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Punti di dettaglio PRK |

geocinel
Carlo Cinelli
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Quando fai qualcosa che assomiglia allo sport e sei da solo ti vengono tutti i migliori pensieri. Apparte gli altri che ho avuto stamani nella mia consueta e lunga camminata festiva, stavo pensando al tipo di frazionamento che dovrò fare domani. E pensavo che non sempre capita di farne così facili. Tre PF e due punti di dettaglio con il GPS per mezz'ora di lavoro circa. Pensavo inoltre che se qualcuno dovrà mai riconfinare con Stazione totale quello che io faccio domani, essendo i PF in posizione disagevole, gli ci vorrà 6-7 stazioni per mezza giornata di lavoro. Da lì l'idea. Cominciamo ad essere circa 15.000 anime su questo forum. Possiamo anche cominciare a cambiare un modo di operare e creare delle nuove codifiche. Per esempio, cosa mi costa domani prendere tre punti caratteristici nelle vicinanze della linea dividente disposti abbastanza omogeneamente intorno ad essa. Altri 10 minuti. Così facendo però semplifico il lavoro di chi verrà dopo a riconfinare riducendogli i tempi a pochi minuti. Dunque codifichiamo, nel libretto delle misure, questi punti con la materializzazione ed una sigla PRK (maiuscolo) a tergo. Per esempio sf PRK, oppure spigolo muro nord est PRK, oppure pf PRK o quello che vi viene in mente. La sigla PRK servirà al riconfinatore per individuare inequivocabilmente i punti caratteristici e utili all'operazione. L'importante, inoltre, è che questi punti siano stabilmente materializzati. Mi sembra che se andassimo tutti in questa direzione sarebbe sicuramente un'eredità di civiltà che lasceremmo a chi viene dopo. Saluti e buon lavoro a tutti. Carlo Cinelli P.S. Mi scordavo PRK sta per Punto di Rikonfinazione visto che non lo possimao chiamare PRC per ovvi motivi politici.
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boatz
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Grazie mille ho una stazione totale e comprendo il disagio. speriamo che gli altri sono d'accordo. La "K" è comunque troppo comunista, tanto vale PRC. P.S.: Cinelli, sei parente a CINELLI che fabbrica BICI?
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geocinel
Carlo Cinelli
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"boatz" ha scritto: Grazie mille ho una stazione totale e comprendo il disagio. speriamo che gli altri sono d'accordo. La "K" è comunque troppo comunista, tanto vale PRC. P.S.: Cinelli, sei parente a CINELLI che fabbrica BICI? Non ci curiamo se c'è qualche egoista. Andiamo avanti con PRK, dà più nell'occhio. I Cinelli che fanno le bici erano Cino e Giotto, fiorentini che si sono trasferiti a Milano. Non sono loro parente, ho avuto una loro bici ed era ottima. L'attuale Scapin però è meglio. Saluti
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geo1
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concordo in pieno su quanto dice geocinel, e' mia abitudine, quando faccio un rilievo catastale, e non, rilevare fabbricati di impianto (se ce ne sono naturalmente), anche se di un altro foglio, in modo da avere sempre punti di appoggio certi, ma anche fabbricati vicini all'oggetto del rilievo, che se per qualche motivo ritornassi sul posto, mi ribatterei per controllo, ma è costume diffuso, purtroppo, rilevare solo i PF e l'oggetto del rilievo.
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geocort
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Agropoli
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:lol: ottima idea Geocinel, dal mio prossimo libretto, poichè io opero con una stazione totale farò come dici tu, risparmieremo tutti un sacco di lavoro successivamente, basta però come sempre una piccola accortezza, farli sul serio i rilievi, non sulla carta. Complimenti geocinel, buon lavoro e alla prossima!
