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Argomento: PROPRIETA' PER L'AREA E SUPERFICIARIA
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aleviking
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Anch'io sarei d'accordo su "regole uguali ovunque", lavoreremmo tutti meglio, ma siamo sempre al maledetto solito dilemma: 1) fare le cose per come le vuole fatte l'impiegato (tanto magari non ci perdo niente a farle come dice lui), sbrigarsi e quindi sbrigarsi a farsi pagare (ricordiamoci che il fine ultimo è questo, almeno per me); 2) impuntarsi, scrivere al mondo perdendo certamente tempo, magari la pratica si blocca per qualche mese e ciò equivale non solo a spostare in avanti il proprio pagamento, ma anche a metterlo seriamente in pericolo; da notare che tutto ciò non implica automaticamente che le cose alla fine non siano fatte lo stesso in modo "sbagliato".
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geoalfa
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"aleviking" ha scritto: Anch'io sarei d'accordo su "regole uguali ovunque", lavoreremmo tutti meglio, ma siamo sempre al maledetto solito dilemma: 1) fare le cose per come le vuole fatte l'impiegato (tanto magari non ci perdo niente a farle come dice lui), sbrigarsi e quindi sbrigarsi a farsi pagare (ricordiamoci che il fine ultimo è questo, almeno per me); 2) impuntarsi, scrivere al mondo perdendo certamente tempo, magari la pratica si blocca per qualche mese e ciò equivale non solo a spostare in avanti il proprio pagamento, ma anche a metterlo seriamente in pericolo; da notare che tutto ciò non implica automaticamente che le cose alla fine non siano fatte lo stesso in modo "sbagliato". Salute! mi dispiace dirtelo, ma quello che tu sopra hai scritto, Aleviking, è l'esatto contrario di quello che un buon professionista deve fare! 1) a.- fare le cose per come le vuole fatte l'impiegato ( quando magari costui, non sempre è un modello! - qualche volta non sa nemmeno lui perchè sta lì a svolgere una mansione che ritengo anche di qualità) ... lo ritengo la peggior cosa che un libero professionista possa fare! 1) b.- sbrigarsi e quindi sbrigarsi a farsi pagare (ricordiamoci che il fine ultimo è questo ) anche questo va contro ogni logica deontologica! non tergiversare e sbrigarsi a portare a compimento il proprio mandato, va bene, ma il farsi pagare è conseguenza del buon fine della pratica, se fatta bene e con piena soddisfazione del cliente, sarà lui a sbrigarsi a saldare il conto! 2) Portare a compimento una mansione con professionalità vuol dire farlo rispettando le leggi e quando le leggi sono in disaccordo con le circolari, io applico sempre la Legge e della circolare ne tengo conto, quando debbo relazionare sull'operato, non altrimenti! cordialità
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aleviking
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Il giorno dopo il cliente va dal collega furbetto, che in due giorni gli risolve la cosa; risultato: il mondo e gli uffici continuano ad andare come sono sempre andati, io ho perso il cliente, ho fatto la figura del fesso, ho difficoltà a pagare le tasse e la cassa di previdenza. Io non stavo parlando di fare le cose contro la legge, ci mancherebbe altro. Quello che voglio dire è che gli impiegati (di tutti gli uffici, non solo del catasto) creano per forza di cose, affiancato al sistema normativo, un sistema di "usi e costumi", o detto in termini più aulici di "orientamento dell'ufficio"  cui praticamente tutti i tecnici esterni si adeguano. Se si vuole andare contro questi "orientamenti dell'ufficio", bisogna mettere da parte il concetto che si lavora per portare il pane a casa (per me è così, magari altri fortunati lavorano per la sola soddisfazione personale), armarsi di scudo e sciabola e iniziare una quotidiana battaglia contro tutto e contro tutti. Ti assicuro che chi scrive, quando degli uffici pretendevano di andare contro la legge (un caso su tutti: rispetto delle distanze dai confini), è stato il primo a prendere carta e penna e scrivere parole di fuoco. Qui si sta parlando di circolari esplicative, contrapposte a "orientamenti d'ufficio" che si concretizzano in migliaia di pratiche già presentate in un certo modo. Tutto qui. Vorrei infine segnalare che la "piena soddisfazione del cliente" di cui tu parli non è qualcosa di astratto, ma semplicemente coincide con "il buon fine della pratica", ovvero l'avere la pratica esitata (vistata, depositata, . . . in funzione del tipo di ufficio) nel minor tempo possibile, punto e basta. Non gliene frega niente a nessuno che tu tecnico stia conducendo una tua battaglia sull'applicazione o meno del comma della circolare, l'unica cosa che ti chiedono è "la pratica è pronta ?". Anch'io vorrei vivere in un mondo ideale ma, come dicevo prima, nel mondo reale alla cassa del supermercato, ahimè, vogliono i soldi . . . .
