Buongiorno,
mi trovo ad operare nel comune di Reggio Calabria, dove a causa di una prassi che non prevedeva la verifica dei confini all'atto delle compravendite che spesso come in altra parti del paese avvenivano con una stretta di mano (altri tempi) mi ritrovo con una situazione catastale (linea dividente) che non corrisponte con quella reale. Nello specifico i confini della particella del NCT sono idendificati con dei muri di sostegno (presenti già dagli anni 80 e forse anche prima) per tutto il suo perimetro e la morfologia del terreno circostante (forti cambiamenti di quota tra le particelle limitrofe e la strada che costeggia la particella oggetto del mio lavoro posta ad est) possono far presupporre che quelli siano i reali confini.
Dovrei procedere con l'inserimento in mappa di un manufatto da iscrivere in cat. c2 anche perchè rientra in ZTO di tipo E.
Parte del manufatto, però, ricade nella particella posta a Nord e la dividente catastale non corrisponde con il muro di contenimento posto peralto alla base della scarpata e tra le due particelle vi è una differenza di quota di oltre 4 metri - questo mi fa presupporre che la posizione del muro sia corretta perchè non invade l'altra particella (vedi differenza di quota e non è posto in mezzeria).
Potrei procedere con:
una rettifica dei confini sostenendo l'inattendibilità di quelli catastili visti gli elementi presenti (muro di sostegno, morfologia?)
accatastare per porzioni un manufatto in realtà abusivo (per avviare una futura procedura di usucapione che comporterebbe una denuncia da parte del giudice per abuso edilizio), ma questo comporta un addebbito alla parte confinante - che peraltro deve esserre oggetto di successione - di un abuso mai effettuato.
Fermo restando il carattere abusivo - e quindi l'obbligo di demolizione - quale prassi operativa potrei seguire?