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Argomento: Help Riconfinazione

Autore Risposta

macius

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 0 -  0 - Inviato: 23 Luglio 2021 alle ore 19:09

Carlo,

gli argomenti di controparte sarebbe stati inesistenti o comunque non credibili per non dire eretici perchè il pensiero unico di certi Maestri Riconfinazione aveva portato all'opinione che l'algoritmo_idiota non solo fosse credibile ma bensì puro vangelo; avresti combattuto contro i mulini a vento.

E come abbiamo dimostrato così non era. Ma l'esatto opposto.



Totonno,

sarei proprio curioso di sapere se qualcuno si è imbattuto in una causa nel problema esposto.



Ciau

Macius

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geogradi

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 0 -  0 - Inviato: 23 Luglio 2021 alle ore 19:49

Non voglio deridere nessuno di voi perchè siete professionisti tanto quanto lo sono io, chi ha lavorato di più chi meno, però sorrido quando vi vedo litigare per dei centimetri (forse poche decine) quando in campo, purtroppo troppo spesso si va ben oltre il metro. Non scredito chi usa la variazione di scala perchè se dovessi trattare con un professionista che ha un po' di cervello, (e che non scenda da un macchinone con un bel vestito...) ancorchè utilizzi codesta variazione, sono convinto che ci troveremmo comunque a mediare poca roba in un campo di erba medica per poi trovarci assieme al bar a bere una cosa (visto che adesso fa caldo). E credetemi quando vi dico che, per volontà del cliente, ho dovuto accettare cose che voi umani nemmeno vi immaginate. Ma scusate, se vi trovate due picchetti a 50 cm, proponete al vostro cliente di smutandarsi in tribunale (termine rubato a Carlo) oppure proporreste di mediare all’istante?

Battute a parte, io non credo di aver mai usato la variazione di scala (più avanti spiego il perchè) ma penso che ci sia un caso in cui sia bene usarla (al momento mi viene in mente solo questo perchè ne avevo parlato in un altro forum) ovvero nel caso in cui una o più linee dividenti da tracciare poste all'interno di un congruo numero di riferimenti (fabbricati) in tutto o in parte cadano sui riferimenti stessi sia che tocchino la facciata e, a maggior ragione, se cadono su uno spigolo. Certo che sto generalizzando, ogni caso ha bisogno di uno studio dedicato anche perché bisogna essere sicuri che i fabbricati che io rilevo oggi siano gli stessi di allora, (e a volte non è facile) ma questo mi sembra un buon esempio poter ipotizzare la scalatura della porzione di mappa.

Io non uso la variazione di scala per un principio molto semplice che è quello che ha spiegato bene Carlo cioè fintanto che riteniamo che l'errore non sia omogeneo, non dovremmo applicarla . E' un concetto pulito, che non fa una grinza, e, coincidenza, è anche facile da spiegare.

Nel caso dell’ottagono di Gianni, essendo per l’appunto un caso inventato quanto altamente improbabile, l’errore è voluto omogeneo quindi io applicherei il fattore di scala.

Non credo di aver mai usato il fattore di scala anche perché casi come quello sopra, non tanto per il fatto che siano distribuiti esattamente ai vertici dell’ottagono ma trovare cosi tanti punti e con una discreta distribuzione capita solo nei corsi.

Però non nego di aver fatto i miei esperimenti in passato quando acquistai il mio primo software topografico e conobbi il termine "fattore di scala" mentre prima, addirittura, smanettavo con autocad. Era il 199...non mi ricordo. Nessuno me ne voglia, e penso comunque di non aver fatto abbastanza esperimenti per avvalere questa tesi ma, credo che, tolti i punti marci, se dovessimo continuare a paragonare una rototraslazione applicando il fattore di scala ma senza ponderare i riferimenti (tutti i riferimenti partecipano con la stessa importanza indipendentemente dalla loro distanza dall’oggetto)” e confrontarla con una rototraslazione a scala 1, ma ponderando i riferimenti in proporzione alla loro distanza dall’oggetto, probabilmente otterremmo un risultato molto simile. In buona sostanza, per farla breve, io direi ad ognuno di tenersi la propria idea perché tanto avete già espresso la vostra opinione e l’incontro mi sembra che non ci sia stato ma sono sicuro che litigate solo davanti al PC perché in campo mediereste tutti quanti.

