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Argomento: Riconfinazione stradello di impianto, scegliere i trigonometrici giusti
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geocinel
Carlo Cinelli
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Gianni Cerchiamo di non abbassare il livello della discussione facendo affermazioni da bar tipo " Se non siete bravi come me e non sapete valutare e affrontare anche gli aspetti giuridici, non potete occuparvi di riconfinazioni." Tutte le mie considerazioni sono volte a far passare un messaggio ben preciso: Non spacciamo una ricostruzione di linee catastali per una riconfinazione altrimenti saremmo noi a creare il problema. Tanti anni fa, in una delle mie prime operazioni, ricostruii il confine catastale spacciandolo per "confine di diritto". Era dentro il possesso del vicino di circa tre metri. Al Committente la cosa gliel'avevo riportata in modo un po' trionfante del tipo "che fesso che sei, ti hanno fregato tre metri di profondità del tuo terreno". Risultato: il giorno dopo il vicino all'ospedale con il naso rotto da un destro del mio committente. Dov'era il problema e chi l'ha creato? E quindi prudenza nello spacciare una cosa per un'altra. Quello che avevo indicato al Committente non era il confine di diritto o, se lo fosse stato, doveva essere rivendicato attraverso una azione legale perché nel possesso allora attuale del vicino. E da qui le conoscenze basilari della differenza tra possesso e proprietà. Se non si hanno queste conoscenze basilari, che devono essere di tutti i Geometri perché il Geometra non è solo un misuratore o un progettista, ci si affida all'aiuto di un legale. Ricordo anche che il Geometra esegue Conciliazioni Mediate, arbitraggi, arbitrati e tante altre azioni di sfondo giuridico. Quindi non è vero che siamo del tutto acerbi in quelle conoscenze. L'usucapione, caro Gianni, ha mille forme e trova riscontro in: una strada spostata con l'uso, un confine eroso nella lavorazione, una fossa che furbamente si sposta di 20 cm all'anno, un fiumiciattolo che trova un nuovo corso, ecc.. Spesso, quando un confine di diritto ha un'altra posizione, nel 90% dei casi è dovuto a una di quelle forme. Chi opera lo sa benisiimo. Per di più la mappa non è la rappresentazione fedele della realtà; quante volte il buon Ramiro (IKE) c'ha fatto vedere che, dalle sue parti, muri secolari sono in posizione differente rispetto ad essa. Chiudo sulle tue affermazioni un po' demagogiche sui corrispettivi. Grazie a chi ha svalutato la nostra opera oggi dobbiamo spiegare, e spiegare, e spiegare, il perché una prestazione del genere vale X. Quindi nessuna pietas per chi fa le Certificazioni energetiche a 60 €, per chi fa i Frazionamenti e Tipi Mappali 200 €., per chi fa i Docfa a 100€., per chi fa riconfinazioni a 400 €. Nessuna pietas. Sono quelli che hanno distrutto la nostra professione sputandoci sopra e che hanno decretato, giustamente e in primis, la loro stessa fine. Cordialmente Carlo Cinelli
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EFFEGI
f.g.
