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Rilievo plano-altimetrico stazione totale |

noob
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18 Febbraio 2015 alle ore 13:21
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Ciao a tutti, ho un dubbio circa il metodo di rilievo per un'ipotetica restituzione plano-altimetrica con stazione totale in ambiente urbano (quindi rilievo fabbricati, strada ecc.) senza dover inserire il lavoro in alcuna cartografia ma solo per conoscere la morfologia del luogo. Procederei al rilievo assegnando l'origine del sistema di coordinate locali su un punto di dettaglio comodo materializzato sul posto (no pf, no trigonometrici, uno spigolo di fabbricato o di un marciapiede per esempio) e quindi battendo un secondo punto possibilmente lontano, come orientamento del sistema di assi locali. Procederei poi alla costruzione di una poligonale di rilievo ad estremi vincolati dove da ogni stazione batto punti di dettaglio "unici" ed almeno altri 2 punti visibili dalla stazione occupata e da quella seguente per irrigidire il tutto. Ovviamente effettuando sovrabbondanza di misure tra le stazioni in andata ed in ritorno, compensando il rilievo ai minimi quadrati con apposito software, controllando eventuali errori di chiusura della poligonale e tenendo in considerazione che per questo ipotetico lavoro non sia necessario l'uso di un livello per la parte altimetrica. Invece nel caso di rilievo plano-altimetrico di un terreno, dove l'oggetto della restituzione saranno piano quotato a curve di livello, profili ecc, procederei come sopra ma seminando punti di dettaglio a mo' di rete per poi interpolare le quote relative, ricavare le curve di livello e quindi i profili necessari. Vi sembra un metodo corretto? Sto perdendo per strada qualche dettaglio? Avete qualche consiglio in particolare? Grazie.
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samsung
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Buonasera noob. Per quanto riguarda il piano quotato in "ambiente urbano" in sistema locale, nulla da eccepire. Potremmo prenderci l'ulteriore libertà di scegliere l'origine e l'orientamento arbitrariamente sganciati da punti rilevati in modo da farli ricadere tutti nel primo quadrante e tutti di quota positiva, senza il noioso fastidio di avere dei "-" tra i piedi. Per la rappresentazione del terreno dici che procederesti come sopra ed infatti hai ragione, dovresti sempre rilevare fabbricati, muri, fossi, cambi di pendenza, come per l'"ambiente urbano". Poi vuoi seminare punti di dettaglio a mo di rete. Può darsi. Se ti trovi di fronte a superfici piuttosto ampie e difficoltose da interpretare nel senso che ti appaiono piuttosto uniformi qualche punto " a rete" ci sta bene. In sostanza direi che una vera differenza tra i due ambienti non esiste perchè anche se in un caso vuoi arrivare ad una rappresentazione a curve di livello non potrai prescindere dagli stessi elementi che rileveresti in città in quanto in un certo punto del processo dovrai mostrare al software le linee di discontinuità per ottenere curve di livello appropriate e non casuali. Quindi può anche andar bene seminare punti "a rete", ma se completano un piano quotato eseguito con gli stessi criteri dell' "ambiente urbano".
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noob
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18 Febbraio 2015 alle ore 13:21
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Buongiono samsung, intanto grazie per la risposta, sono d'accordo con te nel dire che la differenza tra i due ambienti in realtà non esiste e che i punti di discontinuità o punti caratteristici del luogo vanno in ogni caso rilevati. Sostanzialmente quello che mi rimane un po' oscuro è proprio la formazione delle curve di livello. Premetto che sono giovane, ho poca esperienza in campo topografico, ho voglia di imparare e molta poca voglia di sbagliare ma purtroppo l'errore è sempre dietro l'angolo. Provo a spiegarmi.. Consideriamo il secondo caso di cui sopra..voglio sapere come è fatto questo terreno perchè poi la ditta yy dovrà costruirci una villetta, quindi un lotto relativamente piccolo..rilevo tutti i punti caratteristici del luogo, fossi, strade, scarpate, pali, eventuali confini materializzati ecc fino a che non si arriva al nocciolo del mio dubbio, per definire l'andamento altimetrico di quel terreno, posso operare in 2 modi.. 1- scelgo sul posto una o poco più linee di taglio trasversali sulle quali battere punti più o meno fitti a seconda del livello di dettaglio che voglio 2-creo una rete di punti equidistanti (a vista) di 1 ml o più, da adattare a seconda del dettaglio richiesto e all'estensione Sinceramente a livello di metodo mi sembrano la stessa cosa, con l'unica differenza che il livello di dettaglio è maggiore sulla seconda. Quindi posso dire che il modello del terreno ottenuto con la secondo modo rappresenta con meno approssimazione quel terreno? O meglio creare delle curve di livello da dei profili con una distanza reciproca di 5 ml non dà dei risultati troppo approssimati? Non è conveniente restituire il solo piano quotato senza curve di livello?
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samsung
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29 Ottobre 2005
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"noob" ha scritto: Non è conveniente restituire il solo piano quotato senza curve di livello? Direi di si, ma sembrava questo il tuo intento iniziale, realizzare una rappresentazione per curve di livello. Forse ci siamo capiti male. Ora giustamente circostanzi la domanda ad un caso più specifico: la costruzione di una villetta. Per la quale direi che porsi il problema di una rappresentazione del terreno troppo definito, non da vantaggi particolari. Ma questo vale per tutti i lavori. I problemi esposti con i punti 1 e 2 mi sembrano superflui. Una volta definite e rilevate le particolarità del terreno come ci siamo già detti, un normale software di topografia ti permetterà di estrarre sezioni in ogni dove e secondo qualsiasi allineamento. Sul livello di dettaglio, che ti sta più a cuore, ti suggerirei visto che sei giovane, energico e curioso, di provare a fare il prossimo piano quotato con il massimo di raffittimento dei punti che vorrai ( per esempio una "rete" con vertici ogni mezzo metro) in modo da verificare con mano (elaborando i dati al PC) l'inutilità di tale sforzo e fare il secondo rilievo con la consapevolezza di cosa è indispensabile e cosa superfluo. Voglio dire, è meritorio che ti poni problemi di fedeltà di una rappresentazione, e penso che l'unica cosa che ti possa convincere sul da farsi sia proprio quella di toccare con mano il rapporto impegno/risultato e nel tempo fare scelte equilibrate. Spero di non essere andato fuori tema. Saluti.
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noob
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18 Febbraio 2015 alle ore 13:21
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Non sei andato fuori tema, anzi probabilmente hai colpito proprio il bersaglio. Intendo dire che sicuramente un topografo esperto, già dal sopralluogo, sa a priori quali punti sono veramente necessari per una ricostruzione corretta della forma dell'oggetto mentre un occhio meno esperto, come il mio, potrebbe condurmi a rilevare meno del necessario, o per stare tranquillo più del necessario. In futuri ed ipotetici casi di rilievo del genere, forse è il caso di mantenere una politica di "abbondanza" e togliere il superfluo man mano, al maturare dell'esperienza. Ma se lo studio in cui lavoro o la rete di contatti attuali non mi permettono di fare molta esperienza topografica ma di rimanere solo sui casi di aggiornamento catastale, che si fa? Si butta via tutto e si cerca fortuna/sfortuna altrove? E qua sono io ad andare fuori tema, ponendo domande che possono avere solo una risposta soggettiva... Giusto per capire..se c'è, qual'è il percorso tipo di un topografo di un certo livello (uno che magari ha fatto lavori per Autostrade, monitoraggi, ecc.)? Non credo sia la normale evoluzione di uno studio tecnico di provincia...
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