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Confine da mappa d'impianto - Esempio completo |
kemplen
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02 Agosto 2018 alle ore 19:32
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Ciao a tutti, ricostruire correttamente un confine generato dalla mappa d'impianto non è poi così difficile se si consoscono le giuste tecniche dettate dalla letteratura in materia. Nel brano del mio nuovo libro che vi metto a disposizione al link qui sotto, ho sviluppato un esempio completo di una riconfinazione di questo genere realmente eseguita. Spero possa esservi utile. Clicca sull'immagine per vederla intera Confine_da_mappa_impianto_Esempio.pdf Buone Vacanze. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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kemplen
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Naturalmente qualsiasi vostro commento sarà gradito. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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kemplen
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Gibe, vedo dai post di Geoalfa che sei sospettato (per avere diversi account da 2 soli giorni) di essere una vecchia (e sgradita) conoscenza che si ripropone sul forum sotto mentite spoglie. Già io sono contrario al concetto di nickname su un forum tecnico (tant'è che mi firmo sempre con nome, cognome e recapiti), figurati se mi metto a dialogare di cose tecniche con uno che cambia più nickname che mutande. Ti auguro comunque Buone Vacanze. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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Pippocad
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Südtirol
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Mi sono preso la briga di leggere sta roba. Per me è la solita Kempenata fatta a tavolino per scopi commerciali. Tralascio le molte cose che vorrei scrivere nel merito e chiedo a qualche collega che fa riconfinazioni un feedback professionale (kempen escluso grazie). A me pare totalmente assurdo riconfinare una dividente usando punti di inquadramento che distano qualche centinaia di metri (600 metri?!?) dalla dividente contesa come mi pare di capire nell’esempio. Nelle mie ctu/ctp di riconfinazione, in mancanza di altro, ho sempre usato punti il più vicino possibile alla zona da riconfinare. Magari anche ricostruendo frazionamenti vicini in modo da recuperare punti d’impianto nei dintorni (ove non ce ne siano). Per me è assurdo rilevare così lontano e su fogli di mappa diversi da quello della dividente. Se avessi usato il metodo dell’esempio avrei (probabilmente) posizionato la dividente nel lotto sbagliato! Che ne pensate?
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Orlando1973
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Concordo pienamente . In particolare sono da utilizzare il piu' possibile punti di riferimento piu' vicini al terreno da riconfinare e lascerei l'esempio proposto per casi limite/residuali ove non vi è alcun riferimento/delimitazione in luogo (che cosi non è nella mappa proposta) . Non ha alcun senso andare a prendersi punti di riferimento a 600 mt di distanza dall'oggetto del rilievo ed in piu' su fogli diversi , andrei a finire come dice pippocad nel lotto sbagliato (se và bene!!!!!) .
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macius
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18 Giugno 2004
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Per materializzare una linea spezzata di sviluppo 1600 metri, che originariamente costituiva (per fortuna oggi solo in parte) l'asse del Fiume Piave, rappresentante i confini amministrativi di due Comuni, ho preso punti su 4 fogli di mappa con uno sviluppo massimo di circa 3,5 km. Quindi rilievo estremo (per uomini duri...) e diverso da quello in esame (almeno immagino perchè non l'ho letto) . I punti di inquadramento principali sono stati i muretti delle piazzole della vecchia Strada di Alemagna e due fabbricati vecchi per racchiudere l'oggetto del rilievo. Ebbene ho ottenuti scarti imbarazzanti nel senso che mai mi sarei aspettato valori così contenuti con rilievo effettuati 80 anni fa. E' stata una gran bella esperienza benchè molto faticosa, forse ci farò una pubblicazione. 80 euro a copia. Ciau Macius
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kemplen
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02 Agosto 2018 alle ore 19:32
