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Argomento: Regolamento Urbanistico Frazionamento Immobile | Parti Comunicanti

Autore Risposta

MobiusStrip

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21 Novembre 2018 alle ore 22:37

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 11:37

"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
Bella etica professionale voi geometri.



Questa faccio finta di non averla letta.

Saluti



C'è qualcosa di esplicito che potrei chiedere al notaio per avere ulteriori delucidazioni in merito alla casistica ampiamente descritta?

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 12:06

"MobiusStrip" ha scritto:
"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
Bella etica professionale voi geometri.



Questa faccio finta di non averla letta.

Saluti



C'è qualcosa di esplicito che potrei chiedere al notaio per avere ulteriori delucidazioni in merito alla casistica ampiamente descritta?





Direi di no. Comunque il Notaio è la figura meno indicata a darti quella tipologia di informazioni di cui hai bisogno.

Saluti

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 18:35

"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
Bella etica professionale voi geometri.



Questa faccio finta di non averla letta.

Saluti



C'è qualcosa di esplicito che potrei chiedere al notaio per avere ulteriori delucidazioni in merito alla casistica ampiamente descritta?





Direi di no. Comunque il Notaio è la figura meno indicata a darti quella tipologia di informazioni di cui hai bisogno.

Saluti



L'incontro, purtroppo, non è stato molto prolifico. La persona non era effettivamente così preparata come sperassi.

Non si è tanto pronunciata sulla proposta di fusione che fu fatta prima della vendita (per permetterne la vendibilità), bensì sul frazionamento stesso (avvenuto circa una decina di anni fa) che - secondo lui - non poteva avvenire in quanto in contrasto con le norme urbanistiche.

Mah. E' un gran casino.

Per come stanno le cose, ora, l'unica soluzione per non essere tassati ulteriormente sarebbero due:

- Creare una porta di collegamento, accatastando una cucina ed un angolo cottura.

- Non creare una porta di collegamento, ma - contestualmente - non dichiarare una delle due cucine; costituendo, così, zona giorno e zona notte, pur essendo "separate strutturalmente".

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 18:58

"MobiusStrip" ha scritto:

L'incontro, purtroppo, non è stato molto prolifico. La persona non era effettivamente così preparata come sperassi.



A ognuno il suo mestiere. non si può pretendere da un notaio che sappia anche di urbanistica e catasto in modo approfondito.

Cercare di pagare meno tasse è umano, ma nel suo caso si presentano due problemi:

1) L'aprire la porta di collegamento non la garantisce da un ulteriore ripristino di due unità da parte del Catasto.

2) Omettere la presenza di una cucina o angolo cottura rappresenta un falso.

Mi spiace.

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 19:07

"samsung" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:

L'incontro, purtroppo, non è stato molto prolifico. La persona non era effettivamente così preparata come sperassi.



A ognuno il suo mestiere. non si può pretendere da un notaio che sappia anche di urbanistica e catasto in modo approfondito.

Cercare di pagare meno tasse è umano, ma nel suo caso si presentano due problemi:

1) L'aprire la porta di collegamento non la garantisce da un ulteriore ripristino di due unità da parte del Catasto.

2) Omettere la presenza di una cucina o angolo cottura rappresenta un falso.

Mi spiace.



1) Invece sì. Il tecnico che ha eseguito il sopralluogo disse che con l'apertura di una porta si sarebbe potuto risolvere. Poi l'apertura della porta, come già ampiamente detto, farebbe decadere "l'autonomia reddittuaria". Mi sbaglio? Mi spieghi perché, nel caso.

2) E' vero. Ma un escamotage potrebbe esserci: non far installare la tubatura del gas. Che poi io ci vada a costituire un angolo cottura sotto forma di "arredo" e con fornelli elettrici, dal mio punto di vista, è un altro paio di maniche. Ma anche qui sarei lieto di conoscere la normativa in merito.
Voglio dire: in fase di ispezione a loro non basta verificare la presenza degli impianti?

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 19:45

Parlo di garanzia. Se fossi io il suo tecnico non me la sentirei di garantirle il risultato, mi terrei una percentuale di insuccesso, perchè dal mio punto di vista esiste una percentuale di ripristino. Troppo lungo argomentare.

