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H.str=0 H.prisma=0 |

teo_bo
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Da una discussione con colleghi: I dati grezzi registrati dalla stazione totale sono : distanza inclinata, angolo orizzontale e verticale, h. strum., h. prisma Da questi dati vengono calcolati: distanza orizzontale : distanza inclinata x sin angolo verticale dislivello : distanza inclinata x cos angolo verticale +/- h.prisma +/- h.strum Per cui se non ho la necessità di rilevare altimetricamente i punti battuti, in campagna posso omettere sia l'altezza strumentale che quella del prisma (h=0 e 0) Dubbi a proposito su quanto esposto?
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fabio2586
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"teo_bo" ha scritto: Da una discussione con colleghi: I dati grezzi registrati dalla stazione totale sono : distanza inclinata, angolo orizzontale e verticale, h. strum., h. prisma Da questi dati vengono calcolati: distanza orizzontale : distanza inclinata x sin angolo verticale dislivello : distanza inclinata x cos angolo verticale +/- h.prisma +/- h.strum Per cui se non ho la necessità di rilevare altimetricamente i punti battuti, in campagna posso omettere sia l'altezza strumentale che quella del prisma (h=0 e 0) Dubbi a proposito su quanto esposto? No, nessun dubbio che, da un punto di vista teorico, quanto scrivi è esatto. Però bisogna specificare che strumentazione usi e se c'è un software che registra le osservazioni, come questo si comporta. Quando scrivi che le h prisma ed h. strum sono =0 il software può considerarle come un valore senza star lì a chiedersi se h. strum. =0 sia assurdo o no. Mentre h. prisma =0 è sicuramente un valore che il software non può ignorare (le osservazioni con riflesso diretto sono tutte con h. prisma =0, e sono pertinenti altimetricamente). Il cad topografico che uso io interpreta h prisma =0 come valore perciò effettua il calcolo altimetrico (h. strum. =0 non l'ho mai provato ma credo che faccia lo stesso), mentre se non trova scritto niente procede al solo calcolo planimetrico. H. prisma e h. strum. sono 2 termini che entrano nelle formule della celerimensura per ridurre le misure ,che avvengono a livello di cannocchiale e prisma, sui punti "a terra" che di solito sono quelli che interessano maggiormente; il valore 0 sulle h., da un punto di vista matematico, non annulla il risultato delle espressioni perciò, in certi casi, può dar luogo a risultati fuorvianti. Ergo: se non c'è è meglio. --Ciao
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teo_bo
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"fabio2586" ha scritto: No, nessun dubbio che, da un punto di vista teorico, quanto scrivi è esatto. Però bisogna specificare che strumentazione usi e se c'è un software che registra le osservazioni, come questo si comporta. Quando scrivi che le h prisma ed h. strum sono =0 il software può considerarle come un valore senza star lì a chiedersi se h. strum. =0 sia assurdo o no. Mentre h. prisma =0 è sicuramente un valore che il software non può ignorare (le osservazioni con riflesso diretto sono tutte con h. prisma =0, e sono pertinenti altimetricamente). Il cad topografico che uso io interpreta h prisma =0 come valore perciò effettua il calcolo altimetrico (h. strum. =0 non l'ho mai provato ma credo che faccia lo stesso), mentre se non trova scritto niente procede al solo calcolo planimetrico. --Ciao Tutte le ST possono scaricare i dati "grezzi" (precedentemente elencati) e con software topografico vengono eseguiti i calcoli (precedentemente elencati), applicando formule topografiche. Il software nel calcolo considera anche le altezze pari a 0 con la conseguenza di avere dislivelli non reali, ma non li considero quanto voglio solo un restituizione planimetrica. Non è assolutamente vero che senza prisma le altezze sono tutte = 0 !!!
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fabio2586
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"teo_bo" ha scritto:
Non è assolutamente vero che senza prisma le altezze sono tutte = 0 !!! Infatti mi sono pentito di come l'ho scritta, ma se la vai a misurare dopo che hai fatto la misura con il laser, tanto valeva farla subito con il prisma. Ma non è detto che anche questa sia un'affermazione sempre valida... E' il classico argomento sul quale si può discutere per una giornata senza concludere niente di definitivo. :lol: --Ciao p.s. mentre scrivevi ho fatto una integrazione al messaggio che esprime bene il mio pensiero.
