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Argomento: METTERE LE MISURE SULL' ELABORATO PLANIMETRICO
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Latemar
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29 Agosto 2022 alle ore 22:25
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"geoalfa" ha scritto: Nello specifico, un elaborato planimetrico catastale deve contenere necessariamente le seguenti informazioni: perimetro dell'edificio in oggetto; parti coperte e scoperte su ogni piano del fabbricato; perimetro di ogni unità immobiliare; punti di accesso; numero di subalterno di ciascuna porzione/unità;
Da un po' di tempo è possibile indicare anche le misure nell'elaborato planimetrico.
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OLMO67
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grazie a tutti per le risposte, in effetti le vecchie "abitudini" sono sempre le migliori...ragionandoci un po' su sono arrivato alla conclusione che è molto meglio una planimetria allegata all'atto quotata minuziosamente con eventuali riferimenti a punti saldi in loco che 4 misere quote su un elaborato planimetrico. Mi "stuzzicava" l'idea di poter quotare l'EP, ma più ci penso e più mi convinco che non ci sia poi tutta questa utilità nel farlo...almeno nel mio caso... grazie ancora, alla prossima...
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CESKO
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"vordcienpion" ha scritto: Io son del parere che le dividenti vadano ricostruite dalla concessione edilizia e non da un elaborato planimetrico che - alla meglio - è redatto in scala 1:500. Be...... se proprio l'elaborato va redatto io opterei per la scala 1:200! saluti
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bertone
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"OLMO67" ha scritto: grazie a tutti per le risposte, Mi "stuzzicava" l'idea di poter quotare l'EP, ma più ci penso e più mi convinco che non ci sia poi tutta questa utilità nel farlo...almeno nel mio caso... grazie ancora, alla prossima... Fossi io metterei le quote nell'EP, perchè comunque verrà allegato all'atto e sottoscritto da tutti, ed inoltre sarà molto più accessibile a tutti rispetto ad una comune planimetria allegata all'atto.
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SIMBA6464
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Adria Città Etrusca
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"bertone" ha scritto: "OLMO67" ha scritto: grazie a tutti per le risposte, Mi "stuzzicava" l'idea di poter quotare l'EP, ma più ci penso e più mi convinco che non ci sia poi tutta questa utilità nel farlo...almeno nel mio caso... grazie ancora, alla prossima... Fossi io metterei le quote nell'EP, perchè comunque verrà allegato all'atto e sottoscritto da tutti, ed inoltre sarà molto più accessibile a tutti rispetto ad una comune planimetria allegata all'atto. Concordo
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vordcienpion
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Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP
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Latemar
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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"vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ma c'è questa linea di confine nella concessione edilizia ? Se non c'è, è abusiva ? Ahia. Allora occorre un permesso autorizzativo per dividere una corte esterna, oppure una sanatoria se già realizzata senza titolo. Come la mettiamo ?
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vordcienpion
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"Latemar" ha scritto: "vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ma c'è questa linea di confine nella concessione edilizia ? Se non c'è, è abusiva ? Ahia. Allora occorre un permesso autorizzativo per dividere una corte esterna, oppure una sanatoria se già realizzata senza titolo. Come la mettiamo ? Allora, per come sto vedendo io il modo di evolversi delle cose (tutti con l'avvocato subito pronto...) ormai non muovo più un chiodo se non passo prima attraverso una SCIA o un Provvedimento unico. Se nella concessione edilizia originaria una corte era assegnata interamente ad un appartamento, e poi debbo frazionarla per poterne cedere un pezzo ad un confinante, almeno io non mi limito al solo frazionamento in catasto, ma presento una scia per rimodulare quello che era previsto nella concessione edilizia iniziale. Mi