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LUCERNARI E CO. |
isabella
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Devo rappresentare le planimetrie di alcuni appartamenti al sottotetto, il dubbio è : i lucernari e gli abbaini devo disegnarli? Li tratteggio come ho tratteggiato lo schema della copertura soprastante?
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Trevisan
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Normalmente io li segno così. Ciao!
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geobax
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Biella
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isabella
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Anonymous
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10 Novembre 2000
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:P ANCHE IO FAREI COSI'.CIAO
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jeanpier01
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ciao a tutti come vi regolate quando avete delle finestre alte e strette? Mi riferisco a quelle classiche finestre che si trovano nei seminterrati che occorrono solo per dare un po di aria ai vani. Le tratteggio?
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SIMBA964
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20 Marzo 2014 alle ore 17:05
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in fede con DIO
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"jeanpier01" ha scritto: ciao a tutti come vi regolate quando avete delle finestre alte e strette? Mi riferisco a quelle classiche finestre che si trovano nei seminterrati che occorrono solo per dare un po di aria ai vani. Le tratteggio? Salve Sono normali finestre che vanno segnate sul locale d'interesse, poi il simbolo convenzionale lo scegli a tuo piacimento. Saluti cordiali
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samsung
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29 Ottobre 2005
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La domanda è interessante. E' già stata trattata in altre discussioni, ma non si è mai arrivati a concordare un'interpretazione univoca che ci permetta di solidarizzare tra di noi. Per quanto mi riguarda, nel disegno architettonico non rappresento in pianta le luci descritte da jeanpier, queste al limite saranno visibili o in sezioni opportune o nei prospetti. Adotto la sezione orizzontale a 1.20 ml dal pavimento e rappresento solo ciò viene sezionato. Sull'adozione del metro e venti non c'è uniformità, noto che si oscilla tra il metro ed il metro e cinquanta. Se qualcuno fosse a conoscescenza dell'esistenza di una norma Uni che la determina sarebbe buona cosa ce la comunicasse, ringrazio anticipatamente. Posto quindi che non mi pongo nessun problema a non rappresentare luci in planimetria nel disegno edile allegato a pratiche edilizie, anzi sarebbe scorretto farlo. E' il caso di aprire una riflessione sulle planimetrie catastali. Io ritengo che anche la planimetria catastale non debba riportare tali luci, soprattutto se l'immobile è già descritto correttamente negli archivi comunali, ma anche nella rappresentazione di un ex rurale di cui non esiste documentazione in comune.
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SIMBA964
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20 Marzo 2014 alle ore 17:05
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in fede con DIO
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Salve Si è vero non esiste una normativa catastale che spieghi esattamente, e soprattutto in tutti i casi, quando e come si devono rappresentare le forometrie nelle piantine catastali. Tuttavia io preferisco sempre ed in ogni caso far capire, a quelli che andranno a leggere le mie pratiche, che in quelle piantine catastali ci sono porte e finestre, altrimenti si corre il rischio di capire esattamente il contrario. Saluti cordiali
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george_ces
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Concordo con Simba. Acclarato che la pianta rappresenta una sezione orizzontale ad una altezza tra 1,00 e 1,50 m dal pavimento, personalmente, in caso di finestre (o meglio luci) ad una quota superiore, mi piace indicarle con linea tratteggiata allo scopo di renderne nota comunque la presenza.
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geoalfa
(GURU)
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02 Dicembre 2005
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"SIMBA964" ha scritto: ... Si è vero non esiste una normativa catastale che spieghi esattamente, e soprattutto in tutti i casi, quando e come si devono rappresentare le forometrie nelle piantine catastali. .... Stefano, non volermene, ma mi è d'obbligo dissentire, perchè le normative, ci sono eccome! a partire dalla Procedura Operativa n° 83 del 06/09/2004 che troverete fra le RISORSE -> NORMATIVE ... Comunque, una sana ricerca, avrebbe portato a: www.google.it/cse?cx=partner-pub-5056827... dalla quale si ricavano dalle normative: www.geolive.org/files/storage/normative/... si rimanda alla: anche dalle guide: http://www.geolive.org/guide/procedure-e-metodologie/docfa/accatastamento-di-immobile-suddiviso-in-28154/ http://www.geolive.org/guide/procedure-e-metodologie/docfa/schede-per-docfa-la-redazione-delle--11123/ ma ancha altro: http://www.geolive.org/enciclopedia-catastale.html ed altro ancora, quindi .... Scusatemi se è poco, ma debbo prepararmi per andare a festeggiare la Repubblica , ... disorientata! !
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Salvatore_B.
