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COORDINATE DA MAPPA D'IMPIANTO O CESSATO CATASTO? |

ale81
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Buongiorno a tutti, mi è capitato di dover ripristinare una linea di confine derivata da un frazionamento del 1933, i cui vertici di inquadramento consistevano in spigoli di maceri. A parte la particolarità dei punti scelti all’epoca (i bordi a terra non saranno mai nella stessa posizione del 1933), uno di questi maceri è stato oggi tombato e quindi risulta impossibile ricostruire tale frazionamento, e penso sia quasi obbligatorio ricorrere alle mappe. A seguito del frazionamento, le nuove dividenti, sono state prima disegnate a matita sulla mappa d’impianto e poi riportate definitivamente sulla mappa del cessato catasto terreni. Secondo voi, è più corretto rilevare le coordinate sulla pappa dì impianto (pur essendo le nuove dividenti riportate a matita) o direttamente dalla mappa del cessato catasto terreni (consapevoli delle differenze che si potranno avere leggendo le coordinate dei punti d’appoggio rispetto a quelle lette sulla mappa d’impianto)? Grazie
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salviotto
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Siena
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capisco che sia un doppio lavoro, ma anche a me una volta è capitato un caso analogo, e ti consiglio di provare in ognuno dei due casi meglio anzi molto meglio se insieme al professionista dell'altro confinante, in seguito farai/farete le opportune considerazioni in seguito alle risultanze ottenute in entrambi i casi.
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jema
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"ale81" ha scritto: Buongiorno a tutti, mi è capitato di dover ripristinare una linea di confine derivata da un frazionamento del 1933, i cui vertici di inquadramento consistevano in spigoli di maceri. A parte la particolarità dei punti scelti all’epoca (i bordi a terra non saranno mai nella stessa posizione del 1933), uno di questi maceri è stato oggi tombato e quindi risulta impossibile ricostruire tale frazionamento, e penso sia quasi obbligatorio ricorrere alle mappe. A seguito del frazionamento, le nuove dividenti, sono state prima disegnate a matita sulla mappa d’impianto e poi riportate definitivamente sulla mappa del cessato catasto terreni. Secondo voi, è più corretto rilevare le coordinate sulla pappa dì impianto (pur essendo le nuove dividenti riportate a matita) o direttamente dalla mappa del cessato catasto terreni (consapevoli delle differenze che si potranno avere leggendo le coordinate dei punti d’appoggio rispetto a quelle lette sulla mappa d’impianto)? Grazie Ciao Alessandro. La domanda presuppone che, vista l'epoca in cui è stato redatto il Tipo Frazionamento, non ci siano tante misure di appoggio utili per ripristinare le nuove dividenti. Il fatto che le dividenti siano state segnate preventivamente a matita, è normale proprio perché gli usi vigenti all'epoca prevedevano che l'attribuzione definitiva delle linee e dei rispettivi numeri di mappa, avvenisse in sede di volturazione. Personalmente consiglierei, (così come indicato anche da salviotto) principalmente per pura curiosità personale, di fare la doppia verifica; anche se, a rigor di logica, la mappa d'impianto è quella sulla quale sono state individuate le nuove geometrie - e pertanto ha un peso maggiore rispetto a quelle successive. Quella del cessato catasto è (in fondo) una copia dell'impianto, e come tale potrebbe aver subito deformazioni non quantificabli. Saluti
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gaetano59
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"ale81" ha scritto: Buongiorno a tutti, mi è capitato di dover ripristinare una linea di confine derivata da un frazionamento del 1933, i cui vertici di inquadramento consistevano in spigoli di maceri. A parte la particolarità dei punti scelti all’epoca (i bordi a terra non saranno mai nella stessa posizione del 1933), uno di questi maceri è stato oggi tombato e quindi risulta impossibile ricostruire tale frazionamento, e penso sia quasi obbligatorio ricorrere alle mappe. A seguito del frazionamento, le nuove dividenti, sono state prima disegnate a matita sulla mappa d’impianto e poi riportate definitivamente sulla mappa del cessato catasto terreni. Secondo voi, è più