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Argomento: RICONFINAMENTO LINEA GENERATA DA ELABORATO PLANIMETRICO

Autore Risposta

SIMBA64

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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2013 alle ore 18:55

Roberto

Visto l'allegato disegno tu non hai solo il problema di come riconfinare, ma ne hai tanti altri di problemi da risolvere prima, fra i quali questi:

Premesso che non si è ben capito il tuo ruolo nella vicenda, cioè se sei C.T.U., C.T.P., o cos'altro??

Essendoci difformità fra la linea generata dall'E.P. e la posizione del muro, dovrai avere ben chiaro quale scopo finale vuoi raggiungere.

1-Vuoi mantenere come confine valido la posizione del muro sul posto??

2-Oppure dai per scontato di riconfinare la linea generata dall'E.P.??

Perchè si aprono strade e scenari differenti in base a dove vuoi arrivare.

Saluti

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robertopi

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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2013 alle ore 19:00

"SIMBA64" ha scritto:
Roberto

Visto l'allegato disegno tu non hai solo il problema di come riconfinare, ma ne hai tanti altri di problemi da risolvere prima, fra i quali questi:

Premesso che non si è ben capito il tuo ruolo nella vicenda, cioè se sei C.T.U., C.T.P., o cos'altro??

Essendoci difformità fra la linea generata dall'E.P. e la posizione del muro, dovrai avere ben chiaro quale scopo finale vuoi raggiungere.

1-Vuoi mantenere come confine valido la posizione del muro sul posto??

2-Oppure dai per scontato di riconfinare la linea generata dall'E.P.??

Perchè si aprono strade e scenari differenti in base a dove vuoi arrivare.

Saluti



coadiuvo il ctu, eh si i problemi ci sono, ma non credo nello specifico, lo credo in generale quando si tratta una linea generata da EP.

Per vedi il confronto sul forum mi ha fatto riconsiderare, come sostenuto da antonio e utente, i due fabbricati in quato la linea è circa nel mezzo e la posizione reciproca degli stessi, torna con il rilievo eseguito da me.

Per cui fonderei tutto il ragionamento solo sulla linea in contestazione, altriemnti dovrei riconfinare l'intero lotto e convocare parti non in causa.

saluti

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2013 alle ore 19:25

Roberto, credo che Gaetano abbia messo a nudo il nocciolo: bisogna capire se è la "linea generata dall'EP" come ripeti spesso, oppure l'EP generato dalla linea.

Infatti l'EP acquista valore come prova della posizione del confine soltanto se è ragionevole dubitare della posizione del muro rispetto al confine di diritto (quanto il confine fra due fondi è incerto...). Fino ad ora abbiamo dato per scontato che il muro sia nato dopo l'Elaborato, ma se fosse il contrario i problemi di riconfinazione si ridimensionerebbero parecchio!

Comunque riconfinare l'intero lotto per questa linea non mi pare proprio in discussione.

Il quesito ci può illuminare, riguardo agli elementi di prova da utilizzare? Non lo hai proposto.

Leonardo

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jema

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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2013 alle ore 19:42

"gaetano59" ha scritto:
se l' E.P. è stato fatto dopo la realizzazione del muro (come solitamente avviene, in quanto l'accatastamento si fa ad opere eseguite), è chiaro che è affetto da errore (grafico?) e quindi va sistemato (l'E.P.).

Se invece è il muro che è stato fatto successivamente all' E.P. devono essere "ricercate" altre ragioni che hanno comportato la realizzazione del muro in tal modo ........ un muro di confine non si fa certo alla chetichella, o con la bacchetta magica, è una cosa che si fa in modo palese, quindi il confinante avrebbe dovuto e potuto far valere le proprie ragioni al momento della costruzione, ..... magari si accordarono in modo diverso..... e ora...



Bravo Gaetano,
hai quasi sfiorato il cuore del problema!


A parer mio, due sono (per il momento) i dubbi che il "bravo" riconfinatore deve porsi:

1) in che giorno/mese/anno è stato presentato l'Elaborato Planimetrico. Ciò ci permette di comprendere secondo quali logiche sia stato redatto l'atto che ufficializza la linea di confine in oggetto e, contestualmente, di stabilire la cronologia degli eventi.

2) in che giorno/mese/anno (più precisi si è meglio è) è stato costruito il muro ora esistente.