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it9gvo
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trappeto
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"geoalfa" ha scritto: Giovanni, giustamente difende la sua "casa", io invece:NO! come ho già avuto modo di esprimermi in materia, le circolari e le note che richiamate, hanno puramente efficacia per "sistemare" la banca dati del catasto, che io "apertamente contesto" con forza !! e ripeto il motivo: l'aggiustamento della banca dati catastale non ha come del resto non potrebbe avere alcun titolo per cambiare la natura del possesso, quindi a che serve? secondo me solo a creare confusione ed anche a predisporre le premesse per fare qualche imbroglio!! ritengo che la via migliore per accatastare un immobile costruito su suolo intestato ad altro soggetto, sia quello di: 1.) accatastare l'immobile dichiarando il nome dell'intestatario! ovviamente avvertendolo e facendosi sottoscrivere le pratiche! 2.) predisporre tutta la documentazione per far stipulare o: a.- l'atto pubblico di trasferimento.... b.- la causa di usucapione.... Non vedo altra via per trasferire la proprietà di un bene rispettando la legge, ripeto, le circolari che avete citato sono solo palliativi che non modificano assolutamente nulla, anzi aumentano la confusione! cordialità La recente normativa citata più volte in diversi post, in merito alla intestazione catastale dei fabbricati posseduti da una ditta non proprietaria del suolo, ha origine molto antica ed è stata sempre coerente con lo "spirito" del Catasto che (quasi) "impone" per sua intrinseca necessità e istituzione, l'iscrizione in Catasto del proprietario si, ma anche, ove occorra, del possessore (senza titolo) ai fini della corretta individuazione del soggetto d'imposta. Questa necessità è sentita particolarmente oggi da parte degli Enti Locali per l'applicazione soprattutto delle imposte ICI e TARSU. Con recentissime circolari, anche il Demanio Marittimo (di motu proprio!) si è allineato a tale necessità e ha accordato la cointestazione con le titolarità conosciute. Documentazione: paragrafo 205 e 18 della ISTRUZIONE XIV.a Vorrei far notare che il fatto di intestare in Catasto il fabbricato al possessore che lo ha costruito, con titolarità "proprietà superficiaria", non ha affatto l'effetto di attribuire al possessore la piena proprietà! Tanto è vero che per una eventuale vendita dell'immobile così intestato, il notaio, oltre alla obbligatoria visura ipotecaria per l'accertamento della ditta proprietaria "legale" richiede al "venditore possessore", ove non risulti da tale visura, gli eventuali atti di acquisto del Suolo o della Superficie. E da qui in poi è competenza del Notaio..., ma non scordiamoci che il possessore può dichiarare il possesso nel rogito (col consenso dell'acquirente) e può essere richiesta la Voltura in Catasto con l'applicazione della RIS.1 (norma ancora attualissima). E anche in quest'ultima eventualità, il Catasto, con la RIS.1 rende noto pubblicamente che "la Voltura viene eseguita per i soli effetti della conservazione del Catasto e senza pregiudizio di qualunque ragione o diritto". (per Geoalfa: ti comunico che già da qualche mese non vado più nella "casa" che tu sai avendo raggiunto i 40 anni di servizio. Però nei miei interventi cerco di essere neutrale e vedere le cose alla luce delle norme le quali sono purtroppo soggette ad interpretazioni diverse, anche quando sono chiare. Il caso in esame lo difendo per le motivazioni addotte e che ritengo siano in linea con la "Conservazione del Catasto e le sue finalità.) Grazie per l'attenzione e buon lavoro a tutti.
