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Autore Unità collabente ma non troppo!!

toto83

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14 Maggio 2013 alle ore 11:57

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 17:33

Salve

mi ritrovo a dover censire un fabbrictao ex-rurale.. in piena campagna isolato dal mondo!! i proprietari vorrebero evitare di pagare ulteriori tasse sull'immobile in questione, di fatto il piccolo fabbricato dal punto di vista struttuale è in buone condizioni (muratura di blocchi) cosi come è presente soletta di piano e tetto.. mancano infissi, pavimenti e tutti gli allacci alle reti pubbliche..

Ho espresso subito il mio dubbio che potesse essere censito in F/2 (collabente) ma l'alternativa??

Non ha requisiti di ruralità!!



Cosa mi consigliate di fare?

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Autore Risposta

Orlando1973

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04 Maggio 2015 alle ore 16:51

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 18:16

Se non ha requisiti per essere censito in F/2 ( vedi nota AE anno 2013) e nemmeno per essere censito come rurale , và ovviamente censito nella giusta categoria catastale ( A, C......) altrimenti tu come tecnico dichiari il falso .

Anche perche' non hai alternative :

1) Dici che è collabente , ma come fai sei alleghi foto ? Tarocchi le foto ?

2) Dici che è rurale . Come fai ? Fai dichiarazione falsa che il proprietario è imprenditore agricolo ?

Purtroppo , per scarsita' di incarichi o perche' siamo ai primi inarichi , siamo troppe volte troppo accondiscendenti con i clienti bisogna essere piu' fiscali : non si puo' in categoria F2 la legge è cosi punto .

Non vale la pena a prescindere prendere rischi del genere magari anche per dei clienti che alla fine non ci paganao o sottopagano .

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 20:08

"Orlando1973" ha scritto:

2) Dici che è rurale . Come fai ? Fai dichiarazione falsa che il proprietario è imprenditore agricolo ?



La dichiarazione di possedere i requisiti rurali la fa il proprietario, non il geometra. Non ci hanno ancora assunti nella polizia catastale.

L'alternativa è danneggiare il tetto. Hai presente i capannoni sfitti di quegli imprenditori che non per non essere massacrati di tasse l'hanno addirittura asportato totalmente.

saluti

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EALFIN

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 20:17

Se trattasi di edificio ex rurale (quindi mai censito al C.F.) e se ricorrono le condizioni di Legge, sulla base delle tue affermazioni in merito allo stato delle finiture, al massimo puoi censire il suddetto fabbricato in corso di costruzione e non come unità collabenti.

Naturalmente, in caso di dichiarazione in categoria "F" devi allegare al Docfa anche le foto, interne ed esterne, per dimostrare lo stato di fatto dell'immobile.

Inoltre il fabbricato deve essere vuoto e non, ad esempio, comunque adibito a magazzino (deposito legna, ecc.), ecc. nonostante le finiture mancanti.

Non hai precisato che destinazione ha il fabbricato in quanto se trattasi di magazzino, rimessa, ecc. i pavimenti non hanno rilevanza in merito alla potenziale produttività del reddito del fabbricato di cui trattasi.

Condivido l'affermazione di Orlando1973.

Nel senso che spesse volte ho sentito dire da colleghi: "il cliente non l'ha voluto accatastare detta porzione, fabbricato, ecc.".

Tanto per raccontare una storiella realmente capitata un volta un cliente mi incarica di predisporre i documenti per la donazione ai figli.

Qualche anno prima l'accatastamento da rurale a urbano era stato curato da un tecnico convenzionato con le C.A.F. , per cui aveva offerto un preventivo inferiore.

Il fabbricato o meglio i corpi di fabbricato erano già riportati in mappa a seguito di precedente denuncia Modello 26 (non a mia cura).

Il tecnico redattore omette una porzione (P.T.) di fabbricato adibita a deposito, nonostante in mappa e nell'elaborato planimetrico la sagoma di detta porzione era regolarmente riportata.

Appena mi sono accorto della mancanza ho detto al mio cliente che l'accatastamento era stato redatto in modo non conforme alla Legge e che quindi doveva far risolvere la problematica.

Mi telefona il tecnico redattore e mi dice che non aveva accatastato il deposito perché il cliente gli aveva detto che in futuro intendeva demolirlo e quindi non valeva la pena di accatastarlo.

Io ho detto al collega che un tecnico non accatasta sulla base di quello che dice il cliente ma sulla base di quello che dice la Legge.

Per cui gli ho detto:

- o accatasti la porzione mancante;

- o fai demolire la porzione dal Cliente e di conseguenza in seguito redigi un tipo mappale per demolizione di porzione di fabbricato nonché un successivo Docfa per ridefinizione di B.C.N.C.