Saluti

PS: a dire il vero ne ho anche una terza di domanda... quando si sono svegliati per iniziare la causa?

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robertopi

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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2013 alle ore 21:27

Piatto ricco mi ci ficco e visto che la discussione si è "animata" ed il parterre è di tutto rispetto, cerco di fare ordine e rilanciare:

Il muro nasce nel 2005 dopo l'EP che è del 1996;

Pare, addirittura che le parti abbiano contribuito economicamente alla costruzione;

La linea in realta nascerebbe ancora prima,anni 80 per una scrittura privata con allegata planimetria, priva di quote, contenente solo le superfici, superfici trascritte nell'atto di divisione al quale è allegato l'EP (e solo l'EP)

La causa nasce un po' dopo la realizzazione del muro (non ho la citazione sotto mano ma mi sembra nel 2007)

Una parte sostiene che l'altra si è impossesata di una porzione del suo fondo, vicevrsa l'altra parte sostiene che è vero che il muro ora e dritto, ma la costruito oltre un metro entro la sua proprità compensando di fatto il "maltolto"

Il quesito sostanzialmente chiede di verificare le superfici dei due lotti, ovvero quali dei due si sia accresciiuto e se è vero che il muro sia stato realizzato tutto nell'altra proprietà.

Questo è quanto.

Io credo che in qualsiasi modo si operi il risultato è abbastanza opinabile, per cui si dovrebbe scegliere la strada più realistica, ed in questo caso credo che la più opportuna è quella di riferire tutto rispetto alla posizione dei due fabbricati.

A dimenticavo ho reperito il libreto del TM, caricato in pregeo, definisce un lotto in SR, trovo corrispondenza con i punti dei fabbricati con il mio rilievo inoltre sono battuti due punti che potrebbero rappesentre l'inizio e la fine del muro (manca un punto battuto per la spezzata al centro )

saluti a tutti

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 08:57

"robertopi" ha scritto:
Il muro nasce nel 2005 dopo l'EP che è del 1996;




Io continuo a pensare che gli atti di divisione sono importanti quanto il muro e l'EP, perchè sono la prova del consenso delle parti ad assegnarsi i beni di quella specifica forma e consistenza. Non mi pare di leggere in questa discussione l'epoca di sottoscrizione di questi atti in cui si fa cenno all'EP, quindi presuppongo che sono stati fatti dopo il 1996 e prima del 2005, anno di costruzione del muro. E secondo me la determinazione del confine non può essere coincidente con il muro.

A questo punto, non può mancare una bella sovrapposizione del rilievo con l'elaborato planimetrico alla stessa scala e determinare le coordinate dei punti sostanziali che determinano i lati del confine. Posizionare sul posto i punti determinati graficamente e vedere l' effetto che fanno sulla realtà. Se la verifica anche visiva e di riconfinamento può avere esito positivo nella realtà, possiamo anche sostenere che effettivamente l'Elaborato Planimetrico, sebbene non topograficamente impeccabile, può essere stato redatto con un criterio attendibile proprio perchè fattibile, essendo unico documento accettato dalle parti nell'ambito della acquisizione dei beni. Chi ha costruito il muro aveva tutte le condizioni per costruire il muro perfettamente in linea con il confine stabilito dall'EP e sottoscritto negli atti di divisione. Ovviamente tutto questo castello di ipotesi torna, se torna la verifica delle superfici indicate negli atti...

Ora chiudo perchè altrimenti la relazione la faccio tutta io.....

Saluti.

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gaetano59

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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 10:11

Roberto,



dici che il TM definisce un lotto di S.R.



"La linea in realta nascerebbe ancora prima,anni 80 per una scrittura privata con allegata planimetria, priva di quote, contenente solo le superfici, superfici trascritte nell'atto di divisione al quale è allegato l'EP (e solo l'EP)"



"A dimenticavo ho reperito il libreto del TM, caricato in pregeo, definisce un lotto in SR, trovo corrispondenza con i punti dei fabbricati con il mio rilievo inoltre sono battuti due punti che potrebbero rappesentre l'inizio e la fine del muro (manca un punto battuto per la spezzata al centro )"



Non ci dici se il contorno del lotto (S.R.) è materializzato o se hai provveduto a verificare la ricostruzione dei vertici con il libretto del TM.

Non ci dici se la somma delle superfici trascritte nell’atto coincide con la S.R. del lotto.



