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Questo accatastamento non s'ha da fare! |

lucacchio
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17 Giugno 2011
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Buona giornata a tutti i colleghi, volevo fare una domanda a chi opera in uffici diversi dal mio, la questione è veramente opprimente e va avanti da molto tempo ormai. La domanda è: il catasto può IMPEDIRE ad un cittadino di accatastare un bene, pur non avendo un titolo di proprietà? Ho letto fiumi e fiumi di circolari, ma non trovo nulla al riguardo, se non che l'ufficio in questi casi dovrebbe apporre la RIS 1. Continuano a respingere le varie pratiche docfa con la motivazione di "allegare il titolo". Ma se si tratta molto spesso di unità sfuggite al censimento, esistenti addirittura da 100 (cento) anni, la condizione imprescindibile per qualsiasi atto per la definizione della titolarità è che l'uiu debba per forza essere accatastata, altrimenti è come se non esistesse. Oltre naturalmente al danno erariale, questa situazione crea danni anche economici perchè a volte si tratta di immobili che la committenza vuole usare come attività commerciale. Sono veramente stanco di questa situazione ed ovviamente non sono l'unico, altri colleghi si lamentano dello stesso problema. Qualcuno conosce dei riferimenti normativi al riguardo?
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mellantone
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per presentare la dichiarazione al catasto devi avere un titolo per farlo altrimenti dichiari il falso ( il dichiarante deve essere il proprietario o titolare di un diritto reale), il tuo committente che titolo ha sull'immobile? Se non ne ha e' chiaro che non puoi dichiarare niente , al massimo puo' accatastare dichiarando come proprietario chi risulta proprietario dall'ultimo atto trascritto e motivare in relazione o in un documento allegato ( dichiara di essere erede ecc...) al docfa il perchè non firma il proprietario ma il tuo committente.
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Orlando1973
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04 Maggio 2015 alle ore 16:51
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Buonasera sinceramente non vedo il problema , mi è capitato piu' volte di accatastare immobili cosi' . Ad esempio immobile intestato ad A-B-C ed il possesore è D . Io specifico in relazione che il possesore è D ed allego al docfa un'atto notorio nel quale dichiara il possesso . Vanno riportati nell'intestazione gli intestati ed il possessore . L'intestazione Docfa sarà questa : - Intestatario A titolo : Oneri Ciascuno per i propri diritti ; - Intestatario B titolo : Oneri Ciascuno per i propri diritti ; - Intestatario C titolo : Oneri Ciascuno per i propri diritti ; - Possessore D titolo : Proprieta' 1/1 - RIS1 ditta priva di titolo legale reso pubblico . Fino a qualche anno fà il catasto consentiva di intestare il solo possessore D con RIS1 . Tieni comunque conto che se anche riesci ad intestare il tuo committente solo con il catasto l'intestazione non ha nessun valore in quanto priva di titolo di provenienza .
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EALFIN
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03 Dicembre 2006
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Prima di rispondere al post è necessario sapere quanto segue: - se si parla di accatastamento di unità sfuggita all'accertamento si tratta di sicuro di nuova costruzione; - se si tratta di nuova costruzione, in assenza di tipo mappale potrebbe trattarsi di unità ricadente in un fabbricato esistente posto su una particella già censita a partita speciale 1; - nel caso di cui sopra, in una simile situazione capitata a me anni fa, ho inserito la Ditta dichiarante con la ulteriore specificazione del diritto (più o meno così): RIS 1 DITTA PRIVA DI TITOLO LEGALE RESO PUBBLICO; - ho allegato al Docfa un'autocertificazione attestante il pieno e pacifico possesso ultraventennale; - ho redatto la Lettera di Incarico (anche se prevista solo per il Pregeo) e ne ho dichiarato la presenza in relazione Docfa. In linea di principio non possono negarti il Docfa che consente il censimento di un'unità immobiliare produttiva di reddito. L'importante e che la pratica Docfa rispecchi le direttive in materia, intestazione compresa.
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mellantone
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Art.3 RDL 652/39 (legge che ha istituito il NCEU) : art. 3 Dichiarazione relativa agli immobili urbani. Testo: in vigore dal 06/05/1939 L'accertamento generale degli immobili urbani e' fatto per unita' immobiliare in base a dichiarazione scritta presentata: a) dal proprietario o, se questi e' minore o incapace, da chi ne ha la legale rappresentanza; b) per gli enti morali, dal legale rappresentante; c) per la societa' commerciali, legalmente costituite, da chi, a termini dello statuto o dell'atto costitutivo, ha la firma sociale; d) per le societa' estere, da chi le rappresenta nel Regno. Per le associazioni, per i condomini e per le societa' e le ditte, diverse da quelle indicate nel precedente comma, anche se esistenti soltanto di fatto, e' obbligato alla dichiarazione l'associato, il condomino o il socio o il componente la ditta, che sia amministratore anche di fatto. Se l'amministratore manca, sono obbligati alla dichiarazione tutti coloro che fanno parte dell'associazione, del condominio, della societa' o della ditta, ciascuno per la propria quota. Nei casi indicati nelle lettere b), c) e d) del primo comma, e nel secondo comma del presente articolo, quando gli obbligati alla denuncia sono piu' di uno, la dichiarazione deve essere fatta da ciascuno degli obbligati, ma la dichiarazione di uno di essi esonera gli altri.