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Juneau
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In qualche maniera si devono segnare, come dice Simba, altrimenti si corre il rischio di creare anche serii equivoci, specie nel caso in cui chi ha messo a punto la pratica al Comune non ha fatto abbastanza disegni per raffigurarle tutte, oppure nel caso in cui al Comune non c'è pratica (edifici antichi). Vero è che le piante urbanistiche convenzionalmente rappresentano lo sviluppo a 1,20 mt circa dal pavimento (ho detto "circa" perché c'è chi si ferma a 1,00 e chi a 1,50 mt), ma per le planimetrie catastali si può pensare di fissare il taglio orizzontale anche più in alto di 1,50 mt, ad una quota ragionevole che le comprensa tutte. Su questo (non esiste una normativa catastale ...) "SIMBA964" ha scritto: Si è vero non esiste una normativa catastale che spieghi esattamente, e soprattutto in tutti i casi, quando e come si devono rappresentare le forometrie nelle piantine catastali. dissento. La norma esiste; prescrive che la pianta catastale (per tutti quegli elementi da raffigurare che non risultano specificatamente normati nelle varie circolari etc.) sia redatta "secondo le regole correnti dei disegni edili".
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SIMBA964
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Salve Quindi Geoalfa e SalvatoreB, secondo voi è tutto chiaro e inequivocabile a seconda dei vari casi, allora citare per cortesia le circolari e relativi punti precisi che descrivono in modo univoco come si rappresentano tutti i tipi di fori e finestre nelle planimetrie. Così una volta per tutte stabiliremo, per quanto conta, fra noi tutti come rappresentare le forometrie nelle planimetrie catastali. Personalmente ne ho viste di tutti i colori, cioè fori al altezze maggiori di 1,50 dal pavimento non segnati in planimetria, altri invece rappresentati. Speriamo che alla fine determiniamo un criterio che vada bene per tutti. Saluti cordiali
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samsung
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"SIMBA964" ha scritto:
Speriamo che alla fine determiniamo un criterio che vada bene per tutti. Sarebbe auspicabile. Temo che non accadrà perché effettivamente non mi risulta che esista una norma che fissi l'altezza della sezione orizzontale, esiste però una consuetudine affermata da chiunque insegni disegno tecnico architettonico e/o scriva libri a riguardo: che la sezione orizzontale debba essere scelta la più rappresentativa possibile tra il metro ed il metro e cinquanta dal pavimento. Ogni particolare che non può essere descritto da questa sezione deve esser rappresentato se ritenuto utile, da altri elaborati grafici (nel caso delle luci è sufficiente il prospetto relativo). Qualcuno si poneva il problema di presentare un disegno che fosse leggibile da tutti, ma questa intenzione nobile cozza contro la "scientificità" di un mestiere. Se adotto una sezione orizzontale ad altezza variabile mi illudo di rappresentare più fedelmente un'abitazione in realtà aumento la confusione. Restiamo sulle luci e facciamo un esempio: rappresento sulla piantina una luce assieme a finestre, porte, sottoscala ed altro. In questo modo induco il lettore a credere che lì ci sia una finestra, magari affacciante su di uno splendido golfo ed invece è una misera luce dalla quale ammirare pittoresche scie chimiche. L'unico modo di rappresentare correttamente la realtà è attenersi alle norme ed alle convenzioni.
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Salvatore_B.
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29 Gennaio 2014 alle ore 14:47
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Juneau
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Simba, non ho detto che, secondo me, è tutto chiaro ed inequivocabile. E resto fermo sull'assunto che per le cose non specificatamente normate occorre seguire le usuali regole del disegno tecnico (lo dice la norma catastale sulle planimetrie). Siccome occorre rappresentare tutto al meglio in una sola scheda planimetrica, senza prospetti e sezioni, ti dico come procedo io "forzando" un po' la consuetudine. In genere penso di tagliare a 1,00 mt, ma se mi ritrovo una finestra a 1,65 o a un'altezza un po' diversa di 1,65 mt, allora penso di tagliare cercando di comprendere tutte le finestre nella planimetria. Se la finestra è troppo alta rispetto all'altezza dei locali, proietto sul muro una o due linee tratteggiate a indicare l'infisso che è a quota più alta. (Chi visita i locali con la mia pianta in mano non potrà dire "qua il tecnico si è dimenticato questa finestra"). Per le finestre a solaio, tipiche dei sottotetti, adotto la convenzione di proiettare in pianta con poligono tratteggiato il contorno, mettendo certe volte le due diagonali, sempre con linee tratteggiate. (Nel disegno edile una tratteggiata in pianta indica la proiezione - in pianta - di uno 'spigolo' a quota superiore). Tante volte per le finestre a solaio ci scrivo 'finestra a soffitto', ma solo qundo queste scritte, piccole per quanto si voglia, risultino ben leggibili e non vanno a fare confusione per la chiara e immediata lettura della pianta. Non riportare delle finestre induce anche a far falsare il classamento, a favore del proprietario, e se uno vuol favorire il proprietario, può regolarsi di conseguenza.
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