IL QUESITO

"Il quesito sostanzialmente chiede di verificare le superfici dei due lotti, ovvero quali dei due si sia accresciiuto"



Trovandoti di fronte ad un lotto ad un lotto definito con S.R. (quindi contorno esistente o ricostruibile) non dovresti avere difficoltà a verificare la consistenza dei due lotti.

"e se è vero che il muro sia stato realizzato tutto nell'altra proprietà."

Questa è la domanda più insidiosa …… bisogna combinare tutte le informazioni che ti derivano dalle superfici indicate nell’atto, dalla rilevo e dalla superficie reale del lotto, dal disegno grafico dell’E.P (verificando se, almeno in proporzione, le quantità sono state rispettate) perché se il grafico (con la sua accentuata spezzata) riflette la ripartizioni delle superfici indicate nell’atto, non c’è dubbio che essendo il muro stato realizzato con un lieve (e non marcata) spezzata, in questo tratto ricade …. In altra proprietà.

Se, al contrario il disegno grafico dell’E.P. con la sua marcata spezzata NON riflette neanche in proporzione le superfici indicate nell’atto, allora è chiaro che è palesemente errato e quindi sicuramente non idoneo ad individuare un confine.



Visto che si parla di piatti ..... ho messo un po’ di carne sul fuoco….. però io non sono bravo a cucinare....



Saluti

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robertopi

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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 11:43

"gaetano59" ha scritto:
Roberto,



dici che il TM definisce un lotto di S.R.

Non ci dici se il contorno del lotto (S.R.) è materializzato o se hai provveduto a verificare la ricostruzione dei vertici con il libretto del TM.

Non ci dici se la somma delle superfici trascritte nell’atto coincide con la S.R. del lotto.




Il lotto non è materializzato per 3 lati, l'unico materializzato rappresenterebbe il confine d'impianto, ma andrebbe verificato ampliando il rilievo, anche se sovrapponendo il mio rilievo l'andamento del confine torna perfettamente.

La somma delle superfici è inferiore rispetto la SR di 15 mq., ma calcolando le superfici grafiche sia della vecchia planimetria, sia dell'EP rilevo differenze rispettivamente di mq. 62 e mq. 48


"gaetano59" ha scritto:

IL QUESITO

"Il quesito sostanzialmente chiede di verificare le superfici dei due lotti, ovvero quali dei due si sia accresciiuto"



Trovandoti di fronte ad un lotto ad un lotto definito con S.R. (quindi contorno esistente o ricostruibile) non dovresti avere difficoltà a verificare la consistenza dei due lotti.



Si ma come? Devo sempre ricostruire il confine nato con l'EP, nonchè il confine sud
"gaetano59" ha scritto:

"e se è vero che il muro sia stato realizzato tutto nell'altra proprietà."

Questa è la domanda più insidiosa …… bisogna combinare tutte le informazioni che ti derivano dalle superfici indicate nell’atto, dalla rilevo e dalla superficie reale del lotto, dal disegno grafico dell’E.P (verificando se, almeno in proporzione, le quantità sono state rispettate) perché se il grafico (con la sua accentuata spezzata) riflette la ripartizioni delle superfici indicate nell’atto, non c’è dubbio che essendo il muro stato realizzato con un lieve (e non marcata) spezzata, in questo tratto ricade …. In altra proprietà.




Direi è tutta insidisa la faccenda, perche se parto dal confine materializzato, ho un risultato, se invece mi riferisco ai due fabbricati, ne ho un altro, dire perlaltro completamente opposto al primo

"gaetano59" ha scritto:


Se, al contrario il disegno grafico dell’E.P. con la sua marcata spezzata NON riflette neanche in proporzione le superfici indicate nell’atto, allora è chiaro che è palesemente errato e quindi sicuramente non idoneo ad individuare un confine.



E quindi? Magari farò rizzare i capelli in testa a qualcuno, ma mi sento di dire che in queste condizioni, ogni soluzione sarebbe opinabile, per cui se ne deve intraprendere una che riesca a mediare tutte le soluzioni possibili.

saluti

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gaetano59

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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 12:36

Hai il TM con il lotto di superficie reale, quindi battuto nel suo contorno, e nel quale sono rilevati anche i fabbricati.

Parti da questo dato di fatto, i confini del lotto sono queli dichiarati nel TM, all'interno del quale si trovano i fabbricati e all'interno del quale è stato "disegnato" ll'E.P.