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teo_bo
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... ma il calcolo topografico per ridurre la distanza da inclinata a orizzontale è disgiunta dal calcolo del dislivello come ho evidenziato nelle due formule topografiche iniziali, quindi non vedo il problema nel mettere h.str e h.prisma = 0 (in un rilievo solo planimetrico) visto che tali dati influiscono solo sui dislivelli e non sulle distanze. La distanza orizzontale rimane esattamente identica sia se : inserisco le altezze str. e prisma, sia se non le inserisco, sia se le inserisco uguali a zero. Tutto ciò per eseguire "velocemente" un rilievo solo planimetrico dove comunque la ST mi chiede le altezze che metto = a 0 senza dovere comunicare su ogni punto con il canneggiatore e inserire l'altezza del prisma. saluti.
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pozze
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devo dire che agli albori dei miei rilievi anche io usavo la "tecnica" di non inserire Hstr. e Hpr., in quanto la distanza orizzontale non cambiava, appunto per presunta velocizzazione del rilievo. poi sono capitati i primi casi in cui a posteriori chi aveva bisogno di un dato rilievo solamente planimetrico, aveva poi la dannata esigenza dello stesso rilievo quotato, ed allora giù bestemmie, porchi ed eresie.... quindi per esperienza ti posso dire che quando fai un rilievo FALLO anche altimetrico, che poi alla fine non velocizzi il lavoro più di tanto, e con un paio di radioline il canneggiatore ti comunica l'Hpr, è questione di un attimo ma soprattutto di una maggiore professinalità. ciao.
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rubino
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Dalla formula della livellazione "geodimetrica", derivata dalla livellazione ecclimetrica si ha che: ΔAB = QB – QA = D ctg φ + hs – hp; Il modulo hs – hp ha lo scopo di spostare la misura del dislivello al piano cui è riferita l'altezza strumentale (testa picchetto, testa caposaldo ecc.); in mancanza la misura del dislivello sarebbe riferita al centro ottico dello strumento.
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fabio2586
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"teo_bo" ha scritto: ... ma il calcolo topografico per ridurre la distanza da inclinata a orizzontale è disgiunta dal calcolo del dislivello come ho evidenziato nelle due formule topografiche iniziali, quindi non vedo il problema nel mettere h.str e h.prisma = 0 (in un rilievo solo planimetrico) visto che tali dati influiscono solo sui dislivelli e non sulle distanze. ... Verissimo, ma ai fini pratici può succedere che dopo avere scaricato sul cad topografico il file della ST con le h.=0 questo ti calcoli anche le quote (fasulle) dei punti, e se dopo fai una esportazione su un cad generico (es. autocad) i punti potrebbero anche avere la Z impostata, e quando chiedi la distanza fra 2 punti, il cad generico ti dà la distanza effettiva (punto - punto), non quella orizzontale. Almeno, questi sono i problemi ai quali faccio attenzione io, con i software che uso. Tutto, alla fine, si risolve nell'adottare un metodo che minimizzi la possibilità di commettere errori con i software che usiamo, visto che ormai deleghiamo a questi sia la fase di calcolo che di disegno.
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teo_bo
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"rubino" ha scritto: Dalla formula della livellazione "geodimetrica", derivata dalla livellazione ecclimetrica si ha che: ΔAB = QB – QA = D ctg φ + hs – hp; Il modulo hs – hp ha lo scopo di spostare la misura del dislivello al piano cui è riferita l'altezza strumentale (testa picchetto, testa caposaldo ecc.); in mancanza la misura del dislivello sarebbe riferita al centro ottico dello strumento. La discussione è nata per evidenziare che i dati presi in campagna per determinare il dislivello non possono influire sul calcolo della distanza orizzontale. Perchè ha citatato quella formula? non ne capsico il contesto. saluti.