PS. E soprattutto, cosa più difficile, cerchiamo di rimanere in tema la prossima voltaJ

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 23 Luglio 2021 alle ore 21:41

"geogradi" ha scritto:
Non voglio deridere nessuno di voi perchè siete professionisti tanto quanto lo sono io, chi ha lavorato di più chi meno, però sorrido quando vi vedo litigare per dei centimetri (forse poche decine) J



D'accordo con te che la cosa più intelligente è mediare ma il mondo è un pò più complesso.

Se ti trovi con una CTU quale ho io in questo momento con 14 (quattordici) cm di interrato sconfinante e una parte non vuole mediare che fai?

Anzi, mediano. Ma vogliono 100.000 euro...

A me nel caso sopra, ti confesso, vien poco da sorridere.

Dico al Giudice di applicare l'algoritmo_idiota e torno dentro?

Se poi sono 50 cm nel bosco te li regalo.

Ciau

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SIMBA6464

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 0 -  0 - Inviato: 23 Luglio 2021 alle ore 23:18

Salve

Che é macius 14 cm di oro puro per volere una mediazione di 100.000 euro?

Cordiali saluti

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rubino
.
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Potenza

 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 06:50

Capita. A me erano 25 cm, non chiesero soldi ma montarono un teatrino con processo per arrivare a dimostrare che il frazionamento era sbagliato e quindi necessitava una variante al piano particolareggiato, avendo costruito sui lotti. Non ci volle molto a dimostrare che era il progetto e l'edificazione sbagliati perché il lotto, nel p.p. approvato e quindi nel frazionamento, aveva tre spigoli retti ed uno raccordato (per creare la trombetta dell'incrocio stradale col nuovo marciapiede, parallelo) mentre avevano costruito il fabbricato esattamente grande quanto il lotto ma con quattro spigoli retti. Si dimostra che per questi onest'uomini sbagliano sempre gli altri (il geometra).

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 08:41

"SIMBA6464" ha scritto:
Salve

Che é macius 14 cm di oro puro per volere una mediazione di 100.000 euro?

Cordiali saluti



Devi chiederlo alla CPT

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carlocinelli
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Lamporecchio (PT)

 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 11:45

Come ho sempre pensato e ripetuto i problemi spesso li creiamo noi con le nostre ottusità.

Ottusità di pensare che l'esatta linea di confine possa essere a 14 cm dall'esterno di un muro.

Ottusità di non considerare tollerabili certe differenze e soprattutto scriverlo nelle CTU argomentando bene.

Stimare la tolleranza della nostra ricostruzione e informarne la committenza (o il Giudice) non è un segno di dobolezza ma di correttezza.

Cordialmente

Carlo Cinelli

P.S. Spero Macius che la tua differenza non sia rispetto ad un confine d'Impianto altrimenti, pur essendo persona contraria alla violenza, troverei legittimo anche l'uso della forza contro un CTU simile.

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 12:01

No. Ovviamente nel caso sopra si dibatte su di un frazionamento metà anni '90 con distanza, massima, 14 cm. Ma ovviamente il discorso è molto più complesso inerente le distanze minime, casistica abbastanza diffusa ultimamente.

Era giusto per dare un pò di colore al discorso adeguandolo all'argomento algoritmo_idiota.

Perchè attenzione: un giorno potresti trovarti di fronte a 30 cm di presunto sconfinamento (da mappa) dove uno dice di applicare l'algoritmo_idiota (e sta dentro) e controparte no (e sta fuori).

Quindi non banalizziamo questo aspetto.

Ciau

Macius

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carlocinelli
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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 12:05

No, certo, non va banalizzato.

E tutto nasce da una lettura sbagliata dell'Art. 950, dal voler estremizzare troppo certe ricostruzioni e la loro bontà, dalla non considerazione delle tolleranze.