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geoalfa
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"it9gvo" ha scritto: La recente normativa citata più volte in diversi post, in merito alla intestazione catastale dei fabbricati posseduti da una ditta non proprietaria del suolo, ha origine molto antica ed è stata sempre coerente con lo "spirito" del Catasto che (quasi) "impone" per sua intrinseca necessità e istituzione, l'iscrizione in Catasto del proprietario si, ma anche, ove occorra, del possessore (senza titolo) ai fini della corretta individuazione del soggetto d'imposta. Questa necessità è sentita particolarmente oggi da parte degli Enti Locali per l'applicazione soprattutto delle imposte ICI e TARSU. Con recentissime circolari, anche il Demanio Marittimo (di motu proprio!) si è allineato a tale necessità e ha accordato la cointestazione con le titolarità conosciute. Documentazione: paragrafo 205 e 18 della ISTRUZIONE XIV.a Vorrei far notare che il fatto di intestare in Catasto il fabbricato al possessore che lo ha costruito, con titolarità "proprietà superficiaria", non ha affatto l'effetto di attribuire al possessore la piena proprietà! Tanto è vero che per una eventuale vendita dell'immobile così intestato, il notaio, oltre alla obbligatoria visura ipotecaria per l'accertamento della ditta proprietaria "legale" richiede al "venditore possessore", ove non risulti da tale visura, gli eventuali atti di acquisto del Suolo o della Superficie. E da qui in poi è competenza del Notaio..., ma non scordiamoci che il possessore può dichiarare il possesso nel rogito ( col consenso dell'acquirente ) e può essere richiesta la Voltura in Catasto con l'applicazione della RIS.1 ( norma ancora attualissima ). E anche in quest'ultima eventualità, il Catasto, con la RIS.1 rende noto pubblicamente che "la Voltura viene eseguita per i soli effetti della conservazione del Catasto e senza pregiudizio di qualunque ragione o diritto". (per Geoalfa: ti comunico che già da qualche mese non vado più nella "casa" che tu sai avendo raggiunto i 40 anni di servizio. Però nei miei interventi cerco di essere neutrale e vedere le cose alla luce delle norme le quali sono purtroppo soggette ad interpretazioni diverse, anche quando sono chiare. Il caso in esame lo difendo per le motivazioni addotte e che ritengo siano in linea con la "Conservazione del Catasto e le sue finalità.) Grazie per l'attenzione e buon lavoro a tutti. Giovanni! ti ringrazio per la puntualizzazione fedele e distaccata! questo tipo di discussioni m piaccionossai, perchè ci consentono di accrescere la nostra esperienza e soprattutto, quando sono opportunamente documentate, di correggere eventuali posizioni ed interpretazioni errate! ciò ti fa molto onore e, tutto sommato, è la forma più chiara per far comprendere a chi la storia non la conosce completamente e, utilizzando impropriamente le circolari ( che l'AdT ha emanato per cercare di regolamentare la gestinone dei dati in conformità alla propria funzione ), è portato a ingenerare confusione in una materia alquanto ostica! questa mia "pesante affermazione" viene confermata dalla notizia che si ricava rileggendo alcuni post presenti in questo sito: in qualche Ufficio Provinciale [ o perlomenno, qualche funzionario impreparato al ruolo ], molto impropriamente di fatto si consente di eludere quelle che sono le norme e regole scritte e sancite dal C.C. di cui entrambi difendiamo la validità! Mi chiederai: come fanno? e la risposta l'hanno già data alcuni, i quali affermano che, in questi Uffici, dopo venti anni si consente di cancellare la riserva apposta presentando una semplice domanda (riserva apposta come da te ricordato) e di fatto consentono il trasferimento dei diritti da una ditta all'altra senza che, nel frattempo, siano intervenuti atti pubblici regolarmente trascritti e registrati nei competenti uffici. di questa discussione di chiedo di farne una FAQ, e se non lo fai tu, provevderò io appena ne avrò il tempo necessario! P.S.: complimenti per la raggiunta pensione dopo gli onorati 40 anni di servizio! sono sicuro che hai fatto sicuramente bene, per l'Ufficio e per i colleghi liberi professionisti, quelli veri! cordialità
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svsk8
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Posso confermare che l'assenza di Giovanni in ufficio si fa notare molto. Sempre un punto di riferimento impeccabile per tutti noi tecnici, professionalmente preparatissimo. Saluti
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GILLES
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Complimenti e auguri per la pensione. Ho sempre avuto modo di apprezzare i suoi interventi e sinceramente mi ero fatto un'idea che fosse più giovane ma "agguerrito". Invece è un pò meno giovane ma sempre "agguerrito". Mi raccomando non vada in pensione anche da questa piccola casa poichè abbiamo sempre bisogno del suo aiuto. Cordiali saluti Gilles
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fiobar
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Colleghi, mi allaccio al post per un caso più concreto: devo accatastare un immobile, del quale una porzione ricade su un'altra proprietà, ora il notaio ha detto che l'atto di vendita di questa porzione non è fattibile se non interviene il prop. del terreno, quindi l'intestaz. prop. superficiaria e per l'area non ha senso, ora, sapendo che il mio cliente non ha buoni rapporti con il prop. dell'area, se intendessi accatastare tale porzione, e sapendo anche , che un avvocato per avviare causa di usucapione mi chiederebbe innanzitutto l'individuzione del bene con p.lla e sub propri, chi mi firmerebbe tale accatastamento?
