Salve, lustrissimi Colleghi.
Se qualcuno ha buone entrature alla “Cassa”, lo prego sinceramente di intercedere perché non mi manchi un pezzo di pane. Non lo dico per me, che potrei anche cavarmela rovistando fra i rifiuti dell'opulenta nostra società, ma perché mi risulta che scopo fondamentale della citata Istituzione sia quello di non far scendere sotto una certa soglia il decoro di coloro che obbliga a sentirsi colleghi.
Soglia certa? No di certo. Semplicemente stabilita dall'ordinarietà, che si misura su quanti si sono dedicati alla Libera Professione per garantirsi uno status sociale “rispettabile”.
Chi invece volesse seguire Confucio nell'idea che, come in un Paese ben governato ci si vergogna di povertà e discredito, in uno mal governato ci si dovrà vergognare di onori e ricchezza, chi volesse seguirlo costì sarebbe oggi ben felice di sopravvivere, come dicevo, rovistando fra i rifiuti.
Leggendo e rileggendo gli argomenti del forum, non posso che sentirmi un vecchio geometra dell'altro secolo. Voglio dire del XIX, ovviamente. Perché trovo rari richiami alla topografia o alla celerimensura, ma un solo ricorrente pensiero: questo o quello potranno essere motivo di rifiuto?
Non voglio ergermi al di sopra di nessun altro. Ho anch'io gli stessi problemi di tutti: la pagnotta mi viene concessa dal pur generoso fornaio soltanto dietro pagamento del corrispondente prezzo.
Ma è mai possibile che una spaventosa maggioranza di Professionisti che dovrebbero essere per definizione Liberi (ovvero in grado di condurre autonoma gestione operativa) non sappiano esprimere pareri, opinioni, consigli, direttive ed un voto a coloro che dovranno poi gestirne le sorti?
È possibile che le norme a cui tutti guardano con trepidazione (e anche questo non dovrebbe essere possibile, se un congruo numero di Tecnici fosse all'altezza di “programmare” il proprio futuro) non siano mai adeguatamente preventivamente discusse paritariamente fra AdT e Ordini?
Probabilmente ancora una volta mi tirerò addosso le ire del Topo Gigio (che per l'autocertificazione di saggezza avrebbe forse dovuto scegliersi il nik autoironico di “Grillo Parlante” :oops: ) perché parlo tanto senza sapere.
Ma certe cose non importa saperle: basta sentirle! Se “senti” dolore all'orifizio, non c'è tanto da sapere!
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Fine del preambolo.
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Ambolo.
Vero che di obbligo di poligonale si parla dalla 2/88, e perciò non è una novità.
Ma è mai possibile che decine di migliaia di Topografi non abbiano mai considerato che la poligonale non ha alcun interesse per il Libero Professionista? Serve (o, per essere più precisi, dovrebbe servire in caso di funzionamento ottimale e puramente teorico) per una corretta introduzione del rilievo – che si suppone corretto per una sorta di intercessione divina – in una mappa corretta.
Ma al Professionista non serve. E meno che meno al suo Committente. Che in fin dei conti è colui che paga.
Indicare una poligonale ha il solo scopo di porre dei vincoli al calcolo. Vincoli che hanno un senso soltanto se i punti a cui si vogliono applicare sono da considerare fissi.
Sveglia! Stiamo parlando dei Punti (cosiddetti) Fiduciali!
Cosa può fregare, al mio Committente (che è sempre colui che paga) di considerare fissi quei cosi lì?
La faccenda interessa soltanto chi, gestendo la mappa, ritiene di potervi legare fantomatiche procedure che il Responsabile in carica nel 1988 promise - ai politici di turno – che potessero ricostruire magicamente la Mappa e con lei l'intero Catasto.
Ma a me la poligonale rompe soltanto gli zebedei!
Ergo sarebbe compito degli Ordini e dei Collegi far presente all'Agenzia che la riga 3 dovrebbe finire a carico del Tecnico Approvatore. Che in questo modo avrebbe finalmente la soddisfazione di fare un lavoro da Tecnico, valutando caso per caso dove e come imporre i vincoli suddetti in relazione alle condizioni dei Punti Fissi e della Mappa.
Invece di sentirsi squalificato a svolgere ruoli d'ordine per vedere se c'è il timbro, la firma o chissà quale porcata.
Ordini e Collegi? Chi erano costoro?
Leonardo Gualandi
(geometra?)
Piesse: quoto specialmente Dipotra, riguardo alle considerazioni sulle compensazioni.
In particolare approfondirei il passaggio "
... in presenza di strumentazioni poco precise e di punti di appoggio poco precisi [comunque più precisi del rilievo (N.d.R.)] per "compensare" il tutto e "fare finta" che andasse tutto bene" perché ne deriva che oggi viene chiesta la "riga 3" perché siamo in presenza di punti di appoggio poco precisi e strumentazioni (e misure) precise per "fare finta" che vada tutto male come i punti di appoggio.
Bel progresso!
Ma dissento (visceralmente) su Porro. Chissà perché me lo figuro meno austero di come sembrerebbe figurarselo Udino, e penso proprio che stia crepando dalle risate, piuttosto che rivoltarsi...