Circa l'escamotage si confronti col suo tecnico, solo voi due potete sapere fin dove potete arrivare.

Mi scusi, ma penso che tutto quello che si poteva dire a distanza è stato detto, non le resta che affidarsi ad un tecnico che prenda in mano la situazione nel dettaglio.

Saluti

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 20:03

"MobiusStrip" ha scritto:
"samsung" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:

L'incontro, purtroppo, non è stato molto prolifico. La persona non era effettivamente così preparata come sperassi.



A ognuno il suo mestiere. non si può pretendere da un notaio che sappia anche di urbanistica e catasto in modo approfondito.

Cercare di pagare meno tasse è umano, ma nel suo caso si presentano due problemi:

1) L'aprire la porta di collegamento non la garantisce da un ulteriore ripristino di due unità da parte del Catasto.

2) Omettere la presenza di una cucina o angolo cottura rappresenta un falso.

Mi spiace.



1) Invece sì. Il tecnico che ha eseguito il sopralluogo disse che con l'apertura di una porta si sarebbe potuto risolvere. Poi l'apertura della porta, come già ampiamente detto, farebbe decadere "l'autonomia reddittuaria". Mi sbaglio? Mi spieghi perché, nel caso.

2) E' vero. Ma un escamotage potrebbe esserci: non far installare la tubatura del gas. Che poi io ci vada a costituire un angolo cottura sotto forma di "arredo" e con fornelli elettrici, dal mio punto di vista, è un altro paio di maniche. Ma anche qui sarei lieto di conoscere la normativa in merito.
Voglio dire: in fase di ispezione a loro non basta verificare la presenza degli impianti?



Siamo nel tragicomico. Ma con chi pensi di avere a che fare ? Con una manica di sprovveduti all'interno dell'Agenzia delle Entrate ?

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Orlando1973

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 20:07

"samsung" ha scritto:
Parlo di garanzia. Se fossi io il suo tecnico non me la sentirei di garantirle il risultato, mi terrei una percentuale di insuccesso, perchè dal mio punto di vista esiste una percentuale di ripristino. Troppo lungo argomentare.

Circa l'escamotage si confronti col suo tecnico, solo voi due potete sapere fin dove potete arrivare.

Mi scusi, ma penso che tutto quello che si poteva dire a distanza è stato detto, non le resta che affidarsi ad un tecnico che prenda in mano la situazione nel dettaglio.

Saluti





Concordo aggiungo , rileggendo la discussione dall'inizio , che se l'u.i. è stata acquistata dopo il DL 78/2010 , l'atto di vendita , nella quale l'acquirente ha sottoscritto la planimetria dichiarando la corrispondenza dei luoghi , e' nullo in quanto già dall'inizio è palese che vi sono 2 u.i. .

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 20:41

"samsung" ha scritto:
Parlo di garanzia. Se fossi io il suo tecnico non me la sentirei di garantirle il risultato, mi terrei una percentuale di insuccesso, perchè dal mio punto di vista esiste una percentuale di ripristino. Troppo lungo argomentare.

Circa l'escamotage si confronti col suo tecnico, solo voi due potete sapere fin dove potete arrivare.

Mi scusi, ma penso che tutto quello che si poteva dire a distanza è stato detto, non le resta che affidarsi ad un tecnico che prenda in mano la situazione nel dettaglio.

Saluti





Sì. E' giusto quello che dici. Sicuramente l'opzione di non dichiarare un angolo cottura è più rischiosa. Su questo non ci piove.

Ti ringrazio per gli interventi. Purtroppo persone competenti in carne ed ossa non ne ho trovate. Cercherò ancora. Ahimé, non ci si può fidare di nessuno...

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 20:45

"totonno" ha scritto:

Siamo nel tragicomico. Ma con chi pensi di avere a che fare ? Con una manica di sprovveduti all'interno dell'Agenzia delle Entrate ?





