"Latemar" ha scritto:
1) Non mi pare che l'oggetto di causa sia la posizione del confine visto che nessuna delle parti ne contesta la posizione. Ergo la topografia qui non c'entra nulla.
E chi ha detto che c’entra la topografia?
"Latemar" ha scritto:
2) La
sentenza riportata, riguardo la malafede va letta tutta nel suo paragrafo relativo.
Non preoccuparti l’avevo letto per intero e con attenzione quel testo, e anche molti altri di analoghi. Il problema, Totonno, è che non ha capito quello che ho scritto, ma sarà sicuramente colpa mia che non mi esprimo chiaramente.
La mia lamentala riguarda il fatto che un
comportamento in malafede venga premiato con un beneficio così rilevante come l’acquisizione di un immobile.
La legge prevede questo?
Bene, è una legge a mio avviso profondamente ingiusta e va cambiata. È abominevole che una legge premi chi agisce in malafede.
"Latemar" ha scritto:
Vuol dire che la legge favorisce chi è interessato a mantenere il bene e affrontare spese per minimo venti anni e solo dopo aver dimostrato l'attività eseguita per questo periodo sul bene tenendolo con cura, è legittimiato a ottenere il diritto di usucapione.
Chiaro che il reale soggetto intestatario sia un po' tardivamente contrariato, ma chi non mantiene i propri averi tenendoli con cura e invece li abbandona perchè magari il proprio mantenimento costa dei soldi, tanta buona fede non ce l'ha.
Non è il caso che ho illustrato nell’articolo, nel quale il legittimo proprietario ha sempre curato il fondo mandando periodicamente un boscaiolo e un agricoltore a manutenere il sia il bosco che la zona a prato. L’usucapione viene invocato dal vicino solo per mera opportunità di impossessarsi dell’area prospicente la sua abitazione, essendo questa l’unica zona semi-pianeggiante.
"cassini" ha scritto:
Il legislatore l'ha posto come tale e alla sua base c'è un principio sociale, culturale e ambientale.
E chi la contesta questa base?
Io contesto gli assurdi vantaggi che la legge garantisce a chi vuole usucapire e la vulnerabilità nella quale lascia invece il legittimo proprietario.
Perché si premia la malafede di chi vuole usucapire?
Perché non basta una raccomandata per interrompere i termini e si deve per forza ricorrere all’azione legale?
Perché, se io voglio difendere la mia proprietà dal tentativo di usucapione, devo impedire fisicamente che il soggetto entri nella mia proprietà?
E come faccio ad impedirglielo se questo vi entra in malafede incurante delle mie ammonizioni e denunce?
Devo impedirglielo con la violenza?
E ammissibile tutto questo in uno Stato civile?
Secondo me no, è abominevole.
"cassini" ha scritto:
Sulla Perizia:
Ne riporto alcuni passaggi.
"Come si può notare, il confine passa vicinissimo alla facciata Nord-Ovest del fabbricato mappale 508"
"Questo è quanto è accaduto in passato, finché, giunti ai giorni nostri, A dà incarico a me e a un collega di procedere all’esatta ricostruzione del confine. Noi ci attiviamo, come da prassi, con l’esame dell’atto di trasferimento con il quale A aveva acquistato i mappali di cui trattasi, disamina che ha rilevato la sola indicazione degli estremi catastali delle particelle oggetto della compravendita."
"Proseguiamo con l’elaborazione in ufficio pervenendo alla determinazione degli elementi per il tracciamento sul posto del confine così ricostruito."
Te ne è sfuggito uno di passaggio, questo:
Dopodiché ci rechiamo sul posto per un attento ed esaustivo sopralluogo al fine di verificare l’eventuale presenza di termini lapidei o altre materializzazioni sia naturali che manufatti (recinzioni, pavimentazioni, muretti, scarpate, ecc.) che potessero individuare la presenza di un confine di fatto tra le due proprietà. Tale ricerca ha dato esito negativo. Nel caso in questione, dunque, non è emerso alcun elemento, né documentale né fisico, che sancisce un confine di fatto. Da qui la ricostruzione della linea di mappa come disposto dall’art. 950 del codice civile.