Cordialmente

Carlo Cinelli

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 12:23

Carlo,

più di tolleranze parlerei che l'errore va mediato tra i due sistemi "mappa" e "rilievo", con la rototraslazione ai minimi quadrati.

Ma se qualcuno parla di CORREGGERE l'errore di mappa, ovviamente sempre che non sia il Signor DIO a parlare, capisci che siamo alle comiche.

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carlocinelli
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Lamporecchio (PT)

 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 12:43

No.

Io qui la penso diversamente e la vedo esattamente come P.D. Tani.

Va stimato l'errore nel punto di mappa da ricostruire; lui la chiamava imprecisione assoluta.

E di questa bisogna tenerne conto.

Il tuo rilievo, oggi, a meno che non lavori con i piedi, si avvicina di molto all'esattezza.

Guarda le differenze che troviamo reciprocamente (lui questa la chiamava imprecisione relativa).

Tu, Macius, quando fai una ricostruzione, lavorando con coscienza, individui il punto più probabile.

E' un punto, ovviamnete.

E se hai stimato l'imprecisione assoluta ne conosci la tolleranza che, per ricostruzioni da mappa d'Impianto dificilmente è inferiore al metro.

Questa conoscenza ti deve far accendere la lampadina in un eventuale contenzioso con il tecnico del vicino.

Se lui mette il picchetto a 50 cm ne parliamo e, dopo essersi confrontati sulle reciproche bontà di ricostruzione, mediamo le posizioni.

Se lo mette a 5 metri vuol dire che qualche problema (di qualcuno dei due) c'è.

Cordialmente

Carlo Cinelli

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macius

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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 14:46

Qui Carlo non ti seguo sinceramente; forse diciamo la stessa cosa ma quella è una mediazione, non una tolleranza.

Comunque io parlavo dell'onnipotenza di alcuno di poter potenzialmente riesumare e ricostruire l'operato del rilevatore e del disegnatore sulla mappa d'impianto. Impossibile.

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 18:52

"carlocinelli" ha scritto:

E se hai stimato l'imprecisione assoluta ne conosci la tolleranza che, per ricostruzioni da mappa d'Impianto dificilmente è inferiore al metro.

Questa conoscenza ti deve far accendere la lampadina in un eventuale contenzioso con il tecnico del vicino.

Se lui mette il picchetto a 50 cm ne parliamo e, dopo essersi confrontati sulle reciproche bontà di ricostruzione, mediamo le posizioni.

Se lo mette a 5 metri vuol dire che qualche problema (di qualcuno dei due) c'è.

Carlo Cinelli



L'indagine sulla qualità della mappa di impianto e' una stima e in quanto tale soggetta allle conoscenze ed esperienze del tecnico che la esegue e non è un valore assoluto e univoco.

Stimare l'imprecisione assoluta vuol dire confrontare il rilievo dei punti di appoggio più vicini possibile al confine da ricostruire rappresentati sulla mappa di impianto, sovrapponendo le due rappresentazioni senza effettuare alcun adeguamento di scala ma solo rototraslazioni rigide a tentativi.

A quel punto si tratta con il nemico.

Sono d'accordo con Carlo, il grado di imprecisione della mappa stimato dei due contendenti dovrebbe risultare entro il metro, al di sopra, uno dei due ha sbagliato i calcoli.



Saluti

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kemplen

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 0 -  0 - Inviato: 24 Luglio 2021 alle ore 23:42

"geogradi" ha scritto:
Non voglio deridere nessuno di voi ....

Geogradi,
mi rivolgo a te proprio a partire da questo tuo esordio perché leggendo il tuo post sopra mi sembri uno equilibrato e aperto al confronto senza mettere davanti i personalismi.

Quello che dici circa l’assurdità di andare in tribunale per pochi cm è sacrosanto e credo che nessuno qui consigli il committente in tal senso. Il problema è che a volte, come riferito anche da Macius in questo topic, sono proprio i due confinanti a non voler cedere nemmeno di 1 cm. Attualmente sto facendo consulenza ad un CTU in una causa proprio di questo tipo. In questi casi, come sai bene, la motivazione non è il confine in sé, ma un astio e un rancore infiniti che perdurano da decenni. Il confine, quindi, è solo un pretesto per danneggiare l’avversario. Tuttavia, la causa che si instaura va sotto l’art. 950 del codice civile ed è, volenti o nolenti, un regolamento di confini.