E poi ripeto quanto detto sopra ..... bisogna combinare tutte le informazioni che ti derivano dalle superfici indicate nell’atto, dalla rilevo e dalla superficie reale del lotto, dal disegno grafico dell’E.P (verificando se, almeno in proporzione, le quantità sono state rispettate).....



........ a qualche parte ti devi pur aggrappare......



(prego evitare facili battute.....)



Altri pareri?

Saluti

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 21:56

Sì, le insidie ci sono.

Partiamo dal quesito: la verifica delle superfici potrebbe addirittura vederle entrambe maggiori di quanto acquistato, se la SR fosse maggiore della somma delle SN. Quindi il quesito che si concentra sulle superfici è piuttosto carente e perciò insidioso di per sé stesso.

Dimentichiamocene, osservando che indirettamente è comunque richiesto di individuare la posizione del confine.

Volendo essere pignoli, il fatto che un TM tratti una SR non implica che abbia generato il contorno; può averlo "fissato" rilevandolo, ma addirittura potrebbe aver trattato una particella derivata da frazionamento che lo aveva precedentemente fissato. Eventuali errori nel TM inciderebbero poco sulla precedente individuazione. Ma questo è solo un esercizio teorico.

D'altra parte se ad un TM che tratta un lotto di SR corrisponde uno stato di fatto con superficie decisamente diversa, mi pare probabile che quella S non sia poi tanto R... Quindi gli elementi più solidi a cui "aggrapparsi" (cito dal Vate) sembrano essere i fabbricati. E non c'è nulla di strano.

Da qui mi sembra che la ricostruzione si possa semplificare un poco: sìè detto che i fabbricati paiono corretti.

Tornando poi alla famigerata volontà delle parti, Totonno ha fatto bene ad accennare nuovamente agli atti con cui le parti stesse la espressero: dalle scritture precedenti l'EP fino agli atti che lo hanno eventualmente recepito. Ma è anche bene ricordare che una parte della giurisprudenza ha riconosciuto importanza alle varie manifestazioni di tale volontà, anche deverse dalle carte scritte soprattutto se queste sono puramente tecniche (grafiche o analitiche che siano). Infatti si presuppone che la parte, ignara degli aspetti tecnici, esprima la volontà più efficacemente con riferimento a qulcosa che tocca con mano. Quindi un muro, un fosso, una siepe, un cordolo risulteranno per la parte più comprensibili di un frazionamento, per quanto questo sia perfetto.

E il muro ha valore tanto se citato nell'espressione della volontà trascritta in un rogito, quanto se voluto e accettato da entrambe le parti di fronte a testimoni. Anche se in seguito una parte si rimangia la volontà così espressa.

Sono solo ipotesi. Non voglio sostenere che si debba accettare il muro; ma è necessario considerare qnche queste eventualità.

Leonardo

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2013 alle ore 22:27

"Leo" ha scritto:
Sì, le insidie ci sono.

Partiamo dal quesito: la verifica delle superfici potrebbe addirittura vederle entrambe maggiori di quanto acquistato, se la SR fosse maggiore della somma delle SN. Quindi il quesito che si concentra sulle superfici è piuttosto carente e perciò insidioso di per sé stesso.

Dimentichiamocene, osservando che indirettamente è comunque richiesto di individuare la posizione del confine.

Volendo essere pignoli, il fatto che un TM tratti una SR non implica che abbia generato il contorno; può averlo "fissato" rilevandolo, ma addirittura potrebbe aver trattato una particella derivata da frazionamento che lo aveva precedentemente fissato. Eventuali errori nel TM inciderebbero poco sulla precedente individuazione. Ma questo è solo un esercizio teorico.

D'altra parte se ad un TM che tratta un lotto di SR corrisponde uno stato di fatto con superficie decisamente diversa, mi pare probabile che quella S non sia poi tanto R... Quindi gli elementi più solidi a cui "aggrapparsi" (cito dal Vate) sembrano essere i fabbricati. E non c'è nulla di strano.

Da qui mi sembra che la ricostruzione si possa semplificare un poco: sìè detto che i fabbricati paiono corretti.

