"LP" ha scritto:
Il fabbricato è molto vecchio, inizi del 1900 ... L'atto è del 1985 ...
si parla di porzione di immobile ... ma non c'è nessuna identificazione/indicazione di subalterni ...
A mio parere probabilmente l'immobile in origine era uno solo ... Piano Terra e Piano Primo ...
Nell'atto si descrive che ad uno va il piano terra e ad un'altro il piano primo ...
ma in realtà non si è proceduto a nessun frazionamente prima dell'atto, come si sarebbe proceduto oggi...
è avvenuta solo una descrizione ...
Può avere validità il frazionamento descrittivo ???
Il Notaio che ha stipulato detto atto non poteva non sapere dell'obbligo di identificare catastalmente ogni immobile e di tutte le conseguenze che ne derivano sia in sede di voltura ma soprattutto in sede di trascrizione.
Come prima cosa bisogna fare un'istanza di rettifica della voltura e far intestare a entrambi i fratelli l'intero edificio.
Accatasti i due appartamenti ad entrambi i fratelli e poi occorre tornare dal Notaio per rettificare l'atto del 1985 (non importa se il donante è morto) ovvero per identificare l'esatta porzione del fratello e l'esatta porzione della sorella con relative esatte volture e trascrizioni di rettifica.
Solo così si aggiusta meglio la questione.
Se invece non si vuole tornare dal Notaio, dopo l'accatastamento si presenta una voltura al C.F. riferito all'atto di donazioni e quindi allegando anche copia conforme uso voltura di detto atto.
Alla voltura si allega un'autocertificazione di "esatta corrispondenza" ovvero si precisa che l'appartamento a piano terra citato nell'atto corrisponde all'unità immobiliare tal dei tali così come accatastato nel 2017 e viceversa anche per l'appartamento a piano primo. Nella voltura occorre inserire la riserva per errati dati catastali dichiarati in atto.
Qualche anno fa mi capitò un caso non simile, ma assimilabile, del tipo un fabbricato rurale era stato identificato nell'atto di donazione con la particella del C.T. intestata al donante però al C.F. esisteva già un'unità censita ma intestata al venditore (nato nell'800) che aveva ceduto l'immobile al donante. Questo perchè anche quando il donante acquistò l'immobile non furono citati (anche) gli estremi catastali del C.F. Successivamente alla donazione il Catasto aveva trasferito d'ufficio ad ente urbano la particella fabbricato rurale acquisita dal donatario (per via della presenza dell'unità già censita al C.F.), quindi la particella oggetto di donazione era sparita al Catasto Terreni (ovvero era sparita da una partita diversa rispetto a quella speciale 1). Ebbene con una voltura di rettifica dell'atto ultimo di donazione ho fatto intestare la porzione al C.F. al donante inserendo in voltura la riserva per errati riferimenti catastali in atto. In realtà le volture dovevano essere due, la prima per l'atto di vendita al donante, la seconda per la donazione dal donante al donatario. Poichè alla fine era solo un fatto di natura catastale ho bypassato la prima voltura.
Circa se si può fare un'unico Docfa per creare più ditte, lo si può fare solo nei casi di porzioni di fabbricato rurale diviso in subalterni appartenenti a più Ditte regolarmente riportate in Catasto e nel caso di redazione di unico tipo mappale. Qualche giorno fa ho spiegato come fare in un post di risposta ad un collega (l'ho fatto nel 2013 un Docfa con più ditte diverse e per 3 uniche porzioni rurali presenti in un fabbricato rurale diviso in subalterni trattato con unico tipo mappale).
Nel tuo caso, ai soli fini catastali, non puoi intestare gli appartamenti in Docfa a piacimento perchè conta sempre l'intestazione ultima catastale della particella lotto (in assenza di porzioni), né puoi far finta che la sorella non sia proprietaria di una parte del fabbricato perchè comunque esiste un atto notarile. Quindi, visto che non puoi presentare un modello 6 per dividere gli appartamenti al rurale e quindi fare una rettifica voltura, con riserva per non aver inserito i dati catastali nell'atto, intestando le porzioni rurali ai rispettivi donatari, non puoi procedere al contemporaneo passaggio delle due porzioni all'urbano con redazione di unico tipo mappale ed unico Docfa creando due ditte diverse, non resta altro che fare come ho spiegato io. Nella rettifica credo che le quote devono essere inserite per 1/2 ciascuno ma con l'annotazione "quote provvisorie da definire con atto legale" come per i casi di accatastamenti all'urbano o di variazioni all'urbano di porzioni di fabbricati appartenenti a più ditte ma demolite totalmente e ricostruite sull'area di sedime del vecchio edificio.
Non vedo altre soluzioni a meno che, rispetto a quanto sopra precisato, non sia il Catasto a volturare d'ufficio i due appartamenti e attribuendo d'ufficio due porzioni di fabbricato rurale diviso in subalterni alla particella ora intera del fabbricato ruale in questione (non mi pare che abbia il potere di poterlo fare).