rilevo nuovamente il lotto, verifico, e presento istanza per divisione di unità immobiliare con tutte le quote e i punti fissi che ritengo utile. Parecchi anni fa, quando forse le cose erano più caute ed i clienti avevano ancora un briciolo di senso civico, anch'io ho fatto divisioni solo catastali quotando l'EP. Oggi non lo rifarei. Certo è che si entra in un limbo, diciamo anche costoso. Perchè se son chiamato a dividere una corte un conto è procedere solo con un docfa, un conto è andarmi a vedere se quello che sto andando a dividere è coerente con quello che a suo tempo venne approvato dal comune. Purtroppo, rientra sempre nella deontologia professionale andare a fare quello che si ritiene più giusto per entrambe le parti. A volte, però, si può perdere anche l'incarico. E io non me ne son mai pentito di aver perso un incarico perchè il cliente non voleva spendere soldi per fare le verifiche necessarie per arrivare al rogito tutti sereni
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geoalfa
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Per molti motivi e non ultimo quello di evitare di creare confusione in un tema tuttora in aperta discussione e continui aggiornamenti, confermo che : - Non è assolutamente indispensabile quotare gli elaborati planimetrici che tuttora assolvono al loro compito. - Se, per qualsiasi motivo, si rendesse necessario dimostrare la esatta posizione dei confini, nella pratica DocFa è possibile indicare dove e come rintracciare i confini. Confermo quindi quanto già scritto: "" Nello specifico, un elaborato planimetrico catastale deve contenere necessariamente le seguenti informazioni: perimetro dell'edificio in oggetto; parti coperte e scoperte su ogni piano del fabbricato; perimetro di ogni unità immobiliare; punti di accesso; numero di subalterno di ciascuna porzione/unità; "" Cordialità
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Latemar
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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"vordcienpion" ha scritto: "Latemar" ha scritto: "vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ma c'è questa linea di confine nella concessione edilizia ? Se non c'è, è abusiva ? Ahia. Allora occorre un permesso autorizzativo per dividere una corte esterna, oppure una sanatoria se già realizzata senza titolo. Come la mettiamo ? Allora, per come sto vedendo io il modo di evolversi delle cose (tutti con l'avvocato subito pronto...) ormai non muovo più un chiodo se non passo prima attraverso una SCIA o un Provvedimento unico. Se nella concessione edilizia originaria una corte era assegnata interamente ad un appartamento, e poi debbo frazionarla per poterne cedere un pezzo ad un confinante, almeno io non mi limito al solo frazionamento in catasto, ma presento una scia per rimodulare quello che era previsto nella concessione edilizia iniziale. Mi rilevo nuovamente il lotto, verifico, e presento istanza per divisione di unità immobiliare con tutte le quote e i punti fissi che ritengo utile. Parecchi anni fa, quando forse le cose erano più caute ed i clienti avevano ancora un briciolo di senso civico, anch'io ho fatto divisioni solo catastali quotando l'EP. Oggi non lo rifarei. Certo è che si entra in un limbo, diciamo anche costoso. Perchè se son chiamato a dividere una corte un conto è procedere solo con un docfa, un conto è andarmi a vedere se quello che sto andando a dividere è coerente con quello che a suo tempo venne approvato dal comune. Purtroppo, rientra sempre nella deontologia professionale andare a fare quello che si ritiene più giusto per entrambe le parti. A volte, però, si può perdere anche l'incarico. E io non me ne son mai pentito di aver perso un incarico perchè il cliente non voleva spendere soldi per fare le verifiche necessarie per arrivare al rogito tutti sereni Quello che sostieni è molto tosto e da me poco condiviso, forse perchè non l'ho capito. Quando si tratta di andare ad applicare norme urbanistiche per le quali si sostiene che per l'esecuzione di un intervento ci vuole la pratica edilizia, si va a interessare l'aspetto della commerciabilità del bene che deve essere per legge conforme alle norme urbanistico/edilizie. Tu stai affermando che se vado a vendere una corte che ha una linea di confine che divide una piu' ampia corte graffata a fabbricato condominiale la cui realizzazione è stata eseguita senza titolo abilitativo rilasciato o autodichiarato in Comune, quella porzione di corte non la puoi trasferire. Ho capito bene ?
