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Argomento: Accatastamento sottotetto
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martiy1
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24 Settembre 2014 alle ore 17:20
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Ho dato cat. A2 e classe 3 in ragione delle caratteristiche del sottotetto che descrivevo prima. Pratica inviata, attendo riscontro. Grazie a tutti per il prezioso aiuto. Spero in un esito positivo di cui vi aggiornerò!! Saluti
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CESKO
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"martiy1" ha scritto: Ho dato cat. A2 e classe 3 in ragione delle caratteristiche del sottotetto che descrivevo prima. Pratica inviata, attendo riscontro. Grazie a tutti per il prezioso aiuto. Spero in un esito positivo di cui vi aggiornerò!! Saluti "martiy1" ha scritto:
c'è una piccola parte che scende fino a 60 cm considerato che la superficie dei vani principali e degli accessori diretti, ovvero loro porzioni, aventi altezza utile inferiore a m.1,50 non entra nel computo, salvo particolari soluzioni architettoniche che saranno valutate caso per caso(vedi allegato C - del DPR 138/98), l'Unità Immobiliare in questione, a mio avviso potrebbe essere anche censità in una categoria inferiore, ovvero cat. A/2 di classe 2. Saluti
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Salvatore_B.
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Non so se la seguente espeienza possa essere veramente utile. Un sottotetto ha una superfice utile meno della metà degli appartamenti sottostanti che sono A/2 di IV classe. Proposto come abitazione, viene classato d'ufficio come A/2 di III classe vani 2,5. Essendo un monolocale con servizio non ci azzecca nulla con la A/2. Vi era una certa rabbia nel proprietario. Accade (devo mantenere il segreto professionale, quindi non posso dirne il motivo) che occorre riportarlo a C/2. Dopo alcuni anni viene regolarizzato come abitabile e si rifà il docfa da C/2 ad abitazione. Alla fine l'Ufficio lo classa come A/3 di V classe vani 2. In base alle tariffe d'estimo del Comune censuario la rendita è stata ridotta oltre la metà di quando era A/2 di III classe. Il proprietario non poteva più sentirsi preso per i fondelli. Il classamento definitivo dipende dagli occhi del tecnico cui capita. E questo spiega perché a volte è palesemente esagerato a favore dello Stato.
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martiy1
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"CESKO" ha scritto: "martiy1" ha scritto: Ho dato cat. A2 e classe 3 in ragione delle caratteristiche del sottotetto che descrivevo prima. Pratica inviata, attendo riscontro. Grazie a tutti per il prezioso aiuto. Spero in un esito positivo di cui vi aggiornerò!! Saluti "martiy1" ha scritto:
c'è una piccola parte che scende fino a 60 cm considerato che la superficie dei vani principali e degli accessori diretti, ovvero loro porzioni, aventi altezza utile inferiore a m.1,50 non entra nel computo, salvo particolari soluzioni architettoniche che saranno valutate caso per caso(vedi allegato C - del DPR 138/98), l'Unità Immobiliare in questione, a mio avviso potrebbe essere anche censità in una categoria inferiore, ovvero cat. A/2 di classe 2. Saluti Il sottotetto ha altezza compresa tra i 2m e i 4,10 per quasi tutta la superficie. Solo due ripostigli hanno altezza, per una piccola porzione, inferiore a 1,5 m quindi ho ritenuto opportuno dare la classe 3. Forse sono andata un pò in eccesso ma era la classe che aveva rendita più vicina a quella che forniva il programma in automatico (con cat A3 e classe 6).
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Salvatore_B.
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"totonno" ha scritto: E chi te lo dice che la tariffa sia minore in un A3 classe 6 rispetto ad una A2 di classe 4? Lo so che ci sono questi pasticci. Quindi mi preme osservare che: Se un A/3 di 6 non è ben minore di un A/2 di 4, le tariffe d'estimo di quel Comune non sono affatto equilibrate. E le ingiuste conseguenze le pagano i cittadini.
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martiy1
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Il classamento definitivo dipende dagli occhi del tecnico cui capita. E questo spiega perché a volte è palesemente esagerato a favore dello Stato.[/quote] Certo capisco. Voglio precisare comunque che al comune è tutto regolarmente autorizzato. Credo che tutt'al più il tecnico potrà portare il mio a cat. A3 classe 5 o 6 ma la rendita sarà praticamente identica a quella in A2 classe 3. In caso di sproporzione nella valutazione da parte del tecnico provvederò andando personalmente a spiegarmi. Sono nuova nel mondo del catasto quindi ci terrei a fare tutto bene.
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martiy1
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"Salvatore_B." ha scritto: "totonno" ha scritto: E chi te lo dice che la tariffa sia minore in un A3 classe 6 rispetto ad una A2 di classe 4? Lo so che ci sono questi pasticci. Quindi mi preme osservare che: Se un A/3 di 6 non è ben minore di un A/2 di 4, le tariffe d'estimo di quel Comune non sono affatto equilibrate. E le ingiuste conseguenze le pagano i cittadini. Le rendite sono simili per cat.A3 classe 6 e cat A2 classe 3. Un A2 classe 4 ha una rendita un bel pò superiore.