Tornando poi alla famigerata volontà delle parti, Totonno ha fatto bene ad accennare nuovamente agli atti con cui le parti stesse la espressero: dalle scritture precedenti l'EP fino agli atti che lo hanno eventualmente recepito. Ma è anche bene ricordare che una parte della giurisprudenza ha riconosciuto importanza alle varie manifestazioni di tale volontà, anche deverse dalle carte scritte soprattutto se queste sono puramente tecniche (grafiche o analitiche che siano). Infatti si presuppone che la parte, ignara degli aspetti tecnici, esprima la volontà più efficacemente con riferimento a qulcosa che tocca con mano. Quindi un muro, un fosso, una siepe, un cordolo risulteranno per la parte più comprensibili di un frazionamento, per quanto questo sia perfetto.

E il muro ha valore tanto se citato nell'espressione della volontà trascritta in un rogito, quanto se voluto e accettato da entrambe le parti di fronte a testimoni. Anche se in seguito una parte si rimangia la volontà così espressa.

Sono solo ipotesi. Non voglio sostenere che si debba accettare il muro; ma è necessario considerare qnche queste eventualità.

Leonardo



Leo. Buonasera.

Dell'ultima parte, dove scrivi del muro,permettimi di dissentire. Per due motivi.

Primo. Per me valutando l'ipotesi del muro coincidente con il vero confine, dovrei utlizzare elementi che non mi competono e caso mai competono al giudice,perchè si tratta di eventuali accordi presi a voce senza scritture e forse avvalendosi di testimoni. non credo che il giudice approvi, perchè chiede tutt'altro. Determini quale sia la consistenza dei terreni.

Secondo. C'è un atto scritto e trascritto che individua, bene o male, il confine, anche se indirettamente tramite la citazione dell'EP. Qualsiasi modifica a questo atto deve risultare da un atto scritto e trascritto, deve avere una data certa, e se vuoi pure le firme di due testimoni, e la certificazione dell'identità delle persone, perchè altrimenti non può assolutamente valere un accordo e una stretta di mano, nei confronti di terzi o persone dante causa, o eredi, i quali devono per forza fare affidamento a ciò che è scritto e documentato, e se questo è diverso dalla realtà hai voglia a fare ipotesi e congetture su eventuali accordi con stretta di mano, non ne esci mai fuori e poi, ripeto, non sta a te dimostrarlo. Io credo che le parti siano andate in questione, perchè uno dei due non riconosce il confine in quel muro costruito diversamente da quanto stabilito nell'atto di provenienza. Il tecnico, secondo me, deve dimostrare che quanto sottoscritto dalle parti abbia una valenza di credibilità il minimo indispensabile affinchè all'epoca della costruzione del muro i due confinanti si potevano realizzare un confine esattamente coincidente con il confine che avevano stabilito sulla carta ed il costruttore invece lo ha realizzato in maniera evidentemente difforme per cause che il giudice dovrà trovare per emettere sentenza anche sulla base della dimostrazione che il tecnico dovrà fornire una volta stabilito da egli dove passi la vera linea di confine e quali siano queste benedette superfici dei terreni.

Saluti.

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jema

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 0 -  0 - Inviato: 08 Febbraio 2013 alle ore 09:00

"Leo" ha scritto:
Sì, le insidie ci sono.

Partiamo dal quesito: la verifica delle superfici potrebbe addirittura vederle entrambe maggiori di quanto acquistato, se la SR fosse maggiore della somma delle SN. Quindi il quesito che si concentra sulle superfici è piuttosto carente e perciò insidioso di per sé stesso.

Dimentichiamocene, osservando che indirettamente è comunque richiesto di individuare la posizione del confine.

Volendo essere pignoli, il fatto che un TM tratti una SR non implica che abbia generato il contorno; può averlo "fissato" rilevandolo, ma addirittura potrebbe aver trattato una particella derivata da frazionamento che lo aveva precedentemente fissato. Eventuali errori nel TM inciderebbero poco sulla precedente individuazione. Ma questo è solo un esercizio teorico.

D'altra parte se ad un TM che tratta un lotto di SR corrisponde uno stato di fatto con superficie decisamente diversa, mi pare probabile che quella S non sia poi tanto R... Quindi gli elementi più solidi a cui "aggrapparsi" (cito dal Vate) sembrano essere i fabbricati. E non c'è nulla di strano.

Da qui mi sembra che la ricostruzione si possa semplificare un poco: sìè detto che i fabbricati paiono corretti.