Alla fine, a sue spese (mi risulta), il tecnico ha preferito accatastare la porzione mancante all'appello.

Dopo di che ho predisposto i documenti per il rogito.

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Orlando1973

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 20:36

"samsung" ha scritto:
"Orlando1973" ha scritto:

2) Dici che è rurale . Come fai ? Fai dichiarazione falsa che il proprietario è imprenditore agricolo ?



La dichiarazione di possedere i requisiti rurali la fa il proprietario, non il geometra. Non ci hanno ancora assunti nella polizia catastale.

L'alternativa è danneggiare il tetto. Hai presente i capannoni sfitti di quegli imprenditori che non per non essere massacrati di tasse l'hanno addirittura asportato totalmente.

saluti



Pero' va' allegato fascicolo aziendale e visura camerale ( almeno dalle mie parti) falsi anche quelli ?.

A parte questo non capisco quali siano le immani tasse da pagare per un piccolo fabbricato come detto da toto 83 .

E non capisco perche' porsi tanti problemi , il fabbricato esiste , non ci sono agevolazioni/esenzioni di nessun tipo oppure studiare stratagemmi quali danneggiare il tetto , va' accatastato e basta .

A te cliente non va' bene ? Rivolgiti ad un'altro tecnico ( almeno per me ) .

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EALFIN

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 21:15

La richiesta di ruralità di un edificio strumentale all'attività agricola (categoria C), se fatta direttamente con il Docfa, richiede solo la compilazione, firma ed allegazione dell'apposita autocertificazione per "fabbricati rurali ad uso strumentale non abitativo".

Se la richiesta di ruralità viene fatta con istanza e per unità già censita a categoria C, oltre a detta autocertificazione, va compilata anche la domanda su apposito modello.

Fascicolo Aziendale e Visura Camerale non sono documenti richiesti dalla norma.

Per le abitazioni rurali e nell'apposita autocertificazione di richiesta ruralità vanno inseriti, oltre ad altri dati ed attestazioni varie, gli estremi dell'Iscrizione alla Camera di Commercio (senza obbligo di allegazione di visura camerale e/o altro).

Se ci fosse una qualsiasi Agenzia (mai successo) che me li chiederebbe detti documenti non previsti dalla norma, pena la bocciatura del Docfa e/o dell'istanza, sarebbe pane per i miei denti per un bel contenzioso contro coloro i quali devono capire che le Leggi le fanno il Parlamento e non gli impiegati e/o dirigenti.

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Orlando1973

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 0 -  0 - Inviato: 11 Luglio 2019 alle ore 21:26

Il problema é che non è rurale , e non è quello il problema.

Non è il cliente che mi deve dire in quale categoria o meno accatastare.

Io come tecnico ho fatto un sopralluogo ho appurato che non è un F2 ed il cliente mi ha detto che non è un contadino pertanto io non posso fare altro , se faccio io il lavoro , che accatastarlo nella giusta categoria .

Consigliare al cliente di demolire il tetto per fare un F2 oppure fare una dichiarazione falsa non è corretto , preferisco perdere il lavoro.

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EALFIN

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 0 -  0 - Inviato: 12 Luglio 2019 alle ore 16:20

"Orlando1973" ha scritto:
Il problema é che non è rurale , e non è quello il problema.

Non è il cliente che mi deve dire in quale categoria o meno accatastare.

Io come tecnico ho fatto un sopralluogo ho appurato che non è un F2 ed il cliente mi ha detto che non è un contadino pertanto io non posso fare altro , se faccio io il lavoro , che accatastarlo nella giusta categoria .

Consigliare al cliente di demolire il tetto per fare un F2 oppure fare una dichiarazione falsa non è corretto , preferisco perdere il lavoro.



Perfettamente d'accordo.

Anche se non di rado mi capita di sentire e/o vedere che dei tecnici si prendono delle responsabilità in merito a tutto quanto oggetto di richiesta da parte del cliente ovvero in merito ad iniziative totalmente difformi dalle norme vigenti (non solo in ambito catastale).

La cosa più grave è: quando un tecnico dice al cliente che quello che lui chiede non si può fare; il cliente si rivolge ad un altro tecnico parlando apertamente del rifiuto del tecnico precedente; il secondo tecnico, pur di contrastare la corretta interpretazione del tecnico precedente, si azzarda ad eseguire prestazioni in contrasto con le norme.

Purtroppo siamo umani e non perché siamo tecnici dobbiamo essere tutti perfetti, alla stregua di altri professionisti di diverso settore, dei politici, dei magistrati, prelati, ecc.

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