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Autore riconfinamento ante 2/88, atto di aggiornamento smarrito

rava

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 0 -  0 - Inviato: 23 Febbraio 2009 alle ore 23:09

Salve a tutti,
premetto che ho cercato di leggere quasi tutti i topic relativi alla sezione Riconfinamenti trovando una marea di consigli indispensabili ma nulla che sia riconducibile al mio specifico caso (e spero di non essermi sbagliato). A breve dovrò effettuare un riconfinamento ma mi trovo nella seguente situazione:
dopo un'attenta ricerca presso l'AGT locale ho scoperto che le linee da riconfinare sono state originate da un frazionamento del 1935 il quale, purtroppo, è andato perduto. Preciso inoltre che ho cercato insieme alla committenza se vi erano atti, documenti passati i quali contenessero elementi probanti, ma nulla. Ora sono indeciso su quale procedura adottare e più precisamente:
1- prelevo le coordinate d'appoggio dalla mappa d'impianto mentre quelle da riconfinare (post-impianto) dalla mappa di visura;
2- prelevo sia le coordinate dei punti d'appoggio che dei punti da riconfinare dalla mappa di visura.
Credo che sia inopportuno procedere con il primo metodo in quanto l'effettiva precisione delle coordinate d'impianto dei punti di appoggio sarebbe in qualche modo resa “inefficace” dall'utilizzo delle coord. da visura per il confine da rideterminare. Quindi sarei più propenso ad utilizzare il 2° metodo. Mi chiedevo inoltre se fosse corretto sovrapporre il “sistema mappa” da visura al “sistema mappa” da impianto (quindi una sorta di rototraslazione con variazione di scala) e procedere con un adattamento del primo in modo da poter eliminare le eventuali anzi assicurate deformazioni cartografiche e poi procedere con il prelevamento delle coord del confine da ripristinare. Mi rendo conto che quest'ultima considerazione risulta piuttosto audace, confido nella vostra pazienza.
Ringrazio anticipatamente chi mi vorrà dare una mano.
Saluti e buon lavoro a tutti.

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Autore Risposta

geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 24 Febbraio 2009 alle ore 11:05

"rava" ha scritto:
Salve a tutti,
premetto che ho cercato di leggere quasi tutti i topic relativi alla sezione Riconfinamenti trovando una marea di consigli indispensabili ma nulla che sia riconducibile al mio specifico caso (e spero di non essermi sbagliato). A breve dovrò effettuare un riconfinamento ma mi trovo nella seguente situazione:
dopo un'attenta ricerca presso l'AGT locale ho scoperto che le linee da riconfinare sono state originate da un frazionamento del 1935 il quale, purtroppo, è andato perduto. Preciso inoltre che ho cercato insieme alla committenza se vi erano atti, documenti passati i quali contenessero elementi probanti, ma nulla. Ora sono indeciso su quale procedura adottare e più precisamente:
1- prelevo le coordinate d'appoggio dalla mappa d'impianto mentre quelle da riconfinare (post-impianto) dalla mappa di visura;
2- prelevo sia le coordinate dei punti d'appoggio che dei punti da riconfinare dalla mappa di visura.
Credo che sia inopportuno procedere con il primo metodo in quanto l'effettiva precisione delle coordinate d'impianto dei punti di appoggio sarebbe in qualche modo resa “inefficace” dall'utilizzo delle coord. da visura per il confine da rideterminare. Quindi sarei più propenso ad utilizzare il 2° metodo. Mi chiedevo inoltre se fosse corretto sovrapporre il “sistema mappa” da visura al “sistema mappa” da impianto (quindi una sorta di rototraslazione con variazione di scala) e procedere con un adattamento del primo in modo da poter eliminare le eventuali anzi assicurate deformazioni cartografiche e poi procedere con il prelevamento delle coord del confine da ripristinare. Mi rendo conto che quest'ultima considerazione risulta piuttosto audace, confido nella vostra pazienza.
Ringrazio anticipatamente chi mi vorrà dare una mano.
Saluti e buon lavoro a tutti.