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Buongiorno a tutti. Ho seguito con molta attenzione l’evolversi di questa discussione. Condivido molti degli interventi di Carlo Cinelli, ma nello stesso tempo anche molti degli interventi di Gianni Rossi. Cerco di spiegarmi meglio. Il confine è quella linea che individua il limite di diritto di una proprietà rispetto a quella del vicino confinante. Per determinare questa “linea” esistono vari modi, e in questo l’art. 950 cc ci dice chiaramente quali elementi concorrono alla determinazione della stessa. Solo come ultima ipotesi, ed in mancanza di altri elementi, il giudice si attiene al confine delineato dalle mappe catastali. Ma la domanda che mi pongo io è: Ma noi siamo il “giudice”? Beh io dico di SI. Il geometra, o più il generale il tecnico, è il primo giudice che definisco di campagna, anche se nominato da un sola parte, che, con il giusto criterio, in scienza e coscienza, deve dare una adeguata risposta al proprio committente, o ancora meglio, ad entrambi i committenti confinanti nel caso di incarico congiunto (incarico che ti dà un’ulteriore responsabilità, ossia di dover operare con la massima lealtà, ben sapendo che non c’è un altro tecnico di controparte che valuterà il tuo operato). Per dare una risposta al committente, la prima risposta, che è quella che ha più valore, bisogna sapere cosa si deve fare, altrimenti si rischia di dare una risposta sbagliata, o per lo meno con completamente giusta, con la conseguenza di un facile litigio tra le parti, e l’immediato ricorso al giudice, quello vero. Per poter sapere come muoversi, occorre che il geometra, sia preparato, anche nel diritto di sua competenza, o per lo meno, conoscere i libri 2° e 3° del codice civile, ossia quello delle successioni e quella della proprietà, anche se il nostro lavoro non è quello di fare gli avvocati, anzi quello di evitare al nostro committente di andare dall’avvocato, se non in casi strettamente necessari. Per rispondere alla domanda di Cinelli in merito alla soluzione 1 o 2 per la riconfinazione dello stradello di cui lui fa cenno in questa discussione, io rispondo la soluzione 1.5, poiché per poter rispondere compiutamente occorre conoscere tutti gli elementi utili, anche quelli che a volte, apparentemente, non hanno alcun significato in quel momento. Per cui in alcuni casi, di dovrà utilizzare la soluzione 1, mentre in altri casi, occorrerà utilizzare la soluzione 2. Occorrerà valutare visivamente, topometricamente, cartograficamente, usanze e realtà locali consolidate, etc, etc, e soppesare tutti questi elementi onde poter esprimere una soluzione adeguata, caso per caso. Altro punto: la gerarchia degli elementi probanti. Secondo me, non c’è una gerarchia vera e propria, l’unica che prevale su tutte è quella dell’usucapione, che, se ricorre, annulla completamente tutte le altre, in quanto permette l’acquisto del bene a titolo originario, senza obbligo di continuità delle trascrizioni. Ma per l’usucapione ci deve essere un giudice che deve emettere la relativa sentenza. Il geometra (o più in generale, il tecnico) non può e non deve, emettere sentenze, deve invece esporre tutte le sue risultante al proprio committente, evidenziando le eventuali discordanze, favorevoli e sfavorevoli, tra la situazione catastale e quella in loco. Sarà il committente, che poi dovrà valutare, sentito eventualmente un legale di sua fiducia, se ricorrere al giudice. Escluso pertanto di diritto di usucapione, tutti i mezzi di prova hanno lo stesso grado di importanza ai fini della riconfinazione. Certo che se in un atto pubblico, registrato (per la data certa) e trascritto (per la continuità delle trascrizioni), vi sono riportati con precisione elementi utili ed incontestabili per definire il confine di diritto tra i due fondi questa volontà delle parti, ritengo, prevalga su altri elementi visibili….. ma in oltre vent’anni di attività professionale, ancora non ho letto un atto nel quale vi siano questi elementi chiarificatori se non il classico: vendita effettuato nello stato di fatto, a corpo e non a misura, con ogni accessione, servitù attiva e passiva etc… Per quanto concerne la volontà delle parti, espressa con documenti privati sottoscritti dalle parti, è risaputo che la validità è solo per coloro che sottoscrivono il documento, in quanto non essendo il documento registrato e trascritto non è opponibile a terzi; A detta di un notaio questo documento privato non può neanche essere citato per espressa volontà delle parti in un successivo atto pubblico. Per gli incarichi di riconfinazioni, non ho mai parlato ai miei clienti di dover ricostruzione delle linee catastali, anzi la prima cosa che dico è che la mappa catastale, ai fini di una riconfinazione è l’ultima cosa che il giudice prende in considerazione, non che non vale nulla, ma