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pan
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Quoto EALFIN. Naturalmente non puoi dichiarare la proprietà 1/1 con la semplice riserva 1 (che apporrà l'ufficio) ma devi dichiarare "ditta priva di titolo reso pubblico" (forse per questo ti chiedono di allegare il titolo ?) Se poi si tratta una presa di posizione dell'ufficio allora buona fortuna
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totonno
(GURU)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Il buon esito della pratica dipende dall'intestazione della particella agricola al terreni. Bisogna ricostruire la storia dei soggetti aventi diritto su quell'area. L'ufficio non impedisce niente. La proprietà però deve essere accertata.
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lucacchio
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Grazie a tutti per le risposte, rispondo solo adesso (non mi sono arrivate notifiche per le vostre risposte) e chiarisco un paio di cose: - si tratta di docfa senza tipo mappale poichè all'interno della sagoma di una particella già ente urbano; - ovviamente ho fatto molte ricerche (nonostante la difficoltà di accesso ai documenti cartecei) e ad esempio in una pratica ho trovato la cosiddetta "regma" che risale agli anni 50, che riporta esattamente la ditta che io ho inserito oggi nel docfa (naturalmente questa persona oggi è deceduta e ho allegato la dichiarazione dell'unco erede). L'ufficio non accetta neanche questo e continua a chiedere il titolo. - in altre pratiche il co.gi. ha eseguito la modifica delle mappe (senza avvisare i diretti interessati), cambiando superfici e qualità alle particellle, creando situazioni paradossali (non accettano nemmeno un docfa per planimetria mancante di un uiu esistente da più di 100 anni, dimostrato con foto storiche della prima guerra mondiale) Mi trovo perfettamente d'accordo con EALFIN, in ogni caso devono farmi censire l'immobile seppur con la relativa riserva 1. Per totonno: è da agosto 2019 che presento la stessa pratica in tutte le salse, dopo tutte le volte che sono andato a discuterla alle pubbliche relazioni e mi hanno dato sempre soluzioni diverse. Il problema secondo me è che non sanno neanche loro cosa fare, ho chiesto esplicitamente di dirmi a chi intestarla ma non trovano una soluzione. Oppure è come dice pan e si tratta di una presa di posizione (che danneggia però sia gli utenti che i tecnici). Per questo volevo capire se c'erano riferimenti normativi in merito
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st-topos
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Scusami, ma ritengo che l'ufficio abbia sicuramente ragione. Devi ritrovare un atto (anche se vecchio) in cui viene descritta tale unità immobiliare ed intestarla alla ditta dichiarata nel rogito. Sucecssivamente devi fare tutti i passaggi e volture e portarlo all'attualità. Altre strade non possono esistere, un ufficio serio ti rifiuterà fino all'eternità la pratica docfa. Le riserve sono altre cose, sbagliano gli uffici che le fanno utilizzare a "testina di agnello" PS che significa regma, sono quarant'anni che frequento gli uffici non ho mai sentito questo termine.
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lucacchio
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"st-topos" ha scritto: Scusami, ma ritengo che l'ufficio abbia sicuramente ragione. Devi ritrovare un atto (anche se vecchio) in cui viene descritta tale unità immobiliare ed intestarla alla ditta dichiarata nel rogito. Sucecssivamente devi fare tutti i passaggi e volture e portarlo all'attualità. Altre strade non possono esistere, un ufficio serio ti rifiuterà fino all'eternità la pratica docfa. Le riserve sono altre cose, sbagliano gli uffici che le fanno utilizzare a "testina di agnello" PS che significa regma, sono quarant'anni che frequento gli uffici non ho mai sentito questo termine. Ma a questo punto credo che il problema stia più in fondo di dove lo cerchiamo. Mettiamo il caso che non esista nessun atto, nessun tipo di documento dove si parla di tale uiu: quindi mi stai dicendo che questa unità non può essere accatastata? Pur essendo esistente da prima dell'istituzione del nuovo catasto edilizio? Mi sembra molto strano... ps: la regma (così chiamata dai "vecchi" geometri) dovrebbe essere una stampa dal vecchio registro storico, l'equivalente dell'attuale visura (io non sono ancora così vecchio  )
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lucacchio
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Tengo a precisare una cosa non indifferente: queste situazioni sono il risultato di pratiche "sbagliate" recepite dall'ufficio nel corso degli ultimi 50 anni e che adesso, vengono al pettine
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st-topos