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Seguendo il proposito che ci siamo fatti con Carlo Cinelli e Tony, l'amministratore di Geolive, evito di reagire alle provocazioni polemiche e rispondo sul merito tecnico. Che in una riconfinazione sia preferibile appoggiarsi a punti di inquadramento vicini al confine è fuori discussione, non c'era nemmeno bisogno di scriverlo. Domanda: E se vicino al confine non ci sono punti di appoggio, cosa fai? Gli dici ai due confinanti di mettersi d'accordo tra di loro, quando questi se potessero si prederebbero a coltellate? L'affidabilità di un punto di appoggio non si stabilisce "a naso", a seconda che sia a 400 m oppure a 600 m dal confine (se è a 400 m allora è affidabile, se invece è a 600 m allora non lo è più). L'affidabilità di un punto di appoggio te la dà lo scarto risultante dalla rototraslazione ai minimi quadrati mappa-rilievo. È questo l'unico vero dato analitico certo che ti dice se un punto di appoggio può essere usato per la ricostruzione del confine oppure se deve essere scartato. Nell'esempio che ho postato sono stati mantenuti nel calcolo i punti di inquadramento che hanno dato questa garanzia, cioè scarti medi di 23 cm, pur se non vicini al confine (perché vicini al confine non ce n'erano). Anche la questione dei punti di appoggio fuori foglio è un pre-concetto che molti fanno proprio senza averlo mai studiato. Guardate l'immagine che segue di due fogli attigui. Le coordinate dei parametri hanno perfetta continuità tra il foglio 1 e il foglio 2. I parametri erano pre-tracciati sui fogli di mappa e questi venivano disegnati inserendo le stazioni per coordinate cartesiane proprio a partire dal parametro di riferimento. Non c'è quindi alcuna incongruenza metrica tra la stazione inserita in un foglio e una inserita sul foglio adiacente perché entrambe sono state inserite a partire dalla coordinata numerica del proprio parametro. E tale coordinata, proprio perché numerica, non presenta alcuna approssimazione tra un foglio e l'altro. L'esempio lampante è proprio quello dell'immagine che segue: le due stazioni indicate sono una sul foglio 1 e l'altra sul foglio 2, ma sono ubicate sullo stesso prametro cartogragfico. Come si può dire che quella di un foglio è meno precisa di quella sull'altro foglio? Clicca sull'immagine per vederla intera Queste sono le considerazioni che vanno fatte, il resto sono chiachiere da bar di chi non vuole studiare la materia ma accetta volentieri gli incarichi di CTU da parte dei Tribunali. Buone Vacanze. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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samsung
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"Pippocad" ha scritto: Per me è assurdo rilevare così lontano e su fogli di mappa diversi da quello della dividente. Se avessi usato il metodo dell’esempio avrei (probabilmente) posizionato la dividente nel lotto sbagliato! Che ne pensate? Do solo uno spunto. Quando abbiamo iniziato a lavorare secondo la 2/88 la prima cosa in cui abbiamo sbattuto il muso è stata la posizione dei PF rilevati che differiva spesso di anche 3 m dalla loro rappresentazione in mappa e ciò avveniva su distanze medie di 250-300 m Un recente lavoro mi ha confermato che l'appoggiarsi a fabbricati lontani (nel mio caso dai 300 dai 600 m tranne uno a 80m ) può comportare errori importanti che vengono ridotti fino ad una buona corrispondenza con le testimonianze utilizzando elementi prossimi come il fabbricato a 80 m e le dividenti materializzate da muri a secco prossimi al confine ricercato. Per cui mi chiedo, nel caso fossi in zone prive di elementi validi con che spirito potrei affermare e difendere un confine determinato con fabbricati distanti e su altri fogli ? PS: leggo l'inetrevento che mi precede sopravvenuto, capisco l'esigenza di ottenere un risultato. Puchè siano state battute tutte le possibilità, descritte in relazone, con l'indicazione dell'aleatorietà del risultato, se nessuno sarà in grado di fare meglio ... OK
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kemplen
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"samsung" ha scritto: Quando abbiamo iniziato a lavorare secondo la 2/88 la prima cosa in cui abbiamo sbattuto il muso è stata la posizione dei PF rilevati che differiva spesso di anche 3 m dalla loro rappresentazione in mappa e ciò avveniva su distanze medie di 250-300 m Cosa c'entrano i PF con i confini? "samsung" ha scritto: Un recente lavoro mi ha confermato che l'appoggiarsi a fabbricati lontani (nel mio caso dai 300 dai 600 m tranne uno a 80m ) può comportare errori importanti... L'errore importante te lo dà lo scarto altrettanto elevato. Se invece un punto, pur distante, ti dà uno scarto ottimo (vedi anche l'esperienza di Macius), non commetti nessun errore. "samsung" ha scritto: ... che vengono