corretto rilevare le coordinate sulla pappa dì impianto (pur essendo le nuove dividenti riportate a matita) o direttamente dalla mappa del cessato catasto terreni (consapevoli delle differenze che si potranno avere leggendo le coordinate dei punti d’appoggio rispetto a quelle lette sulla mappa d’impianto)? Grazie Se sei in possesso del tipo di frazionamento del 1933, è a questo, solo a questo, che ti devi riferire per la ricostruzione della dividente. I vertici di appoggio della dividente te li ricostruisci, utilizzando, appunto la mappa di impianto e poi ci appoggi il tipo. Solo nel caso in cui non sei in possesso del tipo di frazionamento dovrai, giocoforza, riferirti alla mappa. Saluti
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geocinel
Carlo Cinelli
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Che bello leggervi e non trovare più quelle castrionerie che leggevo 3/4 anni fa quando mi affacciai a questo forum. Su questa materia si può dire davvero che negli ultimi tempi c'è stata una crescita notevole. Di tutti, me compreso. E grazie soprattutto a questo meraviglioso strumento di divulgazione. Cordialmente Carlo Cinelli
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jema
(GURU)
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"geocinel" ha scritto: Che bello leggervi e non trovare più quelle castrionerie che leggevo 3/4 anni fa quando mi affacciai a questo forum. Su questa materia si può dire davvero che negli ultimi tempi c'è stata una crescita notevole. Di tutti, me compreso. E grazie soprattutto a questo meraviglioso strumento di divulgazione. Cordialmente Carlo Cinelli Caro Carlo, troppo comodo limitarsi ad esprimere il proprio appagamento personale, per la crescita tecnico - culturale degli scriventi: Tu, come la pensi a riguardo? :wink: Saluti
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SIMBA64
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Le riconfinazioni e' una materia molto interessante, ma ai me' anche alquanto intrigante. Faccio qualche esempio: Se la riconfinazione e' eseguita con sistema numerico non ci sono grossi problemi, perche' e' basata su reciproche posizioni fra punti fiduciali e punti di dettaglio. Se la riconfinazione e' basata con il vecchio metodo (prima dell'entrata in vigore del catasto numerico) allora il discorso potrebbe complicarsi anche di tanto. Nel caso specifico posto da ale81, in linea generale sono d'accordo, con gaetano59 e salviotto. Saluti generali
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salviotto
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mah...... Carlo sarà mica che sei stato un po precipitoso?.... forse è solo un problema di dialettica
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george_ces
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"salviotto" ha scritto: mah...... Carlo sarà mica che sei stato un po precipitoso?.... forse è solo un problema di dialettica  :lol:
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geocinel
Carlo Cinelli
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"jema" ha scritto: Caro Carlo, troppo comodo limitarsi ad esprimere il proprio appagamento personale, per la crescita tecnico - culturale degli scriventi: Tu, come la pensi a riguardo? :wink: Saluti[/color] Come vuoi che la penso, credo che me lo hai sentito dire molte volte ormai. E credo anche che voi tutti non vi siete discostati dallo spirito giusto. Una riconfinazione è la più probabile ricostruzione della linea di confinzione e non solo. L'accenno, doveroso, è a tutti gli altri elementi che possono essere anche prioritari. Ma limitiamoci alla ricostruzione, dando per scontato di aver già valutato il resto. Quindi dicendo più probabile ricostruzione si può dire anche la più attendibile. A mio parere è quella, come diceva Gaetano, che passa per la ricostruzione del tipo NON AUTONOMAMENTE RICOSTRUIBILE. Concetto che ho espresso molte volte ai Convegni. Quindi le misure del frazionamento devono essere ricostruite sulla base grafica della mappa di Impianto non essendo più disponibili (sembra) le materializzazioni dei punti di appoggio. Lo stesso processo potrebbero aver fatto sulla mappa di Impianto stessa con la linea a lapis. Io però sono portato a fidarmi di me stesso. Cordialmente Carlo Cinelli
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ale81