Tornando poi alla famigerata volontà delle parti, Totonno ha fatto bene ad accennare nuovamente agli atti con cui le parti stesse la espressero: dalle scritture precedenti l'EP fino agli atti che lo hanno eventualmente recepito. Ma è anche bene ricordare che una parte della giurisprudenza ha riconosciuto importanza alle varie manifestazioni di tale volontà, anche deverse dalle carte scritte soprattutto se queste sono puramente tecniche (grafiche o analitiche che siano). Infatti si presuppone che la parte, ignara degli aspetti tecnici, esprima la volontà più efficacemente con riferimento a qulcosa che tocca con mano. Quindi un muro, un fosso, una siepe, un cordolo risulteranno per la parte più comprensibili di un frazionamento, per quanto questo sia perfetto.

E il muro ha valore tanto se citato nell'espressione della volontà trascritta in un rogito, quanto se voluto e accettato da entrambe le parti di fronte a testimoni. Anche se in seguito una parte si rimangia la volontà così espressa.

Sono solo ipotesi. Non voglio sostenere che si debba accettare il muro; ma è necessario considerare qnche queste eventualità.

Leonardo



Siamo di fronte ad un problema di 3° livello, nel senso che abbiamo un tratto di confine definito dall'Impianto, altre linee (che chiudono il perimetro) generate da un Tipo Mappale ed infine una dividente interna al lotto, istituita con Elaborato Planimetrico.

L'unico appiglio certo (?) a cui attaccarsi sembrerebbero essere le costruzioni presenti nel lotto in oggetto: possibile che non vi siano ulteriori elementi di controllo da cui trarre spunto nel TM del '96?

Altro fattore da tenere in debita considerazione, anche se solitamente lo scarto a priori, è il rapporto tra le due superfici reali originariamente attribuite.

I numeri 15, 48 e 62 li possiamo giocare al lotto perché non definiscono una tolleranza percentuale ma solamente un'entità numerica: entità che serve a poco in questi casi!

Tutto ciò premesso, secondo il mio modesto parere, è fondamentale tenere in considerazione il rapporto tra le due superfici, perché:

a) il Tecnico, a suo tempo, ha predisposto l'EP rispettando le volontà (forma geometrica e superfici) degli interessati;

b) nel 1996 gli strumenti topografici ed i software a disposizione, consentivano di raggiungere precisioni comparabili con quelle attuali.

Altro particolare da non sottovalutare è, di certo, l'idea degli interessati di individuare una dividente che fosse correlata ai fabbricati esistenti e (eventualmente) ad altre strutture inamovibili presenti in loco (pozzi, alberi, pali, ecc.).

Al muro esistente non darei un peso particolare, in quanto è confermato che esso sia stato costruito (per motivi da appurare) ed accettato al momento della sua costruzione, da entrambi i soggetti, cercando di compensare la rettifica del confine.

Saluti

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robertopi

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 0 -  0 - Inviato: 08 Febbraio 2013 alle ore 10:29

Condivido alcuni aspetti degli ultimi 4 interventi, e sono sempre più convinto che si debba fare riferiemto ai fabbricati, usare il TM come controllo del grafico EP, che tutto sommato, anche se non perfettamente, è sovrapponibile.

Tra l'altro nel TM, come ho già detto, mi ritrovo due punti battuti sui confini nord e sud, ovvero dove inizia e finisce la dividente, che sono quasi coincidenti con l'EP, però sul libretto sono indicati genericamente punti di confine, quindi non ne ho la certezza che si volesse rappresentare la linea (anche perche manca il punto nel mezzo), io darei la dovuta considerazione a ciò. E' pur vero che non so se all'epoca, il TM dopo un rilievo in loco,sia poi stato adattato a tavolino, ma tutto sommato, l'atto benchè non ha la valenza di un TF ,è pur sempre un atto ufficiale, che "dovrebbe" fotografre lo stato dei luoghi al momento della presentazione in catasto.

Una piccola postilla circa il mandato, il grosso problema è che lo stesso è stato formulato dall'avvocato di una parte, quando i Giudici sono bravi, e capiscono qual'è il problema, sono loro stessi a formulare i quesiti, che generalmente hanno un certa logica (si pensi che in un quesito si chiede se A e diventato più grande di B e in un altro si chiede se B e diventato piu grande di A)

Detto ciò, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti con validi interventi che aiuteranno a risolvere il mio caso.