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utente
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Caro Geocinel quanto da te indicato nella mia adt lo stiamo facendo da anni. Non con una sigla particolare ma comunque chiamando i punti con il loro nome materializzato, cioe' SF. Perche' poi non sono altro che punti di fabbricati limitrofi che ci permettono di introdurre in mappa il TM o TF. Facendo questo l'oggetto del rilievo si inquadra catastalmente con gli elementi limitrofi. Il problema, cui e' stato anche oggetto di un mio post, e' che poi arrivano i "furbi", e questo l'ha consentito l'uso diffuso del GPS, che agganciano il TM o TF ai punti locali con estrema precisione rilevando poi i PF nell'ambito della tolleranza catastale. Questo significa fino a 50 cm di errore sulle misurate in caso di controllo. Il tipo e' collaudabile perche' le misurate si chiudono nell'ambito delle regole catastali. Ho parlato della tecnologia GPS perche' anche rilevare un PF come deve essere fatto ci vuole il suo tempo. Percio' con stazione totale in ogni caso devi arrivare sullo spigolo per misurare, percio' fare le stazioni con misure attendibili o meno il tempo e' lo stesso. Mentre con il GPS bastano due punti su un allineamento anche di una decina di metri per rilevare il PF perche' tanto c'e' la tolleranza. Con tutti gli "sbandieramenti" del caso. Poi i dati di campagna li elimini dal libretto che si consegna in catasto, lasci solo questa informazione numerica che porta all'adempimento di quanto richiesto dalle circolari del catasto. Spero di essere stato abbastanza chiaro. Saluti
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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"utente" ha scritto: Caro Geocinel quanto da te indicato nella mia adt lo stiamo facendo da anni. Non con una sigla particolare ma comunque chiamando i punti con il loro nome materializzato, cioe' SF. Perche' poi non sono altro che punti di fabbricati limitrofi che ci permettono di introdurre in mappa il TM o TF. Facendo questo l'oggetto del rilievo si inquadra catastalmente con gli elementi limitrofi. Il problema, cui e' stato anche oggetto di un mio post, e' che poi arrivano i "furbi", e questo l'ha consentito l'uso diffuso del GPS, che agganciano il TM o TF ai punti locali con estrema precisione rilevando poi i PF nell'ambito della tolleranza catastale. Questo significa fino a 50 cm di errore sulle misurate in caso di controllo. Il tipo e' collaudabile perche' le misurate si chiudono nell'ambito delle regole catastali. Ho parlato della tecnologia GPS perche' anche rilevare un PF come deve essere fatto ci vuole il suo tempo. Percio' con stazione totale in ogni caso devi arrivare sullo spigolo per misurare, percio' fare le stazioni con misure attendibili o meno il tempo e' lo stesso. Mentre con il GPS bastano due punti su un allineamento anche di una decina di metri per rilevare il PF perche' tanto c'e' la tolleranza. Con tutti gli "sbandieramenti" del caso. Poi i dati di campagna li elimini dal libretto che si consegna in catasto, lasci solo questa informazione numerica che porta all'adempimento di quanto richiesto dalle circolari del catasto. Spero di essere stato abbastanza chiaro. Saluti Anche nella mia ADT, specialmente prima dell'avvento del Prego 8 e proposta di aggiornamento, vigeva l'uso di battere dei punti locali per agevolare chi doveva introdurre il tipo. Mi pare che ci fu anche una circolare che chiedeva questo. La cosa è andata scemando da quando siamo noi professionisti a fare l'introduzione tramite la proposta di aggiornamento. Ma il mio non voleva solo essere un richiamo a questa pratica ma voleva essere soprattutto un aiuto a chi dovrà riconfinare. Tramite appunto quella codifica PRK. Comunque possiamo aggiungere inoltre che si possono ottenere due piccioni con una fava. Quanto alle pratiche strane che adottano dei nostri presunti colleghi non mi ci soffermerei più di tanto. Quando capiranno, chi li ha subiti, i danni che qualcuno ha fatto forse qualcosa cambierà. Saluti P.S. A cose normali per battere un PF materializzato su uno sf per triangolazione con il GPS ci metto circa 2 minuti con precisione centimetrica. Non capisco a cosa ti riferisci quando parli di 50 cm..