che rimane l’ultima soluzione che il giudice terrà conto. L’affidarsi alle mappe catastali, è purtroppo, quasi sempre, l’unica alternativa, che ha il tecnico ed anche il giudice per poter definire il confine in contestazione. Poi molto dipende anche dalle varie realtà locali, in quanto vi sono alcune zone d’Italia, come il Gargano, o la Liguria (a cui fa riferimento Cinelli) in cui quasi tutti i fondi sono perimetrati da muri di pietre a secco realizzati sicuramente da oltre vent’anni, e in quei casi, non credo proprio, che il giudice si atterrà alla situazione catastale. La settimana scorsa ho definito un confine tra due fondi che discosta dalla linea catastale (di impianto) per circa mt 2.50. A circa 0.50 mt dal “presunto” confine, vi è un vigneto realizzato da Tizio oltre trent’anni fa, mentre solo per un piccolo tratto iniziale di circa 20 mt, l’altro proprietario Caio, ha realizzato circa 10 anni fa un muretto di sostegno. L’atto di acquisto non riporta elementi utili. Vendita effettuata a corpo e non a misura con semplice indicazione dei confinanti. Questi gli unici elementi utili. Ebbene ho espletato il rilievo, etc, etc, ed è risultata una discordanza per il tratto iniziale di circa mt 2.50, tra la situazione reale e quella catastale. Ho approfondito con gli stessi proprietari, ed è venuto fuori, che il precedente proprietario di uno dei due fondi (quello che ha “sconfinato” con il vigneto), in passato faceva l’impresa di costruzioni, e, proprio lui effettuò i lavori di sbancamento per la costruzione del fabbricato di proprietà dell’altro confinante. Quindi… si potrebbe supporre che in fase di sbancamento, il proprietario di allora essendo l’esecutore dei lavori, si è tenuto in debita sicurezza rispetto al confine allontanandosi da questo proprio di questi 2.5 mt, anche perché a valle il confine rientra nelle tolleranze seguendo un piccolo corso d’acqua. Che si fa allora si va a tagliare un intero filare di viti di oltre trent’anni oppure si invoca il diritto di usucapione ultraventennale? Ho illustrato ai proprietari, che il confine reale è diverso rispetto a quello catastale, ma che era opportuno definire la situazione alla luce dell’art. 950 (che gli letto durante il sopralluogo) ed evitare comunque di fare ulteriori spese che non sarebbero state poche, proprio perché la mappa catastale conta come ultima soluzione. I proprietari hanno capito il tutto e ho potuto definire il confine sul posto così come realmente posseduto dalle parti, compensando la superficie persa da un proprietario a favore dell’altro proprietario, il tutto, materializzato dall’apposizione di termini lapidei e confermato e “validato” tramite una scrittura privata (con marca da bollo da €. 1.00) con allegata una monografia dei termini apposti riferiti a punti stabili di riferimento e libretto delle misure, dichiarando in detta scrittura che la situazione attuale, così come definita dai termini apposti, si protrae da oltre un ventennio, e rinunciando, per una futura riconfinazione, a ricorrere alla mappa catastale ma fare esclusivo riferimento al libretto delle misure allegato alla scrittura privata. Naturalmente ho consigliato ai proprietari frazionare il tutto e andare dal notaio… ma anche questa è una scelta che spetta ai proprietari. Ritornando al post, i maggiori costi, che scaturiscono da una indagine accurata del confine incerto, rispetto alla verifica della linea catastale, possono far desistere il committente dall’affidarti l’incarico, e talune volte anche a rinunciare addirittura a verificare il confine per non sostenerne le spese, ma questo “rischio” è insito in ogni lavoro, e ognuno di noi, nella sua vita professionale deve saper opportunamente ponderare. Io illustro al committente, il lavoro da fare, e soprattutto il costo presunto del lavoro, dicendogli già io che ci sono altri tecnici che lo fanno a prezzi inferiori, anche a metà prezzo, se accettano vado avanti con l’incarico, altrimenti amici più di prima, e vi assicuro che molte volte sono andato come “secondo” nuovo tecnico a verificare quanto fatto in precedenza da altri tecnici a metà prezzo. Lo stesso discorso lo faccio per gli APE al cliente io gli dico: guarda che su internet lo fanno a 49 euro perché lo fanno solo sulla carta, ma tu in qualità di proprietario sei responsabile in caso di dati non veritieri, se invece vuoi che te lo faccio io mi devi dare €. ..…. perché devo fare un sopralluogo, verificare le misure, effettuare il calcolo, e quindi tutto il lavoro comporta una spesa che non può essere di 49 euro. Mai nessuno è andato via senza confermarmi l’incarico (meno male  ). E' come il vino. Tutto è vino, c’è quello da 1 euro a bottiglia e quello da 50 euro. C’è chi vuol bere quello da 1 euro e quelli da 50 euro, a coloro che dovranno bere spetta la scelta. Saluti cordiali e … a proposito buon pranzo.