Caro Rava
Sei incappato nella peggior situazione riguardo alle riconfinazioni.
Innanzitutto tieni conto che i frazionamenti prima del 1969 venivano allegati alle note di voltura e quindi prodotti anche posteriormente agli atti di compravendita.
Quindi occhio anche a cosa c'è scritto negli atti e che non sia in contrasto con il Tipo di Frazionamento.
Solo dopo l'entrata in vigore del DPR 650/72 il frazionamento diventa probatorio.
Ma torniamo al tema.
Il miglior modo di ricostruire il Tipo, tenendo conto delle procedure adottate, è sicuramente quello di prendere le coordinate dei punti di inquadramento e dei vertici della particella originaria al 1935 sulla mappa di Impianto.
Dopo prendi le distanze, sulla mappa di visura, della nuova dividente rispetto ai vertici della particella originaria.
E' ovvio che devi fare in modo di ritrovare le vecchie mappe di visura non queste ultime digitalizzate o vettorizzate.
Meglio se quella tolta alla visura in quegli anni.
Perché questa procedura?
Perché l'unica cosa in cui puoi sperare, per fare il meno peggio possibile, è che chi disegnò quella linea, prima sul modello 51 e dopo sulla mappa di visura l'abbia fatto in maniera corretta.
E comunque per mia esperienza ti posso dire che lavoravano bene a quei tempi; i tecnici del catasto erano molto scrupolosi nell'aggiornare la mappa (quasi come facciamo noi oggi con la proposta di aggiornamento :lol: :lol: :lol: :lol: ).
Lo facevano con sovrapposizione del lucido, quando possibile, e con aghi per trapassare i punti sulla mappa sottostante.
Cordialmente
Carlo Cinelli

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rava

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 0 -  0 - Inviato: 24 Febbraio 2009 alle ore 18:57

Gentile geom. Cinelli,
ringrazio innanzitutto per la disponibilità e la chiarezza dimostrati.
Ad esplicazione di quanto mi ha detto chiedo se la procedura che ora descrivo è corretta:
1.prelevo le coordinate dei punti d’appoggio e della particella originaria dalla mappa d’impianto
2.dalla vecchia mappa di visura (spero di trovarla) misuro graficamente le varie distanze dei punti della dividente dai vertici della part. originaria in modo da avere almeno 3 distanze misurate per ogni vertice della dividente da riconfinare
3.creo il “sistema mappa” su CAD ottenuto riportando i punti di cui al passaggio 1) e le distanze di cui al passaggio 2)
4.prelevo le coordinate dei punti della dividente così ottenuti
5.procedo con il calcolo delle coordinate di tracciamento attraverso opportuna procedura di calcolo informatico (GeoCat e simili)
Volevo chiedere inoltre se, nel caso non riuscissi a trovare una mappa di misura attendibile (tipo quella che è stata sostituita con l’aggiornamento), posso utilizzare l’estratto di mappa rilasciato dall’AGT.
Grazie ancora.
Saluti

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 24 Febbraio 2009 alle ore 20:06

"rava" ha scritto:
Gentile geom. Cinelli,
ringrazio innanzitutto per la disponibilità e la chiarezza dimostrati.
Ad esplicazione di quanto mi ha detto chiedo se la procedura che ora descrivo è corretta:
1.prelevo le coordinate dei punti d’appoggio e della particella originaria dalla mappa d’impianto
2.dalla vecchia mappa di visura (spero di trovarla) misuro graficamente le varie distanze dei punti della dividente dai vertici della part. originaria in modo da avere almeno 3 distanze misurate per ogni vertice della dividente da riconfinare
3.creo il “sistema mappa” su CAD ottenuto riportando i punti di cui al passaggio 1) e le distanze di cui al passaggio 2)
4.prelevo le coordinate dei punti della dividente così ottenuti
5.procedo con il calcolo delle coordinate di tracciamento attraverso opportuna procedura di calcolo informatico (GeoCat e simili)
Volevo chiedere inoltre se, nel caso non riuscissi a trovare una mappa di misura attendibile (tipo quella che è stata sostituita con l’aggiornamento), posso utilizzare l’estratto di mappa rilasciato dall’AGT.
Grazie ancora.
Saluti