Nel caso del CTU che sto seguendo, ad esempio, data la totale negazione al compromesso delle due parti, è evidente che lui dovrà dimostrare di aver ricostruito il confine con la massima precisione possibile, cioè come diceva Pier Domenico Tani, tale che un eventuale tecnico antagonista possa, nella fattispecie, operare in modo migliore.

L’esigenza di affinare il più possibile il processo di ricostruzione di una linea di mappa nasce quindi da casi come questi (sempreché ovviamente la mappa sia effettivamente l’ultimo e unico mezzo di prova disponibile). È chiaro che se le parti sono disponibili a mediare, la variazione di scala, ma anche altre elaborazioni, può benissimo essere trascurata.

Bene, premesso quanto sopra, parliamo della variazione di scala.

Contrariamente a quanto pensano i quattro “amici al bar” che partecipano a questa discussione, io non sono affatto “assolutista”, nel senso che non dico mai: è così perché lo dico io, quello sono proprio loro a farlo. Prendi Macius, per esempio, definisce la variazione di scala una cagata pazzesca e un algoritmo idiota.

Io sono abituato a dimostrare oggettivamente la validità delle mie tesi. Prendi il caso dell’ottagono che ho postato. Quando Cinelli risponde “Avete mai visto voi un confine ottagonale? Io no”, oppure altri che rispondono “Ah ma quello è un caso inventato e quindi non fa testo”, significa non voler entrare nel merito della questione e continuare a dire che la variazione di scala è una cagata pazzesca e un algoritmo idiota.

È evidente che quell’esempio è inventato. Con esempi reali, infatti, non riesci mai a evidenziare l’esistenza di un fattore di scala perché questo viene nascosto proprio dalla casualità di disposizione dei punti di inquadramento. Ma quell’esempio dimostra in maniera incontestabile l’esistenza del fattore di scala tra mappa e rilievo di riconfinazione.

D’altra parte, come hai osservato anche tu, il caso in cui il confine sia in posizione intermedia tra fabbricati d’impianto non è rara. E se la distanza mappa tra tali fabbricati non corrisponde a quella rilevata, è fuori discussione che per portare il confine dalla mappa al rilievo devi rapportarla a quella reale. Il che significa proprio applicare la variazione di scala.

Non ha più alcuna importanza la genesi dell’errore che ha portato quei fabbricati ad essere stati inseriti in mappa ad una distanza che non corrisponde a quella reale. Non c’entra più niente che si sia trattato di errori “puntuali”, che abbiano sbagliato i rilevatori dell’impianto o che il disegnatore quel giorno avesse bevuto qualche ombra in più. L’evidenza è che la distanza mappa tra quei fabbricati (entro la quale c’è il confine) non corrisponde a quella reale. E questo rende obbligatoria la variazione di scala. Altro che cagata pazzesca e algoritmo idiota.

Ai miei “quattro amici al bar” ho anche riportato (più volte) il passo di Aurelio Costa dove diceva come calcolare il fattore di scala e la condizione in cui va applicato, e cioè quando "i due sistemi non hanno la medesima precisione", come accade esattamente tra mappa e rilievo di riconfinazione. Ma niente, anche Aurelio Costa era talmente incompetente da adottare una cagata pazzesca e un algoritmo idiota.

Tutto questo significa che la variazione di scala deve essere applicata sempre? Sicuramente no, ci possono essere casi in cui non va per niente applicata. Io nel mio libro ne ho citati alcuni: l’esempio di rispetto della congruità locale della mappe e quelli in cui ho applicato la georeferenziazione Trilaterale.

Ma allora bisogna analizzare quei casi e “dimostrare” il perché non va applicata. Ai mei “quattro amici al bar” di questa discussione avevo chiesto (qualche paginata fa) di postare qui dei loro casi in cui ritengono che non vada applicata, dicendogli che io li avrei volentieri analizzati dandogli ragione se ne avessi riscontrato la validità della non applicazione.