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georox
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Carlo, "geocinel" ha scritto: Cerchiamo di non abbassare il livello della discussione facendo affermazioni da bar tipo "Se non siete bravi come me e non sapete valutare e affrontare anche gli aspetti giuridici, non potete occuparvi di riconfinazioni." Ok, non abbassiamo il livello. Quella mia frase in corsivo era volutamente forte per farti capire che, effettivamente, parlando anche con altri che ti leggono qui sul forum, emerge la sensazione che tu consideri idoneo a svolgere incarichi di riconfinazione solo un geometra che ha anche competenze giuridiche e le utilizza direttamente. Io invece non la penso così. Se c'è di mezzo un confine di diritto che si discosta da quello cartografico (geometrico), il geometra non è competente, deve passare la palla all'avvocato e limitarsi a fornire a quest'ultimo gli elementi tecnici (rilievi, mappe, ecc.) che possono concorrere alla definizione della questione. Poi è ovvio che in tal caso, in prima istanza, il geometra può (meglio, dovrebbe) cercare un accordo bonario tra i due contendenti e, se riesce nell'intento, potrà poi procedere a tutti gli eventuali atti volti a sancire la nuova posizione concordata del confine, se diversa da quella originaria. Ma se il tentativo di accordo bonario fallisce, il geometra deve fermarsi lì. Tu invece dai la netta impressione di voler andare avanti comunque, pur essendo solo un geometra. Sicuramente ne hai tutta l'esperienza e le conoscenze, ma se lo fai, stai facendo un altro mestiere. "geocinel" ha scritto: Tutte le mie considerazioni sono volte a far passare un messaggio ben preciso: Non spacciamo una ricostruzione di linee catastali per una riconfinazione altrimenti saremmo noi a creare il problema. Ok, ma non ripetermelo più, almeno a me, perché rischi di diventare noioso, considerato quante volte ti ho detto che sono pienamente d'accordo (ho dedicato anche un paragrafo del mio libro su questo, dal titolo "Ricostruzione della linea di mappa o di quella di confinazione"). "geocinel" ha scritto: E da qui le conoscenze basilari della differenza tra possesso e proprietà. Se non si hanno queste conoscenze basilari, che devono essere di tutti i Geometri perché il Geometra non è solo un misuratore o un progettista, ci si affida all'aiuto di un legale. Vale quanto ho detto sopra, possesso e proprietà sono due concetti del diritto, è doveroso che il geometra li conosca, ma solo al fine di un primo tentativo di accordo bonario, fallito il quale la palla deve passare al legale, per quanto il geometra in questione abbia maturato conoscenze in campo giuridico. "geocinel" ha scritto: L'usucapione, caro Gianni, ha mille forme e trova riscontro in: una strada spostata con l'uso, un confine eroso nella lavorazione, una fossa che furbamente si sposta di 20 cm all'anno, un fiumiciattolo che trova un nuovo corso, ecc.. Spesso, quando un confine di diritto ha un'altra posizione, nel 90% dei casi è dovuto a una di quelle forme. Non capisco perché hai sentito l'esigenza di elencare varie possibili forme dell'usucapione. Io ti ho forse detto che l'usucapione si manifesta in un solo determinato modo? Piuttosto vedo che "scantoni" nel riportate altri esempi, oltre l'usucapione (che ti avevo confermato anch'io fin dall'inizio), in cui l'espressa volontà delle parti viene fatta soccombere. "geocinel" ha scritto: Per di più la mappa non è la rappresentazione fedele della realtà; quante volte il buon Ramiro (IKE) c'ha fatto vedere che, dalle sue parti, muri secolari sono in posizione differente rispetto ad essa. Anche qui non capisco perché me lo vieni a dire a me, come se io sostenessi il contrario. Se devi riportare queste giuste affermazioni, rivolgiti pure genericamente a tutto il forum, non a me singolarmente. "geocinel" ha scritto: Chiudo sulle tue affermazioni un po' demagogiche sui corrispettivi. Mah,vedile pure come demagogiche che tanto non mi fa né caldo e né freddo. Come ti dicevo, per l'attività che svolgo, conosco centinaia di geometri in tutta Italia e ti assicuro che molti sono ... alla canna del gas. Ma non per colpa loro ma per colpa di quelli che tu hai citato come i responsabili dello svilimento della professione e delle relative tariffe. Fatto sta che questi tecnici restano ... alla canna del gas, e quando hanno l'opportunità di prendere un incarico, sono costretti a non creare turbative al committente pena, come dicevo, il rischio molto concreto che quello alzi i tacchi e se ne vada da un altro. Per chi è benestante è sempre stato facile parlare dei poveri e dire quello che dovrebbero e non dovrebbero fare. A volte in passato è capitato anche a me. Ma da qualche anno sono più povero anch'io e quindi ho una percezione più diretta della realtà di quei colleghi. A presto, geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@riconfinazioni.it www.co************** www.riconfinazioni.it
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geocinel
Carlo Cinelli
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"georox" ha scritto: Per chi è benestante è sempre stato facile parlare dei poveri e dire quello che dovrebbero e non dovrebbero fare. A volte in passato è capitato anche a me. Ma da qualche hanno sono più povero anch'io e quindi ho una percezione più diretta della realtà di quei colleghi. A presto, geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@riconfinazioni.it www.co************** www.riconfinazioni.it Questa è fantastica. Cordialmente Carlo Cinelli P.S. Hai ragione, da qualche hanno.
