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Autore Stranezze italiche

ninrom

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 0 -  0 - Inviato: 12 Aprile 2017 alle ore 19:16

Mi è capitato, qualche decennio addietro, di aver accatastato un fabbricato seguendo e rispettando le destinazioni d'uso assentite con progetto ma non corrispondenti allo stato di fatto, mi spiego meglio, un locale garage approvato ed accatastato come garage era in effetti adibito a negozio. Su sopralluogo dell'allora UTE, il tecnico, trovandolo diverso dalla categoria accatastata, mi ha fatto notificare dall'ufficio una diffida in quanto l'accatastamento in C/6 aveva una minore fiscalità del C/1.

Oggi ho accatastato seguento lo stato di fatto che non corrisponde con lo stato di progetto, e su indagini giudiziarie effettuare per altri motivi, una parte del fabbricato pare sia abusiva, mi hanno contestato il possibile reato di falso.

Dopo tanti anni di lavoro non capisco più come funziona, sono in tilt.

Dovendomi difendere in sede giudiziaria, gradirei un vostro pensiero in merito ma che sia suffragato da qualche legge, circolare o altro dove io possa attingere dati su cui poggiare la mia difesa.

Grazie anticipate e BUONA PASQUA a tutti.

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Autore Risposta

EALFIN

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 0 -  0 - Inviato: 12 Aprile 2017 alle ore 22:02

Il reato di falso in merito ad una pratica di accatastamento può configurarsi quando si rappresenta lo stato dei luoghi in maniera diversa rispetto alla realtà tale da determinarne un differente reddito (maggiore o minore poco importa). Inoltre può configurarsi nei casi in cui si dichiarano dati e/o notizie non veritiere (tipo diversa data di costruzione ovvero di ultimazione lavori, caratteristiche di finiture diverse dal reale, ecc.). Credo che ti dovresti spiegare meglio su che basi ti contestano il falso. Dal tuo post sembra intuirsi che detta contestazione di falso derivi dalla presenza di una parte abusiva del fabbricato oppure dal fatto di aver accatastato l'unità interessata sulla base della destinazione attuale, la quale è (abusivamente) diversa da quella progettuale. Mica per caso sei stato anche direttore dei lavori a suo tempo?

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ninrom

Iscritto il:
30 Dicembre 2009

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 15:16

Dalle indagini della Polizia Giudiziaria è emerso che il fabbricato è stato realizzato più grande rispetto al progetto, in percentuale circa il 20% in più, quindi difforme e ritengo abusivo. Io non ero al corrente di tale situazione, in quanto non ero il techico progettista, ne tantomeno il Direttore dei Lavori. Il falso a me contestato si riferisce al fatto che io ho accatastato riportando in catasto lo stato di fatto (come destinazioni d'uso) che ho visto sul posto, mentre a loro dire avrei dovuto accatastare rispettando le destinazioni di progetto. Grazie.

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bioffa69

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23 Settembre 2009

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BRESCIA

 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 16:12

Però, io ho sempre lavorato come te, quello che esiste in loco deve essere denunciato, indifferentemete che sia approvato o abusivo, basti vedere quello che ha fatto l'Agenzia con i fotoidentificati, esistono e li devi accatastare, non mi sembra che l'Agenzia abbia mandato le lettere solo ai fabbricati che erano regolarmente approvati dal comune.



Ma come ha fatto a crearsi questa situazione? sinceramente non ho mai sentito che si procedesse contro chi ha dichiarato la realtà e cio che esiste, tu non hai dichiarato il falso.



Saluti

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John_Pippero

» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO

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20 Novembre 2014 alle ore 18:17

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563

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 16:23

"ninrom" ha scritto:
Mi è capitato, qualche decennio addietro, di aver accatastato un fabbricato seguendo e rispettando le destinazioni d'uso assentite con progetto ma non corrispondenti allo stato di fatto, mi spiego meglio, un locale garage approvato ed accatastato come garage era in effetti adibito a negozio. Su sopralluogo dell'allora UTE, il tecnico, trovandolo diverso dalla categoria accatastata, mi ha fatto notificare dall'ufficio una diffida in quanto l'accatastamento in C/6 aveva una minore fiscalità del C/1.

Oggi ho accatastato seguento lo stato di fatto che non corrisponde con lo stato di progetto, e su indagini giudiziarie effettuare per altri motivi, una parte del fabbricato pare sia abusiva, mi hanno contestato il possibile reato di falso.

Dopo tanti anni di lavoro non capisco più come funziona, sono in tilt.