Quanto discusso potrebbe rappresentare un punto di partenza o di considerazione per i casi di riconfinamento di linee generate da EP, anche se appare evidente che in casi del genere non si possa fare riferimento ad una procedura "standard".

saluti

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 08 Febbraio 2013 alle ore 21:02

"Robertopi" ha scritto:
Quanto discusso potrebbe rappresentare un punto di partenza o di considerazione per i casi di riconfinamento di linee generate da EP, anche se appare evidente che in casi del genere non si possa fare riferimento ad una procedura "standard".



Riparto da qui per collegarmi all'ultimo intervento di Totonno. Ineccepibile perchè non avevo prima fatto le dovute premesse prudenziali. Domando scusa, ma ero di fretta in previsione di fare la seconda giornata di misure con un canneggiatore d'eccezione: non mi capita spesso di poter fare due giorni di campagna con mio figlio... Ma di questo non frega niente a nessuno: è un tweet!

Le premesse sono semplici: non volevo affatto discutere il caso specifico, ma trarre indicazioni generali proprio in linea con quanto Roberto ha concluso.

E le indicazioni generali non penso che possano prescindere dal fatto che la realizzazione di un'opera con l'espresso assenso delle parti confinanti assumerebbe la veste di "fatto concludente" e l'assenso non può essere rimangiato tanto facilmente. Quindi, in presenza di un muro non è così scontato che lo si possa trascurare solo perché dopo un anno dalla sua costruzione una delle parti lo contesta: se lo avesse espressamente autorizzato al momento della costruzione, ora se lo dovrebbe, in sostanza, tenere.

Dunque nel nostro caso l'esistenza del muro potrebbe configurare una situazione simile, che tuttavia non competerebbe al CTU indagare. Ma per studiare il caso generale non credo che si possa trascurare alcuna eventualità.

Leonardo

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jema

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 0 -  0 - Inviato: 09 Febbraio 2013 alle ore 09:00

"Leo" ha scritto:
"Robertopi" ha scritto:
Quanto discusso potrebbe rappresentare un punto di partenza o di considerazione per i casi di riconfinamento di linee generate da EP, anche se appare evidente che in casi del genere non si possa fare riferimento ad una procedura "standard".



Riparto da qui per collegarmi all'ultimo intervento di Totonno. Ineccepibile perchè non avevo prima fatto le dovute premesse prudenziali. Domando scusa, ma ero di fretta in previsione di fare la seconda giornata di misure con un canneggiatore d'eccezione: non mi capita spesso di poter fare due giorni di campagna con mio figlio... Ma di questo non frega niente a nessuno: è un tweet!

Le premesse sono semplici: non volevo affatto discutere il caso specifico, ma trarre indicazioni generali proprio in linea con quanto Roberto ha concluso.

E le indicazioni generali non penso che possano prescindere dal fatto che la realizzazione di un'opera con l'espresso assenso delle parti confinanti assumerebbe la veste di "fatto concludente" e l'assenso non può essere rimangiato tanto facilmente. Quindi, in presenza di un muro non è così scontato che lo si possa trascurare solo perché dopo un anno dalla sua costruzione una delle parti lo contesta: se lo avesse espressamente autorizzato al momento della costruzione, ora se lo dovrebbe, in sostanza, tenere.

Dunque nel nostro caso l'esistenza del muro potrebbe configurare una situazione simile, che tuttavia non competerebbe al CTU indagare. Ma per studiare il caso generale non credo che si possa trascurare alcuna eventualità.



Caro Leonardo,
continui ad insistere sul fatto che l'assenso delle parti confinanti, nel rettificare la posizione di una linea di confine, assumerebbe la veste di fatto concludente.

Ma pur se in linea generale può anche accadere di "inciampare" nella fattispecie che evidenzi, in questo particolare caso le cose stanno diversamente: Tizio e Caio decidono di ripartire un fondo in due porzioni accordandosi, sulle superfici da assegnare e sulla posizione della linea spezzata per ottenere tale risultato: queste e solamente queste sono le volontà degli interessati al momento della predisposizione dell'Atto catastale.

A poco importa se in un secondo momento, dopo aver sottoscritto l'Atto notarile con allegato l'elaborato grafico (che anche se redatto con modalità discutibili, è perfettamente in linea con le direttive ancora oggi in vigore), i due si siano decisi a modificare quanto riportato negli atti pubblici!

Come scrive giustamente Antonio, non può assolutamente valere un accordo e una stretta di mano.

Cordialmente

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