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teo_bo
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"pozze" ha scritto: devo dire che agli albori dei miei rilievi anche io usavo la "tecnica" di non inserire Hstr. e Hpr., in quanto la distanza orizzontale non cambiava, appunto per presunta velocizzazione del rilievo. poi sono capitati i primi casi in cui a posteriori chi aveva bisogno di un dato rilievo solamente planimetrico, aveva poi la dannata esigenza dello stesso rilievo quotato, ed allora giù bestemmie, porchi ed eresie.... quindi per esperienza ti posso dire che quando fai un rilievo FALLO anche altimetrico, che poi alla fine non velocizzi il lavoro più di tanto, e con un paio di radioline il canneggiatore ti comunica l'Hpr, è questione di un attimo ma soprattutto di una maggiore professinalità. ciao. Condivido le tue opinioni. Mi rendo conto che finora non ho specificato un particolare importante : tali rilievi (senza hstr. e h.prisma) li utilizzo esclusivamente per T.M. in deroga. saluti.
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teo_bo
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"fabio2586" ha scritto: "teo_bo" ha scritto: ... ma il calcolo topografico per ridurre la distanza da inclinata a orizzontale è disgiunta dal calcolo del dislivello come ho evidenziato nelle due formule topografiche iniziali, quindi non vedo il problema nel mettere h.str e h.prisma = 0 (in un rilievo solo planimetrico) visto che tali dati influiscono solo sui dislivelli e non sulle distanze. ... Verissimo, ma ai fini pratici può succedere che dopo avere scaricato sul cad topografico il file della ST con le h.=0 questo ti calcoli anche le quote (fasulle) dei punti, e se dopo fai una esportazione su un cad generico (es. autocad) i punti potrebbero anche avere la Z impostata, e quando chiedi la distanza fra 2 punti, il cad generico ti dà la distanza effettiva (punto - punto), non quella orizzontale. Almeno, questi sono i problemi ai quali faccio attenzione io, con i software che uso. Tutto, alla fine, si risolve nell'adottare un metodo che minimizzi la possibilità di commettere errori con i software che usiamo, visto che ormai deleghiamo a questi sia la fase di calcolo che di disegno. Hai perfettamente ragione, ma se vuoi leggere le distanze in cad su punti con Z diversi ci sono due semplici metodi: 1- selezionare tutti i punti e inserire 0 nel campo Z start e Z end nelle proprietà 2- leggere le distanze utilizzando non il comando "distanza" ma il comando quote (dimension) saluti.
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numero
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prato
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Mi accodo citando un piccolo esempio: Anni fa usavo registrare nello strumento i dati canonici: punto,azimut,zenit,dis.inclinata In realtà questo metodo ha delle controindicazioni: esempio: collimazione planimetrica ed altimetrica di uno spigolo di fabbricato inaccessible (quindi con misura diretta senza prisma). Si collima lo spigolo ad una certa altezza dove si vede meglio lo spigolo e si misura la distanza inclinata. Poi, visto che serve anche il dislivello, si corregge lo zenit portando la mira alla base dello spigolo. Lo strumento adegua lo zenit e si preme il classico "REG". A questo punto avremo azimut giusto, zenit giusto e distanza inclinata sbagliata perchè misurata con zenit diverso! Quindi la formula per il calcolo di dislivello e distanza ridotta all'orizzonte fornirà risultati errati. Per fortuna oggi tutti gli strumenti forniscono utility interne (funzioni COGO) per ovviare a questo e altri problemi, ma è comunque bene fare attenzione. Comunque per concludere, da allora ho deciso di registrare punto,azimut,dist.ridotta e dislivello a scanso di equivoci. saluti
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rubino
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"teo_bo" ha scritto: "rubino" ha scritto: Dalla formula della livellazione "geodimetrica", derivata dalla livellazione ecclimetrica si ha che: ΔAB = QB – QA = D ctg φ + hs – hp; Il modulo hs – hp ha lo scopo di spostare la misura del dislivello al piano cui è riferita l'altezza strumentale (testa picchetto, testa caposaldo ecc.); in mancanza la misura del dislivello sarebbe riferita al centro ottico dello strumento. La discussione è nata per evidenziare che i dati presi in campagna per determinare il dislivello non possono influire sul calcolo della distanza orizzontale. Perchè ha citatato quella formula? non ne capsico il contesto. saluti. Trattasi della formula che viene applicata in una qualsiasi misura di dislivello con ecclimetro, ossia con uno strumento topografico (anche geodimetrico) dotato di cerchio verticale. Che io sappia, anche PREGEO la applica per calcolare il dislivello: come può tale dato influenzare il calcolo della distanza orizzontale se la livellazione ecclimetrica, da cui questa deriva, è dipendente dalla distanza? (Nella formula, D è la distanza orizzontale).
