"divad81" ha scritto:
Comunque abbiamo risolto, se l'Ente vorrà ( per poter poi vendere l'immobile ad una cifra superiore) far alzare la rendita catastale rispetto a quanto effettivamente scaturisce dal calcolo dei vani, lo facciano loro con una istanza al catasto.
E questo mi pare l'aspetto più importante, e secondo la procedura catastale a mio avviso corretta.
Lasciamo anche perdere il conteggio dei vani che come ti ha più volte giustamente indicato Bioffa, non dovrebbe uscire dal mero conteggio automatico del programma, che poverino non ha la possibilità di vedere eccedenze, vani sotto i minimi, di considerare l'incidenza di eventuali cortili, porticati ecc.. Poniamo che la tua scelta fotografi l'esatta consistenza dell'unità.
Il tuo maggior cruccio riguarda l'innalzamento di una rendita praticamente in modo arbitrario, con il solo scopo di effettuare un ricavo maggiore dalla vendita.
Siamo alle solite: l'equivoco nasce sostanzialmente nel 1992, quando per ragioni di cassa si è voluto dare al catasto il "compito" di determinare valori anziché rendite, senza però un impianto normativo adeguato e riformatore. Oggi continuiamo a trovarci di fronte ad Enti vari, che vedono in una rendita bassa una minaccia per le loro casse, ed effettivamente è così, proprio per la confusione indotta da criteri di calcolo dei valori sulla base delle rendita catastale. Si potrebbe discutere su principi quali la capitalizzazione del reddito, ma andremmo a finire in una palude piena di insidie, e che nessuna norma catastale contempla se non riferita alle unità speciali.
Ulteriore punto che non viene mai considerato è che il Catasto Fabbricati fotografa un patrimonio edilizio all'epoca censuaria 1988/89. Pure il legislatore a volte se n'è dimenticato, al punto che qualcuno si interroga persino sull'incostituzionalità per esempio di norme fissate dai commi 335 e 336 dell'art.1 della 311/2004.
Tornando alla 560/93. Non ho esperienza diretta con le case popolari quindi mi manca una conoscenza puntuale di quel mondo, posso però dire una cosa, forse il tuo interlocutore è stato approssimativo ed ha dimenticato di citarti leggi modificative, ma restando su quella disposizione possiamo dire che il tempo per vendere agli assegnatari, al valore determinato dalla rendita moltiplicata 100 - 1% per ogni anno di vetustà fino al limite di ventanni + eventuali costi di manutenzione necessari al fine della vendita, è scaduto due anni dopo l'entrata in vigore della legge stessa e che adesso si vende all'asta e al prezzo base (forse fissato dall'Agenzia), ma comunque un valore di partenza leggermente sottostimato rispetto alle indicazioni di mercato.
Possono essere vigenti altre disposizioni, ma se i signori dell'Ente mi parlano di 560/93 è quella che vado a leggere (se poi fossi interessato per motivi stringenti di lavoro cercherei autonomamente altre modificazioni, ma per adesso limitiamoci qui). Bene, questa legge non dice assolutamente che le rendite catastali non possono variare, ne in aumento ne in diminuzione, questa è solo una logica conseguenza di quanto precede.
Hai visto mai che la soluzione salomonica di presentare loro autonomamente l'istanza (che in realtà non presenteranno) anzichè insistere con te non dipenda anche dal fatto che si sono resi conto che la rendita è ininfluente sul valore di vendita. Chissa.