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aleviking
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qui è semplice: firma solo il tuo, e col modello censuario aggiungi il codice FM.
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sim81
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buongiorno Tizio ha acquistato oltre 20 anni fa un fabbricato da Caio tramite scrittura privata con firme non autenticate che non ha nemmeno registrato (il fabbricato è stato accatastato oltre 20 anni fa e risulta ancora intestato catastalmente a Caio) Tizio ha fatto l'usucapione per il terreno (non ha però inserito il fabbricato) Ieri Tizio mi ha detto che voleva cambiare a proprio nome anche l'intestazione del fabbricato. Ovviamente senza atto non si possono cambiare le ditte; per questo vi faccio due domande: 1) Quando è stato fatto l'usucapione, il fabbricato esisteva. secondo voi sarebbe stato più corretto inserire anche il fabbricato? (secondo me si, in maniera tale da avere un atto da volturare) 2) Altrimenti per risolvere il problema è possibile volturare la scrittura privata non autenticata e non registrata?
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geomal
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Mi accodo a questo post: TM per demolizione e ricostruzione di un fabbricato, devo intestarlo come proprietà per l'area e proprietà superficiaria in quanto Caio l'ha ricostruita senza averne titolo e Tizio è defunto. Per l'intestazione del TM ho qualche dubbio perchè deve corrispondere con il catasto fabbricati: Tizio proprietà per 1000/1000 Caio stato di fatto non legittimato (deve firmare il Tm e non so cosa scrivere) all'agenzia del territorio mi hanno detto che quando invio il docfa metto in allegato la richiesta di rettifica d'intestazione per stato di fatto non legittimato inserendo la ditta corretta dato che non è possibile modificare con docfa la ditta al catasto fabbricati ma il mio dubbio è l'intestazione del Tipo mappale. Qualcuno può darmi un consiglio?? magari gli è già successo.... Grazie
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geomal
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qualcuno puó aiutarmi a risolvere il problema sopra descritto??
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geomal
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A nessuno è successo un caso simile???
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sim81
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Vi racconto una storia: Tizio proprietario del mappale x ai terreni, vi costruisce un fabbricato che accatasta a nome di una nipote con riserva 1 – ditta priva di titolo legale reso pubblico. Tizio non è sposato e non ha più neanche i genitori Tizio muore e lascia come eredi i fratelli e le sorelle (di cui, per un fratello morto precedentemente a Tizio, entrano in successione i relativi figli; la nipote sopra indicata risulta uno di questi figli) Premetto che non vi è alcun documento che attesti che Tizio ha donato alla nipote il fabbricato, neanche scritture private non registrate o simili. Un funzionario del Comune dice che secondo lui andando da un notaio con un testimone, la nipote si può fare intestare il fabbricato Secondo voi è possibile? Io personalmente credo di no, però chiedo la vostra opinione
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geoalfa
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siamo in presenza di un caso limite, quasi inverosimile! 1. chi sarà questo notaio che anche con la dichiarazione di 1 testimonio, intesterà alla nipote del defunto un diritto che nemmeno il Tribunale gli consentirà mai? 2. alla morte di Tizio, in presenza di testamento, i fratelli ed i figli del fratello defunto, erediteranno l'intero asse in quote. 3. solo ed in presenza di atti che possono efficacemente dimostrare che la nipote ha assistito in vita lo zio, si potrà eventualmente intestare alla stessa la quota legittima. o no?
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