Ma niente, non ne hanno postato neanche uno, continuando a dire che la variazione di scala non va MAI applicata perché gli errori non sono omogenei e che quindi rimane una cagata pazzesca e un algoritmo idiota.

Più recentemente ho chiesto ai “quattro amici al bar” a chi spetta stabilire se la variazione di scala va applicata o meno. Cinelli mi ha risposto che è così perché anche “nell’altro forum” c’è qualcuno che si pone dei limiti di applicazione e perché anche io stesso sono sceso dal considerare il limite dal 2 all’1 per mille (per inciso, il 2 per mille era proprio lui che lo ha proposto ai geometri di tutta Italia quando giravamo insieme per Collegi). Ma anche questa risposta è del tipo: è così perché lo dice Tizio o perché lo dice Caio.

Poi è chiaro che io continuo a studiare questi temi e quindi, sì, ai miei corsi consiglio di non andare oltre l’1.5 per mille (non 1 come dice Cinelli) e lo faccio perché ho eseguito centinaia di rototraslazioni mappa-rilievo e ho visto che solo rarissimamente si va sopra 1.5, per cui ritengo che questo sia un valore soglia oltre al quale bisogna indagare bene sul motivo per il quale viene superato.

Poi ci sarebbe anche da parlare dei baricentri notevoli. Nel senso che, poiché la variazione di scala si estrinseca dal baricentro del poligono di inquadramento, se si riesce ad avere il confine in posizione abbastanza baricentrica, l’effetto della variazione di scala è minimo e quindi si possono tollerare anche soglie maggiori.

Termino illustrandoti il diverso approccio che abbiamo invece “nell’altro forum”, dove non abbiamo certezze granitiche come qui, tali da definire la variazione di scala una cagata pazzesca e un algoritmo idiota. Stiamo selezionando una serie di casi di riconfinazioni già svolte in cui ci sia questa caratteristica: i punti di inquadramento sono in numero e posizione tale da formare un idoneo poligono di inquadramento attorno al confine ma, nel contempo, ci sono alcuni punti di inquadramento interni al poligono stesso. In questi casi, trattiamo questi ultimi punti di inquadramento come se fossero il confine e, dato che sono materializzati sul posto, andremo a verificare quale delle due posizioni di tracciamento, con o senza variazione di scala, si avvicina di più a quella reale.

Questo è l’approccio che si deve avere per dare delle risposte oggettive a questo tipo di quesiti. Qui invece c’è la verità assoluta: la variazione di scala è una cagata pazzesca e un algoritmo idiota.

P.S.: visto che hai fatto un inciso sulla formazione, sulla quale qui ci si è prodigati di dire che i geometri la acquistano solo per l'obbligo dei CFP, ti do un dato che riguarda quella che propongo io con il sito www.co**************. Ogni anno offriamo corsi e seminari gratuiti che danno come minimo 25 CFP. Il che significa che un geometra può maturare più dei 60 CFP obbligatori nel triennio in forma completamente gratuita. Nonostante questo, abbiamo migliaia di geometri che pagano l'abbonamento. Tutti de******** anche quelli?

Buone Vacanze.

geom. Gianni Rossi
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@co**************
www.co**************
www.to************

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robertopi

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NAPOLI

 0 -  0 - Inviato: 25 Luglio 2021 alle ore 12:19

@ Gianni

Io rispetto sempre le opinioni e le tesi altrui, quindi anche le tue inerenti questa discussione, però sai perché perdi punti e credibilità quando esprimi i tuoi concetti?

È che non perdi mai occasione per fare pubblicità o rinvio al tuo sito, non c'è uno, dico uno, dei tuoi interventi in cui non ci sia un link che rimandi a corsi, dimostrazioni, ecc ecc presenti sul tuo sito.

A mio avviso puoi tranquillamente discutere qui senza spostare altrove le discussioni, che peraltro sono anche dispersive così sviluppate.

Saluti

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