Tutto il resto sono le solite manfrine …
"rubino" ha scritto:
L'argomento è vecchio; è stato inserito tempo fa da kemplen sia qui che nel suo forum dove un suo registrato (nino lo bello) gli fece notare che l'istituto dell'usucapione è antico quanto l'agricoltura e i confini e risale al diritto romano; è un modo regolarissimo di acquisire la proprietà, sempre che ricorrano e siano state verificate nella sede adatta (da magistrato ed in tribunale) tutte le condizioni previste dal Codice Civile.
Inserisci QUI la risposta che ti scrisse il Sig. Lo Bello sull'argomento ed evita i richiami al tuo forum.
Anzi, lo faccio io adesso perchè quando si scrivono cose serie le parole non vanno sprecate:
Rocco, hai fatto bene a riportare qui l’intervento di Nino, lui sulle questioni giuridiche legate alle attività del geometra ha un’esperienza ineguagliabile. Del resto, Nino è libero di scrivere direttamente qui su Geolive se lo desidera, non sono certo io a impedirglielo.
Tieni anche conto che, in base agli accordi con Tony, i due siti si definiscono “amici”, tant’è che sul mio c’è il logo di Geolive che rimanda direttamente qui, dove invece Tony rimpiazza con gli asterischi il nome del mio sito. Ma va bene così perché a Tony mi lega una lunga e solida amicizia.
"Pippocad" ha scritto:
Ho sempre desistito dal commentare questo articolo stante la superficialità con cui tratta la materia.
Allora perché non hai desistito anche questa volta? Ti senti escluso se non intervieni?
"Pippocad" ha scritto:
Il titolo recita “Quando l’usucapione diventa un esproprio privato” ma nell’articolo non è poi spiegato quando l’usucapione diventa un esproprio privato. .
Beh, vale quanto detto a Totonno… se uno non capisce una mazza … ma mi ripeto a beneficio di questi lettori.
L’usucapione diventa un esproprio privato:
- quando è ottenuto agendo con malafede;
- quando non si tiene conto delle contestazioni scritte (raccomandate A.R.) del legittimo proprietario;
- quando non si tiene conto delle denunce ai Carabinieri per il taglio di alberi e relativo furto del legname.
"Pippocad" ha scritto:
Mi pare di capire che, nonostante una causa giudiziale, l’articolo conclude con una possibile transazione bonaria.
Pensa ai tuoi bei pascoli del Sudtirolo che a questa causa ci penso io.
La soluzione bonaria è per ora soltanto un’ipotesi, e credo abbia poche probabilità di essere attuata. E se lo sarà, è solo perché la legge ha dato il coltello dalla parte del manico al vicino del mio committente.
"Pippocad" ha scritto:
“Continuo ad esercitare il possesso dell’area per 20 anni consecutivi senza che il legittimo proprietario mi renda edotto della mia invasione sulla sua proprietà. A quel punto ne acquisisco la proprietà per usucapione.”
La frase “A quel punto ne acquisisco la proprietà per usucapione “ è esattamente ed erroneamente quello che pensa la gente comune.
No. Non acquisisco un bel niente. Al limite posso fare istanza di usucapione al tribunale, il proprietario verrà notificato e potrà costituirsi per difendere la sua proprietà.
Ci sarà un dibattimento con prove, testimoni, ecc. ed un giudice sentenzierà l’usucapione solo se è dimostrato, con prove solide, che il possesso è stato indisturbato, ininterrotto, pacifico, bla bla bla per almeno 20 anni. Altrimenti picche.
Chi ha seguito una causa di usucapione sa quanto sia difficile scalfire il diritto di proprietà se la controparte si costituisce. Non è una passeggiata come appare dall’articolo.
Mi sa che devi approfondire bene l’aspetto legale. Che serva la causa non ci piove, e che le cause in Italia (non so nel Sudtirolo) siano lunghe e complicate, anche. Ma l’usucapione è un diritto che si acquisisce
ipso-facto, cioè per il semplice possesso ininterrotto della durata prevista. Non servono altri elementi.
Se approfondisci, ti accorgerai che anche il termine “indisturbato” va eliminato.
Più “disturbato” di uno che:
… viene contestato verbalmente;
… riceve raccomandate di diffida;
… viene denunciato ai Carabinieri.
E nessuna di queste azioni viene considerata un “disturbo”.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
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