarai in grado di calcolare le coordinate delle tue stazioni, conoscere l'orientamento dei lati di poligonale e partire alla ricerca dei tuoi confini. Se analiticamente o graficamente, dipende dalla tua organizzazione e dal contesto.

E' un lavoraccio, ma qualcuno deve pur farlo.




L' idea della poligonale vincolata su due trigonometrici l' avevo già presa in considerazione ma nel foglio dove ho il lotto ho un trigonometrico a circa 400 metri dal mio terreno, quindi vicino, e altri trigonometrici sono al di fuori del foglio dove opero, potrebbe essere un problema?

Potrebbe anche esserci l' idea di utilizzare una poligonale chiusa circondando il terreno da li batterei anche più di 3 trigonometrici, ma ognuno su ogni foglio diverso

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sese67

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Alessandria / toporilievi@gmail.com

 0 -  0 - Inviato: 30 Ottobre 2013 alle ore 07:52

Scusate, ma perche' complicarsi la vita per realizzare una poligonale.

La poligonale orientata richiede 4 punti di coordinate note, 2 punti noti di aggancio iniziale e finale e due trigonometrici per orientamento (iniziale e finale).

io piuttosto userei il manufatto ove e' presente il trigonometrico (che da come dici e su stesso foglio) posto a 400 mt. come punto di appoggio ed integrerei il rilievo se possibile con un terzo punto d'appoggio, (cosi' da poter rendere il calcolo controllato) userei per bloccare la rotazione un trigonometrico lontano ed utilizzerei il calcolo molto semplice dell'apertura a terra multipla

Ricordiamoci che per i riconfinamenti e' piu' importante la coerenza locale dei punti di appoggio (vicini al confine) che la precisione assoluta delle coordinate di punti ubicati lontano rispetto all'appezzamento da determinare.

Saluti

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