Abito con mia moglie in U.I.U. unita di fatto ai fini fiscali. L'UIU è nata dall'accorpamento di 2 preesistenti sub, confinanti e collocati su stesso piano. I 2 sub hanno stessa rendita catastale: uno è di proprietà di mia moglie (100%) ricevuto in eredità, un altro è stato acquistato da entrambi (50% + 50%). Siamo in regime di comunione di beni e conviventi. Non è stato possibile procedere alla fusione poiché le proprietà sono non omogenee. Ora nella planimetria catastale figurano disegnati uno con l'altro adiacente tratteggiato e viceversa; entrambi riportano stesso indirizzo, civico ed interno. Nell'unico indirizzo abbiamo la residenza.
Inizialmente (1989) su richiesta della banca che aveva erogato il mutuo ed a scopo di ipoteca dei 2 appartamenti era stata richiesta la fusione ma il catasto non aveva rilasciato alcuna documentazione.
Nel 2004, a seguito di mia reiterata richiesta, il catasto ha scritto che la richiesta di fusione non poteva essere accolta ed consigliava la procedura DOCFA per procedere all' unione di fatto ai fini fiscali.
Cosi` è stato da noi fatto.
Ai fini fiscali ho sempre considerato l'u.i.u prima casa e residenza del nucleo familiare, di cui un coniuge possiede il 25% e l'altro coniuge il 75%.
Domanda: è legittimo questo operato di fronte ad un'eventuale contestazione dell'Agenzia delle Entrate.