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vordcienpion
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"Latemar" ha scritto: "vordcienpion" ha scritto: "Latemar" ha scritto: "vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ma c'è questa linea di confine nella concessione edilizia ? Se non c'è, è abusiva ? Ahia. Allora occorre un permesso autorizzativo per dividere una corte esterna, oppure una sanatoria se già realizzata senza titolo. Come la mettiamo ? Allora, per come sto vedendo io il modo di evolversi delle cose (tutti con l'avvocato subito pronto...) ormai non muovo più un chiodo se non passo prima attraverso una SCIA o un Provvedimento unico. Se nella concessione edilizia originaria una corte era assegnata interamente ad un appartamento, e poi debbo frazionarla per poterne cedere un pezzo ad un confinante, almeno io non mi limito al solo frazionamento in catasto, ma presento una scia per rimodulare quello che era previsto nella concessione edilizia iniziale. Mi rilevo nuovamente il lotto, verifico, e presento istanza per divisione di unità immobiliare con tutte le quote e i punti fissi che ritengo utile. Parecchi anni fa, quando forse le cose erano più caute ed i clienti avevano ancora un briciolo di senso civico, anch'io ho fatto divisioni solo catastali quotando l'EP. Oggi non lo rifarei. Certo è che si entra in un limbo, diciamo anche costoso. Perchè se son chiamato a dividere una corte un conto è procedere solo con un docfa, un conto è andarmi a vedere se quello che sto andando a dividere è coerente con quello che a suo tempo venne approvato dal comune. Purtroppo, rientra sempre nella deontologia professionale andare a fare quello che si ritiene più giusto per entrambe le parti. A volte, però, si può perdere anche l'incarico. E io non me ne son mai pentito di aver perso un incarico perchè il cliente non voleva spendere soldi per fare le verifiche necessarie per arrivare al rogito tutti sereni Quello che sostieni è molto tosto e da me poco condiviso, forse perchè non l'ho capito. Quando si tratta di andare ad applicare norme urbanistiche per le quali si sostiene che per l'esecuzione di un intervento ci vuole la pratica edilizia, si va a interessare l'aspetto della commerciabilità del bene che deve essere per legge conforme alle norme urbanistico/edilizie. Tu stai affermando che se vado a vendere una corte che ha una linea di confine che divide una piu' ampia corte graffata a fabbricato condominiale la cui realizzazione è stata eseguita senza titolo abilitativo rilasciato o autodichiarato in Comune, quella porzione di corte non la puoi trasferire. Ho capito bene ? Cerco di farla più semplice. Poni il caso che hai due u.i.u. confinanti, ognuna con la sua corte quadrata da 100mq (10mx10m). Ti rechi sul posto ed è tutto conforme al titolo edilizio. Io mi muovo cosi: 1) Presento una SCIA in comune dove inserisco per oggetto : frazionamento di corte propedeutico per trasferimento di diritti 2) Presento il docfa e poi si va a rogito. Idem se vado sul posto e trovo che le due corti, anzichè essere 10mx10m ciascuno, magari sono una 75mq e l'altra 125mq. In teoria li dovresti andare in sanatoria (poi ovviamente va visto il singolo caso) poi in pratica si valuta, a volte magari non è necessario perchè non la dividente sul loco magari sono dei paletti in plastica. Tu mi dici: è richiesto il titolo edilizio per dividere una corte? Ti rispondo NI, e ti dico: il catasto fa proprietà? Tu da CTU, andresti a recuperarti l'EP o la concessione edilizia per attestare lo stato di un bene?