Saremo pure nel tragicomico, ma io penso che sia decisamente più tragicomico che:



- il geometra pre-vendita abbia proposto una fusione che non stava nè in cielo nè in terra

- nell'atto notarile mi pare non si faccia riferimento alla presenza di due subalterni in periodo passato

- che probabilmente il frazionamento "strutturale" non poteva avvenire urbanisticamente (immobile vincolato) e che è avvenuto anni addietro senza che nessuno dicesse niente

- che un architetto incompetente accatasta una singola unità immobiliare con due cucine, pur sapendo che all'atto di vendita c'erano solo K ed AC

- che con l'accatastamento post-lavori si "propone" una rendita ridotta (proprio a dire: venite a controllarmi)

- che nessuno si sia preoccupato del fatto che i lavori venisserò effettuati su una sola metà mentre una persona viveva nell'altra

Sono allibito.
Sinceramente il proprietario non è tenuto a pensare a tutte queste cose e che PAGA dei professionisti per non incappare in rogne. Invece pare che i decreti debba studiarmeli io...

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 20:48

"Orlando1973" ha scritto:


Concordo aggiungo , rileggendo la discussione dall'inizio , che se l'u.i. è stata acquistata dopo il DL 78/2010 , l'atto di vendita , nella quale l'acquirente ha sottoscritto la planimetria dichiarando la corrispondenza dei luoghi , e' nullo in quanto già dall'inizio è palese che vi sono 2 u.i. .





L'acquisto è del 2016.

La planimetria, infatti, CORRISPONDEVA allo stato dei luoghi, con la piccola differenza che:

- Catastalmente, secondo le normative, risultava configurato come 2 U.I.

- L'Angolo Cottura (AC) dichiarato, in realtà, era un vano Cucina (K) vero e proprio.

Sinceramente non credo che il proprietario/acquirente sia tenuto a conoscere le normative catastali nel dettaglio. In che misura sarebbe nullo l'atto?

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 22:56

"MobiusStrip" ha scritto:
"Orlando1973" ha scritto:


Concordo aggiungo , rileggendo la discussione dall'inizio , che se l'u.i. è stata acquistata dopo il DL 78/2010 , l'atto di vendita , nella quale l'acquirente ha sottoscritto la planimetria dichiarando la corrispondenza dei luoghi , e' nullo in quanto già dall'inizio è palese che vi sono 2 u.i. .





L'acquisto è del 2016.

La planimetria, infatti, CORRISPONDEVA allo stato dei luoghi, con la piccola differenza che:

- Catastalmente, secondo le normative, risultava configurato come 2 U.I.

- L'Angolo Cottura (AC) dichiarato, in realtà, era un vano Cucina (K) vero e proprio.

Sinceramente non credo che il proprietario/acquirente sia tenuto a conoscere le normative catastali nel dettaglio. In che misura sarebbe nullo l'atto?



Cerchiamo per favore di essere precisi. La nullità di un atto è cosa grave e certe affermazioni vanno ponderate.

No l'atto non è nullo. La rendita proposta può essere soggetta ad accertamento da parte dell'ufficio, quando questo avviene non è perchè c'è mancata applicazione delle norme. Semplicemente il tecnico ha accatastato un bene che riteneva essere unico, mentre l'ufficio no.

Poi l'atto è nullo quando è assente la dichiarazione di conformità indipendentemente dalla sostanza. Pertanto l'immobile può essere difforme ma essendoci la dichiarazione l'atto è valido.



Si continua poi a insistere sulla differenza tra angolo cottura e cucina.

Per quanto tempo dobbiamo leggere ancora certe sciocchezze ?



Saluti

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 23:17

"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
"Orlando1973" ha scritto:


Concordo aggiungo , rileggendo la discussione dall'inizio , che se l'u.i. è stata acquistata dopo il DL 78/2010 , l'atto di vendita , nella quale l'acquirente ha sottoscritto la planimetria dichiarando la corrispondenza dei luoghi , e' nullo in quanto già dall'inizio è palese che vi sono 2 u.i. .





L'acquisto è del 2016.

La planimetria, infatti, CORRISPONDEVA allo stato dei luoghi, con la piccola differenza che:

- Catastalmente, secondo le normative, risultava configurato come 2 U.I.

