E' buona norma accertarsi che gli intestatari catastali e/o i loro eredi non abbiano a che fare con l'immobile e soprattutto da oltre venti anni (come hai precisato).
Nei paese dell'entroterra, soprattutto dell'Italia centrale e meridionale, capita spesso una situazione del genere.
Gli emigrati hanno abbandonato i fabbricati e magari, anche con l'assenso verbale degli allora proprietari residenti altrove, i medesimi fabbricati sono stati utilizzati per decenni da altri soggetti, ristrutturati e tirati a lucido.
Muoiono gli intestatari catastali e i loro eredi, specie se emigrati in America e/o in Australia, manco sanno parlare l'Italiano, manco sanno dell'esistenza delle proprietà di cui trattasi, manco hanno accettato nel periodo previsto dalla Legge l'eredità dei loro genitori.
In tali casi ho si inoltra una pratica di usucapione o si dona e/o vende con dichiarazione di possesso ultraventennale.
Per alcuni Stati esteri, quali ad esempio Argentina la materia non è facile anzi almeno in passato non lo era.
Ho avuto un caso di Sentenza del Tribunale degli anni '80 dove ad un erede emigrato in Argentina venivano assegnati anche dei soldi.
Non avendo ritirato i soldi, per tramite Consolato, consegnati a conguaglio da parte del coerede Italiano che doveva darglieli, in mancanza di un atto di quietanza la Sentenza non è mai stata trascritta.
In Catasto però le volture erano state eseguite.
Dovendo donare alle proprie figlie da parte di una delle condividenti Italiane un Notaio non ha voluto stipulare la donazione per mancanza di titolo originario trascritto.
Nulla è valsa la spiegazione che la signora possedeva da oltre 30 anni gli immobili assegnati a lei con Sentenza e che comunque si trattava di semplice donazione fra genitore e figli (fra l'altro in presenza di ditta allineata in Catasto).
Un altro Notaio, spiegata la situazione, ha stipulato regolarmente l'atto.