Salve a tutti,
possiedo una piccola abitazione in collina che versa in condizione pietose (pensate che il piccolissimo bagno è ancora all'esterno come cento anni fa!) e che attualmente è locata (ad un canone simbolico) ad un anziano pensionato mediante regolare contratto registrato.
Questa abitazione da tempo immemorabile è censita al
catasto fabbricati nella categoria
A/6 (abitazioni di tipo rurale).
Recentemente, però, mi è arrivata una comunicazione dal Comune, che mi invita a presentare gli atti di
aggiornamento catastale ai sensi del comma 336, art. 1 L. 311/2004, con la motivazione che, mediante controlli diretti, hanno constatato l'esistenza di
"abitazione non rurale" e un
"utilizzo di abitazione": UIU con destinazione d'uso non coerente in catasto.
Naturalmente per fare ciò dovrò recarmi dal mio geometra, il quale dovrà redigere la planimetria (inesistente) e provvedere ad aggiornare la categoria catastale, probabilmente ad A/4. Tutto ciò comporterà delle spese; del resto se non provvedo io lo farà il catasto a mie spese...
Prima di avviare la procedura di aggiornamento, però, vorrei capire una cosa: come fa il Comune a dire che la mia abitazione non è di tipo rurale? Quali sono i criteri in base ai quali l'unità immobiliare viene "espulsa" dalla categoria A/6?
So bene che la categoria A/6 non viene più usata per i nuovi accatastamenti e che di recente si è deciso di concentrare in tale categoria tutti gli immobili ex rurali al fine di semplificare i meccanismi di esenzione fiscale, ma il mio caso è un po' diverso: la mia abitazione era nella categoria A/6 da sempre ed ora viene espulsa...
Inoltre mi sembra paradossale che mi venga contestato un "utilizzo di abitazione"? Per cosa altro dovrei utilizzare un'abitazione di tipo rurale?
Grazie
Martellino
N.B. Faccio presente che non aspiro ad eventuali esenzioni fiscali legate alla categoria A/6 e che ho sempre pagato l'ICI.