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Errore nella relazione tecnica |

Andrea73
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08 Aprile 2006
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Buonasera colleghi, ho un problema con un Docfa ormai registrato. Ho consegnato un Docfa salvo poi accorgermi che c'era un errore nella Relazione Tecnica (dove si inserisce il riferimento dell'atto autorizzativo) invece di scrivere SCIA prot.n...... ho scritto CILA prot.n..... i dati del protocollo e data esatti. Secondo voi bisogna modificarlo? con istanza o cosa? ringrazio anticipatamente Andrea
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uccellino
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15 Ottobre 2008
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Buonasera. Non sono argomenti di competenza del Catasto, anche con un'istanza, cosa dovrebbero correggere se "l'errore denunciato" non entra in atti catastali? Permetta: secondo me, se vogliamo, l'anomalia è "a monte": perchè inserire, in un atto d'aggiornamento catastale, riferimenti non richiesti dalla normativa catastale? Non esiste una disposizione attinente alla redazione di atti d'aggiornamento catastale che impone la dichiarazione di estremi di titoli edilizi. L'unica informazione richiesta che ha un minimo di attinenza è la data di ultimazione dei lavori, ergo visto che è una facoltà del tecnico redattore indicare cile, scie ecc. ecc. non è il caso di farne a meno?
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EALFIN
Iscritto il:
03 Dicembre 2006
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L'indicazione degli estremi del titolo edilizio nella relazione tecnica del Docfa non è richiesta da alcuna norma per cui il suo inserimento di tipo facoltativo, anche se avvenuto in maniera errata, non incide sulla validità del Docfa ovvero del classamento proposto. Vi è però da dire che copia del file Pdf del Docfa viene inviato ai Comuni ogni mese per cui detta indicazione del titolo edilizio permetterebbe al Comune stesso, sia per quanto riguarda l'Ufficio Tecnico che quello Tributi, di poter eseguire facilmente delle verifiche e relativi riscontri in merito. Non di rado mi sono capitate pratiche, soprattutto di nuovi clienti, dove nel Docfa hanno messo la data di ultimazione prossima a quella di invio telematico mentre al Comune lo stesso tecnico e lo stesso proprietario hanno firmato la comunicazione di fine lavori con data palesemente diversa (anche per diversi mesi antecedenti) da quella dichiarata in Docfa. Nei casi sopra citati, a mio avviso, si configura una falsa attestazione anche allo scopo di eludere le sanzioni. E' pur vero che la data di ultimazione lavori da un punto di vista della normativa catastale può essere anche diversa da quella prevista dalla normativa urbanistica ma, a mio avviso, mai la prima potrà essere successiva alla seconda; mi riferisco naturalmente ai casi di variazioni catastali correlati a lavori edilizi eseguiti ed autorizzati con titolo abilitativo. Comunque sia fino a quando la norma non interviene per limitare la lunghezza ed il contenuto delle relazioni di Docfa e Pregeo, eventualmente anche integrate su relazioni aggiuntive da allegare ai rispettivi file Docfa e/o Pregeo, credo che qualsiasi tecnico abbia il diritto di poter descrivere in relazione tecnica tutto quanto ritiene utile e/o necessario.
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uccellino
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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15 Ottobre 2008
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Ognuno faccia la sua parte: il Comune, per collegare l'aggiornamento catastale alla pratica edilizia non deve cercarne gli estremi nel Docfa, gli devono bastare foglio, particella e sub. Il tecnico che redige la variazione o la n.c. catastale ha facoltà di indicarle ma deve essere consapevole che assevera tutto quello che scrive, compreso quello che non è tenuto a dichiarare.
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macius
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18 Giugno 2004
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Personalmente indico gli estremi edilizi dei soli cambi di destinazione d'uso. Non chiedetemi perchè ma faccio così.
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Andrea73
Iscritto il:
08 Aprile 2006
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"uccellino" ha scritto: Buonasera. Non sono argomenti di competenza del Catasto, anche con un'istanza, cosa dovrebbero correggere se "l'errore denunciato" non entra in atti catastali? Permetta: secondo me, se vogliamo, l'anomalia è "a monte": perchè inserire, in un atto d'aggiornamento catastale, riferimenti non richiesti dalla normativa catastale? Non esiste una disposizione attinente alla redazione di atti d'aggiornamento catastale che impone la dichiarazione di estremi di titoli edilizi. L'unica informazione richiesta che ha un minimo di attinenza è la data di ultimazione dei lavori, ergo visto che è una facoltà del tecnico redattore indicare cile, scie ecc. ecc. non è il caso di farne a meno? Hai ragione ma purtroppo è una mia mania, lo ammetto, l'ho sempre indicata. Comunque credo che alla fin fine siano solo "pippe mentali" mie, in fondo il protocollo e la data sono giuste quindi il Comune anche se per puro caso fa un controllo lo fa su quello.....