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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"EFFEGI" ha scritto: Buongiorno a tutti. Ho seguito con molta attenzione l’evolversi di questa discussione. Condivido molti degli interventi di Carlo Cinelli, ma nello stesso tempo anche molti degli interventi di Gianni Rossi. ....................... Fausto Hai aperto l'intervento da buon Democristiano, forse l'influsso Demitiano arriva anche a te. Ma leggendolo attentamente mi sembra che di fatto ricalchi in toto (nei temi centrali trattati) quello che è il mio pensiero e che ho più volte ribadito in questa discussione. Ciao Carlo
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EFFEGI
f.g.
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Carlo anche se abito a qualche km da De Mita non ne ho mai risentito dell'influenza... anzi  . Quando dicevo nel post precedente, che condivido molti degli interventi tuoi e di Gianni, l'ho scritto perchè di fatto, sulle riconfinazioni, il tuo modo di pensare e quello di Gianni, a differenza di quanto possa sembrare (o volete far sembrare ) secondo me non si discosta affatto di molto. Tu ti soffermi moltissimo sulla parte preliminare della ricerca dei documenti probanti, ritenendoli di fondamentale importanza (giustamente) ponendo al secondo posto i metodi e schemi di calcolo. Gianni invece, riconosce l'importanza primaria di questa tua fase preliminare di ricerca degli elementi probanti, dicendolo sempre nei suoi corsi e nelle varie risposte ai forum, poi, laddove questi elementi probanti non siano sufficienti a definire in maniera chiara ed ineludibile il confine di diritto, tanto da essere costretti a ricorrere all'unico elemento sussidiario, ossia alle mappe catastali, si sofferma molto sugli aspetti tecnici legati alle operazioni di calcolo topografico, ma senza disconoscere l'importanza della fase preliminare a cui tu ti soffermi (e ci tieni) molto. Lo stesso Gianni condivide in questo post moltissimi tuoi interventi, e anche tu molte sue affermazioni, quando dici che sei d'accordo sui punti 1, 2 e 4 Ecco perchè mi piacerebbe partecipare ad un corso, dal vivo o tramite webinar, in cui i relatori siete voi due. Un caloroso saluto a te, a Gianni e a tutto il forum.
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Orlando1973
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C'e' sempre da imparare ma se solo dovessi ricostruire un confine come dice Geocinel farei la fame .
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geocinel
Carlo Cinelli
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"Orlando1973" ha scritto: C'e' sempre da imparare ma se solo dovessi ricostruire un confine come dice Geocinel farei la fame . Non ti potresti lamentare. Andresti a far compagnia al "povero" Gianni. Orlando, tu puoi fare quello che vuoi. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni. Però non puoi dire: "Io faccio questo perché altrimenti non ci rientro". E' una non motivazione e lo dovresti capire anche da solo. Ti racconto un aneddoto. Giorni fa sono tornato a ridiscutere un confine formatosi recentemente, molto intricato, dove i vari libretti pregeo non concordavano, pur essendo stati eseguiti dallo stesso tecnico (il secondo e il terzo avevano delle linee che si agganciavano al primo). Questo collega, molto pacificamente, ha ammesso di averli fatti tutti sulla carta e grazie alle coordinate dei file .dis ha calcolato le misurate rispetto ai PF. Anche lui non ci rientrava nei 400 €. compreso spese per la redazione dei Tipi di Frazionamento. Ti chiedo: E' un modo corretto di approcciare la Professione? E secondo te: Se l'assicurazione venisse a sapere che lui ha sbagliato sapendo di sbagliare coprirebbe il danno che ha arrecato alle parti e che lui si è detto pronto a corrispondere? Cordialmente Carlo Cinelli
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rubino
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Potenza
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Merita di essere deferito al consiglio di disciplina.
