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Apertura ingresso, si può fare? |

Stardy990
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Cari colleghi, salve. Come al solito i miei post non sono altro che un intreccio di storie a metà tra il professionale ed il mitologico. Oggi vi scrivo per un problema poco inerente la nostra limitata professione, ma sono sicuro che qualcuno di voi, con più esperienza, può aiutarmi. Vado subito al dunque, sarò ermetico: un mio cliente ha acquistato un immobile al pubblico incanto e, dopo appena 4 giorni dall'acquisto, si è visto obbligato a presentare documentazione attestante la difformità dell'immobile acquistato da quanto ad incanto. Siamo partiti dalla qualificazione dei piani e, passando per errore nei numeri civici, ci siamo resi conto che l'acquisto ha riguardato due piani anziché uno solo, con conseguente casino catastale e curatelare. Ad oggi, però, cioì che ci affligge è un altro problema. L'immobile oggetto di incanto è stato ristrutturato nel 1975, anno in cui hanno chiuso 3 accessi all'abitazione ed, al mio cliente, è stato trasferito con l'indirizzo "Via A.Rossi 3". La chiusura dei vani di accesso è stata realizzata con tanto di progetto, quindi nulla di illegale. Ad oggi, il mio cliente, intende aprire uno dei tre vani di accesso, quello in Via A.Rossi n.1. la porta di accesso è già completamente predisposta, sono rimasti intatte addirittura le soglie del 1975, vi è stato costruito solo un muretto finto da 25cm mentre, la larghezza del setto murario, è di 50cm. Cosa fare per aprire la muratura? Devo passare dall'Ufficio Sismico e fare la pratica in comune, oppure posso fare esclusivamente la pratica in comune senza passare dall'Ufficio Sismico in quanto la porta era esistente? A documentazione di tutto, ho sia le foto che il progetto dell'epoca. Attendo vostre risposte, intanto se riesco allego uno schema per chiarire la situazione. (Non riesco ad inserire immagini, come faccio?)
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Francesco2015
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Salve, La porta sicuramente la puoi aprire a meno di ulteriori problemi esterni ma li avresti segnalati. Come pratica edilizia devi vedere se necessita SCIA o CILA. Il deposito al genio civile e il relativo eventuale collaudo credo proprio di no anche per il fatto che l'architrave è rimasto immutato, è stata solo chiusa con una tompagnatura; va solo visto se la regione dove operi ha previsto delle opere "minori" che non richiedono deposito e collaudo. In ogni caso anche se fosse un caso di opera minore occorrerebbe allegare al progetto un calcolo quantomeno dell'architrave, ma ripeto va vista la normativa regionale. Un'altra cosa che devi verificare è se necessitano ulteriori pareri propedeutici alla SCIA, l'intervento va a modificare il prospetto. Per inserire immagini vai su it.tinypic.com/ carichi l'immagine e poi fai copia incolla del "codice IMG per Forum". Ciao!
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totonno
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Prima bisogna definire il condono, farsi rilasciare la concessione in sanatoria per le opere realizzate in difformità al titolo edilizio. Lo evidenzio perchè la chiusura degli accessi eseguita durante la ristrutturazione fa pensare ad una fusione di più unità immobiliari. La riapertura non vorrei che rientrasse nelle opere considerate di frazionamento e ripristino della situazione originaria. Saluti
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totonno
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........ Ho inviato due volte lo stesso messaggio che precede. La prova è che entrambi sono stati mandati quasi in contemporanea. Per non appesantire la lettura ho cancellato il secondo sostituito da dei puntini perchè il sistema non consente di cancellare tutto il messaggio ma di sostituirlo con almeno un carattere. Tutto quà... Francesco2015. L'amministratore può comunque tranquillamente verificare qualsiasi cosa scriviamo sul sito, anche quello che si cancella. Buona serata
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Stardy990
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"totonno" ha scritto: Prima bisogna definire il condono, farsi rilasciare la concessione in sanatoria per le opere realizzate in difformità al titolo edilizio. Lo evidenzio perchè la chiusura degli accessi eseguita durante la ristrutturazione fa pensare ad una fusione di più unità immobiliari. La riapertura non vorrei che rientrasse nelle opere considerate di frazionamento e ripristino della situazione originaria. Saluti Per fortuna il fabbricato non ha bisogno di condoni, il progetto del 1975 riportava la chiusura di vani porta per la realizzazione di uffici e la modifica del prospetto. Questa è la situazione attuale, tengo a precisare che la porta da aprire da sul vano scale e sopra non c'è altro che la copertura, l'architrave è fatta da due travi IPE da 16, verificato personalmente. Vi allego i disegni molto schematici della situazione. Grazie [IMG]http://i68.tinypic.com/mrpd1c.jpg[/IMG] [IMG]http://i65.tinypic.com/993szt.png[/IMG] [IMG]http://i63.tinypic.com/2mdngqg.jpg[/IMG]
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totonno
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"Stardy990" ha scritto: "totonno" ha scritto: Prima bisogna definire il condono, farsi rilasciare la concessione in sanatoria per le opere realizzate in difformità al titolo edilizio. Lo evidenzio perchè la chiusura degli accessi eseguita durante la ristrutturazione fa pensare ad una fusione di più unità immobiliari. La riapertura non vorrei che rientrasse nelle opere considerate di frazionamento e ripristino della situazione originaria. Saluti Per fortuna il fabbricato non ha bisogno di condoni, il progetto del 1975 riportava la chiusura di vani porta per la realizzazione di uffici e la modifica del prospetto. Questa è la situazione attuale, tengo a precisare che la porta da aprire da sul vano scale e sopra non c'è altro che la copertura, l'architrave è fatta da due travi IPE da 16, verificato personalmente. Vi allego i disegni molto schematici della situazione. Grazie Come non c'è condono ? L'hai scritto te che "si è visto obbligato a presentare documentazione attestante la difformità dell'immobile acquistato da quanto ad incanto". Per me vuol dire che hai un determinato periodo di tempo per sanare gli abusi accertati prima della vendita a carico del acquirente. O sbaglio ?