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talismatico
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lu Sule, lu Mare, lu Ientu
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Questa è l’ennesima dimostrazione di come spesso siamo succubi dei software, sia da computer che da strumentazione. Per un attimo cerchiamo di non considerarli troppo. Mi pare che per un rilievo abbiamo tre possibilità: 1) Rilievo di tutti i punti solo planimetrico. I dati che prendiamo dalla strumentazione sono: - Nome stazione, nome punto, angolo azimutale, distanza ridotta 2) Rilievo di tutti i punti plano-altimetrico. I dati che prendiamo dalla strumentazione sono: - Nome stazione, altezza stazione, nome punto, angolo azimutale, angolo verticale, distanza inclinata, altezza prisma - Oppure: Nome stazione, altezza stazione, nome punto, angolo azimutale, distanza ridotta, dislivello, altezza prisma 3) Rilievo misto con punti di sola valenza planimetrica e punti con valenza plano-altimetrica, dove logicamente, per i punti con solo valenza planimetrica i dati sono quelli del punto 1), mentre per i punti con valenza plano-altimetrica i dati da prendere sono quelli del punto 2) Stop. Secondo la mia modesta opinione è concettualmente sbagliato per un punto solo planimetrico indicare altezza prisma e il dislivello, anche ponendoli = 0, semplicemente non sono da indicare. Spesso parliamo male del pregeo (io fra i primi) ma questa logica elementare di formattazione dei dati l’ha applicata molto bene. Tutti i software topografici sia per computer che per controller o palmare la possono applicare, c’è semplicemente da impostare una condizione (un true o un false), niente di eccezionale. Saluti! gAR
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teo_bo
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"rubino" ha scritto: "teo_bo" ha scritto: "rubino" ha scritto: Dalla formula della livellazione "geodimetrica", derivata dalla livellazione ecclimetrica si ha che: ΔAB = QB – QA = D ctg φ + hs – hp; Il modulo hs – hp ha lo scopo di spostare la misura del dislivello al piano cui è riferita l'altezza strumentale (testa picchetto, testa caposaldo ecc.); in mancanza la misura del dislivello sarebbe riferita al centro ottico dello strumento. La discussione è nata per evidenziare che i dati presi in campagna per determinare il dislivello non possono influire sul calcolo della distanza orizzontale. Perchè ha citatato quella formula? non ne capsico il contesto. saluti. Trattasi della formula che viene applicata in una qualsiasi misura di dislivello con ecclimetro, ossia con uno strumento topografico (anche geodimetrico) dotato di cerchio verticale. Che io sappia, anche PREGEO la applica per calcolare il dislivello: come può tale dato influenzare il calcolo della distanza orizzontale se la livellazione ecclimetrica, da cui questa deriva, è dipendente dalla distanza? (Nella formula, D è la distanza orizzontale). Puoi cortesemente rispiegarmi? non capisco se condividi o meno la mia opinione. Distanza ridotta = distanza inclinata ° sen zenit La formula per il calcolo della distanza ridotta è esatta? se si le h.str e h.prisma non influiscono sia se = 0.00m. o =x.xxxm. ΔAB = QB – QA = D ctg φ + hs – hp; questa formula è per il calcolo del dislivello ma non ha nulla a che fare con il calcolo della distanza ridotta. se mi sbaglio correggimi pure senza problemi. saluti.
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