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Prima cosa devi far capire dove è collocata all'interno dello stabile l'uiu, l'anno in cui secondo te è stata realizzata, se hai controllato l'intero cassone, se hai visto di persona la busta, se sono state fatte lustrazioni sul fabbricato. ti voglio ricordare che l'ufficio ogni 5 anni faceva le verifiche sul posto, dal 1942 fino agli inizi degli anni 70 questa uiu non è stata mai visionata? lo stabile certamente. Gli errori di presentazione venivano sanati dalle lustrazioni. altrimenti a cosa servivano? Urbanisticamente non è mai esistita? La ricerca a ritroso sui rogiti a quale epoca ti sei fermato? Dopo che hai fatto tutte queste ricerche: "cartacee" troverai la soluzione tu stesso e l'accatastamento lo presenterai senza alcun problema. In 8 mesi nessuno ti ha indirizzato a fare ricerche approfondite? Non ci credo. Lucacchio alzati e cammina!!!!!!!............................complimenti per il nome
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lucacchio
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"st-topos" ha scritto: Prima cosa devi far capire dove è collocata all'interno dello stabile l'uiu, l'anno in cui secondo te è stata realizzata, se hai controllato l'intero cassone, se hai visto di persona la busta, se sono state fatte lustrazioni sul fabbricato. ti voglio ricordare che l'ufficio ogni 5 anni faceva le verifiche sul posto, dal 1942 fino agli inizi degli anni 70 questa uiu non è stata mai visionata? lo stabile certamente. Gli errori di presentazione venivano sanati dalle lustrazioni. altrimenti a cosa servivano? Urbanisticamente non è mai esistita? La ricerca a ritroso sui rogiti a quale epoca ti sei fermato? Dopo che hai fatto tutte queste ricerche: "cartacee" troverai la soluzione tu stesso e l'accatastamento lo presenterai senza alcun problema. In 8 mesi nessuno ti ha indirizzato a fare ricerche approfondite? Non ci credo. Lucacchio alzati e cammina!!!!!!!............................complimenti per il nome Allora, la situazione è stata spiegata in maniera molto chiara ai tecnici dell'ufficio, anche con l'ausilio di rilievi fotografici sia attuali che storici. Ho controllato buste (non trovando nulla), ho fatto ricerche urbanistiche trovando anche vecchie licenze edilizie, ma a loro non va bene nulla. Purtroppo lavoro in un comune molto particolare, dove in passato alcuni tecnici hanno fatto un po' come gli pare (per non dire altro). Io capisco le motivazioni dell'ufficio, perchè come anche ribadito da alcuni colleghi la proprietà deve essere accertata e sono pienamente d'accordo su questo punto, ma fermo restando tutto questo, diamo per assodato che nonostante tutte le ricerche non esiste nessun documento che dimostri la titolarità: quindi l'immobile non può essere accatastato? E se mi trovo in questa situazione, spalle al muro per così dire, è anche perchè l'ufficio in tutti questi mesi non è riuscito a darmi una soluzione. ps...grazie per i complimenti, questo nick ormai per me è storia, me lo sono affibbiato ormai tanti ma tanti anni fa
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st-topos
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Scusami constato che da un orecchio non senti. I vecchi rogiti li hai letti? Hai controllato che non vi siano unita' soppresse all'interno del cassone, che il fabbricato sia dall'impianto sempre ente urbano. Se hai verificato tutto, hai fatto tutti gli accertamenti, relaziona, asseveri e la alleghi al docfa. Imponiti con l'ufficio. L'ufficio deve a quel punto motivare per iscritto, indicando norme e circolari che impediscono la registrazione del docfa.
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EALFIN
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Il caso capitato a me anni fa era il seguente: - lotto particella 100 ente urbano dall'impianto ma mai censito al C.U. (ora C.F.) all'impianto medesimo; - nel lotto vi erano due corpi di edificio; - uno principale di fatto composto da due unità possedute da tempo immemorabile da due rispettivi possessori; - un altro più piccolo composto da una sola unità e posseduta di fatto da un terzo possessore; - i possessori di fatto delle unità di cui al corpo principale ristrutturano le due unità e provvedono al loro rispettivo accatastamento (negli anni '90), intestando ciascuna unità al rispettivo possessore (non possedendo le copie delle suddette pratiche catastali non sono in grado di sapere quali documenti hanno allegato a corredo del Docfa anzi di Acquisiz visto che allora il Docfa non era ancora uscito); - in sede di accatastamento è stato creato anche il sub 1 ovvero B.C.N.C. corte comune ai sub 2 e 3, lasciando senza numerazione il corpo di edificio più piccolo; - il mio cliente possessore di fatto del piccolo corpo di edificio procede anch'egli alla sua ristrutturazione e io procedo all'obbligatorio accatastamento solo a suo nome, allegando tutti gli atti notori, relazione, spiegazioni anche in merito a quello che aveva fatto il tecnico degli altri due possessori nel lotto, quant'altro al riguardo; - mi respingono il Docfa dicendo che dovevo aggiungere come altra specificazione del diritto RIS 1 - DITTA PRIVA DI TITOLO LEGALE RESO PUBBLICO - ripresento il Docfa e tutto ok.
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