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CESKO
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Agro Nocerino Sarnese
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"porfetto" ha scritto: ciao a tutti, sono un nuovo utente e mi complimento per la qualità di questo forum. ho effettuato una dia per una ristrutturazione di un appartamento con una veranda interessata da una domanda di condono ancora in attesa di risposta. la dia ha previsto spostamenti murari e ovviamente non ha interessato la veranda, per la quale bisogna attendere l'esito del condono. per il docfa invece cosa fare? attendere l'esito del condono, considerare la veranda o no? naturalmente se resto in attesa, senza nuovo certificato catastale non posso rilasciare il certificato di fine lavori. non so davvero come procedere, grazie a chi può darmi una mano. io non capisco una cosa........ come hai fatto a presentare la D.I.A. senza aver riportato gli estremi della Concessione Edilizia in Sanatoria e/o Permesso di Costruire in Sanatoria inerente la veranda....? credo che la veranda è un corpo in aderenza al fabbricato principale ove insiste un titolo autoritativo(Licenza, Concessione ante 1967 eccc....) ma d'altronde ogni Comune ha la propria usanza..... bando alle ciance...... dovresti capire tu(in qualità di tecnico) se il condono è congruo o meno..... ai fini catastali non è un problema, basta che lo specifichi in relazione(ultimazione dei lavori inerente la costruzione della veranda e estremi della domanda di condono)
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pitagora74
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indipendentemente dall'esito definito del condono edilizio tu avrai comunque già accatastato la veranda (oggetto del condono) poichè era, assieme alla comunicazione di variazione dell'asporto rifiuti, parte dei documenti obbbligatori da presentare entro il ...... (lapsus) se non ricordo male entro il 30 aprile 2006 per cui che problemi hai ad accatastare le variazioni riferite alla DIA .....
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porfetto
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per la dia non ho avuto problemi, i proprietario ha solo dovuto attestare (con dichiarazione certificata dal notaio) che in caso di risposta negativa alla domanda avrebbe rinunciato al valore aggiunto riguardante la parte condonata. continuo a non capire come procedere col docfa. come considero la veranda? è ovviamente un'entità non definita, cioè esiste ma fino a risposta affermativa alla domanda è come non esistesse. intendo praticamente, con i poligoni, con il numero dei vani, come procedo? grazie
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pitagora74
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ti giro nuovamente la domada ...... ma la veranda (parte del condono edilizio) è stata accatastata????
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CESKO
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Agro Nocerino Sarnese
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"pitagora74" ha scritto: ti giro nuovamente la domada ...... ma la veranda (parte del condono edilizio) è stata accatastata???? mi sa che non lo sa nemmeno LUI. :lol: :lol:
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porfetto
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scusate il ritardo, si la veranda è stata accatastata. procedo nella redazione del docfa come fosse un nuovo vano, quindi a prescindere se sarà poi riconosciuto o meno con l' accettazione della domanda di condono?
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pitagora74
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ahhhh cesko aiutami tu ..... forse in due ci riusciamo a capire. :lol: ALLORA .... io ho capito questo: 1) hai richiesto una DIA per opere interne e di ristrutturazione (mi sembra di intuire) 2) C'è ancora in sospeso un condono edilizio su cui i richiedenti hanno presentato l'intera documentazione prevista (tra cui anche l'accatastamento) e che attende unicamente la definizione dal Comune. se ciò che ho elencato corrisponde a ciò che è avvenuto francamente io opererei così: 1) chiederei la DEFINIZIONE del condono edilizio che mi consentirebbe per lo meno di concludere definitivamente l'iter di una pratica (io onestamente l'avrei fatta prima di presentare la DIA ma comunque ora sei in ballo e balla) 2) variazione catastale riferita alla DIA. 3) fine lavori 4) la cosa più importante ...... FATTI PAGARE LA PARCELLA :lol:
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CESKO
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Agro Nocerino Sarnese
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sinceramente non vedo dove sussista il problema........... hai presentato e/o hanno presentato un istanza di condono e non si sa il suo fine? che cavolo l'avete presentata a fare allora? io sinceramente agirei così: visto che la D.I.A.(lavori) ha una durata di 3 anni, aspetterei a presentare il collaudo finale(il tempo ne hai) e nel frattempo integrerei la pratica di condono(documentazione mancante + eventuali versamenti x oblazione e contributi di costruzione) e chiederei il rilascio....... alla fine redigerai una sola variazione catastale fondendo la veranda all'unità oggetto di D.I.A. "fusione e diversa dist. degli spazi interni". Più chiaro di così si muore........ :lol:
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porfetto
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vi ringrazio per il vostro interessamento però date per scontato che la pratica di condono sia sospesa per cattiva volontà. il tutto avviene a roma dove le domande di condono in attesa di essere esaminate sono nell'ordine delle decine di migliaia e si deve aspettare qualche anno che arrivi il proprio turno. quindi la veranda è in un limbo, fino a che il comune decide se può restare o deve essere demolita. nel frattempo i lavori sono finiti. Ribadisco: come la considero nell'accatastamento?
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robertopi
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NAPOLI
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se la pratica di condono è completa di tutto, e quando dico tutto non deve mancare una virgola, puoi ottenere il silenzio assenso, tra le atre vedi la L. 326/03 ed eventuale legge regionale relativa. Domanda: ma a Roma non hanno utilizzato lo stesso metodo di Napoli, ovvero l'autocertficazione prevista anche per i condoni L. 326/03? saluti
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francescox
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Salentino
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Ed io faccio una domandina retorica: ma che condono è se poi un abuso non è condonabile? Stiamo parlando di abuso in area vincolata? Ci sono cause che motivano dubbi sul buon esito del condono?
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fuego
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Ciao. Concordo con Cesko e Pitagora74. Io chiederei SUBITO al comune la Definizione del Condono, integrando tutta la documentazione eventualmente mancante e pagando gli eventuali diritti e/o le eventuali oblazioni residue. Quando il condono è definito passerei ad accatastare gli attuali lavori e quindi darei la Fine lavori alla Dia. Tutto questo, comunque, andava fatto prima di presentare la DIA, ma tant'è. (Nella dichiarazione della dia, non avresti dovuto dichiarare che non ci sono condoni in corso?) Ci andrei mooooolto cauto con la soluzione proposta da robertopi: per il solo fatto di aver richiesto il condono, spesso i proprietari sono convinti di aver fatto tutto. Ma il più delle volte la pratica non è definita perchè manca della documentazione o non sono stati pagate le oblazioni. Quindi la strada dell'autocertificazione io non percorrerei. Ciao
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robertopi
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preciso, la procedura di autocertificazione deve essere prevista dalla legge regionale così come è avvenuto per la campania con la L.R.10/04, in ogni caso la dichiarazione la fa il richidente eventualmente coadiuvato da un tecnico che vada ad accertarsi di quanto è stato prodotto a suo tempo. Comunque resta fermo il discorso che se la pratica è completa in tutto, vale ciò che ho detto in precedenza saluti
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fuego
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Ciao robertopi. Ma se la pratica è completa in tutto, non conviene chiedere la Definizione del Condono, e chiudere così definitivamente ogni pendenza? Ciao
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