Dovendomi difendere in sede giudiziaria, gradirei un vostro pensiero in merito ma che sia suffragato da qualche legge, circolare o altro dove io possa attingere dati su cui poggiare la mia difesa.

Grazie anticipate e BUONA PASQUA a tutti.



Mi vengono i brividi.

Ovvio che un professionista demandato all'accatastamento deve riportare l'unità immobiliare corrispondente allo stato di fatto in cui si trova al momento del rilievo, indipendentemente dalla legittimità urbanistica del bene.

Premesso quanto, non capisco il primo periodo, cioè tu hai accatastato un C6 di progetto al posto di un reale C1 ? Se è così qualcosa non quadra. Hai rilevato un negozio e lo hai accatastato box perchè quest'ultima era la disposizione di progetto?

Saluti

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DUCHESSA

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09 Settembre 2013 alle ore 12:13

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 18:13

Quindi, caro NINROM,

va da se che per almeno il 70 percento dei famosi fabbricati fantasma individuati dal Catasto, risultando abusivi, i tecnici rilevatori (catastali o esterni ?) meriterebbero subito il carcere per aver accatastato d'ufficio detti immobili !!!

Ma dirò di più, siccome almeno il 90 percento dei fabbricati fantasma (quelli rilevati da DUCHESSA) erano (e sono) semplicemente dei ruderi o mucchi di pietra da portare al massimo in F.2 ...in questo caso c'è l'obbligo dell'argastolo.

Ma dirò di più, spesso mi sono capitati decine e decine di trulli diruti presi nel cerchio magico dei fabbricati fantasma che non avevano nessun obbligo all'accatastamento sia perchè diruti sia perchè realizzati in epoche antecedenti le norme catastali ( la famosa irretroatività della legge) ...sarebbe come chiedere oggi per allora la concessione edilizia a una fabbricato del '700 in pieno centro storico di una città.

Purtroppo in questo Paese delle Meraviglie la burocrazia e retta spesso da vagabondio patentati !

Questo è tutto

buona serata a tutti

DUCHESSA

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ninrom

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30 Dicembre 2009

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 18:50

Mi spiego meglio per John Pippero. Io nel lontano 1983, ho accatastato un locale garage C/6 perche era stato approvato in progetto come garage, ma in realtà sul posto detto locale non era garage ma bensi un bar. Quando è venuto il tecnico UTE, si facevano sopralluoghi a campione, ha constatato che la categoria che io avevo assegnato C/6 non solo noncorrispondeva alla realtà ma addirittura dava meno fiscalità all'Erario e quindi mi hanno inviato una diffida a modificare la destinazione d'uso, coso che ho fatto ed ho sanato la faccenda. Ma questa operazione era in contrasto con quanto approvato in Comune. Ora mi è successo il contrario. Sono e penso siamo tutti tra l'incudine ed il martello. Le mie informazioni, attinte in ambienti catastali, mi inducono a pensare che noi dobbiamo accatastare sempre lo stato di fatto, ma desidero avere da qualcuno qualche norma, legge, circolare e quant'altro su cui poggiare questa mia convinzione. Nel ringraziarvi tutti vi porgo i migliori auguri di BUONA E SANTA PASQUA.

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rubino
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(GURU)

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Potenza

 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 20:04

Ci stai chiedendo di trovarti una Legge in cui ci sia scritto che in Italia l'acqua è bagnata. Non esiste nessuna legge, circolare, provvedimento che dica quello che ci stai chiedendo per il semplice motivo che la normativa catastale non può dire (e non lo dice) che interi fabbricati o porzioni di unità immobiliari urbane non vanno censite perchè non assentite e questo perchè verrebbero meno i compiti d'istituto del Catasto ed ammetterebbe, per questi fabbricati o loro parti, l'esenzione dalle imposte, quanto meno fino alla loro sanatoria, sempre che questa sia possibile.Infatti, non esiste nessun documento nelle procedure di aggiornamento catastale che chieda al dichiarante e al tecnico redattore di indicare l'esistenza e i riferimenti di titoli edilizi di qualsiasi nome e specie.

E' vero, invece, il contrario: nelle procedure di repressione dell'abusivismo edilizio in conseguenza della realizzazione di una parte o di un intero fabbricato senza titolo edilizio, al termine di tutti gli accertamenti sulla sua natura, sull'epoca di realizzazione e sugli autori, prima della demolizione è necessario accatastare il fabbricato abusivo o la sua porzione (e su questo argomento l'unica normativa esistente è quella catastale) perchè possa essere acquisito al patrimonio comunale e successivamente abbattuto, ne consegue che non si dovrebbe procedere a nessuna demolizione perchè non c'è un disegno o una destinazione allegata ad un titolo abilitativo da inserire, pedissequamente, agli atti catastali.