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Orlando1973
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"geocinel" ha scritto: "Orlando1973" ha scritto: C'e' sempre da imparare ma se solo dovessi ricostruire un confine come dice Geocinel farei la fame . Non ti potresti lamentare. Andresti a far compagnia al "povero" Gianni. Orlando, tu puoi fare quello che vuoi. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni. Però non puoi dire: "Io faccio questo perché altrimenti non ci rientro". E' una non motivazione e lo dovresti capire anche da solo. Ti racconto un aneddoto. Giorni fa sono tornato a ridiscutere un confine formatosi recentemente, molto intricato, dove i vari libretti pregeo non concordavano, pur essendo stati eseguiti dallo stesso tecnico (il secondo e il terzo avevano delle linee che si agganciavano al primo). Questo collega, molto pacificamente, ha ammesso di averli fatti tutti sulla carta e grazie alle coordinate dei file .dis ha calcolato le misurate rispetto ai PF. Anche lui non ci rientrava nei 400 €. compreso spese per la redazione dei Tipi di Frazionamento. Ti chiedo: E' un modo corretto di approcciare la Professione? E secondo te: Se l'assicurazione venisse a sapere che lui ha sbagliato sapendo di sbagliare coprirebbe il danno che ha arrecato alle parti e che lui si è detto pronto a corrispondere? Cordialmente Carlo Cinelli Forse non ci capiamo , o forse ognuno vuole capire solo quello che vuole . Io non ho mai detto di aver falsificato libretti pregeo o di averli ricavati dalla carta ( si lo so il tuo è un'esempio limite) , e non penso di compiere il mio lavoro con leggerezza , anzi ....... . Sono sempre uscito in campagna rilevando il terreno e mai ricostruendolo sulla carta . Tornando al tema dibattuto (caso 1 o caso 2 , ricostruire linea di impianto o riconfinare? ........) credo che tutto deve essere rapportato ed il mio lavoro svolto alla fine dell'opera deve produrre dei benefici al cliente (che puo' aver ragione o torto ) , penso come per tutti i lavori , che senso ha se tale eventuale "beneficio" è inferiore al costo dalla mia parcella ????? Ripeto indagini storiche , sopraluoghi vari sul posto ....... mah ..... Ah pero' sono soddisfatto , ho fatto un bel lavoro , sono in gamba , rimah..... .
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geocinel
Carlo Cinelli
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"Orlando1973" ha scritto: Forse non ci capiamo , o forse ognuno vuole capire solo quello che vuole . Io non ho mai detto di aver falsificato libretti pregeo o di averli ricavati dalla carta ( si lo so il tuo è un'esempio limite) , e non penso di compiere il mio lavoro con leggerezza , anzi ....... . Sono sempre uscito in campagna rilevando il terreno e mai ricostruendolo sulla carta . Tornando al tema dibattuto (caso 1 o caso 2 , ricostruire linea di impianto o riconfinare? ........) credo che tutto deve essere rapportato ed il mio lavoro svolto alla fine dell'opera deve produrre dei benefici al cliente (che puo' aver ragione o torto ) , penso come per tutti i lavori , che senso ha se tale eventuale "beneficio" è inferiore al costo dalla mia parcella ????? Ripeto indagini storiche , sopraluoghi vari sul posto ....... mah ..... Ah pero' sono soddisfatto , ho fatto un bel lavoro , sono in gamba , rimah..... . Orlando E' chiaro che non ci capiamo (o che qualcuno non vuol capire) e non mi interessa di battibeccare su un forum che dovrebbe fare cultura professionale e non discussioni da bar. Il messaggio che deve passare è che quando un committente chiede a un libero professionista di ripristinare un confine di proprietà questo per assolvere al suo incarico deve svolgere una serie di indagini volte alla esaustiva ricostruzione. Se non lo fa sta eseguendo un altro lavoro. E' chiaro questo o no? E, bada bene, non è il mio parere; è solo il modo corretto per eseguire quella prestazione. Se tu possiedi un altra verità diccela smentendo questa e non facendo riferimento a problemi di competenze o a problemi economici. Le competenze di base ce l'abbiamo e i problemi economici sono di chi ha svenduto la nostra professionalità. Cordialmente Carlo Cinelli
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geocinel