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SIMBA6464
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"vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ciao vordcienpion, stai confondendo i ruoli di Comune con il Catasto, la regolarità urbanistica e stato leggittimato si verificano in Comune, la regolarità dei confini principalmente al Catasto con tutto ciò che è depositato. In Comune può anche essere stato presentato qualcosa di non conforme dal punto di vista catastale. cordiali saluti
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vordcienpion
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"SIMBA6464" ha scritto: "vordcienpion" ha scritto: Continuo a restare del parere che quello che conta è quanto contenuto nella concessione edilizia depositata agli atti del comune, dove sempre - almeno io - ho graffato ai vari appartamenti i relativi spazi (cortili, androni, etc...) Poi, ovviamente, l'EP è una conseguenza nel quale, qualche quota, non guasta, ma mai mi sognerei, per un'azione di regolamento di confini, di fare affidamente all'EP. Faccio un esempio capitato ad un collega: l'ufficio antiabusi, per un problema di altezze e distanze, è andata a recuperarsi il provvedimento unico, non l'EP Ciao vordcienpion, stai confondendo i ruoli di Comune con il Catasto, la regolarità urbanistica e stato leggittimato si verificano in Comune, la regolarità dei confini principalmente al Catasto con tutto ciò che è depositato. In Comune può anche essere stato presentato qualcosa di non conforme dal punto di vista catastale. cordiali saluti Ciao Simba, magari il catasto è più adatto per confini dei terreni. Ma per l'urbano, dove tutto passa dal Comune, io inizierei con quello che è stato disegnato nella CE. Per imparare qualcosa che non so o forse ignoro: quale potrebbe essere o cosa potrebbe confliggere di ciò che si presenta in Comune che possa cozzare dal punto di vista catastale? Saluti
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SIMBA6464
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"OLMO67" ha scritto: Buongiorno a tutti, riprendo l'argomento per porvi un quesito e/o avere un vostro parere riguardo il metodo di quotatura dell'elaborato planimetrico. Appurato che le quote si possano mettere (come da slide distribuite all'incontro di qualche tempo fa), su queste slide sono previsti 2 metodi di quotatura, quello con quotature incrementali (come nei vecchi tipi mappali) e quotature assolute. Ovviamente gli esempi mostrano lotti e fabbricati perfettamente rettangolari, con relative quotature molto semplici, cosa che nella realtà accade sempre! Io devo dividere un cortile comune per stralciarne una parte da unire come corte esclusiva a una U.I.; questa corte ha forma molto contorta e irregolare, praticamente impossibile da quotare con i metodi di cui sopra. Visto che vorrei fare in modo che le linee di divisione si possano ricostruire sul posto per evitare problemi futuri, avrei pensato di creare una seconda pagina dell' EP con ogni punto della corte numerato o individuato con una lettera, e poi riportare in una lista per ogni punto le coordinate, o quelle relative, oppure quella assolute ricavate da rilievo gps. Voi cosa ne pensate? qualcuno ha già fatto una cosa simile? a me sembrerebbe un metodo furbo e preciso, ma si sa l'elasticità mentale non sempre è di casa a catasto... grazie Salve vorcienpion, rileggi questo e vedrai che si parla di ricostruzione di linee dividenti future, nessun accenno a linee disegnate su progetto comunale. Forse il tuo caso come esempio è un'altro rispetto al quesito. L'E.P. nasce nel 1984, poi è stato ridefinito con altri paramentri (per ultimo la descrizione e grafica delle entità tipologiche). Quotare un E.P. non è sbagliato, oltre al fatto che non mi risulta norma che lo vieta, o meglio non risulterebbe previsto farlo (come ha descritto geoalfa), ma mai un divieto specifico. cordiali saluti
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Latemar
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"vordcienpion" ha scritto:
Cerco di farla più semplice. Poni il caso che hai due u.i.u. confinanti, ognuna con la sua corte quadrata da 100mq (10mx10m). Ti rechi sul posto ed è tutto conforme al titolo edilizio. Io mi muovo cosi: 1) Presento una SCIA in comune dove inserisco per oggetto : frazionamento di corte propedeutico per trasferimento di diritti 2) Presento il docfa e poi si va a rogito. Idem se vado sul posto e trovo che le due corti, anzichè essere 10mx10m ciascuno, magari sono una 75mq e l'altra 125mq. In teoria li dovresti andare in sanatoria (poi ovviamente va visto il singolo caso) poi in pratica si valuta, a volte magari non è necessario perchè non la dividente sul loco magari sono dei paletti in plastica. Tu mi dici: è richiesto il titolo edilizio per dividere una corte? Ti rispondo NI, e ti dico: il catasto fa proprietà? Tu da CTU, andresti a recuperarti l'EP o la concessione edilizia per attestare lo stato di un bene? Ok se sono dei paletti in plastica, non fai la sanatoria. E' già qualcosa per il tuo cliente.
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