Un'indagine di P.G. è solo ed esclusivamente questo: un'indagine, non una condanna. La verità si forma nel dibattimento, sempre ammesso che vi si arrivi tuttavia, siccome la vicenda è paradossale, ti consiglio di informare sia il tuo Collegio sia la Direzione Centrale dell'AdE, ma formalmente e con le modalità che il tuo Avvocato conosce, perchè, paradosso per paradosso, potremmo anche pensare ad una istigazione dell'AdE a farci commettere reati visto che ci hanno sempre chiesto di dire sempre e soltanto la verità.

Auguri anche a te e a tutti i forumisti.

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adami

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 20:12

Prova a leggere la Circolare 24273 del 30-04-2009 (quelle relativa ia Bed and Breakfast) in particolare le pagine 3 e 4. Forse c'è qualcosa che fa al caso tuo.

Ciao

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EALFIN

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03 Dicembre 2006

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 0 -  0 - Inviato: 13 Aprile 2017 alle ore 22:09

Il problema tutto italiano è che quando c'è un'indagine giudiziaria si rinvia a giudizio una mole di soggetti direttamente o indirettamente coinvolti o presuntamente coinvolti nell'attività illecita. Nel tuo caso, a seguito del dibattimento e/o del processo è chiaro che ti assolveranno o non si darà luogo a procedere. Certo le spese legali, tempo, pensieri, rotture di scatole varie, nessuno te le ripagherà. Ci sono passato pure io, molto tempo fa, in due casi non simili ma assimilabili ovvero nella mia qualità di membro di commissioni varie (dai pareri non vincolanti). Erano i tempi di tangentopoli e sui giornali facevano bella mostra le notizie che coinvolgevano politici, meglio ancora se condite di decine di persone rinviate a giudizio perchè presuntivamente coinvolte nell'atto illecito. In tutti i casi non mi ero preoccupato più di tanto perchè non avevo fatto nulla e non sapevo nulla dell'illecito, come quasi tutti gli altri membri. La prima volta sono stato assolto in primo grado, la seconda è stato chiesto il non luogo a procedere in sede di udienza preliminare. Ho speso solo soldi per avvocato, per fortuna mio amico e cliente per cui alla fine ho parzialmente scontato il debito con lavori catastali. Ritorniamo al tuo caso. Hai semplicemente svolto una mansione prevista dalla Legge ovvero accatastare per conto del Cliente una porzione di edificio sulla base della destinazione d'uso corrente. Con tutta probabilità chi sta svolgendo le indagini non ha l'intento di processarti per un reato che non hai certo commesso ma ha bisogno di persone informate sui fatti e quindi ha bisogno di più persone possibili che in sede di dibattimento possano fornire notizie utili allo scopo per cui il processo viene svolto (per poter condannare i responsabili). Certo è assurdo che a parte le rogne con la "Sicurezza", con i progetti e relative conformità, con gli A.P.E., ecc. (chi ne ha più ne metta) ora rischiamo di andare a processo anche per aver accatastato edifici abusivi. Una cosa mi chiedo. Come faceva il bar ad operare senza un certificato di agibilità? Il titolare aveva le autorizzazioni sanitarie? Si tratta di un piccolo Comune?

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rubino
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(GURU)

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Potenza

 0 -  0 - Inviato: 14 Aprile 2017 alle ore 10:49

Aggiungo: volendo cercare una ratio a questa faccenda, mi chiedo se gli inquirenti non siano fra quanti pensano che l'aver "accatastato" l'abuso equivalga ad averlo "sanato".

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John_Pippero

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 0 -  0 - Inviato: 14 Aprile 2017 alle ore 14:21

"rubino" ha scritto:
Aggiungo: volendo cercare una ratio a questa faccenda, mi chiedo se gli inquirenti non siano fra quanti pensano che l'aver "accatastato" l'abuso equivalga ad averlo "sanato".



Semmai gli inquirenti possono aver pensato che l'aver accatastato l'abuso una seconda volta riportandolo alla situazione dei luoghi illegittima, fosse stato un tentativo maldestro di sanare l'opera urbanisticamente e di averlo fatto con l'aiuto del tecnico incaricato.

Sono, ovviamente solidale con il collega perchè ho avuto a che fare anche io con la giustizia e so con quanta cattiveria si accaniscono sulle persone come fossero delinquenti criminali, ma se non avesse accatastato l'immobile una prima volta sbagliando, forse non si sarebbe trovato in questa brutta storia.

Comunque, elementi per difendersi ci sono.

Saluti

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