Tratto da ediltecnico.it:
Come è ormai noto da anni, la qualità “fabbricato rurale” è bandita, non può più esistere al Catasto. L’argomento è tornato in auge poiché a partire da maggio l’Agenzia delle Entrate ha ripreso a spedire numerose comunicazioni e lettere agli intestatari di tali fabbricati, alcune con toni perentori, altre con tono bonario.
In ogni caso, tutti i fabbricati ancora censiti al Catasto Terreni con la qualità “Fabbricato Rurale” oppure “Porzione Rurale di Fabbricato Promiscuo” o altre diciture simili devono essere oggetto di una variazione catastale che trasformi tale qualità in quella che è la destinazione effettiva del fabbricato.
I casi sono vastissimi, variegati e complessi e il continuo evolvere della normativa non agevola le operazioni di variazione catastale; in generale pertanto è praticamente impossibile stimare quale sia la pratica da eseguire e i relativi costi e tempi, ma è opportuno valutare la situazione di caso in caso.
Per quanto riguarda le pratiche tecniche che devono essere eseguite, troppo dipende da come è attualmente rappresentato in mappa il fabbricato e da quale sia il suo utilizzo effettivo:
• Se il fabbricato rurale è integro e utilizzato ai fini dell’attività agricola: vige l’obbligo dell’accatastamento ed è dovuta una sanzione (commisurata anche ai casi dell’elenco precedente).
• Se il fabbricato rurale è integro ma non utilizzato ai fini dell’attività agricola: vige l’obbligo dell’accatastamento ma la sanzione dipende dalla data in cui il fabbricato ha smesso di essere funzionale all’attività agricola.
• Se il fabbricato non è più integro, non utilizzabile e privo di strutture: occorre procedere con una variazione catastale che potrebbe essere più semplice dei casi sopra esplicati, ma tale situazione di inagibilità del fabbricato deve essere comprovata da fotografie o altri documenti simili.
Inoltre, se il fabbricato è funzionale all’attività agricola (tale situazione deve essere comprovata da Visura Camerale, autodichiarazioni etc.), possono essere riconosciuti i requisiti di ruralità che consentono di fruire delle agevolazioni spettanti su alcune imposte, come ad esempio l’IMU. Tale possibilità è possibile sia per i fabbricati strumentali (stalle, ricoveri attrezzi, magazzini, autorimesse, tettoia etc.), sia per l’abitazione del titolare dell’attività agricola (e degli eventuali lavoratori).