- L'Angolo Cottura (AC) dichiarato, in realtà, era un vano Cucina (K) vero e proprio.

Sinceramente non credo che il proprietario/acquirente sia tenuto a conoscere le normative catastali nel dettaglio. In che misura sarebbe nullo l'atto?



Cerchiamo per favore di essere precisi. La nullità di un atto è cosa grave e certe affermazioni vanno ponderate.

No l'atto non è nullo. La rendita proposta può essere soggetta ad accertamento da parte dell'ufficio, quando questo avviene non è perchè c'è mancata applicazione delle norme. Semplicemente il tecnico ha accatastato un bene che riteneva essere unico, mentre l'ufficio no.

Poi l'atto è nullo quando è assente la dichiarazione di conformità indipendentemente dalla sostanza. Pertanto l'immobile può essere difforme ma essendoci la dichiarazione l'atto è valido.

Si continua poi a insistere sulla differenza tra angolo cottura e cucina.

Per quanto tempo dobbiamo leggere ancora certe sciocchezze ?

Saluti




Converrai con me, però, che l'atto dichiara un "falso" e cioè che trattasi di singola U.I al momento dell'acquisto. Su questo non ci piove. Non la reputi una cosa grave e/o comunque imputabile a qualcuno?

Non ripeto le differenze tra cucina ed angolo cottura a vuoto. Ho semplicemente letto che l'angolo cottura non si conteggia nei vani catastali. Confermi?

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 0 -  0 - Inviato: 26 Novembre 2018 alle ore 23:54

"MobiusStrip" ha scritto:
"totonno" ha scritto:
"MobiusStrip" ha scritto:
"Orlando1973" ha scritto:


Concordo aggiungo , rileggendo la discussione dall'inizio , che se l'u.i. è stata acquistata dopo il DL 78/2010 , l'atto di vendita , nella quale l'acquirente ha sottoscritto la planimetria dichiarando la corrispondenza dei luoghi , e' nullo in quanto già dall'inizio è palese che vi sono 2 u.i. .





L'acquisto è del 2016.

La planimetria, infatti, CORRISPONDEVA allo stato dei luoghi, con la piccola differenza che:

- Catastalmente, secondo le normative, risultava configurato come 2 U.I.

- L'Angolo Cottura (AC) dichiarato, in realtà, era un vano Cucina (K) vero e proprio.

Sinceramente non credo che il proprietario/acquirente sia tenuto a conoscere le normative catastali nel dettaglio. In che misura sarebbe nullo l'atto?



Cerchiamo per favore di essere precisi. La nullità di un atto è cosa grave e certe affermazioni vanno ponderate.

No l'atto non è nullo. La rendita proposta può essere soggetta ad accertamento da parte dell'ufficio, quando questo avviene non è perchè c'è mancata applicazione delle norme. Semplicemente il tecnico ha accatastato un bene che riteneva essere unico, mentre l'ufficio no.

Poi l'atto è nullo quando è assente la dichiarazione di conformità indipendentemente dalla sostanza. Pertanto l'immobile può essere difforme ma essendoci la dichiarazione l'atto è valido.

Si continua poi a insistere sulla differenza tra angolo cottura e cucina.

Per quanto tempo dobbiamo leggere ancora certe sciocchezze ?

Saluti




Converrai con me, però, che l'atto dichiara un "falso" e cioè che trattasi di singola U.I al momento dell'acquisto. Su questo non ci piove. Non la reputi una cosa grave e/o comunque imputabile a qualcuno?

Non ripeto le differenze tra cucina ed angolo cottura a vuoto. Ho semplicemente letto che l'angolo cottura non si conteggia nei vani catastali. Confermi?



No che non condivido.