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uccellino
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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15 Ottobre 2008
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Potremmo dire che il tecnico non deve essere limitato nelle indicazione che vuole scrivere però ci sono delle regole, e se nel documento tecnico che inviamo al catasto per l'approvazione c'è solo il richiamo alla data di ultimazione dei lavori (e anche su QUALE data da indicare ci sarebbe da discutere, come scrive giustamente EALFIN) un motivo ci sarà? Macius, non mi sogno minimamente di disporre limitazioni alle volontà del tecnico redattore tuttavia ragiono su questo concetto: le responsabilità di chi assevera il documento sono su tutto l'ambaradam per cui, siccome so qual'è il mio compito perchè conosco la normativa catastale, se devo scrivere una parola in più non lo faccio, visti i tempi che corrono, e questo vale anche se dovessi indicare estremi di cile scie ecc. C'è un limite alla libertà del tecnico ed indicato nelle norme: se domani mi venisse l'ubbia di quotare una planimetria ci vogliamo giocare qualcosa che il documento verrebbe respinto perchè non è previsto dalla normativa? A parità di fonti, perchè quello no e questo si?
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macius
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"uccellino" ha scritto: Potremmo dire che il tecnico non deve essere limitato nelle indicazione che vuole scrivere però ci sono delle regole, e se nel documento tecnico che inviamo al catasto per l'approvazione c'è solo il richiamo alla data di ultimazione dei lavori (e anche su QUALE data da indicare ci sarebbe da discutere, come scrive giustamente EALFIN) un motivo ci sarà? Macius, non mi sogno minimamente di disporre limitazioni alle volontà del tecnico redattore tuttavia ragiono su questo concetto: le responsabilità di chi assevera il documento sono su tutto l'ambaradam per cui, siccome so qual'è il mio compito perchè conosco la normativa catastale, se devo scrivere una parola in più non lo faccio, visti i tempi che corrono, e questo vale anche se dovessi indicare estremi di cile scie ecc. C'è un limite alla libertà del tecnico ed indicato nelle norme: se domani mi venisse l'ubbia di quotare una planimetria ci vogliamo giocare qualcosa che il documento verrebbe respinto perchè non è previsto dalla normativa? A parità di fonti, perchè quello no e questo si? Si, perfettamente d'accordo. Mai troppo zelo nello cose, specialmente se non è il dottore che te le impone. Tutto un domani può essere usato contro di te (mai a tuo favore).
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pan
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"macius" ha scritto: Personalmente indico gli estremi edilizi dei soli cambi di destinazione d'uso. Non chiedetemi perchè ma faccio così. Qualche anno fa, non ricordo in base a cosa, per i cambi di destinazione d'uso l'ex Catasto cominciò a chiedere gli estremi del titolo edilizio. In pratica si poteva accatastare un grattacielo abusivo ma guai a cambiare un magazzino in garage. Poi negli anni è stato tutto dimenticato
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uccellino
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Secondo me non è che se ne sono dimenticati: è che l'Amministrazione centrale ha più volte detto, e chiaramente, ai funzionari che esaminano le pratiche di uniformarsi alle disposizioni perchè gli usi e costumi locali devono finire e che il loro lavoro consiste nel censire gli immobili per scopi fiscali, evitando di respingere pratiche con motivazioni illogiche e assurde perchè questo comportamento produce un danno all'Agenzia in quanto una pratica passata per le mani due volte al fine di far scrivere gli estremi del titolo edilizio non conviene ai fini aziendali. Tuttavia, ancora oggi si verificano comportamenti contrari a questi principi e qui ne siamo testimoni quando apprendiamo di atti d'aggiornamento del Catasto Fabbricati respinti perchè il tecnico non ha indicato l'unità di misura dell'altezza: H = 2,75 che altro possono essere se non metri, decimetri e centimetri espressi secondo il sistema metrico decimale? P.S.: mi sa che sono andato fuori tema (che poi sarebbe O.T. nel 2020)
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pan
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07 Novembre 2004
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"uccellino" ha scritto: Secondo me non è che se ne sono dimenticati: è che l'Amministrazione centrale ha più volte detto, e chiaramente, ai funzionari che esaminano le pratiche di uniformarsi alle disposizioni perchè gli usi e costumi locali devono finire e che il loro lavoro consiste nel censire gli immobili per scopi fiscali, evitando di respingere pratiche con motivazioni illogiche e assurde perchè questo comportamento produce un danno all'Agenzia in quanto una pratica passata per le mani due volte al fine di far scrivere gli estremi del titolo edilizio non conviene ai fini aziendali. Tuttavia, ancora oggi si verificano comportamenti contrari a questi principi e qui ne siamo testimoni quando apprendiamo di atti d'aggiornamento del Catasto Fabbricati respinti perchè il tecnico non ha indicato l'unità di misura dell'altezza: H = 2,75 che altro possono essere se non metri, centimetri e milimetri espressi secondo il sistema metrico decimale? Sfondi una porta aperta. Dovremmo aprire una discussione sulle pratiche respinte (Pregeo e Docfa) e le motivazioni relative. Allegando gli screen, naturalmente senza riferimenti sul tecnico redattore e il tecnico catastale.
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