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Innanzitutto grazie a tutti per i preziosi consigli. Purtroppo il misero frazionamento del ’33, come dicevo, è appoggiato a due spigoli di due maceri e sfido dal 1933 ad’oggi, per quello che non è stato tombato, trovarne i punti esatti dello spigolo… Comunque penso, come diceva Gaetano, non sia una cattiva idea desumere le coordinate di questi due spigoli di macero dalla mappa d’impianto (i maceri sono presenti in mappa) e poi ricostruire tutte le altre dividenti utilizzando gli allineamenti in appoggio agli edifici ancora oggi esistenti. Sicuramente anche all'epoca utilizzarono degli allineamenti desunti dalla mappa e non in campagna... E quindi poi, si può fare la verifica ricostruendo i punti della dividente anche rilevando le coordinate dalla stessa mappa d’impianto. Una cosa che vi chiedo però, vista la vostra esperienza: le nuove dividenti e i fabbricati inseriti nella mappa d’impianto a matita, a tutti gli effetti, sono attendibili per essere utilizzati in una riconfinazione? Ciao
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salviotto
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come sottolinea Carlo, si ricerca la più probabile linea di confine, quindi in questi casi non puoi stabilirlo a prescindere quale è il metodo migliore, possono solo dirtelo le risultanze delle tue misure, indagini ed elementi, considerando sempre che ogni mezzo di prova è valido ( con le dovute gerarchie). Comunque in questi casi prima di apporre picchetti a terra, il contraddittorio con il tecnico della controparte non è da sottovalutare. saluti e buon divertimento
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gaetano59
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"ale81" ha scritto: Innanzitutto grazie a tutti per i preziosi consigli. Purtroppo il misero frazionamento del ’33, come dicevo, è appoggiato a due spigoli di due maceri e sfido dal 1933 ad’oggi, per quello che non è stato tombato, trovarne i punti esatti dello spigolo… Comunque penso, come diceva Gaetano, non sia una cattiva idea desumere le coordinate di questi due spigoli di macero dalla mappa d’impianto (i maceri sono presenti in mappa) e poi ricostruire tutte le altre dividenti utilizzando gli allineamenti in appoggio agli edifici ancora oggi esistenti. Sicuramente anche all'epoca utilizzarono degli allineamenti desunti dalla mappa e non in campagna... E quindi poi, si può fare la verifica ricostruendo i punti della dividente anche rilevando le coordinate dalla stessa mappa d’impianto. Una cosa che vi chiedo però, vista la vostra esperienza: le nuove dividenti e i fabbricati inseriti nella mappa d’impianto a matita, a tutti gli effetti, sono attendibili per essere utilizzati in una riconfinazione? Ciao Come già ho accennato in precedenza, ritengo che la via maestra, nel tuo caso, sia quella di "montarti" il rilievo sul "sistema mappa originale" che ti sarai ricostruito o importato in ambiente cad, e successivamente, una volta che con il tuo rilievo ti sei "ben agganciato" con le opportune calibrazioni ad idonei punti punti di appoggio omologhi, cioè punti esistenti sia nel sistema mappa, sia nella realtà, procedere al tracciamento della dividente, "ale81" ha scritto:
Una cosa che vi chiedo però, vista la vostra esperienza: le nuove dividenti e i fabbricati inseriti nella mappa d’impianto a matita, a tutti gli effetti, sono attendibili per essere utilizzati in una riconfinazione? Ciao In caso di riconfinamento basato solo sulla grafica della mappa e non sulle informazioni di un tipo di frazionamento, penso che converrai con me che ci si debba riferire ad una mappa "ufficiale". Quindi io escluderei le linee a matita riportate sulla mappa di impianto, la mappa di impianto "ufficiale" è composta dalle particelle di impianto "ufficiali" riportate nella stessa, non da segni a matita..... fatti da chi??? Ugualmente, quindi, escluderei di prendere in considerazione la mappa del cessato catasto. Io prenderei in considerazione il foglio di mappa cartaceo della visura (quello pre-wegis per intenderci); "trasferirei"nel miglior modo possibile, con le opportune cautele, calibrazionioni, compensazioni, etc. la dividente che mi interessa sulla mappa di impianto che intanto mi sono riprodotto o importato in ambiente cad, e poi procederei con il tracciamento della stessa e successivo contraddittorio. Altri pareri? Saluti
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