OK per la procedura.
Meno OK per l'ultima mappa.
Però è ovvio che se non trovi di meglio .....
Saluti

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einste

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Andria

 0 -  0 - Inviato: 09 Agosto 2011 alle ore 00:36

Caro Cinelli buonasera,
sono qua a scriverti per una questione che mi fa sorridere.
Mi è capitata una riconfinazione con dividente ante '88 con dati del rilievo persi come sopra, io la questione la risolverei pari pari come già detto, cioè sistema mappa sistema rilievo e confronto.
Il mio collega che dice di averne fatte a bizzeffe di riconfinazioni e CTU, con 30 anni di esperienza alle spalle (detto da lui), invece oltre alle fasi preliminari di incontro sul posto con i rispettivi proprietari come da consuetudine, asserisce per la seconda volta che ci siamo incontrati che dovremmo iniziare dalle superfici.
Ossia dovremmo misurare le due superfici in questione appartenenti alla dividente in comune dopo di che confrontarle e vedere se risultano in tolleranza con quello che dice il Codice C.
La cosa che più mi fa sorridere è che
1) per misurare le superfici si andranno a interessare i confini appartenenti ad altri proprietari che andranno necessariamente interpellati cosa che il mio collega non ne ha minimamente parlato,
2) si potranno creare situazioni di analogo disaccordo sulla posizione del confine con convicini che nulla avranno a che fare con il riconfinamento in questione
3) ammesso e concesso che tutti i confini perimetrali fossero deteminati per i due appezzamenti di terreno che senso ha andare a confrontare le superfici con le superfici catastali e vedere se rientrano in tolleranza?
Conclusione.
Dato che il mio collega è parente al suo cliente per quanto detto sopra a me pare una furbata
Credo che se il mio collega non mi chiarisce questi aspetti ognuno dovrà procedere come più ritiene opportuno.
Saluti e buonanotte

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 09 Agosto 2011 alle ore 10:04

"einste" ha scritto:
Caro Cinelli buonasera,
sono qua a scriverti per una questione che mi fa sorridere.
Mi è capitata una riconfinazione con dividente ante '88 con dati del rilievo persi come sopra, io la questione la risolverei pari pari come già detto, cioè sistema mappa sistema rilievo e confronto.
Il mio collega che dice di averne fatte a bizzeffe di riconfinazioni e CTU, con 30 anni di esperienza alle spalle (detto da lui), invece oltre alle fasi preliminari di incontro sul posto con i rispettivi proprietari come da consuetudine, asserisce per la seconda volta che ci siamo incontrati che dovremmo iniziare dalle superfici.
Ossia dovremmo misurare le due superfici in questione appartenenti alla dividente in comune dopo di che confrontarle e vedere se risultano in tolleranza con quello che dice il Codice C.
La cosa che più mi fa sorridere è che
1) per misurare le superfici si andranno a interessare i confini appartenenti ad altri proprietari che andranno necessariamente interpellati cosa che il mio collega non ne ha minimamente parlato,
2) si potranno creare situazioni di analogo disaccordo sulla posizione del confine con convicini che nulla avranno a che fare con il riconfinamento in questione
3) ammesso e concesso che tutti i confini perimetrali fossero deteminati per i due appezzamenti di terreno che senso ha andare a confrontare le superfici con le superfici catastali e vedere se rientrano in tolleranza?
Conclusione.
Dato che il mio collega è parente al suo cliente per quanto detto sopra a me pare una furbata
Credo che se il mio collega non mi chiarisce questi aspetti ognuno dovrà procedere come più ritiene opportuno.
Saluti e buonanotte



Caro Einste
Buongiorno

Sono d'accordo su quanto riporti.