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utente
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per i 50 cm mi riferisco alla tolleranza catastale delle misurate. i danni subiti i committenti li capiranno quando si ritrovano un muro da "rivedere" e casomai abbattere. pero' e' inutile soffermarsi dopo che i buoi sono scappati. con l'intersezione gli spigoli dei fabbricati si possono misurare in poco tempo, ma dipende sempre dal tipo di costellazione dei satelliti, dalla posizione del fabbricato, casomai anche dalla posizione geografica del PF. Questo costringe ad allontanarsi con conseguente deterioramento delle misure. quando procedo per intersezione sono a non piu' di 5/6 metri dal fabbricato e misuro 4 punti con gli estremi che formano un angolo a 90 gradi, per ottimizzare l'intersezione. ho visto che questo sistema mi fa' scostare in caso di verifica con un punto acquisito con stazione totale attorno ai 2/3 cm di differenza. saluti
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amal
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"geocinel" ha scritto:
Anche nella mia ADT, specialmente prima dell'avvento del Prego 8 e proposta di aggiornamento, vigeva l'uso di battere dei punti locali per agevolare chi doveva introdurre il tipo. Mi pare che ci fu anche una circolare che chiedeva questo. Le circolari sono ben due, di cui riporto stralcio: Circolare n. 2 del 13.01.1992 prot. 4A/92/99 concernente “ Ulteriori disposizioni inerenti il trattamento degli atti geometrici di aggiornamento”; Punti di rilievo isolati di importanza catastale E' stata più volte segnalata la necessità di estendere il rilievo ad alcuni particolari topocartografici , anche puntuali, prossimi alle particelle interessate dall'aggiornamento. Quanto sopra risulta di supporto all'attività di verifica del tecnico redattore, inoltre favorisce l'attività dell' Ufficio per l' inquadramento del nuovo rilievo nel contesto cartografico esistente e, da ultimo ma non per importanza, facilita un eventuale ripristino della nuova geometria di aggiornamento definita con quell'atto. Si ritiene necessario acquisire le informazioni di cui trattasi oltre che in modo tradizionale (descrizione), anche in forma codificata, nei due casi di interesse catastale che vengono di seguito descritti: a) punto rilevato coincidente con un punto caratteristico della mappa (triplice, vertice significativo di spezzata, spigolo di fabbricato o manufatto): in tal caso, il punto potra' essere codificato mediante la definizione di una riga 7 costituita da un solo vertice (il punto stesso) con il codice pari a "pv" (o "PV"), sinonimo di "punto vertice". Es. 7|1|107|pv| 7|1|109|pv| b) punto rilevato non costituente vertice (nel senso prima definito) ma derivabile da una linea già presente in mappa (punto lungo un allineamento di una linea rappresentata): in tal caso, il punto potrà essere codificato mediante la definizione di una riga 7 costituita da un solo vertice (il punto stesso) con il codice pari a "pd" (o "PD"), sinonimo di "punto direzione" Es. 7|1|204|PD| ----------------------------- LETTERA CIRCOLARE 21 FEBBRAIO 1992 N. 4A/803 MINISTERO DELLE FINANZE (Direzione Generale del Catasto) CHIARIMENTI OPERATIVI E PROCEDURALI INERENTI LA NORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEGLI ATTI GEOMETRICI DI AGGIORNAMENTO MAGLIA DEI PUNTI FIDUCIALI Alcuni accorgimenti di natura tecnica da usare in fase di rilievo Molto spesso, sia per carenza di precisione negli aggiornamenti delle mappe sia per errori di impianto, si perviene ad un posizionamento dell'oggetto del rilievo non congruente rispetto agli altri elementi rappresentati nelle mappe. In tale situazione, in genere, si è portati ad eseguire un forzato inquadramento sui punti fiduciali, senza nessuna garanzia di corretto posizionamento del rilievo di aggiornamento nel contesto cartografico. Al fine di operare un più corretto inserimento in mappa, a garanzia del lavoro svolto e di quanto dichiarato in termini di superfici grafiche derivate, si ritiene utile fornire alcune indicazioni operative: 1) occorre rilevare ed utilizzare alcuni punti, quali punti di controllo del rilievo di aggiornamento (tramite iperdeterminazioni), al fine di evidenziare possibili errori grossolani commessi durante il rilievo; 