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Stardy990
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"totonno" ha scritto: "Stardy990" ha scritto: "totonno" ha scritto: Prima bisogna definire il condono, farsi rilasciare la concessione in sanatoria per le opere realizzate in difformità al titolo edilizio. Lo evidenzio perchè la chiusura degli accessi eseguita durante la ristrutturazione fa pensare ad una fusione di più unità immobiliari. La riapertura non vorrei che rientrasse nelle opere considerate di frazionamento e ripristino della situazione originaria. Saluti Per fortuna il fabbricato non ha bisogno di condoni, il progetto del 1975 riportava la chiusura di vani porta per la realizzazione di uffici e la modifica del prospetto. Questa è la situazione attuale, tengo a precisare che la porta da aprire da sul vano scale e sopra non c'è altro che la copertura, l'architrave è fatta da due travi IPE da 16, verificato personalmente. Vi allego i disegni molto schematici della situazione. Grazie Come non c'è condono ? L'hai scritto te che "si è visto obbligato a presentare documentazione attestante la difformità dell'immobile acquistato da quanto ad incanto". Per me vuol dire che hai un determinato periodo di tempo per sanare gli abusi accertati prima della vendita a carico del acquirente. O sbaglio ? Eh mi sono spiegato male. Si è visto obbligato a presentare la documentazione attestante la difformità dell'immobile ceduto in base a quanto descritto da incanto, ovvero lo stato di fatto dell'immobile era diverso da quanto periziato in fase di fallimento. L'immobile è stato ceduto come abitabile mentre erano presenti importanti danni al manto di copertura (parte del tetto era praticamente sfondato) che non permettevano ne l'occupazione dell'immobile ne l'utilizzo nell'immediato. Inoltre, per un errore nel frazionamento, l'immobile risultava da incanto 180 mq su un piano mentre da rilievi interni si parla di 110 mq su due piani. La difformità è relativa a quanto periziato in fase di curatela, non difformità edilizie.
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totonno
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"Stardy990" ha scritto:
Eh mi sono spiegato male. Si è visto obbligato a presentare la documentazione attestante la difformità dell'immobile ceduto in base a quanto descritto da incanto, ovvero lo stato di fatto dell'immobile era diverso da quanto periziato in fase di fallimento. L'immobile è stato ceduto come abitabile mentre erano presenti importanti danni al manto di copertura (parte del tetto era praticamente sfondato) che non permettevano ne l'occupazione dell'immobile ne l'utilizzo nell'immediato. Inoltre, per un errore nel frazionamento, l'immobile risultava da incanto 180 mq su un piano mentre da rilievi interni si parla di 110 mq su due piani. La difformità è relativa a quanto periziato in fase di curatela, non difformità edilizie. Ok. L'esecuzione del ripristino dell'accesso così come la descrivi non dovrebbe riguardare la struttura dell'edificio, quindi non ci sarebbe da presentare pratica al genio civile. Non riguardando parti strutturali la pratica è una CILA, opere di manutenzione straordinaria. Essendo opera in facciata controlla se va chiesto il parere per la tutela del vincolo paesaggistico. Io avrei però preoccupazioni più per le altre questioni che accenni.
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Francesco2015
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"Francesco2015" ha scritto: Salve, La porta sicuramente la puoi aprire a meno di ulteriori problemi esterni ma li avresti segnalati. Come pratica edilizia devi vedere se necessita SCIA o CILA. Il deposito al genio civile e il relativo eventuale collaudo credo proprio di no anche per il fatto che l'architrave è rimasto immutato, è stata solo chiusa con una tompagnatura; va solo visto se la regione dove operi ha previsto delle opere "minori" che non richiedono deposito e collaudo. In ogni caso anche se fosse un caso di opera minore occorrerebbe allegare al progetto un calcolo quantomeno dell'architrave, ma ripeto va vista la normativa regionale. Un'altra cosa che devi verificare è se necessitano ulteriori pareri propedeutici alla SCIA, l'intervento va a modificare il prospetto. Per inserire immagini vai su it.tinypic.com/ carichi l'immagine e poi fai copia incolla del "codice IMG per Forum". Ciao!
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