Carlo Cinelli
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"georox" ha scritto: ........................................... Io invece non la penso così. Se c'è di mezzo un confine di diritto che si discosta da quello cartografico (geometrico), il geometra non è competente, deve passare la palla all'avvocato e limitarsi a fornire a quest'ultimo gli elementi tecnici (rilievi, mappe, ecc.) che possono concorrere alla definizione della questione. Capita a volte che mi vado a rileggere più attentamente le discussioni e questo passaggio mi era sfuggito. Almeno nella sua forza. Ovviamente sono in totale disaccordo, ma non è un reato il pensarla diversamente dal sottoscritto. Quello che invece credo è che non si può parlare compiutamente di riconfinazione se non si affrontano gli aspetti di diritto. Il Geometra ha tutte le conoscenze di base per affrontare la problematica. Sa benissimo la differenza tra proprietà e possesso, conosce gli effetti del possesso, conosce i limiti intrinseci ed estrinseci delle mappe e di tutti i documenti successivi, conosce la forza dei negozi giuridici e tutti gli altri aspetti collegati alla ricostruzione di un confine. Anch'io sono critico quando il giudice chiede al CTU di indicare l'esatta linea di confine tra il fondo A e il fondo B. Non perché non ne possegga gli elementi e non li padroneggi, ma perché la sentenza spetta al peritus peritorum che è il Giudice. E a questo non ci dobbiamo sostituire. E sono, normalmente, sempre incline alla collaborazione stretta con un legale perché il confronto sugli aspetti giuridici è fondamentale. E giustamente, per il Geometra, in una posizione di subalternità. Cordialmente Carlo Cinelli
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georox
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"geocinel" ha scritto: Ovviamente sono in totale disaccordo, ma non è un reato il pensarla diversamente dal sottoscritto. Beh, messa così, sembra che tu sia il depositario della verità in materia di riconfinazioni e che, pertanto, essere in disaccordo con te, se proprio non è un reato, poco ci manca. Estrarre un singolo brano di un post per poi da quello ricavarne tesi che ne dimostrano l'infondatezza ... è troppo comodo (e nemmeno tanto autorevole). In quel post, e anche nei precedenti, io il concetto lo avevo sviluppato compiutamente, dicendo ad esempio: "georox" ha scritto: ...possesso e proprietà sono due concetti del diritto, è doveroso che il geometra li conosca, ma solo al fine di un primo tentativo di accordo bonario, fallito il quale la palla deve passare al legale, per quanto il geometra in questione abbia maturato conoscenze in campo giuridico. "georox" ha scritto: Il Geometra ha tutte le conoscenze di base per affrontare la problematica. Ma dai, di quali conoscenze di base parli? Anche su questo mi ero già espresso: "georox" ha scritto: ... a scuola di geometra, almeno ai miei tempi (ma non mi risulta sia cambiato al giorno d'oggi) le ore di Diritto erano pochissime e la materia era trattata all'acqua di rose in quanto considerata come l'ultima ruota del carro in ordine di importanza, proprio perché la figura del geometra era, ed è, considerata eminentemente tecnica, non giuridica. Che poi un geometra, nell'ambito della professione, possa acquisire adeguate conoscenze anche sugli aspetti giuridici, di sicuro gli torna utile al fine di indicare fin da subito al committente le possibili evoluzioni di una controversia tra confinanti. Ma un geometra resta (e deve restare) un geometra. Infatti dicevo: "georox" ha scritto: Ma anche considerando un geometra che il Diritto (di proprietà) lo abbia studiato a dovere (a scuola e/o durante la professione), non ritengo che abbia titolo di occuparsi degli aspetti giuridici, ma debba limitarsi a fornire gli elementi tecnici a chi glieli chiede, sia esso il giudice o l'avvocato di parte. Tu invece vuoi farci credere che, per poter occuparsi di confini, un geometra deve avere anche le competenze giuridiche. Sinceramente, Carlo, più che un'opinione oggettiva, mi sembra più una tua esigenza personale nel voler affermare la tua notevole esperienza in materia, una dote che tutti noi (io per primo) ti riconosciamo, ma che non può essere considerata un requisito per tutta la categoria. A presto, geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@riconfinazioni.it www.co************** www.riconfinazioni.it