2) occorre individuare e rilevare dei punti "a corredo" di quelli strettamente necessari per l'individuazione dell'aggiornamento, capaci cioè di garantire la validità dei punti topocartografici battuti (tre spigoli del fabbricato sede del PF individuano con certezza il fabbricato stesso; alcuni vertici intermedi rispetto a linee di aggiornamento individuano con maggior precisione l'andamento più o meno rettilineo della linea); 3) occorre individuare e rilevare almeno alcuni vertici del contorno della particella interessata dal rilievo di aggiornamento (non necessariamente l'intero contorno qualora questi non sia totalmente individuabile "a meno di un'azione di riconfinamento non espressamente richiesta dalla Committenza"); 4) occorre individuare e rilevare alcuni particolari topocartografici il più possibile vicini all'oggetto del rilievo - ancor meglio se rappresentati anche nelle mappe di impianto - atti a dare maggiori garanzie di rispondenza dell'inquadramento del rilievo stesso. Si pone in evidenza il fatto che gli ultimi due suggerimenti sono stati già portati all'attenzione dei tecnici dal decreto del Presidente della Repubblica 26-10-1972, n. 650; giova comunque ribadirne e ricordarne la puntuale applicazione. Approvo quanto da te proposto, riguardo i futuri problemi di riconfinazione (sto già pensando al rilievo che dovrò fare domani per controllare un confine e nel Tipo il collega ha battuto solo la dividente ....) però se quando chiediamo un EDM ci permettessero (senza costi aggiuntivi) di includere anche qualche fabbricato limitrofo forse saremmo tutti più incentivati a mettere nel libretto detti punti. Io li batto sempre e li uso per introdurre (usando il software catastale) in mappa l'oggetto del rilievo e ho sempre fatto così ancor prima delle circolari, però chi "nasce oggi" con il pregeo 9 forse non ha queste accortezze. Ciao Alberto "amal"
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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Per utente: Ora è tutto chiaro. Anch'io eseguo quelle operazioni come tu esplicavi con quelle precisioni verificate rispetto a stesse misure prese con la Stazione totale. Per amal: Grazie della tua puntuale precisazione con tanto di normativa. Aggiungo che per essere sincero i primi tempi nel quale ci richiedevano questi accorgimenti per l'introduzione in mappa ero molto reticente perché ancora fresco dell'incazzatura Pregeo 8. La scelta di Pregeo 8 (proposta di aggiornamento) per me è stato come trovarsi ad un bivio ed imboccare la via sbagliata. Io ho sempre ritenuto quella mappa non più conforme con i tempi. E' come avere una Ferrari ed andare su una pista ciclabile. Purtroppo mi rendo conto che quando con la mente corri troppo ti devi scontrare spesso con la realtà e queste mie idee le ha condivise fino in fondo una persona sola: Luciano Surace. Ma come dice l'Ingegner Ferrante: Che ne sa Surace di catasto? Ed anch'io che ne so? Siamo solo due sognatori che pensano si possa fare un nuovo impianto in 3 anni. Ecco perché ho sempre ritenuto che portare la massima attenzione per l'inserimento in mappa fosse fatica sprecata perché era una cosa solo illustrativa. Se devo riconfinare una linea mi devo attenere solo e soltanto al libretto delle misure. Comunque tornando alla sostanza del topic penso che per fare un'introduzione in mappa possa bastare anche un triplice di confine o altri punti che non necessitano di materializzazioni costanti nel tempo. Mi deve servire per una cosa che faccio oggi. Per i punti PRK invece la costanza di materializzazione è fondamentale. Saluti e amicizia
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amal
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Concordo, ma se le triplici non le trovi e non hai altri elementi "a confine" con l'oggetto del rilievo? Io in genere rilevo i fabbricati limitrofi che uso per sovrapporre il mio rilievo, poi individuo un paio di punti (es. triplici) e me li calcolo, li metto in libretto specificando che sono due punti cartografici utili per l'inserimento e così posso gestire comodamente la proposta. Ovvio che sono due punti ciofeca buoni solo per quello scopo. Altra cosa sono i punti che tu dici che giustamente sarebbe bene codificare per dargli maggiore valenza. Ciao Alberto "amal"