ridotti fino ad una buona corrispondenza con le testimonianze utilizzando elementi prossimi come il fabbricato a 80 m e le dividenti materializzate da muri a secco prossimi al confine ricercato. Anche questo cosa c'entra? È fuori discussione che, ai sensi dell'art. 950 del c.c., valgono dapprima quali mezzi di prova le testimonianze e gli elementi presenti sul posto. Ma se no hai né testimoni né muretti a secco, cosa fai? "samsung" ha scritto: Per cui mi chiedo, nel caso fossi in zone prive di elementi validi con che spirito potrei affermare e difendere un confine determinato con fabbricati distanti e su altri fogli ? Con lo spirito che diceva P. D. Tani (libro Aspetti tecnici dell’azione di regolamento di confini – II edizione – pag. 19): Solo una è la considerazione che deve guidare le scelte operative: la concreta possibilità che un eventuale tecnico antagonista possa, nella fattispecie, operare in modo migliore. Buone Vacanze. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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Pippocad
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Grazie per le risposte. Di fatto era come pensavo. I punti devono essere vicini al confine. Punto. Nell’immagine si vede che attorno alle particelle contese ci sono moltissime dividenti prima di arrivare ai punti utilizzati. Ma supponiamo per un attimo che sia vero che in quel posto non ci sono altri confini evidenti riconducibili alla mappa d’impianto (su sforziamoci… è caduta una bomba nucleare che ha cancellato tutto ad esclusione dei due lotti da confinare) mi chiedo: è questo l’esempio corretto da utilizzare in un libro di didattica? Nel frattempo leggo un'altra enorme castroneria: “L'affidabilità di un punto di appoggio te la dà lo scarto risultante dalla rototraslazione ai minimi quadrati mappa-rilievo. È questo l'unico vero dato analitico certo che ti dice se un punto di appoggio può essere usato per la ricostruzione del confine oppure se deve essere scartato”. Secondo l’illustrissimo autore quindi basterebbe trovare dei punti a “azzo di cane” che per culo cadono sulla mappa d’impianto. Anche lontani dai luoghi da rilevare. Magari attorno al proprio ufficio? No! No! L’affidabilità di un punto te la dà la storia. La STORIA! La STORIA! Ovvero oggetti presenti in loco prima della stesura delle mappe d’impianto e rilevati a suo tempo. Tipo: un muro di confine storico, un edificio storico, un cippo, una pietra m., ecc. La mappa è l’ultima cosa per il 950 c.c.. I luoghi e gli oggetti in loco sono più importanti. Ps. una causa per il 950 cc è composta a grandi linee da: una citazione, una comparsa, delle memorie di parte, una ctu, delle testimonianze, delle memorie conclusive. Non basta trovare 3 punti che cadono sulla mappa. Il confine in ultima istanza lo stabilisce il giudice. SERVE L'ESPERIENZA. Non un software di supporto la cui importanza è pressoché marginale. Non mi capacito. Il guru non ha nemmeno le basi…
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Orlando1973
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04 Maggio 2015 alle ore 16:51
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"Pippocad" ha scritto:
Ps. una causa per il 950 cc è composta a grandi linee da: una citazione, una comparsa, delle memorie di parte, una ctu, delle testimonianze, delle memorie conclusive. Non basta trovare 3 punti che cadono sulla mappa. Il confine in ultima istanza lo stabilisce il giudice. SERVE L'ESPERIENZA. Non un software di supporto la cui importanza è pressoché marginale. Non mi capacito. Il guru non ha nemmeno le basi… Quello che probabilmente manca al ns. professore .
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Pippocad
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"Orlando1973" ha scritto: Quello che probabilmente manca al ns. professore . Già. Oppure se la racconta bene.... per scopi di bottega.
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kemplen
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"Pippocad" ha scritto: Già. Oppure se la racconta bene.... per scopi di bottega. Ah ok. Allora vi ringazio per mantenere il topic in alto nella lista, più viene letto, più compreranno il mio libro. Fine della discussione tecnica. Sicuramente riuscirete a portarla avanti voi due con grande competenza, tipo quella di appoggiarsi alle dividenti anche quando non ci sono i termini e meglio ancora se di coltura. Buona continuazione. geom. Gianni Rossi Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova cell. 3202896417 Email: gianni.rossi@co************** www.co************** www.to************
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