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CESKO
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"martiy1" ha scritto: "Salvatore_B." ha scritto: "totonno" ha scritto: E chi te lo dice che la tariffa sia minore in un A3 classe 6 rispetto ad una A2 di classe 4? Lo so che ci sono questi pasticci. Quindi mi preme osservare che: Se un A/3 di 6 non è ben minore di un A/2 di 4, le tariffe d'estimo di quel Comune non sono affatto equilibrate. E le ingiuste conseguenze le pagano i cittadini. Le rendite sono simili per cat.A3 classe 6 e cat A2 classe 3. Un A2 classe 4 ha una rendita un bel pò superiore. morale della favola, o metti un A/3 di classe 5, 6, 7 etc... o un A/2 di classe 2,3,4,5 etc.. alla fine sarà sempre l'Ufficio a validare o rettificare il classamento proposto a suo piacimento (se non decorsi i 12 mesi dalla data di costituzione e/o variazione). In conclusione, non porti tanti problemi sull'attribuzione del classamento da te proposto e/o automatico del programma! Saluti
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Salvatore_B.
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Sin qui si è ragionato solo in termini di convenienza della rendita totale da proporre. Il discorso dovrebbe spingersi oltre. Nel senso che non sono d'accordo con quanto suggerisce CESKO. Mi spiego meglio. Non è tecnicamente giusto intescambiare a piacimento una categoria A3 con una A2, in funzione di un qualsiasi ragionamento sulla rendita. Un immobile o ha caratteristiche di A3 oppure di A2. In definitiva, mettere che è un A2 nel caso in cui l'unità ha caratteristiche di A3 è sbagliato; e viceversa.
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CESKO
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"Salvatore_B." ha scritto: Sin qui si è ragionato solo in termini di convenienza della rendita totale da proporre. Il discorso dovrebbe spingersi oltre. Nel senso che non sono d'accordo con quanto suggerisce CESKO. Mi spiego meglio. Non è tecnicamente giusto intescambiare a piacimento una categoria A3 con una A2, in funzione di un qualsiasi ragionamento sulla rendita. Un immobile o ha caratteristiche di A3 oppure di A2. In definitiva, mettere che è un A2 nel caso in cui l'unità ha caratteristiche di A3 è sbagliato; e viceversa. il problema è che l'Ufficio tende a classare la nuova unità accatastata tenendo conto delle caratteristiche dell'intero fabbricato e nella fattispecie prendendo spunto dai dati di classamento delle altre U.I.U. già accatastate. Se l'Ufficio in fase di rettifica di classamento (entro 12 mesi dalla data di presentazione) varia ad esempio da categoria A/3(classamento proposto) in categoria A/2 (secondo la sua stima), se il classamento non è corretto secondo la parte, si può sempre ricorrere ai ripari presentando ricorso in commissione tributaria. Saluti
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Salvatore_B.
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CESKO, con il mio messaggio di oggi, ore 08:36, volevo spingere il discorso oltre le cose discusse e risapute a tanti. Quindi, richiamo il mio post di ieri, ore 17:50, e mi esprimo in altro modo. Diciamocelo chiaro: i tanti che fanno docfa non sanno capire, io primo tra tutti, se una unità ha le caratteristiche di un A3 o di un A2. In linea generale i tecnici catastali sono stati ben istruiti ed hanno quasi sempre le idee chiare (vedi mio post di ieri, ore 17:50), i tecnici esterni no. Lo stesso Docfa quando fai il classamento automatico fa quella richiesta che fa "stare tranquilli" tutti, come se il sw sia capace di capire dai semplici dati numerici dei modelli la categoria vera dell'immobile. Credo che per imparare a proporre in Docfa la categoria corretta, i tecnici esterni, io per primo, debbano capire se un immobile, per quello che è veramente, ha le caratteristiche di un A3 o di un A4 o di un A2, non puntare direttamente su quello che era prima o su quello che chiede e poi elabora il classamento automatico. I collegi e gli ordini dovrebbero organizzare utili corsi di chiarimento su queste faccende.
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totonno
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Concordo con Cesko in tutto. Le procedure per fare un classamento che abbia il minor rischio possibile di essere accertato sono la comparazione con altri immobili simili censiti dal catasto (non con docfa) della zona e prendere in considerazione il classamento degli altri immobili dello stesso edificio. Non si possono fare i corsi per imparare a determinare la giusta categoria e classe, ma si può insegnare le procedure per trovare il più probabile classamento che abbia il minor rischio di accertamento senza sovrastimarne la rendita facendo un danno grande come la casa al cliente. Durante il classamento il tecnico deve pensare che gli elementi presi in considerazione potrebbero servire all'utente nell'eventualità di un ricorso a seguito di accertamento di aumento di rendita. Saluti.
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Salvatore_B.
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totonno, anche se può urtarti, e vorrei farne a meno per non aumentare simpatie o antipatie, ti dico che il tuo ultimo post è solo in apparenza "non contraddittorio" e "ben assestato".
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totonno
(GURU)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Non mi urta. Anche perchè non ci ho capito nulla di quello che hai scritto. Saluti.
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Salvatore_B.
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Ma se non ci hai capito nulla di quello che ho detto: "totonno" ha scritto: Non mi urta. Anche perchè non ci ho capito nulla di quello che hai scritto. Saluti. perché quando io dico che per distinguere una A3 da una A2 "Salvatore_B." ha scritto: I colleggi e gli ordini dovrebbero organizzare utili corsi di chiarimento su queste faccende. tu asserisci il contrario, cioè che: "totonno" ha scritto: Non si possono fare i corsi per imparare a determinare la giusta categoria e classe Credo che se non si sa distinguere una A3 da una A2 (la giusta categoria) non possano scriversi ricorsi per vincere in Commissione tributaria.
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