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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"amal" ha scritto: Concordo, ma se le triplici non le trovi e non hai altri elementi "a confine" con l'oggetto del rilievo? Io in genere rilevo i fabbricati limitrofi che uso per sovrapporre il mio rilievo, poi individuo un paio di punti (es. triplici) e me li calcolo, li metto in libretto specificando che sono due punti cartografici utili per l'inserimento e così posso gestire comodamente la proposta. Ovvio che sono due punti ciofeca buoni solo per quello scopo. Altra cosa sono i punti che tu dici che giustamente sarebbe bene codificare per dargli maggiore valenza. Ciao Alberto "amal" Infatti, la natura dei due è differente. I punti per l'inserimento in mappa devono essere topograficamente presenti e quindi fabbricati di Impianto, triplici ecc. I punti PRK devono essere topometricamente presenti, non è importante che abbiano una loro esatta collocazione in mappa ma la devono avere sul terreno, con costanza di materializzazione, magari disposti omogeneamente intorno all'oggetto del frazionamento e possibilmente visibili con l'oggetto stesso da una sola stazione celerimetrica. Saluti Carlo Cinelli
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geosim
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Ciao Carlo, la tua proposta è sicuramente interessante, come sempre, comunque concordo con amal che tale fattispecie è già prevista in Pregeo attraverso i PV (punti vertice) che si hanno valenza solo per l'inserimento cartografico ma se ben scelti possono servire alìnche per lo scopo che dicevi tu; proporrei anche di inserire una riga di tipo 6 che descriva in maniera compiuta la materializzazione del punto in maniera da poterlo identificare con certezza dato che questi punti non hanno le monografie come i PF. Saluti
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geocinel
Carlo Cinelli
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"geosim" ha scritto: Ciao Carlo, la tua proposta è sicuramente interessante, come sempre, comunque concordo con amal che tale fattispecie è già prevista in Pregeo attraverso i PV (punti vertice) che si hanno valenza solo per l'inserimento cartografico ma se ben scelti possono servire alìnche per lo scopo che dicevi tu; proporrei anche di inserire una riga di tipo 6 che descriva in maniera compiuta la materializzazione del punto in maniera da poterlo identificare con certezza dato che questi punti non hanno le monografie come i PF. Saluti Ciao Simone Sono d'accordissimo sulla linea 6, è un'ottima idea. Lasciamo comunque facoltà all'utente di eseguirla. Può bastare anche un semplice "spigolo nord-est fabbricato PRK". Quanto al resto, non molto d'accordo, alla luce anche del mio post precedente. Saluti
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Alberto
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"geocinel" ha scritto:
Infatti, la natura dei due è differente. I punti per l'inserimento in mappa devono essere topograficamente presenti e quindi fabbricati di Impianto, triplici ecc. I punti PRK devono essere topometricamente presenti, non è importante che abbiano una loro esatta collocazione in mappa ma la devono avere sul terreno, con costanza di materializzazione, magari disposti omogeneamente intorno all'oggetto del frazionamento e possibilmente visibili con l'oggetto stesso da una sola stazione celerimetrica. Saluti Carlo Cinelli Scusate ma non sono d'accordo. Un punto, perchè possa essere utilizzato per un riconfinamento secondo me deve avere una collocazione certa ed univoca nel tempo, deve essere inoltre di chiara identificazione; Tutte queste condizioni secondo me le puoi avere a distanza di tempo solo se questo è riportato in mappa; poco importa se è un punto di impianto o deriva da un recente atto di aggiornamento, perchè noi lo rileviamo lì dove è. Quindi non inventiamoci cose nuove, ma usiamo bene ciò che già abbiamo : i PV devono essere chiaramente identificati ed identificabili nel tempo e devono essere rilevati, più ne rileviamo meglio è. Io personalmente nell'eseguire un Frazionamento rilevo sempre almeno 4 o 5 punti nelle immediate vicinanze e li descrivo e li riporto tutti nel libretto pregeo come PV.
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