Buonasera amici forumers,
mi trovo di fronte ad un quesito forse "banale", ma prima che io rischi di rispondervi scioccamente vorrei poter avere l'opportunità di confrontarmi con voi stimati colleghi.
IL CASO:
Un fabbricato del dopoguerra è stato edificato per alloggi di dipendenti pubblici gestiti dallo Stato, in seguito per lo più riscattati e ceduti a privati: ad oggi non si reperisce il titolo edificatorio. Non ri trova, quindi, alcun disegno edilizio-urbanistico, fatta eccezione delle planimetrie catastali originarie.
Attualmente è costituito un condominio.
Sulla mappa catastale WEGIS il fabbricato ha correttamente il suo sedime e la sua corte: quest'ultima non è stata registrata come bene comune non censibile. Tale ventualità credo possa dirsi particolarmente frequente.
L'INCARICO:
Al tecnico è stato chiesto di stabilire quali siano gli spazi comuni con riferimento alla corte, che si presume BCNC, laddove parte della stessa è usata in modo esclusivo (ipotizzo: senza titolo) da un'attività commerciale ospitata in affitto al piano terra.
IL QUESITO:
Se buonsenso ed esperienza lasciano comunemnte intendere che, laddove non vi sia una diversa opportuna pattuizione, l'area di corte sia ragionevolmente un'area comune a tutti i subalterni (BENE COMUNE NON CENSIBILE), mi chiedo:
quali sono gli estremi di legge per giustificare questa attribuzione? Giova considerare che il conduttore del piano terra non dovrebbe aver maturato diritto all'usucapione (poiché la sua attività sembra sia affittuaria da un periodo inferiore ai 10 anni), tuttavia vorrei poter relazionare l'attribuzione col più opportuno riferimento di legge, piuttosto che limitarmi a citare esperienza e buonsenso.
Sulle planimetrie catastali originarie non v'è riportata alcuna corte: questo lascia intendere che detta area possa non essere stata assegnata all'uso esclusivo di nessuno dei subalterni.
Suggerimenti?