Inoltre non ci scordiamo che:
- l'Art. 950 cc parla di linee di confine e non di superfici;
- Le superfici sulla mappa di Impianto furono determinate con il planimetro polare (?!?!) e quindi non sulla base delle misure di campagna;
- Il DPR 650 del 72 tratta dei frazionamenti e delle linee in esso riportate;
- L'art. 1538 del CC. sulle vendite a corpo riporta che il compratore ha la possibilità di recedere dal contratto quando la misura reale del lotto acquistato sia inferiore o superiore di un ventesimo rispetto alla nominale.....

Per tutto questo mi chiedo:
Cosa c'entrano le superfici con la posizione di una linea di confine?

E riguardo al nostro collega è "furberia" o peggio?
In tutti i casi trenta anni di professione spesi male.

Ciao
Carlo Cinelli

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einste

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Andria

 0 -  0 - Inviato: 29 Agosto 2011 alle ore 21:37

Caro Cinelli
come ti dicevo in precedenza ho eseguito il rilievo dei punti caratteristici piu' significativi,
ho provveduto a prelevare dalla mappa d'impianto i rispettivi punti e ho eseguito rototraslazione baricentrica.Anche l'apertura a terra multipla mi da gli analoghi risultati ma come avrai capito il risultato riscontrato mi da una stranezza che va oltre ogni previsione.
Ti illustro la situazione.
L'appezzamento di terreno per semplicità paragoniamolo a un pentagono, il compito è di riconfinare due suoi lati quindi quattro vertici sono definiti con termini, il terreno si trova ai margini di territorio comunale.
Eseguo la rototraslazione fisso i punti con migliori scarti, ne trovo tre con scarti di non più di 20 cm sempre termini del mio appezzamento che sono termini comunali e cosa mi succede che il quarto vertici che ritenevamo attendibile triplice di confine mi viene spostato a nord di circa 3 mt e a ovest di altri circa 3 mt. ovviamente non lo considero nella rototraslazione. Non riuscivo a capire!!!
Mi e' venuto in mente che proprio tale termine, avevo notato era in una direzione strana, era girato non in direzione del confine effettivo ma guardava forse la sua posizione effetiva, era di sbiego al terreno.
Il confine effettivo come da calcoli finirebbe tra alberi di olivo almeno come età di un secolo appartenenti a un terzo confinante, perplessità che appunto ti chiederei, come può essere stato mai spostato un confine di tale entità e di così tanta epoca remota? Il triplice di confine in questione e' appunto il nocciolo del problema.La disputa che interresava due confinanti dovrebbe interessarne tre (dovrebbe!!!!!!).
A primo acchito pensavo a una dilatazione dei risultati di calcolo.
A vantaggio della tesi di spostamento di tale termine è che se calcolo la superficie finale mi trovo, se sovrappongo il risultato alla mappa ha lati simili.
A sfavore tale tesi è che all'impianto tale triplice c'era ma non la dividente che sarà stata degli anni 60-70 dopo la piantumazione degli alberi di olivo.
Quindi ti ripeto ti è mai successa una riconfinazione così anomala?
Ti ringrazio e credo che possa essere anche di aiuto ad altre esperienze e ovviamente la discussione è aperta.

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 30 Agosto 2011 alle ore 10:45

Caro Einste

Tu non tieni conto di una cosa che ci può stare.
Che il punto (triplice) che a te non torna possa essere stato rilevato male o calcolato male o riportato male in mappa.
Non è frequentissimo ma è possibile.
A me è capitato con vecchie mura e ti devo dire che la misura errata di tre metri farebbe pensare alle canne metriche.
Un conteggio di canne sbagliato.
Le canne metriche erano infatti di tre metri.

Ciao
Carlo Cinelli

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