L'hai sostenuto te che l'immobile è indivisibile urbanisticamente, pertanto dal punto di vista urbanistico l'immobile è uno e non due, dal punto di vista invece di utilizzo e quindi di produzione di reddito e fiscale l'immobile è diviso in due. Dove sta il falso ? A chi puoi imputare un falso poiché il tecnico ha PRESUNTIVAMENTE accatastato l'unità come una sola e il catasto invece l'ha intesa in altro modo. Chi doveva semmai prevedere che il catasto sarebbe intervenuto é chi ha progettato la ristrutturazione e il richiedente. Troppo evidente era la separazione, ma dal punto di vista urbanistico non si poteva sostenere che gli immobili in realtà erano due perché ciò era in contrasto con la norma urbanistica. Il comune allora nell'accettare per forza di cose il fatto che l'immobile sia uno ha preteso che il catasto accertasse sotto l'aspetto fiscale che gli immobili in realtà sono due. Così é stato.

L'immobile urbanisticamente è uno, catastalmente invece sono due. Questo non lo puoi contestare.

L'angolo cottura si conteggia nel locale dove è presente. Questo però non c'entra niente con la questione dei due immobili invece che uno solo. Il fatto che ci sia il locale cottura e la cucina evidenzia la separazione reddituale e fuscale ma non urbanistica delle due porzioni. Dal punto di vista urbanistico e molte volte anche in quello catastale può infatti verificarsi l'esistenza di più cucine o angoli cottura in una unica unità immobiliare.

È chiaro ??

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MobiusStrip

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 0 -  0 - Inviato: 27 Novembre 2018 alle ore 10:07

"totonno" ha scritto:

No che non condivido.

L'hai sostenuto te che l'immobile è indivisibile urbanisticamente, pertanto dal punto di vista urbanistico l'immobile è uno e non due, dal punto di vista invece di utilizzo e quindi di produzione di reddito e fiscale l'immobile è diviso in due. Dove sta il falso ? A chi puoi imputare un falso poiché il tecnico ha PRESUNTIVAMENTE accatastato l'unità come una sola e il catasto invece l'ha intesa in altro modo. Chi doveva semmai prevedere che il catasto sarebbe intervenuto é chi ha progettato la ristrutturazione e il richiedente. Troppo evidente era la separazione, ma dal punto di vista urbanistico non si poteva sostenere che gli immobili in realtà erano due perché ciò era in contrasto con la norma urbanistica. Il comune allora nell'accettare per forza di cose il fatto che l'immobile sia uno ha preteso che il catasto accertasse sotto l'aspetto fiscale che gli immobili in realtà sono due. Così é stato.

L'immobile urbanisticamente è uno, catastalmente invece sono due. Questo non lo puoi contestare.

L'angolo cottura si conteggia nel locale dove è presente. Questo però non c'entra niente con la questione dei due immobili invece che uno solo. Il fatto che ci sia il locale cottura e la cucina evidenzia la separazione reddituale e fuscale ma non urbanistica delle due porzioni. Dal punto di vista urbanistico e molte volte anche in quello catastale può infatti verificarsi l'esistenza di più cucine o angoli cottura in una unica unità immobiliare.

È chiaro ??





Grazie @totonno. Ora è più chiaro, sebbene molte delle cose dette mi fossero già chiare.

Resta, però, di fatto strano che continui a colpevolizzare me, quando, invece, il grosso delle colpe lo hanno tutte le persone che non si sono poste la questione ed hanno sperato di "farla franca".

Mi è chiaro che dal punto di vista urbanistico e fiscale le cose possono essere diverse, ma, allora, sorge spontanea una domanda: se per anni fiscalmente si è trattato di due subalterni, bisogna presumere che la divisione "strutturale" effettuata non fosse consentita dal punto di vista urbanistico? Nel senso: certo che no. Urbanisticamente non avrebbero concesso tale divisione, ma, allora, come è possibile che siano stati concessi dei lavori per la realizzazione di un muro divisorio e la contestuale chiusura dei passaggi?

Ripeto. Mi è tutto chiaro.

L'unica cosa non chiara è: cosa è un frazionamento urbanistico. Perché, a questo punto, l'unica grossa incongruenza è: come posso realizzare un muro divisorio e costituire due spazi autonomi se urbanisticamente non è possibile?
Come sia possile dal punto di vista fiscale mi è chiaro. Ma il lato urbanistico mi sfugge.

P.S. Nell'immobile prima di essere acquistato c'erano dei soppalchi abusivi che sono dovuti essere smanetallati per realizzare la vendita.

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