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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it
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Una grandissima percentuale delle liti tra vicini non scaturiscono dalle differenze metriche che ci sono nella ricostruzione delle linee catastali. Vengono fuori invece dalle differenti interpretazioni rispetto ai diritti che ci sono sulle proprietà. Ecco perché il "bravo riconfinatore" (che brutto termine) non deve essere solo un "bravo topografo" e conoscere l'arte delle georeferenziazioni, delle rototraslazioni e della scienza del rilievo in generale. Deve essere invece un bravo perito perché la riconfinazione non è solo una operazione topografica ma una perizia. Non per niente, infatti, lo standard di qualità della riconfinazione è stato posizionato nelle attività peritali e non in quelle topografiche e catastali. Ciò detto non c'è niente di male a pensarla diversamente. Quello che io rimarco è una certa onestà intellettuale. Se io faccio il lavoro A lo chiamo A, se faccio il lavoro B lo chiamo B. Non posso chiamare riconfinazione una ricostruzione di linee di mappa. Cordialmente Carlo Cinelli P.S. Gianni, hai notato che io parlo sempre in generale e tu in prima e seconda persona? Rilassati, non sto accusando nessuno; sto solo puntualizzando dei concetti.
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georox
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Caro Carlo (va meglio così?), "geocinel" ha scritto: P.S. Gianni, hai notato che io parlo sempre in generale e tu in prima e seconda persona? Rilassati, non sto accusando nessuno; sto solo puntualizzando dei concetti. Ti assicuro che sono rilassatissimo, anzi, da bravo Veneto, direi "Serenissimo". Solo che se mi scrivi tu, citando un mio passaggio, io rispondo a te .... puntualizzando anch'io dei concetti. Concordo su tutto quello che hai scritto in quest'ultimo post, cosa che del resto avevo già fatto anche nei post precedenti di questo topic e credo che il concetto: "geocinel" ha scritto: Non posso chiamare riconfinazione una ricostruzione di linee di mappa.. tu lo abbia espresso già più volte con grande enfasi per cui non vedo la necessità di ripeterlo all'infinito, a meno che non ci passi tutti per dei "mona" (oggi mi sento in vena di Venetismo  ). Vorrei però far notare, a te e chi leggerà questi post, che poi all'atto pratico (in Veneto si direbbe "struca-struca") nella stragrande maggioranza dei casi (io ormai ne ho visti oltre 100 inviati dai colleghi ai corsi), pur con tutta la cura e la caparbietà messa in atto nelle indagini, non emerge nessun elemento utile a definire il confine, rimandando di fatto alla linea di mappa (dove per "utile" intendo un elemento che sia certo e incontestabile). Del resto, praticamente in tutti i tuoi casi di riconfinazioni che hai pubblicato (sia ai corsi e seminari che facevamo insieme, sia nei tuoi libri, incluso l'ultimo del 2015) alla fine hai sempre illustrato la ricostruzione della linea di mappa. Come lo spieghi questo dato di fatto che ti riguarda personalmente? Sarebbe quindi interessante che questo tuo (lodevole) rimarcare che la riconfinazione non avviene mediante la ricostruzione della linea di mappa, fosse supportato da altrettanti casi concreti in cui ciò si è verificato (occhio che ho scritto"altrettanti", non uno o due). Altrimenti, credimi (ma non volermene), rischi che questa tua tesi venga interpretata come un ribadire la tua competenza in materia, competenza che, ripeto, nessuno mette in discussione. Ma, mi raccomando, stai rilassato anche tu (volevo dire "stai sereno" ma da Renzi in poi non si può più dire perché verrebbe mal'interpretato  , vedi come siete voi Toscani: non solo avete imposto la lingua Italiana, ma ne imponete anche l'evoluzione  ). A presto, geom. Gianni Rossi cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@riconfinazioni.it www.co************** www.riconfinazioni.it
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