Per cominciare, Fabio, ti esprimo il mio personale dispiacere per il tempo trascorso senza che tu abbia ricevuto alcuna risposta: il tema è di indubbio interesse e, anche se non penso che possa esistere un'indicazione univoca e risolutiva, mi sembra che valga decisamente la pena di parlarne.
Ma temo che ci sia il tangibile rischio di scontentare più d'uno.
Per quello che so la possibilità di lavorare senza una precisa posizione contributiva è limitata ad attività che non comporti oltre trenta giornate lavorative e cinquemila euro di compenso nell'arco di un anno. Se dovessi avere ricordi imprecisi riguardo alle due "quantità", ritengo che però sia corretto il criterio: un lavoretto saltuario e isolato può esser fatto senza particolari formalità. Ma questo non ti potrebbe servire per coprire davvero un periodo così lungo.
Per prima cosa suggerirei di renderti conto di cosa preferisci (bella teoria, dirai: si prende quello che c'è!). Intendo dire se pensi di anticipare la posizione libero professionale a cui aspiri post esame di Stato, lavorando quindi per più Committenti, oppure se ti interessa lavorare per lo studio dove "hanno bisogno" o comunque per un altro committente unico.
In pratica suggerisco di orientarti da subito verso la posizione libero professionale oppure verso quella dipendente, nella quale comunque l'abilitazione che otterrai con l'esame potrà avere rilevanza.
Nel primo caso non vedo perché non aprire la partita IVA: nel momento in cui ti iscriverai all'Albo ne avrai comunque bisogno, e sarà sufficiente “adeguarla” senza aver perduto occasioni.
Nel secondo caso insisterei per essere assunto. A tempo determinato, e poi si vedrà.
Infatti non vedo perché uno studio che “ha bisogno” dovrebbe escludere questa opzione.
Naturalmente confido che altri, più esperti di me, intervengano per chiarire, ampliare o correggere quanto ho abbozzato.
Leonardo